PROLOGO

 

Il nuovo anno scolastico era ormai alle porte, ma Megan Ryan sapeva perfettamente che ritrovarsi in terza non l’avrebbe aiutata. Solo un miracolo poteva salvarla. L’apparenza, be’, l’apparenza non era mai stata un problema per lei…era bravissima a far credere agli altri che tutto andasse bene, ma quel fortissimo dolore, che la consumava lentamente …no, quello non poteva essere sanato. Diede un’altra occhiata silenziosa alla finestra e si vide riflessa: quello che vedeva era una ragazza priva di allegria, svuotata nel fiore dei suoi 16 anni. Sospirando s'infilò sotto le coperte, dove il suo unico sollievo era una notte priva di sogni.

 

Episodio 1

 

Il primo giorno di scuola era ormai finito e Megan si ritrovò a pensare alle sue origini. La sua famiglia era di origine americana…tempo prima un suo lontano parente si era sposato con un’italiana e fino a quel momento il cognome si era conservato come in origine. I suoi genitori adoravano l’America e così lei e la sorella maggiore erano state chiamate rispettivamente Megan ed Elizabeth. Come se non bastasse tutti la chiamavano Meg, così si ritrovava ad avere sia il cognome che il nome di Meg Ryan. In quanto a sua sorella, che tutti chiamavano Liz, non aveva certo problemi! Non l’avrebbero mai associata a Liz Taylor! In ogni caso lei si trovava in America da ormai due anni… Le mancava terribilmente, ma Megan tutto sommato era felice con non assistesse al suo declino…se n’era andata poco prima che la sua vita cambiasse, totalmente.
Persa nei suoi pensieri non si accorse di una voce che la chiamava insistemente, fino a che non si ritrovò faccia a faccia con la persona a cui apparteneva: sgranò gli occhi, incredula, sbattendo le palpebre più volte, convinta di avere un’allucinazione. Solo quando quel miraggio l’abbracciò si rese conto di essere sveglia:
- Liz!! Sei proprio tu? – esclamò incredula. Sua sorella si sciolse dall’abbraccio, squadrandola da capo a piedi:
- Tu, piuttosto!! Come ti sei permessa di diventare così bella?? – la rimproverò bonariamente. Megan si sentiva stordita, incapace di pensare, di formulare qualcosa di logico…aveva una gran voglia di piangere e, troppo a lungo trattenute, le lacrime sgorgarono copiose. Liz la abbracciò teneramente e Meg pregò che non comprendesse mai la natura delle sue lacrime.

 

Episodio 1.1

 

