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COMITATO CIVICO PER IL
MIGLIORAMENTO DELL'AMBIENTE E DELLA QUALITA' URBANA NEL TERRITORIO TRA
IL PARCO DEI COLLI ED IL BREMBO RACCOMANDATA A MANO Arch. Domenico Egizi Commissario Regionale del Parco dei Colli di Bergamo Piazza Risorgimento 14 Bergamo Oggetto: Variante alla strada statale 470 dir Gentilissimo architetto Le abbiamo fatto avere, in via informale, della documentazione circa il nostro punto di vista sul progetto Anas - Provincia di Bergamo di attraversamento del Parco dei Colli da parte della variante alla strada statale 470 dir. Come Ella avrà appreso dalla stampa locale, è in corso da parte nostra una campagna di informazione e di sensibilizzazione dell'opinione pubblica in difesa del Parco ed abbiamo raccolto, su quasto specifico tema, più di mille firme di adesione. Nel corso dei contatti diretti, delle riunioni e delle assemblee pubbliche è apparsa sempre più pressante la richiesta dei cittadini di conoscere la posizione ufficiale ed istituzionale del Parco dei Colli nei riguardi del progetto in esame. Come Ella può bene immaginare, l'argomento più frequente è quello dei vincoli subiti, anche per dettagli definiti (a torto, secondo noi) insignificanti, contro l'enormità di un intervento stradale della portata di quello progettato. E' nostra opinione che il Parco dei Colli oltre che dalla sua entità fisica è costituito da una entità metafisica basata, essenzialmente, sul consenso che la sua presenza genera nell' "immaginario collettivo" . Se questo è vero, più che il gravissimo sfregio materiale subito (circa 10 ettari di territorio scoperto occupati), deve preoccupare il decadimento dell'immagine del Parco nell'opinione della gente. Ci domandiamo con quale autorità e con quale dignità una amministrazione del Parco potrà continuare a chiedere alle amministrazioni comunali ed ai cittadini il rispetto dei vincoli elementari che l'esistenza di un parco richiede, dopo aver consentito una mutilazione della portata di quella imposta dall'Anas. E con quale autorità "morale" la Regione possa chiedere l'adesione dei cittadini al Piano Paesistico recentemente presentato con tanto sostegno pubblicitario. E' per questo che noi ribadiamo il concetto che subire l'intervento dell'Anas equivale, di fatto, alla distruzione del Parco dei Colli proprio nella "nella testa della gente" il che è molto più grave che nei prati, nei boschi, nei piccoli meandri della Quisa. Parco che, ricordiamo bene, era sorto negli anni '60 proprio per salvaguardare una parte preziosa del territorio di Bergamo dalle minacce portate dalla costruzione del collegamento tra Dalmine e Villa d'Almè da poco realizzato. Vediamo ora che siccome quel collegamento ha rivelato tutti i suoi errori urbanistici, a farne le spese è proprio quel Parco dei Colli che doveva costituire il contrappeso "culturale" alle esigenze dello "sviluppo materiale". Sappiamo quanta cura l'Amministrazione del Parco dedica all'aspetto educativo. Ci domandiamo cosa potranno rispondere gli educatori agli scolari o agli studenti che domanderanno cosa ci faccia una strada sotto la collina del santuario di Monte Breno. Si dovrà rispondere loro, appunto, che almeno quella parte del Parco è stata considerata un "lusso" da sacrificare rispetto a presunte imprescindibili necessità di sviluppo. Tutti questi interrogativi appaiono ancora più gravi di fronte alla "gratuità" dell'intervento. Le assicuriamo che dai contatti avuti questi sentimenti sono molto più diffusi di quanto non si possa credere sulla base della esasperazione pubblica per i disagi del traffico. Anche perché l'opinione pubblica comincia a capire che l'operazione Anas può avere quelle alternative che si sarebbero potute e dovute prendere in considerazione soltanto se l'amministrazione passata del Parco dei Colli non fosse stata passivamente accondiscendente. Sappiamo bene che Ella non ha nessuna responsabilità per quanto avvenuto in passato e ciò ripetiamo continuamente a chi accusa genericamente l'Amministrazione del Parco senza scindere le posizioni attuali da quelle pregresse. Ella deve ammettere tuttavia che è sempre più difficile respingere le accuse di inerzia di fronte ad un silenzio sia pur dettato da motivi istituzionali contingenti. Vogliamo dire che se l'Amministrazione attuale del Parco non ha la facoltà di prendere una posizione è necessario che questo fatto sia reso di pubblica ragione. La ringraziamo molto per l'attenzione e Le auguriamo il successo per ogni Sia iniziativa. Per il comitato,
Caterina Dominoni Villa d'Almè, 26 marzo 2001 Per recapito, c / o
G.P.Coluzzi, Via Patrioti 18 24030 Valbrembo (BG) tel 035 527 447 |