
|
La mia vita era
cambiata da quel giorno; non sapevo più cosa fare ne
dove andare. Tutto sembrava me tetro e oscuro e non c'era
fede alcuna che in me risvegliasse la voglia di vivere.
Giravo tempestosamente per la città senza trovarne
mai meta precisa. Temevo tutto fosse perso.
I giganteschi
palazzi che regnavano sulla città sembravano
crollarmi addosso come giganteschi cumuli di nebbia cadono
sul mare azzurro. Ero avvolta nella tristezza più
cupa senza trovarne mai spiraglio luminoso.
Quando tutto
sembrava ormai perso, quando ero al limite delle mie forze,
ormai distesa su quel marciapiede putrido di sudore, sentii
una leggera musica provenire da dietro l'angolo. Era una
musica profonda, che, non so ancora adesso come, mi diede la
forza di alzarmi. Faticosamente mi sedetti sul marciapiede e
mi asciugai il sudore che mi scorreva a vampate sulla
fronte. Sempre più stanca, mi alzai in piedi,
barcollando a destra e a manca. In quel momento la forza era
a me sconosciuta, ma quella musica, che in me risvegliava
quasi la voglia di vivere, mi prese per mano e con se mi
portò a gran fatica proprio da dove, due attimi
prima,aveva incominciato a farsi sentire così
leggiadra e piena di vita. Mi era ignota la melodia, non ne
avevo mai sentita una così bella e
rigogliosa.
Quando ormai ero
arrivata a conoscerne la radice, la musica cessò
.
Colpita da questo ignoto silenzio mi fermai di colpo e caddi
per terra per l'ennesima volta. In quell'attimo sentii
ritornare in me quella furiosa tempesta che anche poco prima
mi dominava.Il motivo però ricominciò a
prendere forma, ancora più bello e allegro di prima.
Dalla caduta uscii fortunatamente incolume e ripresi il mio
difficile cammino verso la musica, che tornò
nuovamente a prendermi la mano.
"Eccola,
eccola!"'continuavo a ripetere mentre essa mi rimbombava nel
cuore come la dolce melodia delle onde del mare occupa
l'immacolata conchiglia azzurra.Il frastuono delle auto
neanche si udiva più,data la magnificenza melodica
della dolce poesia musicale. Ma
come mai io sola
sentivo questa musica? Non c'era risposta alcuna che me ne
desse ragione. Improvvisamente,quando ero al cuore
dell'insolita domanda,l a musica incominciò ad
allontanarsi,a invaghirsi, come mai mi sarei aspettata da
una così lieve brezza. Sembrava quasi che il dolce
venticello primaverile stesse sottraendo me per l'ennesima
volta, la cosa più bella che avessi al mondo, proprio
come aveva fatto poco tempo prima,s ottraendomi la mia
famiglia, mia madre, l'unica creatura che contasse veramente
per me.
Ormai la musica mi era troppo lontana affinché io la
potessi raggiungere. Il suo lieve suono era troppo candido e
sottile per potermi riaffidare la volontà di vivere.
Poi, come la lieve brezza mattutina accarezza i petali di un
candido fiore di pesco, la musica cessò. In quel
preciso istante, anche il battito del mio cuore infranto si
fermò, proprio come se fosse azionato e nutrito da
quella melodia .
Mi vidi ricadere
addosso il mondo intero. Non riuscivo a vedere più
niente,malgrado i miei inutili sforzi. Realizzai: quella era
l'ultima volta che vedevo la luce. Sentivo vicino a me il
calore dei caldi corpi dei passanti ammassarsi. Tutto
ciò,invece che creare in me quasi un lieto calore
umano, di chi per la prima volta nella vita si sente
accolto, mi creò un irrefrenabile sconforto.
