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Ventiquattro secoli fa, la città di Atene fu adornata con i più maestosi edifici mai visti al mondo. Questa fu l'era durante la quale l'arte della scultura ottenne il suo assoluto apice. Quando i Romani conquistarono la Grecia essi furono travolti da ciò che trovarono e si innamorarono tanto della scultura Greca che trasportarono a Roma le migliori statue allo scopo di abbellire i palazzi e le ville delle famiglie imperiali. La richiesta fu molto superiore alla provvista e questi capolavori furono estensivamente copiati. Con la caduta di Roma, vennero le ere barbariche durante le quali all'ignoranza si aggiunse la bigotteria religiosa così che quando statue antiche furono rinvenute esse vennero considerate opere di miscredenti e spesso macinate per calcina. Con il Rinascimento tornò l'Istruzione ed all'inizio del secolo XVI, a Roma, la nobiltà riconobbe il valore dei tesori artistici sepolti a loro dintorno. Li riportarono alla luce e li esposero in gallerie nei loro palazzi. La più conosciuta di queste collezioni fu quella raccolta da Vincenzo Giustiniani, un nobile che contava tra i suoi antenati San Lorenzo (1380 - 1456) ed era imparentato con l'allora Doge di Venezia Marcantonio (1619 - 1688). Nel 1628 e nel 1688, Giustiniani pubblicò due magnifici volumi di stampe le quali illustravano i marmi antichi in suo possesso (vedi nota 1). Ora, far collezione di antichità divenne una passione tra gli amanti dell'arte ed al loro numero fu aggiunto, nulla di meno che, il Papa Clemente XII il quale fece diventare il Palazzo Nuovo, costruito da Michelangelo, il Museo Capitolino. Poi il Papa riempì, con gran spesa, questo museo con i migliori capolavori di arte antica che si potevano comperare. Egli pagò 1000 scudi d'argento per una copia Romana di un Apollo, originale capolavoro di Prassitele. Questa somma causò immensa meraviglia. La moda per antichità non fu limitata a Roma e all'Italia ma straripò in altri paesi ed arrivò fino all'Inghilterra ove molti patrizi che si preparavano per il "Grand Tour" speravano di tornare in patria con qualche ricordo delle passate glorie di Roma e della Grecia. Charles Hamilton era un figlio del Duca di Abercorn e visitò Roma per la prima volta durante il Giubileo del 1725. Egli si innamorò della città eterna e ne assorbì l'atmosfera culturale. Esso stesso era un artista e considerato come uomo di "gusto squisito" (vedi nota 2) dai suoi contemporanei. Egli tornò a Roma nel 1732 ove soggiornò per quasi due anni duranti i quali, essendo un conoscitore., comperò bene un numero di quadri e marmi. Senza dubbio il suo più importante acquisto fu un'originale statua greca di Bacco. Il prezzo che pagò era sbalorditivo: 1050 sterline d'oro (vedi nota 3). Hamilton non era persona ricca e non avrebbe speso una somma del genere senza essere sicuro di cosa comperava: perciò sapeva benissimo di avere acquistata un'opera completamente eccezionale. Più tardi descrisse il Bacco così: "una capitale statua Greca sette piedi e quattro pollici alta, un poco di più dell'Apollo del Belvedere (vedi nota 4). Hamilton viene ricordato per essere stato l'inventore del "Jardin Anglais", un giardino basato non tanto sulla natura quanto sulla immaginazione del pittore. Al ritorno da Roma, Hamilton prese in affitto una tenuta in Surrey, chiamata Painshill, che dopo qualche anno comperò. In questo luogo Hamilton costruì il primo "Jardin Anglais" del mondo e vi portò il Bacco. Hamilton sapeva apprezzare altri artisti e fu tra i primi a riconoscere il talento dell'architetto Robert Adam il quale impiegò, nel 1760, per progettare un tempio classico ove accomodare, in adatto splendore, il Bacco. Adam creò un edificio del più puro stile Dorico che è stato paragonato alla "Maison Carres" di Niemes. Un numero dei disegni di Adam sono preservati nel Soane Museum di Londra. Essi trattano della decorazione dell'interno. Non vi sono disegni dell'esterno per quanto uno esisteva fino al 1922, ma adesso manca (vedi nota 5). La situazione del tempio nel parco venne descritta da Whateley così: "in una scena perfezionata al massimo, si trova un grande edificio Dorico avente davanti un frontone con un alto-ri1ievo. L'interno è ornato di molti busti antichi e, nel centro, di una nobile statua del Dio. La sala non è oscura come spesso sono i templi ma è piena di luce (vedi nota 6). Questa