1) PREMESSA
Una delle caratteristiche delle reti
di distribuzione d'acqua potabile nei territori montani e funzionanti
con pressione di esercizio elevate è quella di accusare
notevoli perdite occulte. Non sono rari i casi in cui l'acqua
dispersa nel terreno supera il 50% di quella totale immessa in
rete. Si tratta di un fenomeno molto diffuso e che, oltre alla
citata dispersione di quel bene prezioso che è l'acqua
potabile, comporta anche un sensibile danno economico di gestione.
Nella nota si dimostra come la presenza delle perdite in quantità
così rilevante presenti, paradossalmente, un aspetto positivo
e come sia impossibile, a meno di una radicale modifica dell'assetto
acquedottistico, la loro eliminazione.
2) DESCRIZIONE DEL PROBLEMA
Un funzionamento regolare della rete
di distribuzione d'acqua potabile richiede una piezometrica il
più possibile parallela al suolo e con valori di pressione
relativa compresi tra un minimo di 20 ed un massimo di 50 metri
di colonna d'acqua rispetto al terreno.
Nel mentre tale risultato è facilmente raggiungibile nei
territori di pianura, non può dirsi altrettanto in presenza
di notevoli dislivelli come accade nei centri abitati posti in
collina o in montagna. Le modalità da seguire in quest'ultimo
caso, in dettaglio spiegate nell'articolo "LA RETE DI DISTRIBUZIONE
D'ACQUA POTABILE DEI TERRITORI CON NOTEVOLI DISLIVELLI TOPOGRAFICI"
richiedono particolari accorgimenti come la suddivisione della
rete in tante sottoreti altimetricamente omogenee e di altezza
contenuta entro determinati limiti, ognuna funzionante con pressioni
opportunamente regolate.. Tali modalità, da considerarsi
ottimali ed atte, esse sole, a garantire una piezometrica sempre
parallela al suolo e di valore adeguato, sono però raramente
adottate essendo piuttosto gli Enti Gestori degli acquedotti orientati
verso reti unificate, indipendentemente dalla conformazione altimetrica
del territorio, in tutto il comprensorio da alimentare. Ne risulta
un servizio idrico semplificato sia nella costruzione degli impianti
e sia nella loro gestione che presenta però i difetti indicati
ed in particolare una pressione nelle condotte assolutamente inadeguata
ed estremamente variabile durante la giornata. Essa assume valori
normali soltanto durante le ore di maggior consumo in quanto è
allora che diventa parallela al suolo. Man mano che la richiesta
idrica diminuisce la pressione aumenta fino ad avvicinarsi al
livello statico. Si hanno allora in condotta valori di pressione
così elevati da causare vari inconveniente come sarà
dimostrato.
Immaginiamo una rete unitaria alimentante un centro abitato posto
su un pendio con 300 m di dislivello. La pressione, contenuta
entro normali valori quando i consumi sono elevati, per consumi
prossimi allo zero assume, nella parte bassa del territorio, valori
di circa 300 m sul suolo, valori quindi assolutamente inaccettabili.
Suddividendo la rete in 5 sottoreti dell'altezza media di circa
50 m. si otterrebbe invece una pressione sempre parallela al suolo
, sia durante le ore di forte consumo e sia nei periodi di bassi
consumi. Nel mentre quanto indicato per quest'ultima rete è
da ritenersi realistico in quanto essa è, in tal caso,
atta a mantenere le pressioni indicate, sia pur con un andamento
a gradini, diventa pura teoria se si parla di rete unificata.
In tal caso, infatti, viene a prendere corpo una tendenza di autocorrezione
della pressione dovuta ad una miriade di piccole perdite occulte
che, aumentando a dismisura la portata d'acqua dispersa nel terreno,
fanno diventare il funzionamento a consumo zero e quindi il livello
statico della piezometrica di rete soltanto un irraggiungibile
miraggio: in sede di reale esercizio la portata di perdita si
modula in continuazione e del tutto automaticamente e, ai valori
minimi durante i periodi di forte consumo, diventa preponderante
durante la notte e i rimanenti periodi di consumo nullo dell'utenza
provocando perdite di carico così importanti da far rientrare
la pressione di rete entro valori tollerabili.
Le conclusioni cui si perviene possono essere così sintetizzate:
1. La portata delle perdite occulte nelle
reti montane di tipo unificato, anche se sottoposte a continua
ricerca ed eliminazione delle falle, sono variabilissime a seconda
del periodo che si considera e cioè sono minime durante
le ore di grande richiesta idrica dell'utenza per diventare preponderanti
durante le ore di consumo minimo e particolarmente durante la
notte;
2. Le perdite occulte della rete di cui al precedente punto 1,
nel mentre costituiscono un grave danno per la dispersione di
preziosa acqua, costituiscono un irrinunciabile fattore di regolazione
della pressione che, senza le perdite, sarebbe assolutamente inaccettabile.
3. L'eliminazione delle perdite occulte in una rete come quella
in argomento è impossibile da attuarsi. Nella reale gestione
degli acquedotti ci si deve, paradossalmente, limitare alla riparazione
delle grosse rotture delle tubazioni nel mentre quelle derivanti
da falle di piccola entità, sempre presenti ed essendo
molto sensibili alla variazione di pressione, effettuano la regolazione
automatica della pressione di esercizio contribuendo in maniera
determinante a riportarla entro valori corretti;
4. Il funzionamento di una rete montana unitaria come quella in argomento può considerarsi, come già indicato, paradossale in quanto si arriva a concludere che le perdite occulte sono utili.
Quanto sopra conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, la necessità di prevedere reti diverse da quella unitaria e cioè reti suddivise in sottoreti omogenee con pressione regolata, il tutto come meglio risulta dall'articolo "LA RETE DI DISTRIBUZIONE D'ACQUA POTABILE DEI TERRITORI CON NOTEVOLI DISLIVELLI TOPOGRAFICI" "
C) CONCLUSIONI
L'esame critico del funzionamento idraulico
delle reti di distribuzione d'acqua potabile di cui sono normalmente
dotate le aree urbane site in montagna o in collina ed aventi
quindi forti dislivelli del suolo, pur in assenza di dati reali
di funzionamento come la misura delle perdite durante le varie
ore della giornata, ha portato alla conclusione che la presenza
di rilevanti perdite occulte che le caratterizza presenta un duplice
e contradditorio aspetto. Da un lato rappresentano un notevole
danno dato dalla eccessiva dispersione d'acqua nel terreno e dall'altro
un vantaggio in quanto svolgono una importante azione di regolazione
della pressione che, in caso contrario assumerebbero valori insostenibili.
Si è anche arrivati a concludere che l'eliminazione totale
delle perdite dalle reti in argomento è praticamente un
traguardo irraggiungibile se non con una diversa costituzione
del servizio acquedottistico.