THE SHOOTING STAR

 

"Lo spazio, il tempo, le persone con cui voglio stare...andiamo là dove Squall mi aveva promesso!" Rinoa iniziò a correre verso il campo fiorito, ma le sembrava di non raggiungerlo mai. Era come se stesse rivivendo gli incubi di cui aveva parlato a Squall qualche ora prima

.-Ti senti meglio adesso?- Com'era stato strano sentire Squall preoccuparsi per lei. Glielo aveva già dimostrato che gli importava di lei, buttandosi nello spazio per salvarla. Ma quando lei gli aveva chiesto un abbraccio, quando l'aveva ringraziato, lui aveva incrociato le braccia e aveva voltato lo sguardo. Il solito freddo Squall che non voleva far conoscere troppo di sé e dei suoi sentimenti.

-Sì.- Ma all'improvviso aveeva ricordato qualcosa di brutto, e aveva stretto gli anelli che ancora pendevano al suo collo.

-Posso dirti una cosa?- Lui non aveva risposto, come per incoraggiarla a continuare. -Ho fatto un sogno, un brutto sogno. Avevamo deciso di andare a guardare insieme le stelle cadenti. Mi ero vestita bene e mi ero messa il tuo anello. Ma quando era arrivato il momento di uscire, non mi ricordavo più dove ci dovevamo vedere. Siccome ti volevo assolutamente vedere, mi misi a correre. E corsi, corsi per montagne, deserti, pianure...e arrivai a Timber, a Balamb, a Galbadia...Quando non ebbi più fiato per correre la mia voglia di vederti crebbe...e urlai...'Squall, dove sei?'-

Era tutto come in quel sogno. Rinoa continuava a correre, non sapeva dove, ma pensava a Balamb, quando aveva incontrato Squall, pensava a Timber quando aveva conosciuto gli altri, e ripensava al campo fiorito dove lui le aveva promesso che l'avrebbe aspettata. Rinoa non sapeva più dove era, la nebbia intorno era troppo fitta, non aveva più fiato, ma voleva continuare a correre, anche lei gli aveva fatto una promessa, che anche lei sarebbe corsa lì.

Credi nell'amicizia e nell'amore, Squall...credici come ci sto credendo io..... Rinoa non vedeva nessuno intorno a lei, solo le montagne, i deserti e le pianure del suo incubo. E quella nebbia fitta che le impediva di vedere e capire dove si trovava. 'Non posso avere paura...gliel'ho promesso...' Cercò di concentrarsi di più, e richiamò alla sua memoria le parole di lui.

-Non ci siamo visti....non ti ricordavvi dove ci dovevamo incontrare...perché non l'avevamo deciso. Allora decidiamolo qui. Io sarò qui.-

Rinoa lo aveva guardato, non capiva dove voleva arrivare. -Sarò qui...cosa?-

-Io aspetterò qui.-

Rinoa aveva capito, adesso, ma voleva che *lui* glielo dicesse. La voce le tremava un po'. -Chi aspetterai?-

-Io ti aspetterò qui. Se verraii qui...mi troverai. Lo prometto.-

-Ho capito. Verrò qui. Questa vvolta ci incontreremo. Ci incontreremo sicuramente!-

Sì, Squall, ci incontreremo...era una promessa, lo hai capito? Per me era una promessa! Rinoa non aveva più fiato, ma continuava a correre. Era sicura che era la compressione temporale a giocarle quello scherzo, a crearle intorno la stessa situazione del suo incubo. Era suo compito non dimenticare i suoi amici e il suo amore. In lontananza vedeva finalmente l'orfanotrofio.

*Io sarò qui...*

Rinoa continuò a correre ed entrò nella vecchia struttura di pietra. Sorrise per un attimo, dirigendosi verso il campo fiorito.

*Io aspetterò qui....*

Rinoa si fermò un attimo ad osservare il campo, ma non vide nessuno. Squall... Entrò nel giardino e cominciò a correre, cercandolo con lo sguardo, ma lui non c'era.

*Io ti aspetterò qui....*

Dove sei, Squall, dove sei finito....
Rinoa si voltò indietro senza smettere di correre, non voleva cedere all'incubo.

*Se verrai qui....mi troverai....lo prometto*

Io sono qui, Squall....ma tu dove sei? Possibile che tu abbia dimenticato la nostra promessa?
Rinoa si fermò, aggrappando sconsolata i suoi anelli. Il *suo* anello...ricordò improvvisamente come le stelle cadenti avessero sempre segnato gli avvenimenti importanti della loro vita. Il loro primo incontro, al ballo...la loro promessa, in fondo, era nata dal suo incubo, perché dovevano incontrarsi per vedere le stelle cadenti. Rinoa si sentì profondamente triste, perché lui non era lì? Alzò gli occhi al cielo, sperando che lui stesse bene e improvvisamente, una luce filtrò nella nebbia e attraversò la cupola celeste, quasi invitando Rinoa a seguirla.

