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Gruppo d'Ascolto della Marca Trevigiana

 

RUBRICA

 


Opinioni su Satelliti e Broadcasting a cura di Ezio Toffano.


Fino ad un lustro addietro, lo spirito delle onde corte stava morendo. Esistevano pochi frammenti delle gamme dei 31, 25, 19 e financo 16 metri che le megapower occidentali BBC, Deutsche Welle e Voice of America, con le sorellastre Radio Liberty o Radio Free Europe, non utilizzassero in condominio con Radio Moscow, Peace and Progress e le satelliti Praga, RBI, Budapest, Bucarest ed allegra compagnia.Bastasse così: i jamming socialisti, in nome dell’universalità, deliziavano i nostri timpani per una larghezza di banda di 15-20 kHz, annullando ciascuno tutte le possibilità di DX su 3¸ 4 canali delle short wave. Il radar russo over-the-horizon sparava il verso di Woody Woodpecker su un centinaio di kHz dello spettro radiofonico, ottenendone un effetto meno gradevole che non la visione del simpatico picchio televisivo. Il servizio per l’estero di Radio Mosca superava la sessantina di lingue, quechua e aramaico antico compresi, con quale effetto per la congestione delle bande tutti ricorderemo.Non da meno, pure gli occidentali facevano del loro meglio per distruggerci gli attributi. Radio Liberty, non contenta dell’immensa occupazione delle onde corte, passeggiava con i suoi feeder anche appena sotto i 60 metri. Magari per raccontarci che i Talibani erano dei democratici studenti di teologia che combattevano per la libertà delle donne afghane, e contro l’occupazione sovietica colpevole di aver portato in pochi anni l’analfabetismo in quel paese dal 98 al 70%. O per non raccontarci che a Grenada gli americani potevano andarci a fare le ferie, ma non gli affaracci loro.Con ciò, alzi la mano chi effettuava con regolarità ascolti paragonabili ai DX nelle bande "regine" delle onde corte. Certo: Radio Globo e Bandeirantes arrivavano abbastanza regolarmente, ogni tanto anche Radio El Espectador, ma già ascoltare Radio Rumbos era una chicca !Si salvavano un po’ le bande dei 49 e 41 metri (nella considerazione conviene sorvolare su Radio Tirana attorno ai 7 MHz), dedicate però prevalentemente all’ascolto continentale. Ma ogni tanto Radio Illimani su 6025 kHz o le canadesi CKZN e CHU facevano capolino, accompagnate da poche altre emittenti DX, o giù di lì.In banda tropicale, d’altro canto, la situazione non era molto difforme da quella attuale, salvo la massiccia presenza, oggi fortunatamente stemperatasi, delle emittenti sovietiche sui 60 metri.In onde medie nessun canale veniva liberato nel corso delle 24 ore da interferenze europee. Anche le povere Radio Ouagadougou su 747 kHz e Radio Senegal su 765 kHz dovettero piegarsi alla NOS ed alla Svizzera francese, che fino a metà anni ‘80 chiudevano alla notte, lasciando filtrare i segnali africani.Possibilità di DX meno remote venivano dal continente americano, grazie essenzialmente alla diversa canalizzazione.Venne poi la caduta del muro di Berlino, venne meno la necessità di emissioni di pura propaganda, vennero meno le disponibilità economiche degli orientali, vennero meno i soldi che gli occidentali erano disposti a spendere per quelli che ormai erano dei giocattoli rotti.Ma non solo: fece capolino anche il tanto vituperato satellite con le sue preoccupanti sottoportanti audio, così come l’amico Giovanni Lorenzi le ha definite nello scorso numero.Molte emittenti europee capirono che, sia per la fornitura dei segnali alle stazioni di testata per il via-cavo, sia per la diffusione diretta dei servizi per l’interno e per l’estero, il mezzo satellitare era più adatto. Certamente per motivi economici: pensiamo ai costi di gestione di un paio di trasmettitori in onde corte da 500 kw, anche in termini di consumi, rispetto al satellite che, una volta messo in orbita, funziona a pannelli solari e può irradiare un’ottantina di emittenti radiofoniche (nota: per gli ancora poco chiari effetti dei campi radioelettrici sulla nostra salute, il