Dopo essersi sfogata, Meg riuscì ad accantonare in un angolino tutto il suo dolore; sorrise, cercando di apparire radiosa:
- Avanti, sorellona, racconta!! Si vede che muori dalla voglia di dirmi qualcosa!! – Liz sogghignò compiaciuta poi, senza tanti complimenti la trascinò verso casa.
- Aspettami qui – le disse una volta in giardino, poi scomparì in casa. Un attimo dopo ricomparve con due ragazzi, il che mise in allarme Meg.
- Lui è Richard e l’altro è suo cugino Mark – li presentò indicando prima il ragazzo biondo e poi quello moro – E’ la famiglia di Rich che mi ha ospitato per tutto questo tempo in America, ed ora voglio ricambiare l’ospitalità – spiegò – I ragazzi resteranno qui fino alla maturità (l’esame N.d.A.) e poi potranno tornare in seguito durante le feste, a loro piacimento e… - ma fu interrotta da uno stupito Richard, che chiese:
- Who’s she? - *gocciolona di Liz*
- Fortuna che ti avevo chiesto di parlare in Italiano! – lo apostrofò – Comunque lei è Megan, mia sorella! – spiegò. Rich squadrò l’interessata perplesso:
- Dalla foto che ci hai mostrato mi aspettavo una ragazzina delle medie! – esclamò. Meg diventò verde dalla rabbia e replicò:
- Senti, anche io cresco, sai? Io e Liz non ci vediamo più dalla seconda media, cosa ti credi? – sbraitò. Mark rise di gusto:
-Ah, ma allora ce l’hai la lingua! – le disse con un buffissimo accento inglese, simile a quello del cugino. Megan lo guardò malissimo, ma non rispose. Era da molto che non si confrontava con un ragazzo, solitamente preferiva evitare l’altro sesso. Mark rise ancora, mentre Rich le porse la mano: oddio, no! Non voleva avere nessun contatto fisico con lui, né con altri…aveva provato ad esorcizzare il problema in quegli anni, due lunghissimi anni durante i quali prima si era tinta i capelli di rosso, poi di biondo arancione…sopra si era fatta fare mèches rosse e dopo un mese se ne era fatte aggiungere alcune blu, poi altre verdi…per non parlare dei buchi nelle orecchie! Se ne era fatto aggiungere uno al mese, arrivando a quota nove…e avrebbe continuato se non avesse finalmente compreso che cambiare se stessa non sarebbe servito a cancellare quello che era stato…quello che l’aveva distrutta senza più via di scampo. Nemmeno dopo tanto tempo riusciva a restare troppo a lungo sola con un ragazzo, e di toccarli non se ne parlava proprio! Provava ribrezzo, disgusto e paura per tutto il genere maschile. Ed ora…l’idea di dover stringere la mano a quell’americano non l’allettava affatto; ma non poteva tirarsi indietro. Chiuse il suo cuore e la sua mente nel tentativo di proteggersi e mise la propria mano in quella che gli veniva porta:
- Nice to meet you! – sorrise Richard. Ma Megan era troppo frastornata per rispondere; mille emozioni la sopraffecero, e una sensazione di calore la pervase…le piaceva quella stretta forte, rassicurante…soprattutto perché non le provocava alcuna nausea o rigetto, anzi! Ricambiò il sorriso, inconsapevolmente e, senza riflettere strinse la mano anche a Mark: nessun problema, solo una grande pace. Avrò la febbre! Si disse, stupendosi per prima di ciò che era accaduto…o sarà  l’influsso di qualcosa…

  Richard sentì il cuore sciogliersi quando la vide sorridere…un sorriso dolce come il miele e assolutamente spontaneo, ne era certo. Per quel poco che l’aveva vista era sempre stata seria, triste forse…aveva notato come il suo sguardo si era perso nel vuoto sia quando li aveva visti, sia quando le aveva porto la mano…i suoi occhi si erano colorati di una tristezza infinita e lui si era sentito annegare nel dolore…per un attimo aveva creduto di sentire il fardello di quella ragazza sulla pelle, e quel contatto l’aveva distrutto. Scosse la testa, incredulo: ma che cosa stava pensando? Non erano affari suoi e quella fiducia improvvisa che gli ispirava Megan non gli piaceva per niente. Una cosa era certa, però: lei lottava disperatamente perché nessuno riuscisse a cogliere il suo stato d’animo. Che ci fosse riuscito solo lui?

 

Episodio 1.2

 

Una volta in casa Angela, la madre di Megan cinguettò allegramente:
- Tesoro, hai visto che bel regalo di compleanno ti ha portato tua sorella? –
Liz, Richard e Mark guardarono Meg ad occhi sbarrati:
-  Compleanno? – ripeterono all’unisono. Meg fissò il pavimento:
- …si… - ammise timidamente. Liz fu la prima a riprendersi:
- E’ vero! Come ho potuto dimenticarmene? Sono diciassette, vero? – chiese battendo le mani. La ragazza annuì e la sorella la abbracciò di rimando e le schioccò un cacio sulla fronte. Angela intonò Happy Birthday in perfetto stile inglese e tutti si unirono al coro entusiasti; Meg arrossì e, scusandosi, corse nella propria camera.
- Che carina, si è commossa! – disse Liz. Gli altri sorrisero, a parte Richard, il cui sguardo si intristì.

