CENNI STORICI

di Massimo Morroni

La prima presenza umana sull’altura di Camerano risale al VII millennio a.C.; infatti sono state trovate sul colle di San Giovanni le tracce di un insediamento neolitico, durato fin verso il IV millennio.

Cinque tombe eneolitiche testimoniano la facies di Rinaldone sullo stesso colle, databile al III millennio.

In seguito, dal IX secolo al III, gli scavi hanno consegnato più di un centinaio di tombe picene che comprovano l’insediamento di un villaggio probabilmente nella zona del Guasto. Si tratta di una delle necropoli più ricche, che documenta la civiltà picena sotto molti aspetti: vita sociale, armature militari, utensili da lavoro, ornamenti femminili ecc.

Nel 268 a.C. il territorio passa ai Romani: si perdono le tracce dell’abitato, mentre la sottostante valle dell’Aspio viene centuriata.

A questo punto le fonti storiche tacciono per quasi un millennio. Bisogna infatti arrivare all’VIII secolo d.C. per avere la prima attestazione della presenza di un convento di suore a Camerano. In quei tempi il territorio circostante era un possesso del vescovo di Ravenna e dei monaci di Portonovo, che vi possedevano terre, vigne, caseggiati e un ospedale per pellegrini sul monte Umbriano.

Nel 1177 fa la comparsa nei documenti il nome del "castello di Camerano" (castrum Camurani) in una pergamena papale indirizzata ai monaci di Portonovo. Il paese appartiene al comitato di Osimo e dalla diocesi di Umana. Una ventina d’anni dopo (1198) è comune indipendente e figura nella lega di alcuni centri della Marca alleati contro Markwald d’Anweiler, inviato dell’imperatore Enrico VI.

Sempre in quegl’anni è databile il saccheggio di una parte del paese effettuato dai Fanesi, del quale resta il ricordo nel nome del rione Guasto (da "guastare", cioè "devastare").

Nel 1202 Camerano è presente alla famosa pace di Polverigi, dove che fu stipulata tra Ancona, Senigallia, Pesaro ed alleati, e Osimo, Fermo, Offagna ecc.. I Cameranesi si trovano dalla parte dei primi e debbono agli Osimani diverse libbre di calce e di pietra. Invece, dieci anni dopo, i due consoli di Camerano chiedono aiuto ad Osimo particolarmente contro Ancona.

In questo periodo si ha la probabile fondazione della chiesa di San Francesco (1215), la quale verrà completamente rifatta nel 1759. Altre chiese erano: quella di S. Apollinare, di San Giovanni (oggi non più esistenti) di S. Niccolò (oggi detta di S. Faustina) e di S. Pietro (l’attuale parrocchiale).

Nel 1229, con due diverse pergamene, l’imperatore Federico II ordina prima che il paese si ponga sotto la sua autorità poi dichiara di volerlo conservare in buono stato e in libertà.

A metà del XIV secolo Camerano risulta essere occupato da militari anconitani, ed è Ancona che vi manda il podestà. Siccome nel 1404 Umana finisce sotto l’amministrazione di Ancona, probabilmente Camerano fece la stessa fine.

Verso la metà del secolo successivo, arrivano a Camerano genti dalmate (Schiavoni), provenienti dal Poggio d’Ancona, dalle quali discenderà il pittore Carlo Maratti (1625-1713). Esse si stabiliscono presso la chiesa di S. Germano. Invece un ordine di Ancona dispone che nel territorio vengano censiti gli Albanesi i quali possono essere uccisi impunemente se vengono sorpresi in contravvenzione.

Ormai Camerano è un castello dipendente da Ancona, dalla quale riceve imposizioni e richieste di tributi, anche se si ha notizia di una "lite", quando, nel 1610, il paese rifiutò di offrirle i fiori per la festa del Corpus Domini.

