Un servizio fondamentale per qualsivoglia
centro abitato ma che diventa essenziale per un territorio a preminente
vocazione turistica come l'Isola d'Elba è quello del suo
corretto rifornimento idropotabile. In questo settore l'Isola
deve invece lamentare inconvenienti gravi quali la scarsità
delle fonti durante l'estate che comporta frequenti interruzioni
del servizio con alimentazione idrica di tipo turnario, e la presenza
nell'acqua di sostanze inquinanti che ne compromettono l'uso a
fini potabili. Le ragioni vanno ricercate nella precarietà
della fornitura dalla Val di Cornia sita nel continente la quale,
a causa della vastità del territorio continentale ed insulare
servito, non è più in grado di produrre acqua in
qualità e quantità atta a soddisfare il fabbisogno.
Particolarmente grave è l'inquinamento ad opera del boro
presente nell'acqua in quantitativi superiori alle percentuali
ammesse dalle vigenti leggi ma attualmente tollerati solo grazie
ad una deroga all'uopo concessa.
E' fuori di dubbio che la soluzione ottimale di un problema determinante
come quello indicato sarebbe quella che riuscisse a soddisfare
le richieste idriche dell'Isola in maniera autonoma, visto e considerato
che le acque di pioggia che vi precipitano durante l'annata, sarebbero
sufficienti allo scopo qualora, invece di essere lasciate defluire
inutilizzate al mare come accade attualmente, potessero essere
raccolte ed immagazzinate per essere utilizzare durante il periodo
estivo di rilevante consumo idrico e di scarsa producibilità
delle sorgenti e dei pozzi sia locali che della Val di Cornia.
Gli studi condotti in questo senso vertono sulla realizzazione
di due laghi artificiali mediante dighe di ritenuta da costruirsi
a Patresi e Pomonte ed aventi il necessario volume totale di invaso
di 2.000.000 di mc, ma sono molti e di varia natura i motivi che
ne sconsigliano la attuazione, primo fra tutti il grave danno
ambientale che ne deriverebbe. Anche le altre soluzioni come la
produzione di acqua potabile mediante desalinizzazione di quella
di mare o la depurazione delle acque reflue della fognatura presentano
inconvenienti gravi per cui ben difficilmente si potrà
ricorrervi in un futuro prossimo..
La conclusione cui si perviene non può che derivare da
una regola attualmente molto seguita nei paesi nordici e che così
recita: porre nel sottosuolo le opere che in superficie non possono
essere tollerate per i danni che provocano. Ciò significa
evitare di occupare gli spazi belli e preziosi dell'Elba ma ricavare
invece il grande serbatoio nel suo sottosuolo. Dall'esame della
conformazione del territorio ovest dell'Isola costituito dal massiccio
del monte Capanne dal quale si diramano con disposizione a raggiera
numerose vallette e compluvi normalmente asciutti ma destinati
a raccogliere e scaricare a mare le acque di pioggia che statisticamente
quì precipitano con maggiore intensità che nel resto
dell'Isola, risulta che l'accumulo non dovrebbe essere concentrato
in una area limitata come accade ad esempio con i laghi artificiali,
ma che esso dovrebbe invece svolgersi con la massima estesa longitudinale
possibile al fine di raggiungere tutte le vallette, nessuna esclusa,
e poter intercettare tutti i corsi d'acqua.
Tale
risultato può essere raggiunto mediante un'opera singolare
ma non nuova nel settore idropotabile e che, sotto molteplici
aspetti, si adatta splendidamente al territorio elbano in quanto,
oltre a risolvere il problema idrico, consente anche di sfruttare
alcune delle sue caratteristiche fondamentali per ottenere rilevanti
economie costruttive e di esercizio. Si tratta di una galleria
del tutto simile a quelle stradali ed avente un diametro di 10
m che, circondando alla base e per 360 gradi il citato massiccio
del Monte Capanne con il percorso circolare lungo circa 25 Km
di cui al disegno allegato, attraversa o sottopassa tutti i compluvi
costituendo il richiesto volume di invaso di 2.000.000 di mc in
grado di conservare per lungo tempo l'acqua potabile al fresco
e al buio.
Ed ecco quali possono essere i vantaggi secondari, ma non per
questo da sottovalutare, dell'opera. Innanzitutto è previsto
che lo scavo della galleria, come sempre succede nella esecuzione
di lavori del genere, finisca per richiamare al suo interno l'acqua
delle falde presenti nel sottosuolo del M. Capanne, presenza confermata
dalle numerose fonti naturali ivi esistenti. Ebbene tali falde
potranno rappresentare un importante apporto di acqua naturalmente
potabile e particolarmente abbondante durante i periodi piovosi.
Altro vantaggio da tener presente è la qualità del
materiale roccioso attraversato con gli scavi sotterranei, il
quale, essendo per la totalità costituito dal meraviglioso
granito elbano, non solo darà tutte le necessarie garanzie
per la stabilità delle opere durante e dopo la esecuzione
dei lavori, ma fornirà grandi quantitativi di prodotto
lapideo di risulta che, convenientemente sfruttati, potranno contribuire
a coprire in gran parte i costi di costruzione della galleria.
