A.B.A.E.

Associazione Biologica Agricoltori elbani

Portoferraio – LI


civetta

I DERATTIZZATORI DELL’AMBIENTE

Di A. Nannini

I rapaci notturni quali l’allocco, l’assiolo, la civetta, il gufo e il barbagianni, costituiscono in agricoltura un vero nucleo derattizzante capaci di controllare l’espandersi di roditori quali topi e ratti.

Forse tanti nostri amministratori dovrebbero essere un poco più accorti, evitando di spendere o meglio sperperare denaro pubblico in costose ed effimere trappole quando la Natura ha già provveduto a tutto creando questi uccelli.

La loro utilità è sovente sottovalutata in quanto si è più propensi ad assumere atteggiamenti di angoscia e superstizione nei loro confronti. Eppure sono animali che sono del tutto innocui ed utilissimi all’ambiente.

L’ottusità di certi esseri umani li ha condannati e odiati come portatori di morte e sciagure, identificandoli con la "stregoneria".

Eppure le antiche civiltà avevano in questi animali un grande sentimento di riconoscenza: nell’antica Grecia la civetta era considerata sacra. Il suo nome Athene noctua era associato alla dea Atena, dea della sapienza.

Gli indiani d’America riconoscevano in molti rapaci la incarnazione del Grande Spirito che ammoniva gli uomini per la mancanza di rispetto verso gli animali.

Ma in epoca Medioevale, la superstizione ecclesiastico-cristiana e l’ignoranza associata al culto religioso, li tacciò come creature del Demonio, esseri di cui si servivano le Streghe per i loro malefici, una malaugurata nomea che si è prodotta sino ai nostri giorni e che tarda ad estinguersi.

"Fortuna dove guarda, disgrazia dove canta" dicevano gli elbani della civetta perché il suo canto era troppo sinistro e poteva essere presagio di disgrazie.

Qualcuno purtroppo ci crede ancora!

Il barbagianni viene tuttora giudicato come fantasma, un’anima persa, a causa del suo piumaggio bianco e dei suoi sibili che ricordano per qualcuno, il rantolo o il sospiro di un morente.

Oggi molti rapaci sono tutelati da specifiche norme internazionali tra cui la convenzione di Washington meglio nota come C.I.T.E.S.

Tuttavia la mancanza di rifugi idonei per la riproduzione di queste specie quali vecchi ruderi, castelli, fienili o alberi cavi pone spesso in serio pericolo la loro sopravvivenza, senza che ciò tocchi minimamente la maggior parte della nostra comunità, che li considera animali inutili e soprattutto presagio di sventure .

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