1) PREMESSA
E' assodato che uno dei problemi che
in futuro si presenteranno con drammaticità sarà
quello della carenza dell'acqua necessaria per i vari usi.
In Italia i volumi che annualmente si rendono disponibili a tale
fine sono e saranno più che sufficienti a coprire il fabbisogno.
Esistono però forti squilibri tra una regione e l'altra
e grandi sfasamenti temporali tra disponibilità d'acqua
e fabbisogno; la loro attenuazione risulterà indispensabile
perché il problema possa ritenersi risolto. In tal senso
un contributo fondamentale potrebbe essere dato dalle opere qui
descritte se non si trattasse invece che di un mero parto della
fantasia volto ad immaginare un futuro impossibile eden idrico.
2) SITUAZIONE FUTURA DEGLI ACQUEDOTTI ITALIANI
Il quadro complessivo all'anno X vedrà
già realizzate le indicazione della legge Galli e quindi
organizzati gli ATO e cioè i grandi territori ottimali
all'interno dei quali il ciclo completo delle acque, dalla raccolta
e depurazione di quelle reflue alla distribuzione di quelle potabili,
sarà correttamente svolto ad opera dell'Autorità
di Bacino. Risulteranno inoltre completati e razionalizzati tutti
gli impianti fognari e quindi l'acqua dei fiumi e del mare dove
ha luogo la restituzione finale dei liquami depurati sarà
tornata limpida come era un tempo nel mentre per gli acquedotti,
completamente riorganizzati sotto l'egida dell'autorità
predetta, sussisterà un grave deficit causato da un lato
dai grandi mutamenti climatici che avranno sensibilmente ridotto
le portate d'acqua disponibili soprattutto durante i periodi particolarmente
siccitosi e dall'altro dalle aumentate esigenze specifiche che
comporteranno un forte aumento del fabbisogno idrico. Per quanto
riguarda i bacini artificiali, realizzati nelle zone montane mediante
dighe di ritenuta, saranno al momento perfettamente funzionanti,
in quanto si provvede con continuità all'asporto del materiale
ghiaioso di deposito, soltanto quelli di vecchia costruzione nel
mentre da molti anni non se ne realizzano di nuovi a causa dei
gravi danni che opere di tale genere provocano all'ambiente.
Sarà ancora irrisolto il problema, prima citato, delle
emergenze idriche del meridione d'Italia.
3) LA SOLUZIONE PROPOSTA
L'utilizzazione dei volumi d'acqua disponibili
nel nord d'Italia, particolarmente in periodi di grandi precipitazioni
atmosferiche, allo scopo di risolvere al sud le frequenti crisi,
presenta ostacoli quasi insormontabili. Innanzitutto, essendo
in gioco enormi volumi d'acqua, non si può pensare di prelevarli
da quella che può essere considerata l'unica risorsa atta
allo scopo e cioè dall'asta dei fiumi del settentrione
per i gravi danni che ne deriverebbero alle utilizzazioni già
in atto e all'ambiente. Un altro problema è rappresentato
dalla grande variabilità di portata che da un periodo all'altro
caratterizza sia la disponibilità d'acqua che il fabbisogno.
Occorrerebbero grandi volumi di invaso, praticamente irrealizzabili,
per effettuare le necessarie compensazioni di portata. Infine
il trasporto di questi ingenti quantitativi d'acqua dalle regioni
del nord Italia dove essa abbonda a quelle del Sud, sembra essere
un problema non risolvibile.
Un attento esame della situazione reale delle nostre pianure offre
però un panorama meno pessimistico considerato che i grandi
fiumi sono di per sé dotati, nelle zone di pianura e di
sbocco a mare, di una struttura che, previa modifica non sostanziale
delle sue caratteristiche costitutive e delle attuali modalità
di utilizzazione, può svolgere, in tal senso, un ruolo
determinante. I principali fiumi del nord d'Italia presentano,
infatti, nella parte finale del loro alveo, ampie aree golenali
delimitate da alti argini il cui scopo è di aumentare sensibilmente
la portata adducibile al mare quando essa raggiunge, in occasione
di piogge eccezionali, valori cospicui. Si tratta quindi di grandi
bacini che vengono usati solo in occasione dei periodi particolarmente
piovosi mentre non lo sono per il tempo restante. Ne è
riprova il fatto che molto spesso le aree golenali sono coltivate,
altre volte vi trovano posto ampie piantagioni di alberi di alto
fusto, qualche volta si sono ubicate in golena anche delle case
regolarmente abitate.