opera di Adam fu uno dei pochi edifici in Inghilterra non criticati da Thomas Jefferson, terzo presidente degli Stati Uniti, il quale visitò Painshill in 1786. Nel suo diario esso scrisse: "un tempio Dorico - bellissimo (vedi nota 7). I busti dei quali parlava Whateley erano dodici, di essi dieci erano imperatori Romani ed i rimanenti due erano Giulio Cesare e Bruto, quest'ultimo un soggetto molto raro (vedi nota 7). Il Parco di Painshill raggiunse la sua massima fama negli anni seguenti alla costruzione del tempio di Bacco. Centinaia se non migliaia di persone, vennero ad ammirare questa statua ma non uno di essi ci lasciò un abbozzo: nemmeno i famosi pittori George Barratt, Elias Martin e Theodor de de Bruyn, che catturarono su tela tanti aspetti del Parco. Nella letteratura il primo riferimento al Bacco viene dagli aneddoti di J. Spence il quale, circa 1750, scrisse: "Hamilton andò due volte in Italia. La prima per il giubileo del 1725 e dopo nel 1732 quando pranzò, con Lord Middlesex, presso Sir John Collins. Visse a Roma per 22 mesi (palazzo nel Corso) e tenne compagnia con i nobili del Paese. Da uno di questi comperò, in segreto, il suo nobile Bacco. Non lo rivenderebbe per il suo peso in oro -la migliore statua al di qui delle Alpi (disse due o tre volte" (vedi nota 8). Nel 1773 Hamilton vendette Painshill a Benjamin Bond-Hopkins, un ricco proprietario di terre in Surrey ed un appassionato amante di giardini. Le sue ragioni per fare così erano la morte della carissima moglie l'anno prima ed il fatto che si avvicinava a 70 anni. Il trasferimento del Bacco fu negoziato separatamente e la stessa fonte la quale ci dice che Hamilton pagò 1050 sterline per questa statua adesso ci informa che a Bond-Hopkins costò 1700 sterline. Nel 1795 William Robertson un giovane architetto da Kilkenny in Irlanda, visitò Painshill e nel suo diario tra l'altro ha dice: "Sulla cresta di un colle si trova il tempio di Bacco, la sua forma è rettangolare. Davanti il frontone triangolare è ornato con un bassorilievo : il soggetto. Sileno sul suo asino un'ammirabile figura assistita da Bacchianti e Satiri, un caprone dietro loro è nell'atto di dare una cornata ad uno di essi. L'altra facciata anche con frontone. L'edificio dell'ordine Dorico. Ai lati mezze colonne, dietro ciascuna delle colonne esterne vi è un pilastro. Quattro nicchie fiancheggiano la porta: con statue in stucco. Due di esse sono Venere e Marte. Dentro, al centro della sala su di un piedestallo, si trova la statua di Bacco, un piccolo cane al suo piede e nella sua mano un grappolo d'uva. La figura è molto nobile e maschile, circa sette piedi in altezza. Attorno alla sala ci sono busti antichi di imperatori Romani. Alla morte di Bond-Hopkins una serie di legalità impedirono la vendita delle sue possessi fino al 1797. Il 23 Ottobre di quell'anno, il celebre banditore Christie vendette all'asta tutti i marmi di Painshill. Sulla copertina del suo catalogo esso dice che il Bacco era ritenuto essere il capolavoro dell'arte della scultura: il "Chef D'Ouvre" di essa. II giornale " The Gentìeman's Magazine" riportò questa asta così: " una antica statua di Bacco comperata dallo On. Charles Hamilton, di Painshill Surrey, e portata in Inghilterra alla spesa di 2000 sterline, fu venduta, il 23 Ottobre, al Signor Beckford di Fonthill per 420 sterline". Così il Bacco lasciò il suo elegante tempio per essere trasportato a Fonthill in pieno inverno, sulle strade strette e pericolose di quei tempi. Sembra che durante il viaggio esso subì qualche danno. Wlliam Beckford era immensamente ricco e la persona più sgargiante del Paese. Allora viveva in un magnifico palazzo, nello stile di Palladio, situato in aperta campagna. Per alloggiare il Bacco egli ricostruì la sua sala da pranzo e lo collocò in una grande nicchia, foderata in marmo. Nel 1800, questa sala venne descritta da due ospiti. John Britton, rinomato perito di scultura, scrisse: " Beckford ha aggiunto due tavole di granito solido su telaio e gambe in marmo bianco decorato di bronzi dorati, il tutto molto elegante. Inoltre ha aggiunto una nobile antica statua di Bacco portata da Roma circa settant'anni fa dallo On. Charles Hamilton: le braccia e parte del torso sono restaurate. Il capo è della più fine scultura greca. La statua è posta vantaggiosamente in una spaziosa nicchia foderata in marmo, altamente lucidato, e porta alla