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Si avvicina la fine dell'anno e sta per partire il tradizionale tormentone Rai per convincerci a pagare cio' che e' obbligatorio per legge, il cosiddetto canone; e per farlo ci saranno concorsi, regali, ammiccamenti, sconti sui ritardi, e soldi, tanti soldi spesi inutilmente per una campagna pubblicitaria non solo sui loro mezzi. Cerchiamo di fotografare la situazione, con alcuni episodi di vita quotidiana della nostra associazione. Come interrompere il canone RAI Ad una ragazza che lavora come hostess di volo e residente a Salerno, e' stato regalato un televisore, con allegato il bollettino di abbonamento Rai. In questo periodo non puo' sfruttare l'apparecchio, viste le sue condizioni di continui viaggi, ma vuole comunque tenerlo. Si e' rivolta all'Aduc chiedendoci se era giusto che lei pagasse un canone per un servizio che non usufruisce? Le abbiamo risposto che il canone di abbonamento e' un tributo dovuto per la semplice detenzione di un apparecchio atto od adattabile alla ricezione delle trasmissioni. La riscossione e' affidata all'URAR-TV, Ufficio Abbonamenti Radio-Tv del Ministero delle Finanze. Nel libretto di abbonamento alla RAI che ogni utente normalmente, possiede vi sono vari bollettini e alcune cartoline. Compreso quello per cessare l'abbonamento. Fra le varie possibilita' si trova quella del "suggellamento": "L'abbonato richiede il suggellamento di tutti gli apparecchi televisivi in suo possesso, versando lire 10.000 a titolo di contributo spese: in questo caso, l'abbonamento verra' chiuso a decorrere dal 1° gennaio successivo alla data di spedizione della comunicazione di disdetta. Il suggellamento, che consiste nell'"insaccamento" del televisore, dovra' riguardare tutti gli apparecchi televisivi e non potra' essere limitato alle sole frequenze utilizzate dalla RAI, poiche', il canone di abbonamento e' un'imposta dovuta per la detenzione del televisore e non un corrispettivo per il servizio radiotelevisivo pubblico" Ecco cosa dovrebbe accadere al suo televisore: l'URAR, una volta ricevuta la cartolina con il relativo vaglia da 10.000 Lire deve provvedere, a sua cura e spese, a fare suggellare il televisore. L'URAR, che sta a Torino, non ha sedi periferiche o uffici distaccati lungo la penisola, percio' il "funzionario suggellatore" partira' dalla sede centrale di Torino, munito di un sacco di tela juta, spago, corda, sigilli di piombo o di ceralacca, blocco dei verbali di suggellamento, ... Arrivato a Salerno, suonera' il campanello e, sempre che lei sia in casa, o in condizioni di ricevere ospiti, chiedera' il permesso di entrare; ovviamente se lei stesse per uscire a fare qualche commissione, il funzionario dovra' essere cosi' cortese da tornare in un altro momento: non potra' certo entrare con la forza. Quindi prendera' l'apparecchio televisivo per rinchiuderlo nell'apposito sacco di juta, suggellarlo per benino, senza rovinarlo, apponendovi fili piombati, sigilli e quant'altro, stilare un verbale di suggellamento, rilasciarle copia e quindi ritornarsene, sempre a sua cura e spese, alla casa madre a Torino. Naturalmente il televisore restera' in casa sua, debitamente sigillato nel sacco di juta. Per venire a Salerno, il funzionario si fara' tutto il viaggio, in treno o in automobile, a completa cura e spese dell'URAR, che per il suggellamento le ha richiesto e gia' incassato la somma di Lire 10.000. Sappia che, dopo che le avranno sigillato il Televisore (cosa statisticamente assai improbabile), se per qualche ragione lei dovesse pentirsene e ripensarci, potrebbe tranquillamente riaprire il sacco di juta a patto di presentare domanda in carta semplice, in triplice esemplare, da inviare all'URAR, versando nel contempo i diritti per spese di riapertura degli apparecchi: Lire 10.000 a mezzo vaglia postale.Eredi anche di abbonamenti Rai Scrive all'Aduc una signora di Cividale nel Friuli alla quale nel 1991 e' morta la madre, che le ha lasciato in eredita' la casa, e anche una televisione, vecchia e inutilizzabile, che decide di buttar via. Per questo invia una raccomandata con ricevuta di ritorno all'URAR-TV, di cui ancora oggi conserva la cartolina di ricevimento. Dopo 7 anni si vede arrivare un'ingiunzione di pagamento con due bollettini allegati, uno di Lire 1.390.170 per il canone non pagato, e l'altro di Lire 700.215 per sanzioni amministrative, interessi di mora e spese atti ingiuntivi. Totale Lire 2.090.385. Ci chiede cosa fare ? La risposta dell'Aduc: entro 30 giorni presentare ricorso al Pretore, e visto che e' stata scrupolosa da conservare la raccomandata, non dovrebbe essere difficile ottenere giustizia. Rimane comunque aperta la questione del fastidio, del tempo e del denaro che l'URAR le ha fatto perdere per la sua negligenza. Quindi faccia un riepilogo accurato di tutte le spese che ha dovuto sostenere per colpa loro, aggiungendo la richiesta di una somma che compensi il tempo perso dietro la vicenda, e chieda anche il risarcimento danni. (Donatella Poretti) Vediamo cosa dice l'URAR-TV nei casi in cui si eredita un televisore. "In caso di decesso, l'abbonamento intestato al defunto e' valido per gli eredi fino al termine dell'abbonamento stesso per il quale sia stato regolarmente pagato il canone. L'erede entrato in possesso dell'apparecchio televisivo: se e' gia abbonato, deve inoltrare per raccomandata, all'URAR-TV - Casella