In questi ultimi tempi un attento esame
della situazione reale della regolazione della pressione di funzionamento
degli acquedotti, che forma l'oggetto della presente nota, mostra
degli aspetti interessanti ed altri contradditori.
Da un lato si nota, finalmente, un risveglio dell'attenzione rivolta
da studiosi e da addetti ai lavori per una modalità di
esercizio che contempli anche tale possibilità nel mentre
si deve constatare come non le venga attribuito il peso che le
compete. La breve analisi di due recenti convegni qui di seguito
riportata servirà a chiarirne vari aspetti.
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Conoscenza e affidabilità dei sistemi acquedottistici | Nessun accenno |
Stima delle perdite idriche | Breve accenno alla regolazione della pressione tramite valvole |
Definizione degli interventi ottimali di riqualificazione di reti di distribuzione idrica esistenti | Nessun accenno |
Processi di intrusione nei sistemi di condotte | Breve accenno alla limitazione della pressione |
Confronto fra modelli per la previsione a breve termine dei consumi idrici civili | Nessun accenno alle conseguenze della variazione di pressione |
Alterazione delle caratteristiche di qualità delle acque potabili per effetto di fenomeni corrosivi | Nessun accenno al problema pressione |
Tubi PVC-A. toughness come controllo della transizione duttile-fragile. Nuovi tests per valutare la resistenza alla crescita della criccatura | Nessun accenno al problema pressione |
Un modello di ottimizzazione per le reti di distribuzione idrica basato su costi-affidabilità | Nessun accenno al problema pressione |
Localizzazione e taratura della valvole di riduzione della pressione nei problemi di espansione e riabilitazione delle reti | Tutta la memoria tratta la regolazione della pressione mediante valvole di riduzione |
Incertezza di misura nei problemi di progetto e di verifica delle condotte circolari in pressione | Nessun accenno al problema pressione |
Programmazione e gestione dei sistemi acquedottistici in condizioni di scarsità di risorsa | Breve accenno alla regolazione della pressione tramite valvole |
Automated risk analysis of fire flow inadequacies | Nessun accenno al problema pressione |
Telecontrollo dei sistemi idrici complessi:la gestione ottimizzata della distribuzione idrica dell'abitato di Potenza | Nessun accenno al problema pressione |
Applicazione in italia dei piu' recenti sviluppi nel calcolo della frequenza economica di controllo perdite | Accenno specifico alla gestione della pressione |
Una nuova gestione delle reti tecnologiche.L'applicazione di Imperia | Breve accenno alla regolazione della pressione |
Primo approccio alla distrettualizzazione nel sistema idrico di Napoli | Accenno specifico alla regolazione della pressione con le valvole riduttrici |
Automatic robust design of water distribution systems in an uncertain scenario | Nessun accenno al problema pressione |
L'importanza delle perdite per l'efficienza delle reti idriche: San Pedro Sula, Honduras | Accenno specifico alla regolazione della pressione con le valvole riduttrici |
Attivita' del gruppo di lavoro nazionale sulla "gestione delle perdite idriche" | Nessun accenno al problema pressione |
T.I.L.DE. - Tool for Integrated Leakage DEtection (Strumento Integrato di Ricerca e Controllo delle Perdite Idriche) | Nessun accenno al problema pressione |
Wargi-qual: un modello di ottimizzazione quali-quantitativa della gestione di sistemi idrici complessi | Nessun accenno al problema pressione |
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E' innanzitutto da rilevare come su un totale de 28 memorie presentate
nella sezione "acquedotti" ben 21 parlano più
o meno diffusamente del problema delle perdite occulte. Si tratta
di una percentuale altissima che sta ad indicare come tale problema
sia della massima attualità. Tra queste n. 21 memorie,
ben n.13 studiano le perdite senza fare il benché minimo
accenno alla pressione di esercizio, n. 6 ne parlano in modo generico,
n. 1 consiglia l'adozione della riduzione della pressione senza
indicare in che modo ed infine n. 2 vedono nell'installazione
in rete delle valvole di riduzione della pressione il provvedimento
determinante per la riduzione delle perdite.
Secondo esempio. Si è esaminato
anche il convegno "STUDIO SULLA RICERCA DELLE PERDITE DEGLI
ACQUEDOTTI REGIONALI, SULLE METODOLOGIE DI RACCOLTA ED ELABORAZIONI
DEI DATI AI FINI DELLA LORO CONFRONTABILITA', SULL'ANALISI DEI
LIVELLI DI PERDITA ECONOMICAMENTE ED AMBIENTALMENTE ACCETTABILI
PER LA DEFINIZIONE DELLE LINEE GUIDA REGIONALI tenuto a cura dell'Arpa
a Bologna nel novembre 2005.