sala un aria di dignità" (vedi nota 10). Il 5 Settembre il Rev. Richard Warner racconta: "L'unico ornamento della sala da pranzo, a parte il dipinto plafone, è una nobile antica statua di Bacco: le braccia e la gamba sinistra moderne. Una pelle di leopardo è gettata sopra la spalla,, una pantera al suo fianco ed esso si appoggia sul tronco di una vite con uva ecc. e foglie alla base" (vedi nota 11). In questa sala da pranzo, della quale la statua di Bacco era il principale ornamento, Beckford ospitò per il Natale dell'anno 1800, un numero di importanti personaggi. L'ospite d'onore era Lord Nelson. Nel 1806, Beckford traslocò in un'altra casa costruita per lui dall'architetto James Wyatt. Il contenuto di Fonthill Splendens fu disperso, il palazzo demolito e persino i mattoni venduti. Per la seconda volta il Bacco fu messo all'asta, questa volta da un altro celebre banditore: Phillips. Lotto 523 del catalogo legge: "questa celebrata statua fu portata da Roma dallo On. Charles Hamilton - un unico esemplare di scultura". Il prezzo ottenuto fu solo 220 sterline. Evidentemente il prezzo fu influenzato dalla restaurazione della quale parlarono Britton e Warner. Non vi è suggerimento né da Robertson o Christie che la statua era in condizioni perfette, quindi i danni devono essere avvenuti quando il Bacco era in mano di Beckford. Questa volta l'acquirente fu Thomas Johnes, un connoisseur dai gusti molto cari, il quale aveva resa sua dimora, Havod nella parte più selvaggia del Galles, un necessario pellegrinaggio per tutte le persone alla moda (vedi nota 12). il precedente Marzo questa residenza con tutto la sua raccolta di oggetti d'arte era stata distrutta da un violento incendio. Johnes era determinato di ricostruire la sua casa e riempirla di oggetti almeno altrettanto preziosi come quelli persi. A Fonthill Splendens egli comperò molto estensivamente e tra i suoi acquisti fu il Bacco, il quale ara destinato ad essere l'oggetto principale del salone d'entrata della nuova casa. In questa posizione fu visto, nel 1815, da Thomas Rees il quale disse: "nell'entrata, il pavimento della quale è ricoperto di marmi rari e costosi, si trova una statua greca di Bacco, della grandezza eroica, che già fu a Painshill (vedi nota 13) . Tristemente, a questa data, Thomas Johnes non viveva più a Havod: per ragioni di salute era stato costretto di trasferirsi a Dawlish nella contea di Devonshire, ove morì in Aprile 1816. Gli eredi di Thomas Johnes litigarono tra di loro per ben 17 anni prima che diventasse possibile la vendita della tenuta di molte migliaia di ettari. Durante tutto questo tempo il Bacco rimase in una triste e disabitata casa. L'ultima persona a descriverlo fu Samuel Lewis il quale disse, nel 1833, che l'entrata era adornata da una statua greca di Bacco (vedi nota 14) . In questo anno Havod e le sue terre furono comperate dal quarto Duca di Newcastle per la cifra di 62.000 sterline. Il nuovo proprietario ben presto si dedicò al rinnovamento della dimora. Questo lavoro fu affidato ad un certo Samuel Heath il quale, quando il Duca era assente, lo teneva informato del progresso per lettera. Nel 1839 il Duca decise di vendere la statua greca, poiché il 12 Febbraio, Heath gli scrisse: "la cassa contenente la statua di marmo è diretta alla sala d'aste di Christie's dato che qui non potevo accettare altro. Viene trasportata da Crawley & Co. al bacino di City Road, banchina Albion nr. 30231, Regent's Canai. Ritengo che sarebbe opportuno informare Christie's che la cassa è così a loro spedita. Nulla potrebbe essere più chiaro. Ma Christie's dicono di non aver mai ricevuta una statua simile. Ulteriori ricerche per un numero di anni non portarono alcun indizio sulla sorte del Bacco il quale, dal punto di vista delle letteratura, sembrava di essere sparito completamente. Come è possibile che non si sia sentito più nulla di una statua che per un secolo fu la più famosa del Paese? Rimaneva una unica possibilità e cioè che il Bacco fu venduto da Christie's non all'asta ma privatamente. Ma a chi? La loro documentazione relativa a questo genere di vendita fu distrutta durante l'ultima guerra. Allora come rintracciare una statua della quale non si conosce nemmeno 1'aspetto? A questo punto, fu scoperto che tra i marmi dello On. Charles Hamilton vi era un altare Romano di provenienza dalla collezione Giustiniani. Quando i volumi della "Galleria