Il progetto "Birdwatching nei biotopi"

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I biotopi sono habitat naturali sottoposti a tutela per il loro rilevante interesse ecologico-ambientale. Essi rappresentano i lembi residui di ambienti che l'uomo ha ridotto, per varietà ed estensione, nel corso di questo ultimo secolo. Le zone umide di fondovalle costituiscono in particolare gli habitat che in Trentino hanno subito un maggior regresso: sono quindi estremamente rare e preziose, anche perché rappresentano siti idonei per la nidificazione, lo svernamento e la sosta di svariate specie di uccelli divenute, appunto per scomparsa degli habitat, caccia, disturbo antropico, via via meno frequenti.

I biotopi vengono così visitati di frequente da appassionati interessati all'avifauna acquatica, particolarmente attratti dalla presenza di specie appariscenti quali svasi, aironi, anatre o dall'opportunità di incontrare qualche specie rara o accidentale: osservandole "per piacere" possono raccogliere un buon numero di informazioni relative alla loro presenza, permanenza, successo riproduttivo e dinamica di popolazione. Se condotti in maniera standardizzata e adeguatamente archiviati, tali "rilevamenti per hobby" divengono di estremo interesse e utilità per la meglio indirizzare la gestione di queste piccole aree protette, in quanto possono contribuire ad un costante aggiornamento e approfondimento delle conoscenze sul patrimonio faunistico in esse custodito.

Il progetto "Birdwatching nei biotopi", nasce come collaborazione tra la LIPU di Trento, il Museo Tridentino di Scienze Naturali e il Servizio Parchi e Foreste Demaniali alla fine del 1995, pone attenzione sia alle specie nidificanti di particolare interesse provinciale (come ad esempio l'Airone cenerino a Toblino o lo Svasso maggiore a Caldonazzo) sia a quelle svernanti (come anatre, folaghe, gabbiani e cormorani di cui si valutano i contingenti presenti in inverno) sia a quelle presenti durante le migrazioni (tra cui i limicoli che attraversano le Alpi durante la migrazione). Con questo progetto si vuole innanzitutto evitare la dispersione di interessanti informazioni ornitologiche, contribuire alla divulgazione scientifica del ruolo ecologico di questi ambienti nella conservazione della fauna e della biodiversità del nostro territorio e costituire un significativo momento culturale di incontro fra persone dai comuni interessi.

Le specie prese in esame sono quelle più facilmente contattabili con le tecniche dell'osservazione diretta dalla riva mediante l'uso del binocolo o del cannocchiale. Per alcune di queste e per certi periodi dell'anno i conteggi sono condotti seguendo calendari prefissati e da punti di osservazione e lungo percorsi predefiniti. Ai dati così raccolti sono aggiunti, per le specie rare e accidentali, quelli ottenuti attraverso visite occasionali o grazie a segnalazioni fornite da persone attendibili anche se non direttamente coinvolte nell'attività. I dati sono raccolti compilando apposite schede di campo e archiviati presso il Museo.


Torben Bach-Frederiksen