Postale 22 - Torino, denuncia di cessazione dell'abbonamento intestato al defunto, allegando il certificato di morte. In tale comunicazione, firmata dall'erede, devono essere chiaramente specificate le proprie generalita' e il numero del proprio abbonamento, oltre alle generalita' e al numero di abbonamento del defunto; se non e' gia' abbonato, deve continuare i pagamenti utilizzando il bollettino inviato dall'URAR-TV alla persona deceduta, oppure uno dei moduli contenuti nel vecchio libretto di abbonamento. L'erede, inoltre, dovra' inviare all'URAR-TV - Casella Postale 22 - Torino, una richiesta firmata di variazione dell'intestazione dell'abbonamento, indicando le proprie generalita', il codice fiscale, l'indirizzo e il numero dell'abbonamento." Infine leggiamo il parere dell'avvocato Elisabetta Bavasso, dell'ufficio legale della nostra associazione: IL "canone RAI e' un fossile del monopolio. Il diritto di comunicare ricevendo e trasmettendo per radio e televisione si collega al diritto alla manifestazione del pensiero riconosciuto dall'art.21 della Costituzione, esisteva quindi prima della televisione (in Italia). Il diritto di ricevere non aveva limiti, discipline o regolamentazioni, mentre il diritto di trasmettere in contemporanea su rete nazionale era riservato alla RAI (monopolio), e i cittadini erano obbligati a pagare un canone. Il monopolio e' stato riconosciuto illegale dalla Corte Costituzionale perche' impediva a tutti lo stesso diritto di trasmettere. Oggi abbiamo tante reti ma paghiamo obbligatoriamente un solo canone. La RAI riscuote il canone anche da parte di chi non ha interesse alle trasmissioni della RAI. Il cittadino si interroga perche' non c'e' piu' il monopolio, ma c'e' ancora il canone? E' difficile accettare di pagare un servizio che non si usa. Di volta in volta le risposte, che a dire il vero sembrano altrettanti tentativi di arrampicarsi sugli specchi: "il canone va pagato perche' la RAI e' un servizio pubblico e quindi deve essere assicurato a tutti e pagato da tutti, anche da chi non lo usa!" A prescindere dalla difficolta' di accorgersi che la RAI e' un servizio pubblico, visto il tipo di trasmissioni, potrebbe essere utile un ente che assicura le trasmissioni con un'organizzazione che non sia privata, ma perche' lo si deve finanziare a parte? Per esempio: anche le Ferrovie dello Stato fanno un servizio pubblico, ma nessuno deve pagare obbligatoriamente un abbonamento ferroviario! I servizi pubblici si pagano con i soldi di tutti i cittadini, anche se non tutti ne usufruiscono, ma si pagano con i soldi delle tasse come la sanita', la scuola, le strade oltre, eventualmente, un pagamento per l'uso specifico, come il ticket nelle prestazioni mediche, o il francobollo per le spedizioni, o la parte fiscale della bolletta ENEL o per l'uso del metano. Solo la RAI pretende di essere servizio ma di essere pagata obbligatoriamente a parte. Alla base del diritto dello Stato di prelevare obbligatoriamente dei soldi ai cittadini c'e' il diritto di creare un fondo per le spese nell'interesse della collettivita', attraverso un prelevamento proporzionato al reddito di una persona (imposta), o il diritto di condizionare un servizio ad un pagamento (tassa) ; al di fuori di queste due categorie la pretesa di prelevare soldi da parte di un ente pubblico puo' essere illegale. Qualcuno dice che il "canone" e' una tassa di possesso : una volta c'era anche sugli accendini e sui cani, ma quelle sono state abolite. Ma il canone non e' propriamente una tassa di possesso, infatti se si hanno in casa piu' televisori si paga legittimamente un solo canone. In sostanza, la verita' e' che il "canone" e' un pagamento obbligatorio per il diritto di ricevere trasmissioni televisive ! Se non si paga il canone anziche' inibire la ricezione dei canali RAI viene sigillato il televisore con la conseguenza di impedire anche la ricezione degli altri canali! E' un balzello alla RAI per potere esercitare un diritto riconosciuto dalla Costituzione! Il nome "canone" e' rimasto quello di prima perche' non ne esiste un altro!!!
Come disdire correttamente il canone televisivo per coloro che SONO in possesso del libretto di iscrizione a ruolo. Effettuare il pagamento di £ 10.000 (diecimila) mediante vaglia postale a "U.R.A.R. Tv Casella Postale 22 – 10100 Torino" indicando nella causale del versamento "Disdetta Canone Abbonamento Tv n._________________________________ " (il numero di abbonamento , o ruolo, è quello riposto sul Conto Corrente prestampato che si utilizza per pagare il Canone o sul libretto di abbonamento). Staccare dal libretto la cartolina "D"Crociare la "Casella 2" che riporta la scritta "Intende far suggellare il proprio Televisore". Indicare nell’apposito spazio il numero e la data del vaglia postale. Compilare il testo con le proprie generalità. Firmare.Fare fotocopia. Spedire, senza imbustare, la cartolina a mezzo raccomandata AR.Spedire mediante raccomandata AR a "U.R.A.R. Tv Casella Postale 22 – 10100 Torino" il libretto di abbonamento in busta chiusa. Le raccomandate ( di cui ai punti 2 e 3) devono pervenire all’U.R.A.R. Tv assolutamente entro e non oltre il 31/12/2000 pena l’annullamento dell’operazione e possibili ritorsioni legali. La data è rilevabile sulla cartolina di ricevimento. Conserva la ricevuta del vaglia, le cartoline di ricevimento delle raccomandate e la fotocopia della cartolina "D"