Ebbene, se tali fiumi fossero dotati, previa loro sistemazione
generale, di uno sbarramento mobile ubicato in prossimità
dello sbocco a mare che consentisse di invasare nelle capaci aree
golenali notevoli volumi d'acqua, si otterrebbero i seguenti vantaggi:
1. impedire la risalita del cuneo salino lungo la parte finale
dell'asta dei fiumi e quindi rendere utilizzabile ai fini irrigui
e potabili i volumi d'acqua che vi transitano
2. consentire di captare, in prossimità della foce, grandi
volumi continui d'acqua dati dalla portata fluente cui va aggiunta
quella accumulata grazie alle citate chiusure. Da notare come
il prelievo di tali portate nella parte finale del fiume non comporta,
proprio perché ubicata in prossimità dello sbocco
a mare, alcuna modifica e quindi alcun danno, al regime idrico
di tutta l'asta: è invece possibile utilizzare tutti i
volumi d'acqua che necessitano limitando lo scarico a mare soltanto
a quelli in esubero rispetto al fabbisogno o quelli richieste
dalle condizioni ambientali locali.
3. mantenere costantemente rincollata l'acqua dei fiumi in modo
da realizzare, durante tutto l'anno e tramite una oculata manovra
delle barriere mobili, un notevole volume di invaso atto ad effettuare
una efficace compensazione delle portate di piena molto variabili
durante l'anno medesimo;
4. il recupero di grandi volumi d'acqua di piena dei fiumi, che
altrimenti sarebbe scaricata a mare, lascia disponibili a monte,
lungo l'asta del fiume, molta acqua da utilizzare per altri usi
come ad esempio per le irrigazioni;
5. estendendo l'intervento a più corsi d'acqua distribuiti
in diverse regioni italiane è possibile usufruire di svariati
eventi meteorologici e dei relativi incrementi di portata;
Ovviamente la regolazione delle barriere mobili deve tenere in
debito conto e con continuità l'andamento meteorologico
e quindi esser aperte durante le alluvioni in modo da non ostacolare
lo scarico a mare di tutta la portata d'acqua in arrivo da monte
ma durante tutto il resto dell'anno tenere il bacino pieno o quasi
pieno fatti salvi gli svasi che, durante i periodi di magra, consentano
il prelievo di tutta la portata necessaria per far fronte ai fabbisogni.
Opportune e sistematiche manovre alternate da un fiume all'altro
permetteranno di scaricare a mare le sabbie di deposito in modo
da evitare da una parte l'interramento dei bacini e dall'altra
favorire il ripascimento delle spiagge marine.
In pratica, la ipotesi qui considerata vede le foci di alcuni
grandi fiumi trasformate in lunghi e capaci laghi aventi il pelo
libero dell'acqua costantemente più in alto del livello
marino, alimentati da monte con portate elevate in quanto comprensive
dell'apporto di tutti gli affluenti del fiume stesso, nessuno
escluso, ed in quanto comprensive anche dei volumi che vi si raccolgono
in occasione di eventi piovosi intensi nonché delle portate
d'acqua reflua depurata e scaricate dalle varie reti fognarie
disseminate in tutto il territorio nazionale. Da tali laghi è
possibile prelevare tutta la portata richiesta per far fronte
ai fabbisogni nel mentre viene scaricata in mare solo la portata
eccedente il fabbisogno. Durante i periodi nei quali il bacino
imbrifero è interessato da piogge intense vengono immagazzinati,
grandi volumi d'acqua atti ad effettuare una efficace compensazione
delle portate
Essendo l'intervento dislocato in diverse località anche
molto distanti tra di loro, aumenta la probabilità di poter
usufruire delle piene e delle morbide.
Il fabbisogno idrico italiano complessivo dovrebbe essere soddisfatto
tramite i soli proventi delle opere indicate. Non sono però
da trascurare altri importanti mezzi di produzione d'acqua potabile
di sorgenti, pozzi, quella ottenuta da potabilizzazione di acque
reflue di fognatura, o irrigua generalmente prelevata dai fiumi
oppure quella immagazzinata negli esistenti bacini artificiali.
Il tutto secondo le modalità che saranno appresso indicate.