satellite, con le sue basse potenze di emissione, è senz’altro un toccasana).Ma indubbiamente anche perchè l’orecchio dell’ascoltatore europeo è, di fatto, più raffinato rispetto a quello degli altri, americani compresi.Pertanto, grazie all’effetto combinato di satellite e caduta del muro: via la gran parte delle emissioni di propaganda in onde corte, via (purtroppo) anche le loro eredi dell’est proprio nel momento in cui avrebbero potuto assumere un ruolo diverso ed interessante; via molte emittenti anche dalle onde medie, soprattutto nelle ore notturne.E per i Dxer, gli effetti positivi non sono mancati. La banda dei 49 metri è ormai divenuta un’appendice delle bande tropicali, tanti sono i segnali sudamericani che vi giungono con discreta regolarità: R.Santa Cruz 6135, La Voz del Llano 6115, R.Record 6150, R. Nac. de Amazonia 6180, La Voz del Guaviare 6035, R.Guaiba 6000, R.El Mundo 6015, R.Club Paranaense 6040 ed altre, ma non mancano di fare capolino la Tanzania, la Nigeria, la Cambogia, il Rwanda ecc.La banda dei 41 metri si è fatta molto interessante: l’ultimo DX’s Connection vi segnala il Mali, la Costa d’Avorio, il Tajikistan ed il Sudan, che certo non sono gli unici ascolti possibili.La banda dei 31 metri si è fatta prodiga di ascolti regolari e di qualità: dal Mali anche in pieno giorno alle più o meno frequenti R.Cançao Nova, R.Nac. Paraguay, Voice of Indonesia, Radio Ethiopia, R.Aparecida, Voix du Sahel ecc.In onde medie, 1170, 1278, 1440, 1476, 1503, 1539, 1593, 1143 sono solo alcune tra le frequenze nelle quali, alla notte, le megapower che prima stoppavano qualsiasi apertura chiudono, consentendo l’ascolto di emittenti anche interessanti.E peccato che, in questi giorni, Radio Eviva, prima ascoltabile in Italia solo da satellite, abbia occupato la frequenza di 1566 kHz, impedendo l’ascolto di Mayak e di AIR Nagpur: personalmente, auspico un immediato ritorno al satellite.Quale conclusione trarne ? Che, per una volta, mi sento in obbligo di dissentire da Giovanni Lorenzi, quando considera il satellite con preoccupazione. Grazie anche (certo, non solo) a questo mezzo l’hobby del DXing può, in questi anni, trarre nuova linfa vitale. Per ora, ma anche per il futuro, le onde medie e corte sono destinate a vivere, quasi costrette direi: avrebbero potuto schiattare ancora anni fa, prima con l’avvento della televisione, poi con quello delle radio commerciali in FM, ma ciò non è successo neppure nei paesi del mondo occidentale. Figuriamoci al di fuori, o nel terzo mondo!Oltretutto: chi ascolta la radio da satellite ? Dopo aver realizzato decine e decine di impianti, ho trovato solamente due persone interessate alle sottoportanti audio: il compianto Girolamo Lucchetta, che soleva ascoltarsi la radio polacca in esperanto, ed un immigrato nordafricano con famiglia, il cui scopo era evitare che il figlioletto dimenticasse l’arabo. Quindi persone spinte da interessi "positivi", ben lontane dalla maggior parte dei satellitomani, dediti all’Eurosport per non pagare l’abbonamento a Telepiù2, o alle emittenti hard-core.Pertanto, per tutta una serie di motivi, il satellite faticherà a diventare mezzo sostitutivo sia dei servizi per l’estero, sia, in particolare, delle emittenti locali (siano esse del primo o del terzo mondo, e quindi utilizzino esse, rispettivamente, l’FM o le onde medie e corte).Le stesse emittenti internazionali (a parte la Deutsche Welle che ne fa un uso, a mio parere, strumentale onde giustificare la futura soppressione del servizio in italiano), in parallelo al satellite utilizzano sempre almeno una frequenza in onde corte e/o medie.Eppoi, diciamoci la verità: se proprio ho voglia di ascoltarmi Radio Nederland o Radio Svizzera Internazionale, lo faccio più volentieri da satellite: non tanto perchè si senta meglio, quanto per la soddisfazione che mi lascino libero il canale utilizzato dalla Costa d’Avorio o da un’emittente boliviana!

Ezio Toffano IW3GIX


 

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