Meg si buttò sul letto e le lacrime cominciarono a scendere sul suo viso. Si odiava terribilmente: perché non riusciva ad essere felice nemmeno nel giorno del suo compleanno? Aveva diciassette anni, e quel periodo della sua vita non sarebbe più ritornato, tuttavia…desiderava scomparire…
Pianse amaramente, come del resto faceva quasi ogni notte, quando si svegliava dopo un sogno orribile, oppure quando semplicemente era ora di alzarsi per andare a scuola. Tutti i problemi cadevano all’improvviso sulle sue spalle che non ne reggevano il peso…
Un giorno sarebbe forse cambiato qualcosa?

Dopo poco Angela richiamò tutti a tavola e andò al piano superiore a chiamare Meg, ma questa le rispose che non aveva appetito. Tornò nella sala da pranzo scuotendo la testa:
- Non ha fame – annunciò. Liz la osservò perplessa:
- Ma cosa le è successo in questi due anni? Non è più la Meg che conoscevo – disse cupa. In quel momento entrò Sergio, suo padre:
- Nell’estate dopo la fine della prima superiore, quando Meg aveva solo quindici anni è successo qualcosa, non so dirvi cosa, purtroppo – si sedette nel silenzio creatosi – In questi due anni non siamo riusciti a farci dire una sola parola…e sostanzialmente è una ragazza allegra e spensierata, però… - fece una pausa – Ogni tanto la vediamo triste…sarà una cosa da poco, ma c’è qualcosa che la turba da allora – concluse. Richard strinse i pugni: nemmeno i suoi genitori avevano capito nulla!
- Ma a quei tempi non aveva il ragazzo? – chiese ad un tratto Liz – Mi pare che stessero insieme dalla terza media…aspetta, com’è che si chiamava? -  disse aggrottando le sopracciglia nello sforzo di ricordare – … Andrea! – saltò su dopo un po’ illuminandosi – Stavano bene insieme, mi pare… -
Angela annuì:
- Sì, non l’avevo mai vista così felice – confermò.
- Ed ora che fine ha fatto? – chiese Mark. I membri della famiglia Ryan guardarono lui e Richard come se si fossero accorti solo in quel momento della loro presenza.
- Scusate se vi abbiamo coinvolto in questa storia – disse Sergio –  non era nostra intenzione. Dimenticate quello che è stato detto – affermò. Mangiarono in silenzio e quando a tavola furono rimasti solo i due ragazzi e Liz, questa fece loro cenno di avvicinarsi:
- Lo scopriremo – sussurrò convinta, dopodiché se ne andò.
Anche Mark e Richard si ritirarono nella loro stanza, per disfare le valigie e riporre le loro cose negli armadi.
(questo dialogo si svolge interamente in americano, ma viene riportato in italiano per comodità N.d.A.)
- Cosa ne pensi? – esordì Mark. Rich fece scattare la serratura della valigia:
- Che non sono affari nostri – rispose secco. Mark lo guardò male:
- Eddai, non stare sempre sulle tue! – lo rimbecco – Non puoi non interessarti di quella ragazza! – Rich continuò a tirar fuori le sue cose con indifferenza, poi ad un tratto si voltò di scatto:
- E perché dovrei farlo? – gli sbraitò in faccia. Mark sogghignò:
- Perché è stupenda! Ha un fascino che scioglierebbe persino una roccia…e poi…è una vera donna!- disse con enfasi. Richard lo prese per il bavero della maglia:
- Senti, se cerchi una più vecchia di te vai pure da Liz! Ma quella ragazza ha già sofferto abbastanza! – lo aggredì, poi si maledì per aver parlato troppo. Il ghigno di Mark si allargò:
- Aha, punto sul vivo, vero? – esclamò dandogli una manata sulla spalla. Richard non si scompose, e continuò a riporre nell’armadio le sue cose, ma Mark riprese, imperterrito:
- Lo so che ti piace…dai, dillo al tuo cuginetto! – lo invitò. Rich si bloccò per un attimo e senza voltarsi precisò:
- A me non interessa niente di quella ragazza, chiaro? E se ha dei problemi non sono affari miei, né tantomeno tuoi! E non sta a noi né risolverli né ingigantirli giocando con i suoi sentimenti – concluse secco. Mark rimase impietrito dalla violenza con cui aveva pronunciato quelle parole.