Una volta risolto il problema della produzione di tutto il volume
d'acqua necessario e che forzatamente deve avvenire al nord, rimane
da risolvere il problema del suo trasporto fino alle regioni meridionali
normalmente afflitte da grande carenza idrica. La soluzione potrebbe
esser trovata nella realizzazione di un collegamento idrico atto
a consentire i necessari interscambi di portata tra le varie regioni
italiane, collegamento tanto più difficoltoso quanto maggiori
sono i quantitativi d'acqua e le distanze in gioco e che quindi
diventa particolarmente arduo quando entrano nel bilancio i fabbisogni
irrigui la cui entità, come già detto, è
ben maggiore di quelli potabili (approssimativamente il quadruplo).
Quella che si proporrà non può pertanto che essere
una soluzione di compromesso che se da un lato potrebbe assolvere
in toto le esigenze idropotabili, dall'altro può solo contribuire
a lenire quelle irrigue, fatte salve ulteriori possibilità
come sarà più avanti indicato.
In pratica si tratterebbe di costruire due grandi reti magliate
di condotte una per l'adduzione di acqua potabile e l'altra per
l'acqua grezza cioè di acqua che ha subito solo un trattamento
primario di depurazione e che pertanto è utilizzabile per
usi industriali, artigianali per irrigazione agricola (questa
contenuta entro determinati limiti quantitativi), per annaffiamento
orti e giardini, per cacciata delle fognature stradali ed infine
per i servizi domestici di base come lavaggi, vasche di cacciata
dei WC, docce, pulizia strade, ecc. ecc. Considerato che nel periodo
futuro che si sta esaminando saranno le acque reflue delle locali
fognature che, invece di essere scaricate nei recipienti finali
come accade ai nostri giorni, troveranno, previo ulteriore trattamento
di depurazione, una utilizzazione sempre maggiore, la rete di
acque grezze è destinata a ricevere da tali acque e regione
per regione, un importante contributo, che le permetterà,
un giorno, di soddisfare interamente il fabbisogno.
In pratica se fossero già realizzati gli ATO di cui alla
legge Galli, le due reti di adduzione indicate costituirebbero
l'indispensabile collegamento idraulico tra tutti gli ATO.
4) SITUAZIONE DEGLI ACQUEDOTTI ITALIANI NELL'IPOTESI CONSIDERATA
La situazione finale all'anno X degli
acquedotti italiani nella ipotesi qui considerata potrebbe così
esser sintetizzata:
Alcuni importanti fiumi italiani come ad esempio Tagliamento,
Livenza, Piave, Brenta e Adige, nel versante adriatico, Arno e
Tevere in quello tirrenico, sono stati sistemati con modifica
degli argini e costruzione dello sbarramento mobile di foce, in
modo da essere in grado di invasare nel loro bacino golenale grandi
volumi d'acqua e di mantenerli per lunghi periodi onde effettuare
una buona compensazione delle grandi portate in gioco. In pratica
le aree golenali per una estesa di alcuni chilometri vicino alla
foce ed attualmente sistemate a verde, sarebbero trasformate in
laghi. Non viene, per il momento, considerato il Po per i notevoli
problemi che sarebbero posti dalla costruzione dello sbarramento
mobile di foce, ma, a seguito di una analisi più attenta,
anche tale importantissimo corso potrebbe rientrare nel novero
contribuendo in maniera determinante ad aumentare le disponibilità
idriche future (ulteriori notizie sullo sbarramento mobile di
foce sono visibili nell'omonimo articoli su internet al sito http://altratecnica.3000.it).
Ogni fiume è munito, in prossimità dello sbarramento
mobile, di un capace impianto di trattamento e pompaggio in grado
di dare alle acque le necessarie caratteristiche chimico-fisiche
ed immetterle nelle due grandi reti di adduzione nazionale: acqua
potabile nel primo e acqua grezza nell'altro. Da notare come il
progresso tecnico che senza dubbio avrà interessato la
concezione della decantazione e filtrazione consente, all'epoca
che qui si considera, di costruire impianti di dimensioni relativamente
ridotte e, per lo più ricavati nel sottosuolo.
Sono state costruite due grandi reti magliate di condotte rispettivamente
per acqua potabile e per acqua grezza, che percorrono tutta l'Italia
in lungo e largo, Sicilia compresa, con percorso in gran parte
sottomarino. Nei tratti di terraferma è previsto un doppio
tunnel scavato, a notevole profondità onde evitare le interferenze
con i servizi preesistenti, nel sottosuolo.
