Ettore Fieramosca
è il più noto dei tredici cavalieri, famoso per essere il
capo del gruppo di valorosi.
Nacque a Capua nel 1476 dal barone di Roccadevandro, Rainaldo, e una nobildonna di casa d'Aragona. Nobile di origine, ricevette studi umanistici e iniziò già giovanissimo la carriera militare. Fu messo a capo dal padre di una compagnia di balestrieri a servizio degli Aragona, per i quali fu attivissimo alla discesa di Carlo VIII in Italia. Combatté anche a fianco del Gran Capitano Consalvo da Cordoba e passò successivamente al servizio del nuovo sovrano Federico. A questo passaggio seguì l'assedio di Gaeta, in mano ai francesi, fu in questa occasione che vide per l'ultima volta il padre anch'egli impegnato nella battaglia nella quale morì assaltando i bastioni. Seguirono numerose imprese belliche nelle quali Fieramosca, capitano di ventura, sapeva destreggiarsi piuttosto bene, ma non sarebbe rimasta memoria di lui se non fosse stato chiamato a difendere l'onore italiano nella Disfida di Barletta. Seguirono poi le battaglie di Cerignola, Gaeta e del Garigliano, dopo la quale Fieramosca fu onorato del titolo di "Cortigiano del Re" e quando andò in visita al sovrano spagnolo fu nominato anche conte di Miglionico e signore d'Aquara. Ma terminate le ostilità Franco-Spagnole il viceré Consalvo da Cordova iniziò la restituzione dei feudi agli antichi e legittimi proprietari i quali erano stati confiscati per essere donati ai combattenti più valorosi. A Fieramosca fu confiscato il feudo di Miglionico e il castello di Roccadevandro del quale di dispiacque maggiormente perché era donata al padre dal Re. Ettore allora non volendo sottostare passivamente al sopruso preferì farsi imprigionare piuttosto che lasciare il feudo con una pensione di 600 ducati l'anno che avrebbe dovuto compensare la perdita. Rimase così sdegnato dal comportamento spagnolo, che fece richiesta di lavoro a Venezia e successivamente passò al servizio del Colonna a Ravenna dove fu impegnato contro Pavia. Rimasto gravemente ferito passò la convalescenza presso la nobile famiglia spagnola di Bessalù; guarito, raggiunse Ancona ed a questo punto di lui non si sa più nulla. Le ultime notizie di Fieramosca risalgono al 1515 quando il Re Ferdinando, forse pentito del trattamento fatto al cavaliere, lo invitò a Valladolid dove Ettore andò ma colto da improvvisi malori mori il 20 gennaio a soli 39 anni. Massimo d'Azeglio scrisse sul cavaliere un romanzo chiamato appunto "Ettore Fieramosca" in cui c'è anche un'ampia trattazione della battaglia barlettana. |