Megan era stata per tutto il giorno chiusa nella sua stanza ed ora era finalmente a ricacciare indietro la tristezza e le lacrime; si diede una veloce occhiata allo specchio, ma quello che vide fece si che ci rimanesse per più tempo:
- Oddio, sono un disastro! – esclamò ad alta voce. Aveva i capelli arruffati, gli occhi e il naso tendenti al rosso carico e sul volto vi erano diversi rigagnoli di lacrime ormai asciutte. Sorrise mesta. Se qualcuno mi vedesse così…altro che desiderarmi…Si premette rabbiosamente una mano sul viso nel tentativo di frenare la nuova ondata di lacrime che le era salita agli occhi. Si rifugiò nel bagno adiacente alla sua camera e tentò di rendersi presentabile, poi indossò uno di quei vestiti che una volta era tra i suoi preferiti e scese al piano sottostante per la cena. 

Rich si bloccò di colpo quando la vide scendere per le scale: Megan si era messa in tiro. I capelli perfettamente lisci e a posto, il trucco piuttosto marcato e il vestitino corto e un po’ stravagante le conferivano un’aria sicura ed altera. Dov’era finita la ragazza fragile di qualche ora prima?  
Continuò ad osservarla attentamente e quando fu abbastanza vicina, scorse nei suoi occhi un’espressione indefinibile…fissavano il vuoto ed erano segnati da un profondo dolore. Si mosse appena, turbato dal pezzetto della sua anima che aveva potuto scorgere.
Megan si voltò di scatto verso di lui e non appena si rese conto di non essere sola il suo volto cambiò radicalmente espressione. Si stampò in faccia un sorriso e assunse l’aria della ragazza più felice del mondo:
- Ciao, non ti avevo visto! – lo salutò allegra. Rich si strinse nelle spalle, dopotutto quella ragazza non era affar suo:
- Passavo di qua ed ho pensato di aspettare la festeggiata – spiegò con noncuranza. Il sorriso di Meg si raffreddò un poco:
- Già – dalla sua voce traspariva amarezza, ma si ricompose subito. Richard le fece cenno con la testa di precederlo, poi la seguì in silenzio.

- AUGURI! – un grido unanime si levò dalla sala da pranzo. Meg si sforzò ancora una volta di mostrarsi radiosa:
- Grazie!! – poi cominciò a ridere sguaiatamente *GOCCIOLONE GENERALE* - Sapete, mi sento vecchia! – disse accompagnando la sua esclamazione con un altro attacco di risa ingiustificato.
La serata proseguì principalmente su questo andazzo tra fettone di torte e battute fino a mezzanotte circa:
- Uff! Credo che la prossima volta che mi peserò si spaccherà la bilancia! – esclamò Meg dandosi una pacca sulla pancia.
- Saremo tutti tanti piccoli maialini domani! – assentì Liz. Meg guardò Mark e Rich di sottecchi; Mark era un po’ brillo e inondava di parole il cugino, seduto al suo fianco. Parlava in inglese, ma in un modo così confuso che nemmeno lei che faceva il linguistico riusciva minimamente a seguirlo… sorrise fra sé poi concentrò la sua attenzione su Richard: se ne stava seduto con aria annoiata e a quanto le risultava non aveva nemmeno toccato cibo. Le sembrava un tipo abbastanza snob, a differenza di Mark, decisamente espansivo…forse un po’ troppo, per i suoi gusti. Richard le sembrava una di quelle persone che tendono sempre a farsi gli affari propri, come se il resto del mondo non fosse affar loro…
Scosse la testa, disturbata, poi si alzò.
- Domani devo tornare a scuola, è meglio che vada a letto – annunciò - Lo stesso vale per i due signorini laggiù! – aggiunse con un tono di voce più alto, dopodiché girò sui tacchi e sparì dalla stanza, senza aspettare alcuna risposta.

 

 

   

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