Rinoa la guardò meglio. Una stella cadente.
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Deserto. Deserto. Deserto. Ovunque si voltasse, vedeva solo deserto, ma sapeva di dover raggiungere l'orfanotrofio, perché glielo aveva promesso.

*Credete nell'amicizia e nell'amore...credete nell'esistenza del vostro amico e lui crederà nella vostra.*

Si concentrò, cercando di ricordare i suoi amici e soprattutto il suo amore, mentre cominciava a camminare senza sapere dove stava andando. Doveva cercare di lasciare il deserto e raggiungere il campo fiorito, perché lei era là, gliel'aveva promesso che anche lei sarebbe corsa là, e lui non poteva deluderla.

I miei amici...devo pensare ai miei amici...non sono più solo...
Avevano fatto così tanto per lui, gli avevano addirittura organizzato un concerto quando era stato nominato comandante. Ripensò a come si era preoccupato Irvine, cercando per loro un posto isolato dove potessero parlare in pace. *Lei* aveva fatto tanto per lui...era stata lei a parlargli, a offrirgli il loro aiuto. Era stata lei a dirgli che poteva parlare con loro di qualsiasi cosa, era stata lei a dirgli che li poteva chiamare ogni volta che aveva bisogno di aiuto, e che loro sarebbero accorsi subito.

Era stata lei che gli aveva fatto fare cose che lui non avrebbe mai pensato di essere capace di fare. Per lei si era buttato nello spazio, per lei aveva rischiato di inimicarsi l'intera Esthar, quando l'aveva salvata dal palazzo della strega. Per lei aveva fatto quella promessa che adesso *doveva* mantenere.

*Io sarò qui.*

Sì, lui ci sarebbe stato, doveva solo continuare a camminare, anche se le gambe non lo reggevano più, anche se intorno a lui continuava a esserci solo il deserto, e il campo fiorito sembrava più lontano che mai.

*Perché...?*

Era stato quasi difficile per lui dire quelle parole, perché lui non era capace di confortare la gente, né di esprimere i suoi sentimenti. E lui, in quel momento, le stava praticamente consegnando il suo cuore.

*Io aspetterò qui.*

Sperava di riuscire ad aspettarla. Sperava di arrivare prima di lei, perché altrimenti lei avrebbe dubitato del suo amore e questo avrebbe significato...No, non ci voleva pensare, avrebbe raggiunto il campo fiorito, lei sarebbe arrivata e sarebbero tornati nel loro tempo. Era così strano per lui...*sperare*...lei glielo aveva insegnato. Lo Squall di prima avrebbe pensato il peggio.

*Cosa aspetterai?*

La voce di Rinoa era così dolce, gli era mancata così tanto quando lei era in coma. Prima non se ne era mai reso conto, ma quella voce era entrata nella sua vita, quella ragazza era entrata nel suo mondo, poco alla volta, come aveva detto Quistis, nonostante tutto quello che lui aveva fatto per impedirglielo, e aveva distrutto il muro che lo proteggeva dai sentimenti, perché i sentimenti fanno soffrire, pensava, non appena ti affezioni a una persona, questa sparisce e ti lascia solo.

*Io ti aspetterò qui....*

Sì, Rinoa, io ti aspetterò là, ci sarò, te lo ho promesso...
Camminare era sempre più difficile. Le forze lo stavano abbandonando, la battaglia che avevano sostenuto era stata dura e ormai camminava da ore senza arrivare da nessuna parte.

*Se verrai qui....mi troverai....lo prometto*

Rinoa...
Squall era arrivato a un punto morto. Davanti a lui c'era solo il vuoto. Si voltò per vedere se c'era qualcosa intorno a lui, ma c'era solo il vuoto e il deserto. Le gambe non lo ressero più, e Squall cadde seduto sul terreno, mentre una piuma cadeva elegantemente. Rinoa...quella piuma era di Rinoa. Era lì vicino...ma dove? La piuma volteggiò davanti ai suoi occhi. La strinse gentilmente nella mano e all'improvviso gli parve di essere nel campo fiorito, e Rinoa era là ad aspettarlo.

