A M A R I A C A L L A S
Maria..
Su di te, sulla tua personalità
Sulla tua Voce
Sulla tua Arte
E stato scritto moltissimo
In tutte le lingue..
Qualche centinaio di libri, fino ad oggi
167.000 pagine su Internet, sino ad oggi
Per non parlare delle tonnellate di articoli
Sempre su di te, discussioni furibonde
Per decenni
E non solo tra melomani, critici musicali
Ma anche tra studiosi del Costume
Tra grandi intellettuali..
Cosa rarissima
Nei secoli
per una Cantante
Per quanto grande fosse la sua Arte
Per quanto bella fosse la sua voce
Ma sei stata una cantante, per quanto Somma?
No! Sei stata una Artista
E come per tutti i Grandi dellArte, in qualsiasi campo,
la tua grandezza è stata, soprattutto,
il saper tradurre, esternare con il tuo Canto
come altri con il pennello
ed altri ancora con lo scalpello o la penna,
quanto noi tutte ,creature umane
abbiamo dentro, senza saper trovare
parole per DIRE
"La sua voce commuove perché contiene un Dramma"..
titolo di un bellissimo articolo su di te,
di un grande critico musicale,
i primi tempi della tua "esplosione" sulle scene;
quando portasti lo scompiglio, la Rivoluzione,
nello stagno addormentato del Teatro dOpera
e tutti i critici più autorevoli
cercavano di spiegarne il perché.
Ovviamente la tua grandezza di Artista
Non è stata soltanto nella drammaticità del tuo Canto..
Ma non sto qui a discutere del tuo posto (immenso),
nel mondo del teatro .
Qui si parla
Delle corde del cuore, dellanima,
che tu hai saputo toccare attraverso il tuo canto,
corde talmente profonde, vive, palpitanti,
da far spesso venire il groppo alla gola,
ancora oggi, dopo tanti anni che sei volata via,
in chi si accalora a parlare di te
Non dico soltanto di fans
Che possono averti idealizzata..
Ma di persone che ti hanno frequentata per anni
Per decenni..
I tuoi amici più cari
Non ricordo chi ha detto..
"Dio, come canteranno i tuoi angeli in cielo
se a noi
sulla Terra
hai concesso
di ascoltare una voce così"?
Maria.. Tu eri già allapice della carriera e della gloria
quando io vivevo i miei sedici, diciassette anni
DISPERATI.
"Ancora un anno è passato
senza un grido
senza un lamento
venuto a rompere dimprovviso il giorno.."
Frase letta non ricordo più dove
Ma che ripetevo ad ogni mio nuovo compleanno
di prigionia angosciante,
nella mia tragica famiglia
.
Anno dietro anno..
Ogni giorno identico a quello precedente
Nella solitudine straniante e muta
Nella frustrazione di una giovinezza ARDENTE
Che premeva.. PREMEVA, dentro..
Un muro altissimo
Invalicabile
Tra me e la VITA
"Ma che cosa è per te la vita?"
chiedeva la mia amica Lina,
ragazza normale in una normalissima famiglia
Cosa era, (e cosa è), per me, la VITA?
No, non Principi Azzurri, Feste, Onori..
VITA, dicevo a Lina, è per me LIBERTA
Libertà di poter stendersi tra lerba
E guardare le trine di rami e foglie
contro lazzurro del cielo
O i mille giuochi delle nuvole,
dalle forme mutevoli
sulle quali fantasticare..
O, la notte,
perdersi tra miliardi di stelle palpitanti..
O imbastire lunghi discorsi con la Luna
quando è grande e tonda
e sembra stia lì ad ascoltarti
sorridendo sorniona.
VITA è lAmore da dare e ricevere
Le cose belle fatte con le persone cui vuoi bene.
Per le persone cui vuoi bene
Per le persone che hanno bisogno
E possono ripagarti soltanto con un sorriso..
VITA è viaggiare alla scoperta di orizzonti nuovi
fisici, mentali o spirituali
VITA è lincontro con persone diverse da te
Per arricchirti di esperienze
Per imparare a guardare con altri occhi
Quanto ci circonda.
Vita è, soprattutto, LIBERTA
Poter fare le cose che più ti piacciono,
o che più ritieni utili,
senza che alcuno interferisca.
Non è VITA avere per orizzonte
le quattro mura di una stanza..
Per cielo il soffitto
Per orizzonte un quadratino di finestra
dalla quale intravvedere uno spicchietto di cielo,
Ed assistere al cambiamento delle stagioni
attraverso qualche alberello striminzito,
che si ingegna a non morire
soffocato dallasfalto.