Nelle voluminose relazioni presentate che riguardavano approfonditamente
le procedure da seguire di quantificazione ed individuazione delle
perdite, si è fatto anche un breve accenno alla possibilità
di diminuire le perdite con una oculata gestione delle pressioni
di esercizio.
Da quanto riportato appare in maniera evidente come, per limitare
il volume di perdita assai elevato che si riscontra nella maggior
parte degli acquedotti, non esistano solo i lavori di riparazione
o rifacimento delle tubazioni ma che ci si renda finalmente conto
dell'importanza che riveste, a tale riguardo, l'andamento della
pressione. La logica evoluzione di queste premesse fa prevedere
per i prossimi anni un fiorire di iniziative per definire meglio
il problema e la sua risoluzione. La tendenza generalizzata che
alla data attuale si riscontra, e qui entriamo nel secondo aspetto
della questione di cui parlerò più avanti, è
quella di inserire nelle reti acquedottistiche delle valvole di
riduzione della pressione atte a riportare con continuità
la superficie piezometrica della rete entro valori normali essendo
accertato che con tale provvedimento si ottiene un notevole miglioramento
di gestione degli impianti ed una marcata riduzione delle perdite.
Il problema non è affatto semplice vista la grande varietà
di apparecchiature idrauliche disponibili e vista soprattutto
la infinita casistica di loro regolazione. Anche le decisioni
sulla ubicazione e sul numero delle valvole necessarie per una
razionale modulazione dei carichi idraulici, non sono facili da
prendere. In questo settore si stanno facendo studi approfonditi
che utilizzano sofisticati programmi applicativi volti ad ottimizzare
le soluzioni. Alla base delle elaborazioni si trova la simulazione
al computer del funzionamento della rete che consente una verifica
preventiva a tavolino dell'efficacia delle valvole sulla base
di diversificate soluzioni.
Gli interventi, condotti adottando questi rigorosi metodi, produrranno
sicuramente risultati importanti del resto già comprovati
dalle esperienze brasiliane di cui all'articolo "LA
REGOLAZIONE DELLA PRESSIONE NELLE RETI ACQUEDOTTISTICHE. L'ESPERIENZA
BRASILIANA".
Da quanto sopra risulta però una seconda importante considerazione.
Se da un lato, come detto, si nota questo importante risveglio
dell'attenzione verso la necessità di riduzione della pressione
per lo più da effettuarsi con le valvole di riduzione all'altro
non si intravede un ulteriore provvedimento che in molti casi
presenta, per quanto concerne la riduzione delle perdite, gli
stessi risultati delle soluzioni citate prima offrendo, nel contempo,
ulteriori notevoli vantaggi.
Infatti, se da una parte è ben vero che la regolazione
della pressione in rete attuata con l'inserimento di valvole di
riduzione produce una notevole riduzione delle perdite, dall'altra,
se si esaminano le reti a sollevamento meccanico, ci si accorge
come sussistano delle situazioni paradossali tecnicamente non
giustificabili. Prendiamo ad esempio il profilo prodotto dalla
soc. brasiliana BBL per illustrare compiutamente l'intervento
reale di cui all'articolo "LA
REGOLAZIONE DELLA PRESSIONE NELLE RETI ACQUEDOTTISTICHE. L'ESPERIENZA
BRASILIANA" rappresentato nella figura.
Grafico della pressione (in ascissa) in funzione delle 24 ore della giornata tipo (in ordinata) prima (con colore rosso) e dopo l'installazione della valvola di regolazione (con colore blu).
Vi è indicato il grafico giornaliero
delle pressioni in una zona critica della rete quale risulta prima
e dopo l'intervento di riduzione della pressione mediante valvole
riduttrici opportunamente controllate a mezzo computer. Si può
notare come, senza le valvole, la pressione notturna salga dai
15 metri che vi si riscontrano di giorno quando i consumi sono
elevati a ben 50-55 metri in assenza di prelievo da parte dell'utenza
o comunque con consumi ridotti al minimo come accade in certe
ore della notte. L'intervento delle valvole è servito ad
abbassare questa eccessiva pressione, fonte di gran parte delle
perdite, per riportarla allo stesso livello delle ore diurne.
