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Pazzi In Alabama

Crazy In Alabama - 1h 51'

Regia: Antonio Banderas



La prima regia dell'attore prediletto di Pedro Almodovar e recente star hollywoodiana, Antonio Banderas, è una piacevole sorpresa. Pazzi In Alabama è un film ricco di suggestioni, di percorsi che s'incrociano, senza che la logica compositiva, l'equilibrio finale del film si perda, o naufraghi nella confusione arruffata di chi ha il solo intento di mettere più carne al fuoco. Ne scaturisce un testo filmico mai banale, un'intelligente e sorniona ibridazione di generi diversi: la commedia nera, amara, surreale e folle, un po' alla John Waters (il parallelo può esser fatto con Serial Mom - La Signora Ammazzatutti), perfettamente incarnata nel personaggio principale, la Lucille interpretata benissimo da Melanie Griffith; il film documento, che descrive le storie razziste dell'America dei primi anni sessanta, le coraggiose lotte dei neri, capeggiate da Martin Luther King, per conquistare un posto nella società americana dominata dai bianchi; il genere processuale della parte finale con un giudice gigione (Rod Steiger); infine l'avventuroso e liberatorio road movie. Lucille è una donna intrappolata dalla brutalità del marito, che per tenerla in casa al suo servizio, la mette in cinta con l'inganno. Ha una mezza dozzina di figli, li ama, ma la sua vita è segnata. Il marito la picchia e maltratta pure i bambini. Così Lucille uccide l'odioso consorte, è l'unica soluzione, gli taglia la testa e la custodisce in una cappelliera di cui non riuscirà a separarsi.

Inizia la fuga accompagnata dalle note della canzone "Lucille" di Little Richard. Il viaggio, naturalmente è verso il west, l'ovest, dall'Alabama fino a Hollywood, passando per Las Vegas, in cerca di fortuna al gioco, per diventare attrice famosa, anche se all'inizio dovrà accontentarsi di un piccolo ruolo nel telefilm "Mia moglie è una strega". Se l'omaggio a Voglio La Testa Di Garcia di Sam Peckinpah è limitato al macabro trasporto della testa e, se vogliamo, anche al fatto che Lucille continua a parlare con la parte decapitata del marito, l'ambientazione spirituale del film, specie nelle sequenze che ritraggono il sud del paese, ricorda gli ultimi film di Clint Eastwood girati da quelle parti, sia il Mezzanotte Nel Giardino Del Bene E Del Male sia Fino A Prova Contraria. Elementi gotici sono le cupe abitazioni caratteristiche dei luoghi, il lavoro di pompe funebri di Dove, fratello di Lucille, ed il fatto che i due cuginetti giochino tranquillamente accanto a bare, cadaveri e cimiteri. La corsa di Lucille verso la California fa da contraltare alla lotta dei neri. L'emancipazione femminile da una parte, la conquista dei diritti civili e la fine del razzismo dall'altra.
Temi delicati, affrontati senza alcuna pesantezza con la giusta verve comica che li sdrammatizza, insomma Banderas ha superato la prova della prima regia, non resta che attendere con fiducia i suoi progetti futuri dietro la macchina da presa.

© 1999 reVision, Andrea Caramanna



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