G.A.FAZIOLI
MECENATE A FROSOLONE
Di Giuseppe Tabasso
dal suo libro "IL MOLISE, che farne?", Edizioni Cultura & Sport, Campobasso, 1996.
Grazie ad Enzo Di Nuoscio, un giovane e valoroso ricercatore universitario frosolonese, che lavora a Roma ed ha pubblicato saggi di scienze politiche, mi capita tra le mani un delizioso volumetto fotografico, Frosolone ieri, pubblicato nell'81 e frutto di appassionate ricerche della cooperativa culturale "TVF", che ha ricostruito una ministoria cittadina attraverso suggestivi dagherrotipi ripescati chissa' come da vecchi album di famiglia.
Tra i moltissimi spunti di curiosita' e di interesse della singolare pubblicazione, dove tra l'altro ho visto per la prima volta foto d'epoca della leggendaria cooperativa di coltellinai e del lanificio di Frosolone, mi ha colpito molto, anche se a quei tempi la pratica dei lasciti di beneficenza non era rarissima, il testamento con il quale, nel 1751, il "dotto e filantropo" Don Giuseppe Antonio Fazioli, cui fu poi intitolato un Ginnasio, destino' "tutta la sua cospicua fortuna a beneficio dell'istruzione secondaria del paese".
E' un peccato - forse segno dei tempi - che a Fazioli oggi sia intitolata solo una scuola [e una strada] a Frosolone. Io a questo grande e lungimirante molisano dedicherei addirittura strade e monumenti a Isernia e a Campobasso, per almeno due buoni motivi: primo, perche' credeva fortemente al progresso della societa' attraverso la cultura, al punto da destinarvi anche i suoi beni materiali; e secondo perche' aveva capito che nel consumo culturale e' l'offerta a creare la domanda, che la cultura non coincide col sapere ma passa attraverso il sapere e che le societa' progrediscono grazie a quelli oggi chiamati "investimenti culturali".
Il "teorema di Fazioli" consisteva, insomma, nel credere ed operare in concreto per il miglioramento della societa', animati da un ideale tradotto in fatti. Personaggi come lui ispirano una struggente ammirazione perche', forti di un radicato credo illuministico, mettono le proprie fortune private al servizio di una pubblica causa di elevamento culturale. E, per di piu', aspettano pudicamente di morire per farlo sapere.
So molto poco di Giuseppe Antonio Fazioli; so pero' di sicuro che Frosolone, che un secolo fa era il secondo centro del Molise, e' uno dei nostri paesi piu' istruiti e a piu' alta (ancorche' decaduta) cultura artigianale e che la sua storia sociale fatta di "rigore" e' stata ed e' ricca di fermenti e personalita' di grande laboriosita' e intelligenza.
Ho avuto notizie - ne ricordo solo qualcuno, poiche' un Who is who dei frosolonesi famosi sarebbe troppo lungo - di un John Notte che fu in USA governatore del Rodhe Island, di vari D'Abate, Amoruso, Miranda e Fazzana di Providence, citta' dove opera tuttora una fiorente e potente comunita' frosolonese, di un prof. Di Saia che insegna in una universita' californiana, di un Dominic D'Alessandro, presidente della Manulife che e' la seconda piu' grande compagnia di assicurazioni vita del Canada, di vari Scacciavillani e anche di Fazioli, spero discendenti della famiglia del grande Giuseppe Antonio, divenuti esponenti dell'alta finanza di Filadelfia.
(In tema di intraprendenza dei frosolonesi rimando comunque il lettore al capitolo Diaspora on line.)
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