Il carcadè (Hibiscus Sabdarifla) è una pianta erbacea della
famiglia delle Malvacee, originaria dell'Africa tropicale: presenta fiori
gialli dal calice rosso carnoso, e frutti a capsula.
La parola carcadè deriva dal nome "karkadeb" con cui la pianta è
chiamata nel dialetto Tacruri, in Etiopia.
Dall'infusione dei suoi petali si ottiene una bevanda lievemente acidula
e dall'inconfondibile colore rosso.
Il carcadè non contiene principi stimolanti ma solo rinfrescanti,
tanto che gli africani lo usano nei lunghi viaggi: tenendone in bocca un
fiore secco allontanano la sete.
La produzione del carcadè importato dalla Ctm (Cooperazione Terzo
Mondo) è inserita nel progetto di cooperazione "Ng' uuru Gakirwe Water
Project" che l'AES (Organizzazione non governativa di Padova) e la Diocesi
di Meru, in Kenya, hanno avviato nel 1986.
Il progetto trae origine da una richiesta formulata da un gruppo di piccoli
agricoltori della zona omonima, ai piedi del monte Kenya, che già
dal 1982 avevano costituito un'associazione (Ng' uuru Gakirwe Water Committee)
che si poneva come finalità quella di "portare l'acqua in ogni casa
e in ogni azienda del comprensorio".
Il "comitato per l'acqua", avendo subito riscosso un grande successo nella
comunità, entusiasta dei risultati positivi di un vicino progetto
di irrigazione, ha costituito negli anni uno degli elementi principali di
crescita sociale della comunità stessa.
Limpianto irriguo realizzato grazie a questo progetto risponde a due
ordini di esigenze: da una parte, limitare gli effetti delle periodiche
siccità sulla popolazione, garantendo l'acqua per uso domestico e,
dall'altra, permettere la coltivazione di piante che hanno bisogno di molta
acqua.
Ciò rappresenta una parte importante dell'economia agricola locale,
dato che quasi tutte le famiglie utilizzano le parcelle irrigue per la produzione
di melanzane, zucchine e altre verdure per l'esportazione.
La coltivazione del carcadè rappresenta dunque un complemento a questa
economia, sia tramite la vendita alle organizzazioni del commercio equo,
sia grazie all'aiuto indiretto che fornisce alla gestione dell'impianto di
irrigazione.
Il ricavato della vendita del carcadè, infatti, contribuisce in parte
a coprire i costi di gestione dell'impianto irriguo, costi che il finanziamento
del progetto, da solo, non riuscirebbe a sostenere.
I coltivatori trasportano in genere essi stessi il carcadè raccolto
ad un centro edificato dal progetto, che comprende uffici, officine per la
manutenzione degli impianti di irrigazione, locali per la trasformazione
e lo stoccaggio del carcadè. Qui i fiori vengono messi a seccare al
sole su reti metalliche; una volta completato il processo di essiccamento
i petali vengono separati a mano dal resto del fiore, confezionati prima
in sacchetti di plastica saldati ad un'estremità e poi in sacchetti
di carta: una volta inscatolati in grandi cartoni, i sacchetti di carcadè
sono pronti per la spedizione.
Tutte le fasi della lavorazione vengono effettuate nello stabilimento del
progetto da studentesse del luogo assunte temporaneamente a questo scopo,
e tutti i materiali di confezionamento sono di produzione locale.
Il carcadè può essere bevuto sia caldo che freddo. Per la preparazione a caldo: mettere i fiori in acqua fredda, portare ad ebollizione e far bollire per circa 20 minuti. Zuccherare a piacere. Per la preparazione a freddo: lasciare tutta la notte i fiori in acqua fredda (per l'intera confezione da 50 gr. sono necessari circa 4 litri d'acqua). Zuccherare a piacere.