E', a tale riguardo. da segnalare come alla data attuale le Cooperative
di cavatori che operano a S. Piero siano costrette ad importare
il granito dalla Cina viste le difficoltà imposte dalle
vigenti leggi alla coltivazione delle cave all'aperto che tanti
danni provocano all'ambiente. Per ovviarvi e consentire la prosecuzione
o forse l'incremento di tale attività si prevede di organizzare
lo scavo di alcune parti del serbatoio/galleria in modo da potervi
ricavare i blocchi di granito atti alla descritta lavorazione.
La parte rimanente di materiale di risulta, opportunamente frantumata
e vagliata, potrà trovare svariati ed utili impieghi quale
inerte da calcestruzzi, quale sabbia per il ripascimento di spiagge
erose dalle mareggiata o per l'ampliamento delle altre, per la
costruzione di rilevati stradali e per piazzali e parcheggio o,
infine, per ripristinare il territorio nei punti danneggiati dalle
cave coltivate negli anni passati.
Un altro punto a favore
del serbatoio/galleria è la possibilità di alimentare,
grazie alla sua elevata quota altimetrica, gran parte degli agglomerati
urbani direttamente a gravità evitando l'uso delle costose
pompe di sollevamento. A tale riguardo occorre anche segnalare
come la rete di adduzione che attualmente collega tra di loro
i vari acquedotti facendo percorrere all'acqua della Val di Cornia
tutta l'Isola in senso longitudinale da est a ovest, è
in grado di essere alimentata anche in senso contrario cioè
da ovest verso est e quindi distribuire seduta stante e senza
necessità di grandi opere acquedottistiche tutta l'acqua
raccolta e accumulata nel serbatoio/galleria.
Infine l'accumulo in serbatoio di notevoli volumi d'acqua delle
piogge effettua una laminazione delle piene contribuendo a lenire
i danni che vengono spesso provocati da esondazioni ed allagamenti
a seguito di eventi piovosi particolarmente intensi.
Resta comunque confermato che il risultato più importante
che si ottiene delle opere in oggetto è quello di consentire
all'Elba di alimentarsi autonomamente, evitando in toto il ricorso
alle costose e precarie forniture della Val di Cornia, forniture
che potrebbero improvvisamente venire a mancare per molteplici
ragioni tra le quali figurano le pessime caratteristiche chimiche
dell'acqua che possono comportare in qualunque momento il divieto
del suo uso a fini potabili, l'impossibilità, insita negli
impianti della Val di Cornia, di far fronte alla totalità
degli aumentati consumi idrici ed infine, la eventualità,
tutt'altro che remota, che la condotta sottomarina di collegamento
con il continente, attualmente in precario stato, possa rompersi.
Se si considera che tra breve tutti i servizi idrici di una vasta
zona, comprensiva anche dell'Elba, definita ambito ottimale (
ATO ), saranno svolti da un grande organismo pubblico che andrà
a realizzare il Serivizio Idrico Integrato, si comprende che la
presenza di un grande serbatoio di estremità come quello
in oggetto e per giunta ubicato in una posizione decentrata come
è l'Isola d'Elba rispetto al rimanente territorio ATO,
costituisca un fattore di grande sicurezza per il servizio idropotabile
dell'intera regione. Il collegamento con il continente tramite
la esistente condotta sottomarina, attualmente essenziale per
il rifornimento idrico elbano, verrebbe allora declassato diventando
una riserva da utilizzare solo eccezionalmente per eventuali interscambi
di portata nei due sensi Isola d'Elba-Continente e Continente-Isola
d'Elba in caso di necessità impreviste.
Infine il problema, importantissimo, del costo delle opere.
La costruzione di una galleria come quella indicata è valutato
in ben 150 milioni di euro. Dalle stime effettuate da una società
esperta in lavori del genere risulta però che la presenza
di un materiale straordinario come il granito che compone il massiccio
del Capanne consentirebbe, con una efficiente organizzazione del
lavoro, coprire gran parte di tale importo.
In definitiva l'opera che nella presente breve relazione si propone
di eseguire, cioè la costruzione di un serbatoio sotterraneo
per acqua potabile da 2.000.000 di mc. di capacità utile,
si ritiene costituisca la soluzione ottimale del problema idrico
elbano in quanto essa è atta , senza provocare danno alcuno
all'ambiente, a dotare l'Isola di un corretto servizio idrico
del tutto autonomo ed autosufficiente nel mentre le spese per
la esecuzione dei lavori potrebbero essere in buona parte coperte
dalla utilizzazione del materiale di risulta dagli scavi.
Ulteriori indicazioni possono essere dedotte dal sito internet
http://altratecnica.3000.it
dove figura il progetto di massima completo di relazione e disegni
esplicativi.