Ancora più sfiduciata,mi misi ad urlare .Volevo solo
riascoltare quella musica, ma nessuno mi capiva. Ad un certo
punto vidi innanzi a me un coinvolgente bagliore. Oramai
sentivo che la mia fragile vita era appesa a un filo,
proprio come una leggiadra farfalla si impiglia in una
ragnatela. Con tutte le mie forze mi opponevo a
quell'irrefrenabile voglia di raggiungere quel bagliore
infinito che regnava sulla mia vista ormai inesistente .Dopo
una dura e tempestosa lotta mi arresi e mi lasciai andare,
ormai sicura di anadrmene per sempre da quell'infelice
mondo.
Mi risvegliai
ancora una volta, innanzi a me vidi una finestra . Fuori il
piccolo mondo a colori che quando ero piccola mi distraeva
da tutte le mie più tetre preoccupazioni,era
diventato anch'esso grigio e scuro,come se fosse stato
travolto da me,come se, ancora una volta, avevo rovinato
tutto quello che regnava attorno a me. Ma
io non
vedevo niente,tutto era scuro,proprio come l'avevo lasciato
prima di essere travolta da quell'immutabile armonia bianca
.Udii infine delle voci provenire da dietro l'uscio.
Incominciai ad urlare:avevo già sentito quella
terrificante voce. Avvertii addosso a me un caldo corpo. Mi
abbracciò e mi baciò; si la riconobbi:era
proprio mia madre
Anche se non potevo
vederla,avvertivo il suo soffice bacio,quello che, proprio
ogni mattina, veniva ad accarezzarmi le piccole gote
arrossate dal dolce vento estivo che penetrava leggero dalla
piccola finestra innanzi a me .Le lacrime incominciarono a
scorrermi per il viso gelato; avevo ritrovato colei che, per
un mio sciocco errore ,mi era stata portata via,come una
bufera stacca dai rami del dolce pesco i suoi candidi frutti
.Ma
allora perché essa era proprio vicino a
me,intenta a coccolarmi con il suo avvolgente amore, quello
che solo una madre può provare per il proprio
pargolo?Cercai di porle la domanda,ma essa non fece in tempo
a rispondermi .Lentamente avvertivo il suo caldo corpo
allontanarsi da me, mi fu tolto tutto il mio amore per una
seconda volta;mi strapparono di nuovo da lei,proprio come
una dolce mela viene colta dal suo ramo. Cercai nuovamente
di aprire gli occhi,ma mi ricordai in vano che erano ormai
ciechi .
Una leggiadra voce
mi sussurrò all'orecchio destro e mi spiegò
l'avvenuto .Ero quasi all'attesa fine dei miei giorni,ma un
inutile miracolo mi aveva trattenuta e riportata via con
se,proprio come quella dolce melodia che ancora mi risuonava
nel cuore. Avrei preferito rimanere lì, dove avevo
ritrovato il candido ventre della mia dolce madre.
L'apparentemente soffice voce che mi aveva sussurrato
dolcemente, si rivelò solo una falsa copertura.
Appena scorse il mio conto in banca, il quale era piuttosto
scarso, bastante cioè a comprare un tozzo di pane, mi
rivestì con i miei stracci e mi riportò
proprio dove prima mi avevano trovata morente.
Rimasi lì per un'intera giornata, assopita tra miei
orribili pensieri che mi avvolgevano come la tetra notte
cala sul profondo bosco.
All'improvviso mi
voltai. Eccola , era tornata a suonare nella mia testa la
giovane musica unicamente capace di restituirmi la vita. Mi
ricordai solo allora di essa e mi misi a cercarla
disperatamente. Dopo giorni e giorni di fame e paura,sempre
rimasta lì ad assistermi, mi svegliai di gran colpo e
riudii la tanto attesa e unica melodia. Eccola che mi
riprese per mano,proprio come aveva fatto precedentemente e
mi cullò,come le lievi onde marine scosse dal vento,
proprio alla sua incessante radice. Questa volta raggiunsi
la tanto sospirata meta; posi le mani in avanti per poter
percepire il dolce calore di colui che produceva codesta
infinita musica .
|