Oltre a constatare che è stato sufficiente questo accorgimento
per ridurre drasticamente le perdite si può anche ragionare
su quello che prevedibilmente succede più a monte. Se per
esempio ci si chiede quale può essere la pressione di pompaggio
degli impianti di produzione atta a dare i risultati rappresentati
nel grafico si giunge alla conclusione che, supponendo si tratti
di impianti a pressione di sollevamento fissa con vasca di carico
posta in testa alla rete, il valore di sollevamento sarebbe pari,
come minimo, ai 60 metri visto che di notte risulta dal diagramma
una pressione di 55 metri. Al tempo stesso detti 60 metri di testata
rete rappresentano un valore minimo per ottenere nell'ora di punta
un carico di 15 metri come da grafico. Se ne deduce che per il
periodo che va dalle ore 21 della sera fino a circa le ore 6.30
del mattino e quindi per oltre 9 ore la pressione di pompaggio
è eccessiva e che il carico acquisito a mezzo pompe e quindi
con notevole dispendio economico deve essere, in detto periodo,
in gran parte dissipato dalle valvole. La soluzione logica non
può essere che quella basata sulla eliminazione delle vasche
di carico siano esse costituite da serbatoi pensili o da vasche
in quota di altro tipo e sulla loro sostituzione con serbatoi
di grande capacità bassi cioè posti alla stessa
quota degli impianti di produzione dell'acqua. Tali capienti serbatoi
possono anche effettuare una efficace compensazione giornaliera
delle portate, azione questa molto importante che le citate vasche
di carico e i serbatoi pensili, come dimostrato nell'articolo
"La
razionalizzazione delle reti di distribuzione d'acqua potabile
a sollevamento meccanico", non possono attuare compiutamente
. Da essi, inoltre, pescano le pompe di sollevamento per immettere
direttamente in rete una portata variabile con continuità
e sollevata ad una pressione anch'essa variabile e sempre congrua
con i risultati da conseguire a valle. I benefici offerti da questa
soluzione sono quindi molteplici consentendo, oltre alla riduzione
delle perdite in maniera del tutto simile alla alternativa con
valvole di riduzione, anche una notevole economia nelle spese
di sollevamento data dalla minor prevalenza delle pompe per molte
ore della giornata tipo. Una obbiezione a tale procedura può
essere fatta quando il territorio da servire è altimetricamente
variegato e quindi tale da richiedere una pressione in condotta
maggiore di quella che si ottiene modulando interamente il pompaggio,
come prima indicato, fin dalla testata di rete. In questo caso
la soluzione è quella mista e cioè con una modulazione
del pompaggio a media pressione atta a far fronte, con un certo
carico residuo, alla alimentazione di tutto il territorio ma affiancata
da un parziale uso delle valvole per ridurre la pressione in quei
punti in cui tale metodologia porta a valori pressori ancora eccessivi.
Esistono anche altre possibilità, come ad esempio quella
illustrata nell'articolo "Rete
integrata nel territorio" basata sull'uso dei serbatoi
pneumatici, oppure quella concernente, se le condizioni locali
lo consigliano, un pompaggio di testata alla pressione minima
modulata per il soddisfacimento diretto della gran parte del territorio
ed alcuni piccoli impianti di risollevamento locali atti a risolvere
dei problemi limitati ad aree di modesta estesa ed importanza.
Ribadito quali importanti risultati si possono ottenere con il
pompaggio diretto in rete a pressione variabile asservita alle
richieste dell'utenza e considerata la quasi totale assenza di
tale metodologia di gestione nella letteratura tecnica, negli
atti dei convegni sopra citati e sopratutto nella costituzione
reale di molti acquedotti, nel mentre si esprime compiacimento
per il risveglio di iniziative di cui si parla all'inizio di questo
articolo e relative alla riconosciute necessità di regolare
la pressione di funzionamento delle reti, si vuole qui sollecitare
l'esame e soprattutto l'adozione di tutti gli accorgimenti di
cui si è discusso e quindi applicazione delle valvole di
regolazione della pressione precedute, nel caso di acquedotti
a sollevamento meccanico, da pompaggio diretto in rete a pressione
variabile.
Ci si augura anche che nei prossimi convegni sullo scottante tema
delle perdite idriche degli acquedotti, oltre al ritrovato interesse
per la regolazione della pressione mediante valvole, venga discusso
anche il pompaggio a pressione variabile facendone rilevare le
caratteristiche tecniche ed i benefici che ne derivano.
aggiornato gennaio 2006