ANOMALIE DEL RUBINETTO MISCELATORE MONOCOMANDO
Tra gli elementi che le ditte
costruttrici dei rubinetti miscelatori monocomando sbandierano
ai quattro venti per promuoverne ai clienti la utilizzazione figura
la loro grande diffusione. Risulterebbero attualmente installati
e funzionanti in Italia ben 2.500.000 miscelatori monocomando,
in tutta Europa oltre 8.000.000 e nel mondo più di 25.000.000.
Una quantità enorme che dovrebbe costituire la migliore
garanzia di qualità del prodotto. Con la presente nota
si vuol invece dimostrare che si tratta di un apparecchio il cui
unico pregio è la forma accattivante e piacevole cui si
deve, in assoluto, la citata grande diffusione nel mentre la sua
funzionalità, se esaminata in dettaglio, denuncia inconvenienti
così gravi da portare alla conclusione che trattasi di
un accessorio assolutamente da bandire.
Bisogna innanzitutto
precisare come il funzionamento di un qualunque organo mobile
di chiusura di una tubazione in pressione presenta la caratteristica
di essere operativo solo nella parte iniziale della sua corsa.
Il grafico indicativo della portata erogata in funzione della
luce libera che si viene ad avere durante l'apertura o la chiusura
di un comune rubinetto a valvola riportato nella figura 1, mostra
chiaramente come la sua funzione sia quasi totalmente contenuta
nel solo 15% di apertura nel mentre il restante 85% svolge una
azione del tutto trascurabile. Tutti avremo constatato come, nella
apertura dei rubinetti tradizionali a vite, sia solo una parte
del primo giro di manopola (nel caso citato solo ¼ di giro)
a dare pressocchè tutta la portata d'acqua disponibile
mentre i rimanenti giri (cioè un ulteriore giro e mezzo)
non producono praticamente alcun effetto. Avremo anche notato
come, per una regolazione precisa del flusso iniziale d'acqua
fino a portarlo al quantitativo desiderato e soprattutto in quegli
acquedotti che funzionano a pressione elevata, sia necessario
un affinamento della manovra tramite una rotazione accurata della
manopola stessa. Tradotto nel corrispondente movimento del disco
interno del rubinetto munito di guarnizione di tenuta, tale grado
di apertura diventa dell'ordine di pochi decimi di millimetro
in ciò facilitato dallo spostamento micrometrico dovuto
alla presenza della vite interna. Una altro elemento positivo
dei rubinetti tradizionali è la reale impossibilità
di effettuare la chiusura istantanea del flusso. E' sempre la
presenza della vite interna che, rendendo forzatamente molto lento
e graduale il moto del tappo interno, preclude nella maniera più
assoluta l'intercettazione istantanea dell'acqua e salvaguarda
quindi tutta la rete interna di tubazioni dai possibili colpi
d'ariete che ne potrebbero derivare. Infine da rilevare, in detti
rubinetti tradizionali, la luce di passaggio dell'acqua che, compatibilmente
con il diametro delle tubazioni su cui sono applicati, sono molto
ampie e quindi in grado di consentire un agevole passaggio dell'acqua
prelevata. (vedi fig. 2 )
Vediamo ora cosa succede
nei miscelatori monocomando.
L'organo di regolazione è in quel caso composto da due
dischi in ceramica che scorrono uno sull'altro mossi, senza interposizione
di organi di regolazione accurata della corsa, direttamente dalla
manopola di comando. Il flusso dell'acqua è regolato dalla
sovrapposizione di due fori di cui il disco inferiore è
dotato, sul terzo foro presente in quello superiore, il tutto
come rappresentato nelle figure 3 e 4 e 5 . La prima cosa da notare
è la dimensione molto contenuta dei fori: quelli del disco
inferiore hanno una forma ovoidale della larghezza di soli tre
millimetri ed una lunghezza di circa cinque. Anche la fessura
di collegamento tra i fori di entrata e quello di uscita presenta
una sezione molto ridotta essendo costituita da una svasatura
a gradini del disco superiore della profondità totale di
soli 2 mm. E' facile capire come da tali accentuate strozzature
derivino delle perdite di carico elevatissime cui corrisponde,
quando la pressione di alimentazione dell'acquedotto è
modesta, una notevole diminuzione nella portata d'acqua disponibile
per l'utente che può rappresentare un notevole inconveniente
ad esempio nelle docce che, come ben noto, richiedono un flusso
d'acqua sostenuto. Ma non è questo l'inconveniente maggiore
che consiste invece nella difficoltà di regolazione della
portata data dall'impossibilità di eseguire movimenti graduali
nello scorrimento dei dischi non essendo interposto, come nei
rubinetti tradizionali di cui si è detto, alcun organo
tra manopola di comando e disco di chiusura. La manovra diretta
compiuta al momento della apertura dell'acqua, soprattutto quando
la pressione in rete è elevata, crea una notevole difficoltà
di regolazione che si traduce, in pratica, in un notevole spreco
di acqua in quanto, a causa della citata difficoltà, devono
essere effettuate numerose regolazioni per finire, inoltre, con
prelievi di portate istantanee eccessive o comunque non corrispondenti
a quelle desiderate. Ciò si traduce, soprattutto nel caso
dell'acqua calda, in notevoli sperperi di denaro. Ma l'inconveniente
forse ancora maggiore è quello della chiusura istantanea
che, inavvertitamente, ciascun utilizzatore compie al momento
della cessazione di prelevo. Si tratta di arresto rapidissimo
del flusso che provoca un colpo d'ariete, spesso avvertibile anche
in appartamenti contigui a quello dell'utilizzatore con notevole
disturbo per la quiete domestica, ma che sempre sono causa di
danni, anche se venuti alla luce a distanza di anni, nella rete
di tubazioni domestiche.