Tutti gli ATO costituiti in base alle disposizioni della legge
Galli, sono attraversati da dette grandi tubazioni di rete con
le quali sono anche collegati per potervi prelevare o immettere
l'acqua a seconda delle disponibilità. La grande diversificazione
delle fonti che alimentano le due reti, distribuite in diverse
regioni italiane, consente di modulare la portata consegnata o
ricevuta dagli ATO in modo da soddisfare le singole necessità
giornaliere.
Il sistema acquedottistico nazionale è governato da un
calcolatore centrale che ne sovrintende tutte le funzioni secondo
quanto sarà in appresso indicato.
Si riportano, in sintesi, le caratteristiche di ogni ATO.
5) SERVIZIO IDROPOTABILE
A) ATO ALIMENTATO CON ACQUA DI SORGENTE O CON ACQUA DI BACINO ARTIFICIALE O LAGO NATURALMENTE POTABILE
1) Le sorgenti degli acquedotti sono
state potenziate in modo da poter captare tutta l'acqua disponibile
anche con carattere di discontinuità o di grande variabilità
se la fonte non ha portata costante;
2) Ogni impianto di produzione continua a svolgere il compito
di alimentare la sua rete locale di competenza e, in più,
deve essere collegato con la rete di adduzione nazionale in modo
da renderlo atto a svolgere due funzioni:
- immissione nella rete di adduzione nazionnale tutta l'acqua in
esubero;
- prelievo dalla stessa adduttrice di tuttaa la portata di cui
ha bisogno onde integrare la propria produzione, quando questa
è deficitaria rispetto al fabbisogno.
Tutti gli impianti di produzione sono del tipo ad immissione diretta
in condotta ed atti a variare a seconda delle necessità
la pressione e la portata dell'acqua immessa (impianti dotati
di valvole di regolazione della pressione se funzionanti a gravità
o di pompe a velocità variabile negli altri casi sempre
comandate dall'impianto di telecomando e telecontrollo). Il prelievo
dell'acqua dalla adduttrice é in pressione tramite valvola
di regolazione del prelievo comandata dall'impianto di telecontrollo.
B) ATO ALIMENTATO DA POZZI CON ACQUA NATURALMENTE POTABILE
1) I pozzi sono stati potenziati in modo
da poter captare tutta l'acqua disponibile della falda anche con
carattere di discontinuità se la falda non ha portata costante;
2) Ogni impianto di produzione continua a svolgere il compito
di alimentare la sua rete locale di competenza e, in più,
è collegato con la rete di adduzione nazionale in modo
da renderlo atto a svolgere due funzioni:
- immissione nella rete di adduzione nazionnale tutta l'acqua in
esubero;
- prelievo dalla stessa adduttrice di tuttaa la portata di cui
ha bisogno onde integrare la propria produzione, quando questa
è deficitaria rispetto al fabbisogno.
Tutti gli impianti di produzione sono del tipo ad immissione diretta
in condotta ed atti a variare a seconda delle necessità
la pressione e la portata dell'acqua immessa (impianti dotati
di valvole di regolazione della pressione se funzionanti a gravità
o di pompe a velocità variabile negli altri casi sempre
comandate dall'impianto di telecomando e telecontrollo). Il prelievo
dell'acqua dalla adduttrice é in pressione tramite valvola
di regolazione del prelievo comandata dall'impianto di telecontrollo.
C) ATO ALIMENTATO DA PRESA DI ACQUA SUPERFICIALE DA FIUME POTABILIZZATA
1) Ogni impianto di produzione é
potenziato in modo da poter prelevare da fiume e trattare tutta
l'acqua disponibile. Dove possibile si sono costruiti dei capaci
bacini di accumulo, preferibilmente sotterranei, delle acque di
piena con tutte le strutture necessarie per immettere nella rete
di adduzione nazionale tali portate (decantatori, filtri, sollevamento
ecc.).
2) Ogni impianto di produzione continua a svolgere il compito
di alimentare la sua rete locale di competenza e, in più,
deve essere collegato con la rete di adduzione nazionale in modo
da renderlo atto a svolgere due funzioni:
- immissione nella rete di adduzione nazionnale tutta l'acqua in
esubero;
- prelievo dalla stessa adduttrice di tuttaa la portata di cui
ha bisogno onde integrare la propria produzione, quando questa
è deficitaria rispetto al fabbisogno.