"Rinoa!" chiamò, ma la ragazza non si voltò. Le ali disegnate sulla sua schiena si aprirono in tutta la loro grandezza.

"Rinoa!" ripeté, senza capire. Squall la osservò mentre si voltava lentamente verso di lui, e ciò che vide lo atterrì.

Il suo viso...non riusciva a mettere a fuoco il suo viso. Un'improvvisa ondata di ricordi lo investì, ma quello che lo feriva di più era che più cercava di ricordare il viso di Rinoa, al momento del ballo, al Garden, nello spazio, il viso di lei era sempre sfuocato, mentre ricordava perfettamente quelli degli altri. In ogni ricordo c'era Rinoa, i suoi occhi, il suo sorriso, il modo in cui aveva puntato alla *loro* stessa cadente e aveva cominciato a camminare verso di lui.

Ma all'improvviso, una terribile immagine si presentò alla mente di Squall, e stavolta il viso di Rinoa non era sfuocato. Lei era nello spazio.

Il vetro della sua tuta spaziale si ruppe, uccidendola.

Squall sbarrò gli occhi, mentre una lacrima scendeva lentamente sulla sua guancia. Rovesciò la testa all'indietro, stava per svenire, ma prima di scivolare nel buio vide qualcosa filtrare nella nebbia.

Una luce.
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Rinoa continuava a seguire la stella cadente, aveva il presentimento che le avrebbe portato fortuna, anche se stava entrando in una nebbia molto più fitta di quella dove si era trovata prima di raggiungere l'orfanotrofio e anche se stava cominciando a perdere la speranza.

Ma non doveva, doveva continuare a credere al suo amore, era quello che doveva fare se non voleva morire.

Improvvisamente, la nebbia si diradò, permettendole di scorgere una figura stesa per terra.

Squall! Il cuore le balzò nel petto, ecco perché non poteva raggiungerla, ecco perché non era nel campo fiorito. Ma lei lo aveva trovato, la stella l'aveva portata da lui. Rinoa si inginocchiò accanto a lui e lo abbracciò dolcemente, facendogli appoggiare la testa sul suo grembo. Contemplò per un attimo il suo volto, era così carino quando dormiva. Gli passò piano le dita fra i capelli, scostandoli.

"Squall." sussurrò, cercando di svegliarlo.

Lui non si mosse.

Rinoa aspettò ancora un momento, tenendogli un braccio dietro la testa, come una mamma, continuando ad accarezzargli le guance nel tentativo di svegliarlo.

"Squall."

Nessuna risposta.

Rinoa scoppiò in lacrime, abbracciandolo forte, nascondendo il viso nel petto di Squall. Possibile che fosse arrivata troppo tardi?

All'improvviso una sensazione di calore la pervase e sollevò un attimo il viso rigato di lacrime, mentre una miriade di petali colorati volava intorno a loro. Erano nel campo fiorito.

Era strano, sembrava che una luce uscisse da loro e spazzasse via il buio e la nebbia che li avevano avvolti fino a poco prima.

Il campo fiorito...mi stavi aspettando qui...

Rinoa abbassò gli occhi sul ragazzo ancora fermo tra le sue braccia e sgranò gli occhi per la sorpresa e la felicità.
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Squall sentì una mano dietro la testa e poi la voce di Rinoa sussurrare piano il suo nome.

Rinoa...sei viva... Cercò di aprire gli occhi, di risponderle, di prenderle la mano che gli stava accarezzando il viso, ma non riuscì a muoversi.

"Squall" la sentì sussurrare ancora, ma si sentiva come paralizzato, non riusciva ad aprire gli occhi, né a muovere un solo muscolo. Ma doveva farlo, o Rinoa avrebbe pensato che era morto. E se lo avesse pensato...

NO! Rinoa, mi sveglierò... pensò Squall, sentendo che lei lo stava stringendo forte e piangeva sul suo petto.

Ma all'improvviso, Squall sentì una fortissima sensazione di calore, proprio nel momento in cui Rinoa lo aveva abbracciato. La sentì allontanarsi piano, e in quel momento riuscì ad aprire gli occhi. E capì perché si era trovato ad un punto morto.

Mentre lui pensava di essere in un deserto, in realtà era nel campo fiorito. Perché se aveva pensato, per un momento, di essere solo, nel profondo del suo cuore aveva sempre saputo che finché Rinoa fosse stata lì con lui, non sarebbe mai stato del tutto solo. Perché Rinoa era sempre nel suo cuore, e questo era come averla sempre vicino.

Aveva creduto nell'amicizia e nell'amore, e questo gli aveva salvato la vita.

