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Musica

scritto a 11 anni


La mia vita era cambiata da quel giorno; non sapevo più cosa fare ne dove andare. Tutto sembrava me tetro e oscuro e non c'era fede alcuna che in me risvegliasse la voglia di vivere. Giravo tempestosamente per la città senza trovarne mai meta precisa. Temevo tutto fosse perso.

I giganteschi palazzi che regnavano sulla città sembravano crollarmi addosso come giganteschi cumuli di nebbia cadono sul mare azzurro. Ero avvolta nella tristezza più cupa senza trovarne mai spiraglio luminoso.

Quando tutto sembrava ormai perso, quando ero al limite delle mie forze, ormai distesa su quel marciapiede putrido di sudore, sentii una leggera musica provenire da dietro l'angolo. Era una musica profonda, che, non so ancora adesso come, mi diede la forza di alzarmi. Faticosamente mi sedetti sul marciapiede e mi asciugai il sudore che mi scorreva a vampate sulla fronte. Sempre più stanca, mi alzai in piedi, barcollando a destra e a manca. In quel momento la forza era a me sconosciuta, ma quella musica, che in me risvegliava quasi la voglia di vivere, mi prese per mano e con se mi portò a gran fatica proprio da dove, due attimi prima,aveva incominciato a farsi sentire così leggiadra e piena di vita. Mi era ignota la melodia, non ne avevo mai sentita una così bella e rigogliosa.

Quando ormai ero arrivata a conoscerne la radice, la musica cessò .
Colpita da questo ignoto silenzio mi fermai di colpo e caddi per terra per l'ennesima volta. In quell'attimo sentii ritornare in me quella furiosa tempesta che anche poco prima mi dominava.Il motivo però ricominciò a prendere forma, ancora più bello e allegro di prima. Dalla caduta uscii fortunatamente incolume e ripresi il mio difficile cammino verso la musica, che tornò nuovamente a prendermi la mano.

"Eccola, eccola!"'continuavo a ripetere mentre essa mi rimbombava nel cuore come la dolce melodia delle onde del mare occupa l'immacolata conchiglia azzurra.Il frastuono delle auto neanche si udiva più,data la magnificenza melodica della dolce poesia musicale. Ma…come mai io sola sentivo questa musica? Non c'era risposta alcuna che me ne desse ragione. Improvvisamente,quando ero al cuore dell'insolita domanda,l a musica incominciò ad allontanarsi,a invaghirsi, come mai mi sarei aspettata da una così lieve brezza. Sembrava quasi che il dolce venticello primaverile stesse sottraendo me per l'ennesima volta, la cosa più bella che avessi al mondo, proprio come aveva fatto poco tempo prima,s ottraendomi la mia famiglia, mia madre, l'unica creatura che contasse veramente per me.
Ormai la musica mi era troppo lontana affinché io la potessi raggiungere. Il suo lieve suono era troppo candido e sottile per potermi riaffidare la volontà di vivere. Poi, come la lieve brezza mattutina accarezza i petali di un candido fiore di pesco, la musica cessò. In quel preciso istante, anche il battito del mio cuore infranto si fermò, proprio come se fosse azionato e nutrito da quella melodia .

Mi vidi ricadere addosso il mondo intero. Non riuscivo a vedere più niente,malgrado i miei inutili sforzi. Realizzai: quella era l'ultima volta che vedevo la luce. Sentivo vicino a me il calore dei caldi corpi dei passanti ammassarsi. Tutto ciò,invece che creare in me quasi un lieto calore umano, di chi per la prima volta nella vita si sente accolto, mi creò un irrefrenabile sconforto.
Ancora più sfiduciata,mi misi ad urlare .Volevo solo riascoltare quella musica, ma nessuno mi capiva. Ad un certo punto vidi innanzi a me un coinvolgente bagliore. Oramai sentivo che la mia fragile vita era appesa a un filo, proprio come una leggiadra farfalla si impiglia in una ragnatela. Con tutte le mie forze mi opponevo a quell'irrefrenabile voglia di raggiungere quel bagliore infinito che regnava sulla mia vista ormai inesistente .Dopo una dura e tempestosa lotta mi arresi e mi lasciai andare, ormai sicura di anadrmene per sempre da quell'infelice mondo.

Mi risvegliai ancora una volta, innanzi a me vidi una finestra . Fuori il piccolo mondo a colori che quando ero piccola mi distraeva da tutte le mie più tetre preoccupazioni,era diventato anch'esso grigio e scuro,come se fosse stato travolto da me,come se, ancora una volta, avevo rovinato tutto quello che regnava attorno a me. Ma … io non vedevo niente,tutto era scuro,proprio come l'avevo lasciato prima di essere travolta da quell'immutabile armonia bianca .Udii infine delle voci provenire da dietro l'uscio. Incominciai ad urlare:avevo già sentito quella terrificante voce. Avvertii addosso a me un caldo corpo. Mi abbracciò e mi baciò; si la riconobbi:era proprio mia madre

Anche se non potevo vederla,avvertivo il suo soffice bacio,quello che, proprio ogni mattina, veniva ad accarezzarmi le piccole gote arrossate dal dolce vento estivo che penetrava leggero dalla piccola finestra innanzi a me .Le lacrime incominciarono a scorrermi per il viso gelato; avevo ritrovato colei che, per un mio sciocco errore ,mi era stata portata via,come una bufera stacca dai rami del dolce pesco i suoi candidi frutti .Ma …allora perché essa era proprio vicino a me,intenta a coccolarmi con il suo avvolgente amore, quello che solo una madre può provare per il proprio pargolo?Cercai di porle la domanda,ma essa non fece in tempo a rispondermi .Lentamente avvertivo il suo caldo corpo allontanarsi da me, mi fu tolto tutto il mio amore per una seconda volta;mi strapparono di nuovo da lei,proprio come una dolce mela viene colta dal suo ramo. Cercai nuovamente di aprire gli occhi,ma mi ricordai in vano che erano ormai ciechi .

Una leggiadra voce mi sussurrò all'orecchio destro e mi spiegò l'avvenuto .Ero quasi all'attesa fine dei miei giorni,ma un inutile miracolo mi aveva trattenuta e riportata via con se,proprio come quella dolce melodia che ancora mi risuonava nel cuore. Avrei preferito rimanere lì, dove avevo ritrovato il candido ventre della mia dolce madre. L'apparentemente soffice voce che mi aveva sussurrato dolcemente, si rivelò solo una falsa copertura. Appena scorse il mio conto in banca, il quale era piuttosto scarso, bastante cioè a comprare un tozzo di pane, mi rivestì con i miei stracci e mi riportò proprio dove prima mi avevano trovata morente.
Rimasi lì per un'intera giornata, assopita tra miei orribili pensieri che mi avvolgevano come la tetra notte cala sul profondo bosco.

All'improvviso mi voltai. Eccola , era tornata a suonare nella mia testa la giovane musica unicamente capace di restituirmi la vita. Mi ricordai solo allora di essa e mi misi a cercarla disperatamente. Dopo giorni e giorni di fame e paura,sempre rimasta lì ad assistermi, mi svegliai di gran colpo e riudii la tanto attesa e unica melodia. Eccola che mi riprese per mano,proprio come aveva fatto precedentemente e mi cullò,come le lievi onde marine scosse dal vento, proprio alla sua incessante radice. Questa volta raggiunsi la tanto sospirata meta; posi le mani in avanti per poter percepire il dolce calore di colui che produceva codesta infinita musica .