Tutti gli impianti di produzione sono del tipo ad immissione diretta
in condotta ed atti a variare a seconda delle necessità
la pressione e la portata dell'acqua immessa (impianti dotati
di valvole di regolazione della pressione se funzionanti a gravità
o di pompe a velocità variabile negli altri casi sempre
comandate dall'impianto di telecomando e telecontrollo). Il prelievo
dell'acqua dalla adduttrice é in pressione tramite valvola
di regolazione del prelievo comandata dall'impianto di telecontrollo.
D) ATO ALIMENTATO CON ACQUA AVENTE ELEVATI COSTI DI PRODUZIONE (DEMINERALIZZAZIONE ACQUA SALATA, TRATTAMENTO ACQUE RESTITUITE DALLA FOGNATURA ECC.)
Gli impianti di produzione esistenti
continuano a produrre la sola acqua necessaria al soddisfacimento
del proprio fabbisogno quindi senza alcun potenziamento. E' stato
realizzato il collegamento con la rete di adduzione nazione con
lo scopo principale di sostituire tutto o in parte l'acqua prodotta
localmente avente costi elevati, con quella prelevata dalla rete
di adduzione nazionale. In casi estremi é consentito immettere
le portate prodotte in esubero rispetto al fabbisogno, nella rete
di adduzione nazionale. Tutti gli impianti di produzione sono
del tipo ad immissione diretta in condotta ed atti a variare a
seconda delle necessità la pressione e la portata dell'acqua
immessa (impianti dotati di valvole di regolazione della pressione
se funzionanti a gravità o di pompe a velocità variabile
negli altri casi sempre comandate dall'impianto di telecomando
e telecontrollo).
6) SERVIZIO IDRICO ACQUA GREZZA PER USI INDUSTRIALI, ARTIGIANALI, IRRIGUI E VARI DOMESTICI
La portata immessa nella rete grezza
nazionale é per la maggior parte fornita dagli impianti
di foce dei fiumi principali. Anche gli ATO, se le condizioni
locali lo permettono, producono acqua grezza da destinare, di
preferenza al soddisfacimento delle necessità locali. I
volumi eventualmente in esubero sono immessi nella rete nazionale.
Essendo questo il servizio che richiede i maggiori quantitativi
d'acqua, sono di preferenza utilizzate tutte le acqua locali limitando
quelle della rete nazionale di acqua grezza ai soli casi in cui
non è possibile operare diversamente.
Sono ipotizzabili interscambi di portata anche con le reti irrigue,
pur in quantità contenute rispetto a quelle totali necessarie.
Il servizio di irrigazione agricola vero e proprio deve restare
autonomo e ai vari fabbisogni agricoli si deve far fronte regione
per regione, con risorse idriche locali solo parzialmente integrate
con acqua proveniente dalla rete nazionale grezza.
7) SERVIZIO DI FOGNATURA
Tutte le reti sono unificate in tutto il territorio di ogni ATO. Gli impianti fognari italiani sono pertanto costituiti da grandi reti di tipo separativo e munite di pochi impianti di depurazione di grandi dimensioni. Questi ultimi effettuano un trattamento spinto delle acque reflue in modo da renderle atte ad essere immesse, a fine trattamento, nella rete locale di acque grezze. Gli eventuali volumi prodotti in eccesso rispetto al fabbisogno locale sono immessi nella rete nazionale di acque grezze.
8) LA RETE IRRIGUA
Il problema della captazione e trasporto
a lunga distanza delle acque per irrigazione rappresenta senza
dubbio la parte più difficile e di incerta soluzione fra
tutte le proposte formulate in questa nota a causa dei notevoli
volumi d'acqua che il servizio irriguo richiede.
Non è realisticamente ipotizzabile che la rete di acque
grezze prima descritta possa risolvere il problema irriguo italiano
bensì che possa solo integrarlo con portate in entrata
ed in uscita di entità non definibile se non in fase di
progettazione reale ma comunque di modesta rispetto ai fabbisogni
irrigui. Gli impianti irrigui, a loro volta, possono contribuire
nella alimentazione della rete grezza nazionale immettendovi le
acque in esubero e che abbiano le necessarie caratteristiche chimico-fisiche.