Diverse famiglie nobili anconitane, che vengono a passare l’estate in paese, vi costruiscono i rispettivi palazzi (Mancinforte, Ricotti, Biscia, Francia, Corraducci ecc.).

Il XVIII secolo vede la costituzione di un Monte Frumentario a San Germano, la demolizione della chiesa di S. Giovanni e soprattutto il completo rifacimento di quella di S. Francesco, ad opera dell’architetto Francesco Ciaraffoni. Nel 1793 nacque a Camerano Giuseppe Pasquali Marinelli, eminente figura di poeta e di umanista; compose più di centomila versi in latino e fu anche filantropo lasciando la propria casa come ospizio per i poveri.

L’invasione francese di fine secolo provoca episodi di risorgenza: nel 1798 il popolo reclama dagli occupanti la permanenza dei Francescani e viene disperso. In aprile viene ucciso un ispettore francese, provocando la fucilazione di cinque Cameranesi mentre Olimpia Corraducci riesce ad evitare il saccheggio del paese.

All’inizio dell’Ottocento vengono soppressi sia il convento francescano (1808), sia la Collegiata (1810) con il sequestro dei beni che, indemaniati, passarono in appannaggio al viceré d'Italia Eugenio Beauharnais. Tra il 1815 e il 1819 si ricorda una grave carestia.

In occasione dello scontro delle Crocette (18 settembre 1860), Camerano viene occupato dai Piemontesi. La fine del regime pontificio trova il Pasquali Marinelli alla guida del paese; per coerenza con la sua posizione ideologica e religiosa, lo stesso si dimette immediatamente, componendo tra l’altro un poema in esametri (De pugna ad Catrumficardum).

Fin dal 1866 esiste nel paese una società operaia di mutuo soccorso, fondata da Luigi Volpi, nel 1878, nasce la società "11 novembre". In paese sono presenti forze repubblicane e socialisteggianti, che troveranno sbocco nella costituzione della società "Figli del Lavoro". In seno ad essa emegono figure come Domenico Recanatini, Celeste Breccia ed altri Cameranesi, che sconteranno la loro fede socialista con processi e confino.

Nel 1891, quando il partito operaio vince le elezioni comunali, arriva in paese Nicomede Donzelli, arciprete impegnato nell’apertura di circoli cattolici e soprattutto nella fondazione della Cassa Rurale (1896) ancor oggi esistente. Nel frattempo la "Figli del Lavoro" si costituisce in sezione del Partito socialista dei lavoratori italiani e alcuni suoi delegati partecipano al primo congresso di Genova.

Altra figura di spicco nell’impegno politico, è quella di Albano Corneli ( data di nascita e di morte ) che dà vita nelle Marche alla fondazione del Partito comunista d’Italia sezione dell’Internazionale comunista.

All’inizio del XX secolo si fondano diverse cooperative fra contadini e fra operai, tra le quali è da ricordare l’Imperia (1926), derivata dalla fusione dell’Emancipatrice con l’Unione cooperativa per la lavorazione dei busti e berretti. Tre anni dopo risulta in paese una discreta attività economica, data dalla presenza di sei fabbriche di busti e berretti, di cinque fabbriche di armoniche (la Scandalli aveva aperto nel 1916), di due laboratori di calzature e di una fabbrica di gesso.

Nel 1943 si ebbe l’occupazione miliatare tedesca. Vanno ricordati Lubiano Bondi, partigiano nell’entroterra maceratese poi assassinato dai fascisti, e Torquato Barbini (già amministratore del Comune di Camerano al tempo del sindaco Celeste Breccia) internato in Germania nel campo di concentramento di Mathausen.

Dal dopoguerra il paese ha visto avanzare senza soluzione di continuità il proprio sviluppo economico, basato sull’apertura di tante piccole aziende artigianali, molte delle quali poi divenute vere e proprie industrie. Notevoli progressi si sono poi acquisiti anche in campo sociale, culturale, sportivo e turistico, facendo raggiungere alla comunità un discreto livello di benessere.


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