Un ulteriore difetto del rubinetto
in parola è quello della difficoltà di regolazione
nella miscelazione tra acqua calda e fredda necessario per portare
la temperatura al valore richiesto. Tale difficoltà è
insita non solo, come già detto, nella mancata presenza
di organi interni di riduzione del moto dei dischi e nella ridotta
sezione dei fori di passaggio dell'acqua ma anche in un difetto
costruttivo dei dischi stessi. E' noto come per modificare la
temperatura dell'acqua sia necessario far ruotare verso destra
o verso sinistra la manopola di regolazione. Al riguardo si sarebbe
portati a ritenere che tale movimento provocasse esclusivamente
una modificazione nella temperatura dell'acqua senza cambiamento
nella portata prelevata. Ma non è così: la rotazione
del disco superiore che viene ad aversi nel caso che qui si esamina,
provoca, oltre che una differente miscelazione tra i due tipi
di acqua calda e fredda, anche una modifica nella sezione libera
totale dei fori dei dischi dovuta alla particolare forma dei fori
stessi per cui, quando si vuol modificare la temperatura dell'acqua,
non si può evitare che, al tempo stesso, venga causato
un cambiamento anche nel quantitativo d'acqua prelevato. Soprattutto
nel caso della doccia, tale fenomeno si traduce in nuove complicate
manovre di regolazione volte a trovare un compromesso tra portata
prelevata e sua temperatura, che non sempre conducono a risultati
soddisfacenti.
Non si può anche evitare di rilevare come la presenza di
una manopola di regolazione così sensibile come quella
in argomento sia un impedimento quando, posta all'interno del
box doccia essa viene inavvertitamente urtata dal dorso dell'utente
con conseguente e indesiderata chiusura del flusso cui deve far
seguito una nuova e difficile regolazione di portata e temperatura.
Infine
è da segnalare come la presenza di unico comando provochi
spesso, soprattutto nelle persone distratte e nei bambini e ragazzi
e quando la leva di comando a riposo si trova girata verso sinistra,
prelievo di acqua dal circuito idrico della calda anche se si
ha bisogno e si ritenga di aprire l'acqua fredda. Anche questa
anomalia è fonte di dissipazione di acqua calda e quindi
di uno sperpero di denaro.
In conclusione si vuole qui affermare come, fatta eccezione per
quelli muniti di servocomando elettrico od elettronico la cui
funzionalità non viene qui messa in discussione, il rubinetto
miscelatore ideale per una normale abitazione non sia assolutamente
quello monocomando oggi così diffuso, ma sia invece un
rubinetto, se si vuole anche monoforo, ma che sia in ogni caso
caratterizzato dalla grande apertura di passaggio dell'acqua e
da una regolazione separata dell'acqua calda e fredda il che,
alla fine costituisce la sola possibilità per ottenerne
una regolazione ottimale. Le sue manopole di comando, oltre che
essere in numero di due per i motivi anzidetti, devono essere
munite inderogabilmente di dispositivo a vite o di qualche altro
corrispondente organo meccanico che consenta una regolazione micrometrica
accurata della luce libera di passaggio dell'acqua e quindi del
flusso. Tale rubinetto non deve inoltre consentire, nella maniera
più assoluta, la chiusura istantanea del flusso, necessaria
per evitare i dannosi colpi d'ariete; esso, infine, una volta
regolata la portata e la temperatura dell'acqua prelevata, deve
garantire la salvaguardia da ogni possibile ed inavvertita manomissione.
Poiché esistono in commercio numerosi rubinetti monoforo
che possiedono le caratteristiche elencate ed inoltre hanno forme
moderne funzionali e piacevoli non si può che consigliare
caldamente che siano questi gli apparecchi di chiusura da adottare
preferibilmente nelle nostre case in luogo dei diffusissimi miscelatori
monocomando.

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