9) ORGANIZZAZIONE GENERALE
Dovrà essere installato un potente
impianto centrale di telecontrollo e telecomando che sovrintende
il funzionamento del grande sistema acquedottistico nazionale.
Ad esso perverranno in tempo reale tutti i dati istantanei di
funzionamento di ciascun ATO e quelli della rete nazionale di
adduzione quali:
- le portate di pioggia sia reali che di prrevisione;
- la portata totale immessa nella rete locaale;
- la portata totale immessa o prelevata dallla rete di adduzione
nazionale;
- la portata massima di cui effettivamente potrebbe disporre;
- i costi reali per mc di acqua prodotta;
- altri dati di funzionamento reale istantaaneo (pressione in condotta,
caratteristiche fisico chimico dell'acqua ecc. ecc.)
Il calcolatore determinerà in tempo reale le condizioni
di produzione atte al soddisfacimento delle richieste dei vari
ATO con valori ottimali sia tecnici che economici. Ciò
significa, ad esempio nella rete potabile, incrementare al massimo
il funzionamento degli impianti a basso costo di produzione ed
immissione in rete di adduzione nazionale (tali sono gli impianti
alimentati da sorgenti o da bacini artificiali d'alta montagna
privi di spese di potabilizzazione e di sollevamento perché
funzionanti a gravità). Una volta portati tali impianti
alla loro massima producibilità saranno le acque dei pozzi
delle falde artesiane naturalmente potabili ad essere immesse
e, per ultime, quelle meno convenienti sia dal lato dei costi
sia delle altre caratteristiche.
Visti i grandi volumi d'acqua in gioco saranno gli impianti di
produzione della rete di adduzione nazionale, cioè quelli
posti in prossimità della foce dei fiumi prima elencati,
a produrre la maggior parte dell'acqua necessaria, e quindi a
soddisfare la base del diagramma di consumo che riguarda una gran
parte del fabbisogno, nel mentre saranno gli impianti locali ad
effettuare in ogni caso la copertura delle punte di consumo. Quando
possibile l'ATO provvederà prioritariamente al soddisfacimento
del proprio fabbisogno nel mentre tutta l'acqua prodotta in esubero
sarà immessa in rete. Potrà ricorrere alla rete
nazionale con prelievi continuativi o limitati a brevi periodi
di crisi solo in caso di insufficienza nella produzione propria.
A tale scopo il calcolatore determinerà le condizioni ottimali
di invaso dei bacini di foce dei fiumi e quindi le manovre da
effettuare alle barriere mobili per tenere costantemente rincollata
l'acqua in arrivo fatta salva la necessità di scaricare
a mare le portate di piena durante i periodi alluvionali e comunque
quelle in eccedenza rispetto al fabbisogno,
Per gli impianti di solito alimentati con acqua molto costosa,
saranno definite le modalità per ridurre al minimo la produzione
locale modulando in tal senso il prelievo dalla rete di adduzione
nazionale minuto per minuto. Poichè la richiesta idrica
durante l'anno è molto varia, l'utilizzazione di acque
aventi costo elevato sarà limitata ai soli periodi di forti
consumi o di scarsa produzione nel mentre per la maggior parte
delle giornate, sarà l'acqua a basso costo ad essere adoperata.
La rete di adduzione nazionale sarà del tipo con funzionamento
a pressione variabile (quindi priva di serbatoi di accumulo in
quota che irrigidiscono il sistema rendendo fissa la quota della
piezometrica di funzionamento) con immissione diretta in condotta
dell'acqua proveniente sia dagli impianti propri che dai vari
ATO. Il calcolatore definirà in tempo reali le condizioni
ottimali di funzionamento di tutti gli impianti modificando la
pressione di esercizio di minuto in minuto in funzione delle pressioni
di arrivo. In dettaglio l'ottimizzazione consiste nel definire
la pressione media ottimale di consegna ai vari ATO in modo da
far funzionare senza bisogno di risollevamento il maggior numero
possibile degli ATO alimentati e, di conseguenza, definire le
pressioni di immissione da parte degli ATO alimentanti nonché
degli impianti della rete nazionale.
La grande diversificazione delle fonti e la grande elasticità
di funzionamento delle due reti renderà possibile una corretta
modulazione delle portate in gioco a seconda del fabbisogno e
della disponibilità giornaliere dei vari ATO.
