Giuseppe
De Nittis


Giuseppe De Nittis nacque a Barletta il 25 febbraio 1846 da una famiglia di ricchi proprietari terrieri, che dieci anni dopo la nascita del futuro artista si vide macchiare dal suicidio del padre e tempo dopo anche quello del fratello Vincenzo, fatti che segneranno in maniera indelebile la vita del De Nittis.
Ancora giovane, si trasferisce assieme alla famiglia, a Napoli. Qui la sua vita cambierà, infatti s'iscrive ad una scuola di disegno dove nota effettivamente di amare e, soprattutto, d'essere portato per l'arte.
Così s'iscrive all'istituto di Belle Arti, dove però non accettano il suo comportamento ribelle e lo cacciano dopo poco tempo.
Però proprio il suo spirito fuori dal comune lo spinse assieme ad alcuni suoi colleghi (Marco De Gregorio, Adriano Cecioni e Federico Rossano) ad aprire la "Scuola di Resina" ed ad incominciare ad essere più attivo nel mondo dell'arte partecipano a molte mostre soprattutto a Napoli, Palermo e Firenze.
Ha ancora diciotto anni ma si da notevolmente da fare: ha contatti coi macchiaioli fiorentini e nel 1867 fa un viaggio a Parigi dove decise di fermarsi per due mesi e dove incontra il mercante d'arte Adolphe Goupil che gli compra due tele e stipula un contratto con l'artista la cui unica clausola è l'obbligo da parte di De Nittis a creare opere che seguano il gusto del tempo, in modo tale da poterle vendere.
Si stabilì così definitivamente nella capitale francese dove raggiungerà un notevole successo in tempo relativamente breve tanto da potersi permettere una vita agiatissima oltre a numerose ville e opere d'arte di impressionisti piuttosto famosi dell'epoca.
Conosciuta Londra se ne innamorò, infatti alla città inglese s'ispirò per numerosissime vedute.
Parigi lo conobbe non solo per la sua arte ma anche per il suo salotto, nel quale si riunivano molti acculturati del tempo, e per la sua cucina, si dilettava infatti a cucinare specialità italiane con successo notevole.
A parte tutto, fu un pittore apprezzato nel mondo degli impressionisti di tutta Europa e soprattutto tra i critici dell'epoca.
I suoi contemporanei erano convinti che lui fosse napoletano, effettivamente la sua tecnica fa trasparire molto le origini macchiaiole apprese proprio in Campania.
Intanto però l'arte andava avanti, le correnti cambiavano ed evolvevano e De Nittis avrebbe rivisto anche lui la sua tecnica, ma non ebbe l'opportunità di mantenere il passo di Cézanne o Van Gogh, poiché morì il 21 agosto del 1884.
Comunque ancor oggi è tenuto in considerazione in tutte le mostre d'arte ottocentesca in cui è ritenuto un importante esponente dell'impressionismo italiano.
Le opere dell'artista barlettano che si era conservato e quelle invendute, erano ovviamente passate alla moglie Léontine, la quale, nel 1912, decise di lasciarli alla città natale del marito: Barletta.
Le opere d'arte furono così trasferite nella città pugliese, le superstiti al viaggio (alcune tele andarono perse o rubate) furono collocate nei sotterranei del castello di Barletta e solo di recente sono state collocate in sale degne al loro valore e che, soprattutto, permettono agli appassionati di ammirare le opere del pittore barlettano.
 
 


 
 
 
 
 
 
 
 

I dipinti più noti

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Il salotto della principessa Matilde
 
 
 
 
 

Passa il treno
 
 
 
 
 

Giornata d'inverno
Ritratto della signora De Nittis
 
 
 
 
 

Sull'amaca


 
 
 
 
 
 

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