Nebbie e Pioggie
Morenti autunni, inverni, fangose primavere,
sonnolenti stagioni, vi amo e vi son grato
d'aver così il mio cuore e il mio cervello avviluppato
di un incerto sepolcro, d'un sudario di vapore.
In questa piana dove il vento gioca,
la banderuola nelle lunghe notti arroca,
meglio che al tepore primaverile l'anima
le sue larghe ali di corvo apre e rianima.
Nulla è più dolce al cuore pieno di ombre funebri,
sul quale già da tempo scendono le brine,
o voi stagioni morte, sovrane ai nostri climi,
che il permanente aspetto delle scialbe tenebre,
a meno che una sera senza luna il male
lenire in due sia dato in letto casuale.