Tutte le capacità di accumulo, compensazione o comunque
di partenza della portata immessa nella condotta nazionale saranno
del tipo a terra e preferibilmente ricavate nel sottosuolo, con
apparecchiatura per l'immissione dell'acqua nella condotta nazionale
costituita:
- in caso di impianti di alta quota funzionnanti a gravità:
valvola di regolazione della portata e della pressione regolata
in tempo reale dall'impianto di telecontrollo;
- in caso di impianti posti a quote inferioori alla piezometrica
minima di funzionamento della condotta nazionale: pompe a velocità
variabile atte a modulare non solo la portata ma anche la pressione
di esercizio e regolate dall'impianto di telecontrollo che determina
in tempo reale il numero di pompe da far funzionare e la loro
velocità di rotazione.
10) DIMENSIONAMENTO DI MASSIMA DELLE OPERE
Per un dimensionamento delle opere sarebbe
necessario una approfondita analisi riguardante il fabbisogno
e la disponibilità idriche attuali e di previsione futura,
analisi che, visto il carattere de mera fantasia del presente
lavoro avente il solo scopo di lanciare un'idea tutta da verificare,
non intendo affrontare. Per dare un'idea sia pure molto approssimativa
della consistenza di tali opere, fisso in 50 mc/sec, pari circa
al 20% dell'intero fabbisogno nazionale, la portata integrativa
necessaria per risolvere il problema idropotabile italiano del
prossimo cinquantennio. Mancando elementi per la stima dell'acqua
grezza, visto e considerato che in Italia non esistono reti di
distribuzione di tale elemento e che il fabbisogno irriguo non
rientra che parzialmente tra gli scopi delle opere qui previste,
fisso in altri 50 mc/sec la portata d'acqua grezza da considerare.
In definitiva viene qui previsto che l'Italia sia percorsa da
nord a sud da un nuovo flusso d'acqua pari alla metà di
quello del secondo fiume d'Italia, l'Adige, cioè 100 mc/sec.
interamente a disposizione dei vari utenti con la possibilità,
anzi con l'obbligo per questi ultimi, di immettervi le acque eventualmente
in esubero.
Tale portata, considerata necessaria per integrare quella attualmente
disponibile, sarebbe ottenuta per 90 mc/sec attingendo dai bacini
di foce dei fiumi Tagliamento, Livenza, Piave, Brenta, Adige,
Arno e Tevere e, per i restanti 10 mc/sec, da fonti disseminate
nei vari ATO sopratutto dell'Italia settentrionale. La rete di
adduzione nazionale sarebbe, in tale ipotesi, costituita da due
tubazioni longitudinali del diametro di 4.50 metri, una per acqua
potabile ed una per acqua grezza che seguono la riva del mare
ad est ed altrettante quella ovest dell'intera penisola italiana,
con tracciato sottomarino oppure di terraferma tramite tunnel
profondi, nel mentre tre o quattro doppie condotte trasversali
dello stesso tipo e di collegamento tra quelle precedenti costituiscono
il sistema magliato atto a migliorarne notevolmente la funzionalità
e la sicurezza di esercizio. Alcune condotte di diametro minore
realizzano nelle varie regioni il collegamento idraulico con le
reti acquedottistiche di tutti gli ATO attraversati. In determinati
punti strategici sono presenti le centrali di sollevamento tutte
del tipo a portata e pressione variabile, con aspirazione e mandata
diretta da e per la condotta di rete, comandate e controllate
dal sistema centrale di telecomando ed atte ad assicurare il trasporto
dell'acqua in lungo ed in largo per tutta Italia. Si tratta ovviamente
di un'opera colossale ma in grado di offrire enormi benefici.
