Il bimestrale dell'ASA - Associazione Solidarietà AIDS Milano
MEDICINA
Un ripasso non fa mai male
Alcuni principi generali sulle terapie antiretrovirali
1) Assumere sempre le terapie secondo la prescrizione del proprio medico.
2) L'obiettivo della terapia deve essere l'azzeramento della carica virale.
3) Ogni cambiamento di terapia deve sempre coinvolgere almeno due farmaci, per evitare l'insorgenza di resistenza.
![]()
Farmaci registrati negli Stati Uniti
Inibitori della transcrittasi inversa.
Sono farmaci che agiscono inibendo un enzima (la transcrittasi inversa) fondamentale per la replicazione virale. Sono anche chiamati analoghi nucleosidici.
- AZT (zidovudina, nome commerciale Retrovir). Può essere utilizzato insieme a tutti gli altri antiretrovirali, tranne che con la stavudina. È un farmaco estremamente efficace nella terapia della localizzazione cerebrale dell'HIV. Spesso provoca cefalea e nausea, che comunque tendono a scomparire dopo alcuni giorni di terapia. Può dare anche riduzione di globuli bianchi (neutropenia), rossi (anemia) e danno muscolare. Questi effetti collaterali sono rilevati dagli esami del sangue che devono essere effettuati periodicamente e si risolvono dopo sospensione della terapia. Il dosaggio è di 500 o 600 mg al giorno.
- ddI (didanosina, nome commerciale Videx). Può essere associata con tutti gli altri antiretrovirali, tranne che con ddC. Da assumere ad almeno un'ora di distanza da indinavir. Può provocare pancreatite o neuropatia periferica, quindi, in caso di forti dolori addominali o perdita di sensibilità alla punta delle dita, chiamare il proprio medico. Il dosaggio è di 300-400 mg al giorno, in una o due somministrazioni. È importante assumere sempre almeno due compresse alla volta, lontano dai pasti.
- ddC (zalcitabina, nome commerciale HIVID). Da non utilizzare in associazione con ddI e d4t. Gli effetti collaterali sono gli stessi che si osservano con la ddI. Il dosaggio usuale è di 0.75 mg ogni otto ore.
- d4t (stavudina, nome commerciale Zerit). È l'alternativa all'AZT nelle encefaliti da HIV. Da non associare a AZT e ddC. Gli effetti collaterali sono gli stessi di ddI e ddC, forse meno frequenti. Il dosaggio è di 20-30-40 mg ogni dodici ore, a seconda del peso del paziente.
- 3TC (lamivudina, nome commerciale Epivir). Può essere prescritto insieme a qualsiasi altro antiretrovirale. Può rendere nuovamente sensibile all'AZT ceppi di HIV divenuti resistenti. È efficace anche sul virus dell'epatite B. A volte causa cefalea e insonnia, che scompaiono spontaneamente senza sospensione della terapia. Il dosaggio abituale è di 150 mg ogni dodici ore.
Inibitori non nucleosidici della transcrittasi inversa
- Nevirapina. È commercializzata con il nome Viramune. Può essere associata con qualsiasi altro antiretrovirale, anche se può ridurre i livelli ematici di alcuni farmaci (consultare il proprio medico!). A volte provoca gravi eruzioni cutanee, che possono essere evitate iniziando la terapia con una sola compressa da 200 mg al giorno per due settimane e aggiungendo in seguito la seconda compressa. Dosaggio abituale 200 mg ogni dodici ore.
- Delavirdina. Nome commerciale Rescriptor. Viene associata a tutti gli altri antiretrovirali. Può, come il 3TC, rendere nuovamente sensibile all'AZT ceppi divunuti resistenti. A volte provoca reazioni allergiche (esantema). Il dosaggio abituale è di 400 mg ogni otto ore.
Inibitori della proteasi.
Inibiscono un enzima, la proteasi, essenziale per la replicazione dell'HIV. Sono sostanze estremamente potenti, da usare sempre e solamente in associazione. È molto importante, più che per gli altri antiretrovirali, assumere correttamente questi farmaci, per evitare l'insorgenza di resistenze. Provocano facilmente interazioni con altri farmaci, quindi prima di assumere qualsiasi altra terapia, informarsi presso il proprio medico.
- Nelfinavir. Nome commerciale Viracept. Per ora viene associato esclusivamente con analoghi nucleosidici. Non c'è resistenza crociata con gli altri inibitori della proteasi. Può provocare nausea, cafalea e diarrea. Il dosaggio è di 750 mg ogni otto ore, dopo i pasti.
- Saquinavir. Nome commerciale Invirase. Viene associato a inibitori della transcrittasi inversa e a ritonavir (dosaggi ancora non ben definiti). Può provocare leggera nausea e problemi epatici. Il dosaggio è di 600 mg ogni otto ore, a stomaco pieno per facilitarne l'assorbimento. Se assunto con succo di pompelmo, la concentrazione ematica risulta più elevata.
- Ritonavir. Nome commerciale Norvir. Da non usare in associazione con indinavir. Provoca interazioni con altri farmaci molto più frequentemente degli altri inibitori della proteasi. Può causare nausea e fastidio intorno alle labbra, spesso molto forti. Per evitare questi problemi si consiglia generalmente di assumerlo con i pasti, aumentando progressivamente la dose da 300 mg ogni dodici ore fino al dosaggio"pieno" di 600 mg ogni dodici ore. Deve essere conservato in frigorifero.
- Indinavir. Nome commerciale Crixivan. Da non utilizzare con ritonavir. Può provocare nausea, secchezza del cavo orale, calcoli renali. Quest'ultimo effetto collaterale può essere evitato bevendo almeno due litri di acqua al giorno. Il dosaggio abituale è di 800 mg ogni otto ore, a stomaco vuoto, con molta acqua (o succo di frutta).
Altro
-Idrossiurea. Nome commerciale Hydrea. È un farmaco antitumorale, non ancora registrato negli Stati Uniti per la terapia dell'infezione da HIV. Inibisce un enzima umano (ribonucleotide reduttasi), utilizzato anche dall'HIV per replicarsi. Può provocare riduzioni di globuli bianchi (neutropenia) e rossi (anemia). Il dosaggio, minore di quello che si usa contro i tumori, è di 500 mg una o due volte al giorno.
Da: AIDS treatment news, aprile 1997. A cura di M. Cernuschi - © EssePiù 1997.
![]()
Home Page di EssePiù
![]()
Home Page ASA© 1997 - Pagina a cura dell'ASA