1. PREMESSA
Un grave inconveniente derivato da prolungati periodi di siccità
è quello delle crisi alle fonti che alimentano gli acquedotti
e della conseguente necessità di razionamento delle insufficienti
risorse idriche allora disponibili. Sono descritti nella nota
i frequenti problemi igienici che sorgono ed indicata una loro
possibile soluzione.
2. EFFETTI DELLA CRISI IDRICA
I provvedimenti che si adottano in caso di grave e temporanea crisi idrica sono nell'ordine:
· In prima fase la sospensione
della fornitura d'acqua durante i periodi notturni;
· In seconda fase, da attuare in caso di insuccesso della
prima ed in aggiunta ad essa, la sospensione diurna praticata
a turni orari alternati mediante chiusura delle saracinesche stradali
zona per zona e per periodi più o meno lunghi in funzione
della residua disponibilità d'acqua.
Oltre a provocare gravi disagi alla popolazione
che si vede privata del rifornimento idrico per molte ore del
giorno e per tutta la notte, un servizio turnario del genere comporta
anche gravi rischi igienici. E' infatti ben noto come in ogni
realtà acquedottistica siano presenti piccole fessurazioni
o rotture delle tubazioni interrate che provocano, durante il
normale esercizio, perdite d'acqua per quantitativi pari, in acquedotti
in ottimo stato di manutenzione e funzionanti a pressione normale,
a circa il 20% del volume totale d'acqua prodotta per arrivare,
negli acquedotti vetusti o funzionanti a pressione elevata, fino
al 50% di esso ed anche oltre. Fortunatamente la fuoriuscita d'acqua
attraverso le piccole fessure, esercita una azione igienicamente
protettiva in quanto la forte pressione e velocità che
la caratterizza, inibisce ogni immissione all'interno delle tubazioni
di liquidi, insetti o altre sostanze inquinanti sempre presenti
nei terreni attraversati, azione protettiva che però viene
totalmente a mancare quando, per un qualsivoglia motivo, il flusso
d'acqua in condotta viene interrotto. Ha luogo, in tal caso, un'azione
contraria di aspirazione verso l'interno delle condotte stesse
che tendono a svuotarsi per alimentare utenze o perdite poste
nelle zone altimetricamente depresse. In definitiva ogni interruzione
di funzionamento delle condotte stradali costituisce una probabile
fonte di inquinamento che impone, prima della messa in pristino,
un accurato lavaggio e disinfezione di tutti i tronchi di tubazione
interessati dal disservizio.
Sono evidenti i rischi igienici che si corrono quando l'alimentazione
idropotabile di un'intera città viene effettuata, come
indicato all'inizio, a turni alternati comportanti ripetute sospensioni
e rimesse in servizio dell'intera rete di distribuzione dell'acqua
potabile senza che vengano rispettate le regole citate in tema
di lavaggio e disinfezione.
3. RAZIONAMENTO IDROPOTABILE CORRETTO
La soluzione di molti dei problemi ricorrenti
nel rifornimento idropotabile può essere trovata adottando,
nella costruzione ed esercizio dei complessi acquedottistici,
concetti diversi da quelli tradizionali classici e che presentano,
rispetto a questi ultimi, evidenti vantaggi quali economia nelle
spese energetiche, minori perdite occulte, corretta consegna dell'acqua
all'utenza ed infine una grande elasticità di esercizio
che consente di affrontare efficacemente eventuali situazioni
di emergenza. Si tratta di una rete di distribuzione, a buon titolo
chiamata rete ideale, funzionante a pressione di partenza variabile
e che può validamente sostituire quella tradizionale caratterizzata,
invece, da vasche di carico poste in testa ad essa con lo scopo
di assicurare una pressione costante dell'acqua immessa in rete.
L'elemento posto sotto controllo nella rete ideale è invece
la pressione finale di consegna dell'acqua all'utenza ritenuta,
a ragione, determinante per una corretto esercizio. Per raggiungere
tale scopo la vasca di carico, prima descritta per la rete classica,
deve essere sostituita da un dispositivo idraulico che, tramite
l'impianto di telecontrollo e telecomando dell'acquedotto, varia
in continuazione e del tutto automaticamente la pressione con
cui l'acqua viene immessa in rete e ciò sulla base di precise
modalità di definizione di detta pressione finale costantemente
tenuta sotto controllo dal sistema. Quest'ultima dovrà
infatti, in ogni giornata, essere elevata nelle ore in cui si
verificano le richieste maggiori (ad esempio m. 35 sul tubo),
media al pomeriggio quando non si hanno consumi di punta (m.25)
ed infine molto bassa (m.15) alla notte quando i consumi sono
prossimi a zero. Il dispositivo idraulico, costituito nella rete
a sollevamento meccanico da pompe a velocità variabile
con immissione diretta in rete ed in quella funzionante a gravità
da una o più valvole di riduzione della pressione dotate
di servocomando meccanico azionato dall'impianto di telecontrollo,
provvede alla regolazione continuativa ed automatica della pressione
di testa della rete in modo da riportare quella finale rilevata
ai punti caratteristici della rete e trasmessa in continuazione
al centro, entro i valori prefissati ora per ora.