Giustiniani" furono scrutinati si trovò una incisione di un Bacco. Forse questa era la statua comperata da Hamilton? Quindi nel Gennaio del 1990 detta incisione fu fatta il soggetto di una lettera a "Country Lite" nella quale si domandava ai lettori se avessero mai vista una statua così. La lettera non produsse immediati risultati, ma dieci anni dopo arrivò il suggerimento che forse il Bacco potrebbe essere ad Ashridge Park, già sede di famiglia nobile e ricca ma ora un collegio. Una domanda all'archivista portò la risposta che tempo fa ci erano molti marmi nei giardini ma la maggioranza di essi andò ad Anglesey Abbey, vicino a Cambridge. negli anni venti. Anglesey Abbey è proprietà del National Trust, una telefonata accertò che tra le molte statue in quel luogo non se ne trovava una di Bacco. Però dopo tanto tempo questo sarebbe stato 1'ultimo disappunto. Un'ora dopo arrivò una telefonata da Anglesey: si erano scordati che per quanto non esposta come le altre esisteva una statua di Bacco nascosta tra cespugli. Il giorno dopo, 28 Aprile 2001, mandarono il fax di una fotografia. Fu immediatamente chiaro che questo Bacco non era il Giustiniani ma cosa del tutto diversa. Qualche giorno di studio rivelò che questo Bacco era stato riparato nella maniera descritta da Britton e Warner nel 1800 e perciò era la stessa statua. La lunga cerca era finita Ma trovare il Bacco portò grandi ed inaspettate sorprese. Fino ad allora si sapeva che esso era una magnifica statua greca: e perciò era la stessa statua. La lunga ricerca era finita. Ma trovare il Bacco portò grandi ed inaspettate sorprese. Fino ad allora si sapeva che esso era una magnifica statua greca: ma perché fu così famosa? Quando si potè' vederne una fotografia la ragione divenne evidente. Il Bacco è nello stile di Prassitele il più famoso scultore dell'antichità del quale non un solo capolavoro è sopravissuto fino ai nostri tempi. Visto ciò una visita ad Anglesey divenne urgente. Questa meravigliosa statua si trova in un boschetto dove pochi passano. Il Dio è rappresentato come uomo giovane di straordinaria grazia e serenità. Il suo corpo è di perfette proporzioni e di una indescrivibile bellezza. Esso dà l'impressione di non un essere di questo mondo, ma di essere un immortale. Per quanto fotografie possono dare una qualche idea di questa bellissima opera, stare d'innanzi ad essa suscita emozioni impossibili ad esprimere in parole. Dopo una esperienza così si può cominciare a capire perche' John Britton disse che la testa era della più fine scultura greca e si può anche capire perché Hamilton spese mille monete d'oro quando il massimo che il Papa era disposto a pagare per una statua erano mille monete d'argento. Cosa esattamente è questa grande opera? I Romani copiarono molti capolavori di Prassitele ma avevano l'originale a guidarli. Senza questo non è possibile imitare il grande maestro. Potrebbe la nostra statua essere una copia Romana? Copia di cosa? Il soggetto di Bacco non si trova tra le opere conosciute di Prassitele nonostante Plinio disse che esisteva. Inoltre i Romani non facevano copie uniche - se una volta c'erano copie del genere, nessuna di esse (neanche in parte) è rimasta. Per quanto vi è una minima possibilità che il Bacco potrebbe essere una copia Romana è molto più probabile che sia un'originale. Se fosse così sarebbe una scultura di interesse mondiale.
NOTE
1. Giustiniani V. "La Galleria Giustiniani" Vol I 1628, Voi II 1688. Roma. 2. Faulkner T. "Storia ed Antichità di Kensington" 1820, Londra, p. 121. 3. Hassel J. "Gite attorno Londra" 1807, Londra. ( 4. Hamilton Hon. C. Lettera. Holland Papers. BM Rep. di Manoscritti Add 51408. Londra 5. Earl of Kerry "King's Bowood". Wilts & NH Magazine, 1922, Devises. 6. Whateley T. "Osservazioni su Giardini Moderni" 1801. Londra, p 105 7. Jefferson T. "Memorandum on English Gardens" Awaiting Publication. 8. Spence J. "Aneddoti". Oxford University Press 1966, Londra. 1102 9. Robertson Diario. Public Record Office Northern Ireland 10. Britton J. "Bellezze di Wiltshire" 1801, Londra, p. 35 11. Warner Rev. R. "Escursioni da Bath" 1800. Londra, p. 126 12. Anon "Storia del Parlamento" La Camera dei Comuni 1735. Johnes T. 13. Rees T. "Bellezze dell'Inghilterra e del Galles 1815, Londra, p 423. 14. Lewis S. Eglwys Newydd. Un Dizionario Topografico Del Galles.
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