Sorrise, per la prima volta nella sua vita, osservando la ragazza che guardava stupita la miriade di petali colorati che volteggiava intorno a loro, mentre la forza del loro amore diventava una luce tanto forte da spazzare via le tenebre.

In quel momento Rinoa abbassò gli occhi ed incontrò i suoi.

"Ti aspettavo." le disse semplicemente. La vide sgranare gli occhi per la felicità.

"Lo so."

Squall si sedette e la guardò intensamente negli occhi, mentre le appoggiava una mano sul collo, accarezzandole con il pollice la guancia ancora bagnata di lacrime.

Poi, le si avvicinò piano, fermandosi a pochi millimetri dalla sua bocca. "Sai anche che...ti amo?"

Rinoa scoppiò di nuovo in lacrime di gioia. "No, questo me lo devi dire tu."

Squall le prese il viso tra le mani e la costrinse a guardarlo negli occhi. "Ti amo, Rinoa Heartilly. Se sono qui adesso...è perché ti amo, e di questo non potrei mai dubitare."

Rinoa si asciugò gli occhi, e deglutì, cercando di rendere la sua voce il più ferma possibile. "Ti amo, Squall Leonheart. E' l'unica cosa di cui sono sicura, che ti amo."

Squall le sorrise di nuovo, e lei realizzò improvvisamente che aveva aspettato quel sorriso fin dalla sera del ballo, quando per la prima volta aveva fissato lo sguardo nei suoi occhi verdi-azzurri, quando per la prima volta aveva sentito le sue braccia intorno a lei, quando aveva capito che quel ragazzo era misteriosamente legato a lei, che avrebbe avuto nella sua vita un posto davvero speciale. Ma quello che aveva aspettato di più, avvenne poco dopo.

Squall riempì i pochi millimetri che c'erano ancora tra loro chinandosi su di lei e la baciò.

E allora Rinoa capì che il posto speciale che lui doveva avere era nel suo cuore. Sospirò impercettibilmente e gli circondò il collo con le braccia, regalandogli il suo primo bacio, mentre il vento soffiava intorno a loro, scompigliando i capelli di lui contro la guancia di Rinoa. Sollevò una mano per accarezzargli i capelli e così gli accarezzò anche il viso.

Squall si ritrasse, dopo un tempo che a Rinoa era parsa un'eternità, e la guardò negli occhi, sorridendole ancora.

Rinoa cercò di trattenere le lacrime che le pungevano gli occhi e di reggere lo sguardo di lui, ma non ci riuscì. Scoppiò improvvisamente a piangere contro il suo petto, stringendosi forte a lui, mentre lui la circondava con le braccia, per consolarla.

"Sono così felice, Squall!" riuscì in qualche modo a singhiozzare Rinoa. "Mi hai detto quello che provi, mi hai detto quello che pensi."

Squall sospirò e appoggiò una guancia contro la testa di Rinoa. "Quando...ero da solo, nel deserto, ad un certo punto ho visto una piuma e...ho capito che era un tuo segno, che mi stavi pensando. Poi ho visto il campo fiorito e c'eri tu, ma...non rispondevi. E quando mi hai guardato, io...non riuscivo a vedere la tua faccia. Mi ricordavo tutto, ma non il tuo viso."

Rinoa si scostò un poco da lui e lo guardò in faccia. "E poi?"

"E poi...ti ho visto nello spazio. Il tuo casco si era rotto e...ti ho vista...ti ho vista mo..." Squall non riuscì a terminare la frase, e la strinse forte contro il petto, nascondendo il viso tra i suoi capelli. Lei era viva, era lì con lui. Non importava quello che lui aveva visto, importava solo che lei era viva, che lui era vivo, che potevano stare insieme, perché era per questo che lui aveva combattuto, per stare con lei.

"Mi hai vista morire? E' per questo che eri svenuto?"

Squall riuscì solo a stringerla ancora più forte e ad annuire.

"E...è per questo che mi hai detto che mi ami?"

Squall si scostò da lei e la fissò negli occhi. "Volevo che tu lo sapessi. Voglio che tu sappia che se tu dovessi morire, io...ne morirei. Voglio che tu sappia che ti amo, perché...voglio che tu faccia parte del mio 'mondo'. E solo se sai che ti amo, potrai farne parte."

Rinoa sorrise e piegò leggermente la testa. "Sono felice. E solo tu puoi farmi felice." Gli gettò le braccia al collo e lo baciò di nuovo, bagnandogli la faccia delle sue lacrime.

Ma quando si scostò da lui, vide qualcosa che non avrebbe mai pensato di vedere.