Poter disporre di un vero fiume d'acqua sia potabile che grezza
che percorre l'intera penisola, e che può contare su una
grande diversificazione del sistema di captazione come quello
descritto, realizza una vera integrazione di tutti gli acquedotti
italiani riuscendo a supplire alle loro deficienze idriche, a
raccogliere le produzioni sovrabbondanti, ed a compensare le escursioni
del fabbisogno e quelle della produzione. Da rilevare come la
produzione ed il trasporto di grandi volumi d'acqua di cui si
tratta sia caratterizzata da costi specifici molto inferiori di
quelli che si dovrebbero sostenere per gli stessi volumi tramite
molti piccoli impianti. In tal senso sono da rilevare l'ottimo
rendimento elettro-meccanico delle pompe di grande e grandissima
potenza, le modeste perdite di carico di condotte di grande diametro
come sono quelle indicate e che conferiscono alla rete magliata
una grande flessibilità ed eccezionali possibilità
nel trasporto dell'acqua. Con la portata citata di 25 mc/sec per
ciascuna condotta da 4.5 metri di diametro si ha una perdita di
carico di soli 34 cm al chilometro e quindi, supponendo che ciascuna
centrale sollevi l'acqua ad una pressione di 12 bar e di conservare
a fine tronco una pressione di almeno 2 bar necessaria per la
consegna ai vari ATO comunque disposti, si può prevedere,
tra una centrale e l'altra, un'estesa di ben 300 Km il che riduce
il numero degli impianti di sollevamento principali necessari
per l'intera rete nazionale a soli otto o al massimo dieci.
Il sistema idrico di cui si discute presenta indubbi vantaggi
anche in ordine alla sicurezza di esercizio in quanto, trattandosi
di rete magliata, é possibile mettere alternativamente
fuori servizio i vari tronchi per effettuarne la manutenzione
o la riparazione. Il grande diametro delle tubazioni principali
(4.5 metri) consente di accedere all'interno con uomini e mezzi
e quindi di fare le riparazioni senza esecuzione di movimenti
di terra. Il sistema presenta anche una grande flessibilità
potendo di volta in volta adeguare, grazie al funzionamento a
pressione variabile, la portata addotta all'effettivo fabbisogno.
Esiste una ulteriore facoltà di adattamento alle condizioni
locali in quanto, ove se ne presentasse la necessità, sarebbe
sempre possibile aumentare la portata d'acqua grezza di cui dispone
la relativa rete grezza attingendo, soprattutto in caso di forniture
temporanee volte a risolvere gravi crisi del momento, alla rete
potabile nel mentre l'intervento opposto, in caso di maggiori
richieste d'acqua potabile, potrebbe essere risolto attingendo
alla rete grezza e sottoponendo l'acqua, ovviamente, al processo
di potabilizzazione.
11) CONCLUSIONI
La soluzione del problema che attanaglierà
la futura società italiana cioè quello del suo approvvigionamento
idrico viene indicata mediante due grandi reti idriche magliate
che percorrono tutta l'Italia consentendo di coprire il grande
divario esistente da una regione all'altra e da un periodo all'altro
sia nelle disponibilità e sia nei fabbisogni.
Sicuramente l'idea che possano esistere delle condotte che, ad
esempio, trasportino in Sicilia acque provenienti dal Veneto,
appare una assurdità.
Diventa più plausibile qualora si consideri una rete idrica
che partendo dal nord e intersecando i vari enti acquedotto, consorzi
irrigui ed in genere i più importanti servizi idrici esistenti
che incontra lungo il suo percorso, come, ad esempio e nell'ordine,
quelli lombardi, emiliani, laziali, pugliesi ecc, sia in grado
di fornire o prelevare da ciascuno di loro acqua potabile o grezza
a seconda della situazione temporale ed ambientale di ognuno di
essi costituendo quindi un importante elemento d'unificazione
di tutti i servizi idrici Italiani e di interscambio nei due sensi
di grandi portate d'acqua. Il fatto che tale rete comprenda un'estremità
settentrionale con grandi disponibilità idriche e l'altra
all'estremità opposta caratterizzata da un notevole deficit
idrico, non ne modifica l'impostazione di base che resta appunto
quella di costituire un grande elemento moderatore delle varie
esigenze e risorse idriche di tutte le regioni Italiane.
Da rilevare anche l'approvvigionamento dei grandi volumi d'acqua
necessari che si suppone attuato mediante gli sbarramenti mobili
di foce cioè d'opere atte ad utilizzare in maniera del
tutto nuova, anche se da verificare, la grande disponibilità
d'acqua di alcuni fiumi italiani.
Si tratta comunque di una mera e provocatoria esercitazione della
fantasia spinta, forse, troppo in avanti ma che si sottopone ai
lettori con la speranza di aprire un dibattito dal quale potrebbero
anche derivare utili indicazioni per il raggiungimento di un qualche
risultato positivo.
aggiornamento novembre 2005