Una rete del genere, le cui caratteristiche generali sono meglio
spiegate nella memoria " La razionalizzazione delle reti
di distribuzione d'acqua potabile a sollevamento meccanico"
visibile nel sito internet http://altratecnica.3000.it, presenta,
tra l'altro, il vantaggio di fornire una adeguata soluzione del
problema inerente la crisi delle fonti che forma specificatamente
l'oggetto della presente memoria. Essa consente infatti di limitare
durante prefissati intervalli temporali, i volumi d'acqua da distribuire
all'utenza, non già, come si usa fare con troppa disinvoltura
chiudendo sic et sempliciter l'acqua zona per zona ma invece abbassando
ad arte la pressione di esercizio fino al raggiungimento delle
necessarie economie idriche e tutto ciò mantenendo comunque
una pressione finale in condotta sempre sufficiente per evitare
ogni immissione di sostanze dall'esterno dei tubi.
Si dimostra come anche in regime di funzionamento normale ad una
riduzione della pressione di esercizio contenuta comunque entro
valori atti ad una corretta alimentazione di tutta l'utenza, corrisponda
una sensibile diminuzione del consumo idrico totale che si riscontra
non soltanto nelle perdite occulte, molto sensibili alla variazione
in oggetto, ma anche nelle richieste dell'utenza (tale fenomeno
è spiegato nella memoria "Fabbisogno, consumi, portate
e perdite nella pratica di esercizio delle reti di distribuzione
d'acqua potabile a sollevamento meccanico" visibile nel sito
internet http://altratecnica.3000.it). Quando poi, come accade
durante il razionamento turnario che qui si vuole propugnare,
la pressione viene ridotta molto al di sotto del limite minimo
di esercizio (ad esempio portandola ad un valore di soli 5 m di
colonna d'acqua sull'asse tubo), allora si riscontrano anche economie
idriche conseguenti al mancato rifornimento di gran parte dell'utenza
per cui i volumi totali d'acqua consumati durante l'orario di
turno sono prossimi allo zero.
In definitiva un possibile razionamento d'acqua della "rete
ideale" è quello che si ottiene abbassando la pressione
di consegna, per un numero di ore giornaliero definito in funzione
delle reali disponibilità d'acqua, fino a portarla al valore
minimo ma sufficiente per evitare che le condotte vadano in depressione.
Allora la maggior parte dell'utenza è priva del rifornimento
idrico ma viene tutelato l'igiene del servizio assicurando, al
tempo stesso, una alimentazione minimale ai rubinetti posti ai
piani bassi delle case cui gli utenti possono ricorrere in caso
di estrema necessità. La metodologia, consentendo anche
il ripristino immediato del normale servizio allo scadere dell'orario
prestabilito senza dover ricorrere a straordinari lavaggi e alla
disinfezione della rete, possiede tutte le caratteristiche per
una risoluzione ottimale del problema "Razionamento idrico
mediante turnazione".
Da rilevare infine una interessante caratteristica della "rete
ideale" : quella di poter far fronte alle crisi idriche di
modesta entità senza togliere del tutto il rifornimento
dell'utenza ma semplicemente abbassando la pressione di funzionamento
entro valori compatibili con un normale servizio e con la producibilità
reale delle fonti. Ad esempio si dimostra come, in una rete funzionante
a 35 m di colonna d'acqua rispetto al suolo, una riduzione spinta
fino a 20 m., ancora sufficienti per una corretta alimentazione
idropotabile, assicura una economia nei consumi totali dell'utenza
di ben il 25%.
4. CONCLUSIONI
Si sono descritti i pericoli che, nei
riguardi dell'igiene, incombono sul servizio idropotabile quando
viene attuata l'alimentazione turnaria per far fronte ad eccezionali
carenze delle fonti di alimentazione.
La soluzione prospettata del problema consiste nel sostituire
alla chiusura delle condotte stradali che si usa effettuare anche
se è causa di probabile inquinamento della rete acquedottistica,
la riduzione della pressione di esercizio fino a portarla a valori
minimi compatibili con la salvaguardia igienica del servizio.
Sono indicate anche le caratteristiche da assegnare alla moderna
rete di distribuzione per ottenere, assieme a molti altri vantaggi,
già noti, anche la possibilità di attuazione di
tali provvedimenti.