Negli occhi di Squall Leonheart c'erano lacrime di gioia.
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Rinoa si appoggiò al balcone e sospirò di felicità. Si sentiva a casa, lì al Garden, con i suoi amici, con *lui*.

"Con lui..." sussurrò, tracciando con il dito invisibili disegni sul marmo del balcone. Ancora non riusciva a credere di averlo visto sorridere, di averlo sentito dire 'ti amo', come aveva sognato di sentirgli dire da quando lo aveva conosciuto. Ma se all'inizio era solo la curiosità di sentire un ragazzo così freddo esprimere un sentimento, poi piano piano, era stato il desiderio di sentire che contraccambiava i suoi sentimenti a farglielo sognare.

Ancora non riusciva a credere che l'avesse baciata.

Improvvisamente sentì alcuni passi dietro di lei, e si voltò sorridendo verso il suo innamorato.

"Vuoi ballare?"

Rinoa ascoltò per un momento la musica che proveniva dal salone, e riconobbe la canzone di sua madre. Sorrise, e annuì.

"Va bene. Però poi torniamo qui a guardare le stelle cadenti."

Squall sorrise e le tese una mano, conducendola verso il salone.

Rinoa osservò i loro amici che a stento riuscivano a trattenere la contentezza, e si chiese se Quistis avesse davvero superato la cotta che aveva avuto per Squall. Ma intanto lui si era fermato e l'aveva presa tra le braccia, facendole dimenticare qualsiasi altro pensiero.

"Squall...credi che mia madre...possa aver cantato questa canzone per tuo padre?"

"Forse."

"Come forse!" scherzò, fingendo di picchiargli la spalla. Poi, tornò improvvisamente seria. "Credi che sia stato...destino?"

"Non lo so. Però non m'importa. L'unica cosa che mi importa è che adesso stiamo insieme. Se è stato destino...sono stato davvero fortunato."

"Dobbiamo ringraziare la stella cadente. Mi ha portato da te, durante la compressione temporale."

Squall la strinse più forte, mentre lei gli appoggiava la testa sul petto. "Non la ringrazierò mai abbastanza."

All'improvviso, Rinoa sollevò la testa, come se le fosse venuta in mente una cosa. "Perché non andiamo ad aspettarla? Sul balcone!"

Afferrò la mano di lui, senza aspettare la risposta e lo trascinò sul balcone.
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Rinoa si appoggiò sul freddo marmo e alzò gli occhi al cielo, aspettando la loro stella cadente. Sentiva che quella sera sarebbe passata, perché loro la aspettavano, e avevano qualcosa di molto importante da dirle. In fin dei conti era grazie a quella stella che erano vivi, e che erano insieme. Era grazie a quella stella che si erano innamorati.

Squall si fermò accanto a lei, pensando che cosa poteva aver fatto per meritare una donna come Rinoa. Era una contraddizione vivente. Sempre allegra, ma capace di intristirsi improvvisamente. Spensierata, ma capace di essere seria al posto giusto e al momento giusto. Capace di difendersi in qualsiasi battaglia, ma sempre bisognosa del suo appoggio. Una strega, e la ragazza del comandante dei Seed, l'uomo che un giorno avrebbe potuto....no, si disse Squall, non lo farò mai, piuttosto rinuncerei alla Seed.

Rinoa era un angelo, un angelo mandato dalla stella che stavano aspettando per portare un raggio di luce, una sprizzata di vitalità nella grigia vita di Squall Leonheart.

Ma oramai la vita di Squall Leonheart non sarebbe più stata grigia.

Una luce attraversò il cielo e ammiccò alla coppia che la stava aspettando sul balcone del Garden dove si erano incontrati. Rinoa si volse verso Squall e sorridendo puntò l'indice al cielo.

Squall sorrise, mai come quel giorno aveva sorriso tanto, mai si era sentito così felice. Silenziosamente, ringraziò la stella che aveva messo sulla sua strada quella ragazza meravigliosa, e si mosse gentilmente per prendere tra le braccia l'esile figura che stava puntando al cielo, per accertarsi che la stella gli avesse mandato un angelo reale.

"E' lei." sussurrò il suo angelo bruno. "L'hai già ringraziata?"

"Tu sei la mia stella. Ti ha mandato lei da me, e di questo non la ringrazierò mai abbastanza." ripeté lui.

Rinoa sorrise prima che lui le catturasse le labbra con un bacio.

In quel momento, Raine Leonheart e Julia Heartilly si guardarono e sorrisero. La loro stella aveva funzionato.

 

 

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