NON è VITA un giorno identico allaltro..
Anno dopo anno
In un silenzio irreale
Rotto unicamente
da parole di disprezzo
O di odio
O da liti furibonde..
Ma per quanto cercassi di spiegarti, COME potevi capire
tu, Lina,
ragazza normale,
della mia DISPERAZIONE?
Per non impazzire, per non suicidarmi,
mi inventavo mille cose
dal disegno agli amici di penna
/trovati su Topolino, (tra i quali anche tu, Lina)
Dal leggere (a sedici anni ero già a Dostojewski, Camus)
a collezioni varie..
Ma i sedici, diciassette, anni
NON POSSONO accontentarsi soltanto di queste cose!
Il radiogrammofono..
Un grosso mobile di radica..
Si apriva dallalto ed appariva il Grammofono
Con il suo braccetto nero..
La puntina-chiodo
Se si aprivano le antine,
il frontalino della radio Giravi una manopola,
si accendevano lucine di tanti colori..
E suoni, canti,,,
conversazioni in tutte le lingue..
La TV, allora, un lusso da ricconi!
Quel frontalino pieno di colori
Giravo la manopola e fantasticavo..
Specialmente la notte
Quando tutto era silenzio.
Il mio UNICO contatto con il mondo,
a parte le lettere e le finestre
Anche tu sei arrivata
Attraverso quella radio, Maria..
Una sera di pieno inverno..
Mai amato la musica, fino a quel momento!
Nemmeno le canzonette
Gira e rigira la manopola.. La mano si blocca
Una musica struggente..
E su quella musica
Una voce
Canta la voce Dice cose
Non capisco le parole..
O, meglio, non capisco il testo nella sua interezza
Ma, egualmente, "vedo"
Un albero smunto..
sulla cima di una collina pietrosa..
Sotto lalbero una ragazza..
Ha freddo
Ha fame
Ha paura
Cè una luna grande che illumina la valle sottostante..
Nella valle, delle case..
Le finestre illuminate..
Il fumo che esce dal camino
Tutto parla di tepore, benessere ed amore
In quelle case lontane..
Da lì la ragazza è stata scacciata
Non sa bene per quale colpa
O quale cattiveria del prossimo
Ma lei sa che MAI PIU potrà tornare
E piange, la ragazza..
Il pianto accorato,
sommesso,
straziato,
di chi sa di non poter più sperare
E il mio stesso pianto..
derivato dal medesimo dolore
Ogni nota un sospiro, un lamento, un grido
della mia anima esiliata
della mia vita calpestata..
E piango.. Piango.. Piango
Ma ecco che, una dopo laltra, le note si allineano..
Una Scala dargento che sale.. Sale..
Note fatte di lacrime e trasformate in gradini dArgento
Sale la Scala .
Su.. su.. su.
.
Castelli di Cristallo
Zampilli di limpidissima acqua
Tappeti di fiori di ogni colore..
Valli verdissime..
Monti verniciati doro dal Sole
E poi dargento dalla Luna
Arcobaleni
Nuvole bianchissime
Leggere come sospiri
E profonde caverne
Grotte incantate
Piene di scrigni traboccanti tesori..
Vulcani infuocati che eruttano
Non so se lava o sangue palpitante
Era LA CALLAS
Che cantava "Casta Diva", dalla Norma di Bellini.
Ma dietro alla sacerdotessa druidica
Ceri tu, Maria
Che trasfiguravi il Tuo dolore
Rannicchiata ai piedi
Dellalbero risecchito
E, quella sera,
hai aiutato me
a fare altrettanto..
Mi hai preso per mano
e mi hai portato via con te..
Su, su su.. per Paradisi lontanissimi.
nei quali nessun dolore, nessuna cattiveria
potevano sfiorarci
Avevo soltanto la radio, allora
Di farmi comprare dei dischi neanche a parlarne..
Ma tu eri allapice del successo
E, per mia fortuna,
le tue interpretazioni erano spesso in onda .
E ogni volta che arrivavi
Mi tendevi la mano..
E volavamo via Lontano..
Lontanissimo
E un giorno ti ho scritto
"A Maria Callas Milano"
Eri talmente famosa,
che anche senza il nome della città
la mia lettera ti sarebbe egualmente arrivata
Avevo scritto a Maria, non alla Callas..
E ti dicevo chiaramente che non volevo autografi,
non aspettavo risposta..
era soltanto per dirti GRAZIE
Tu hai compreso benissimo la differenza..
Una tua lettera lunga e bella.
Una intera opera, una foto bellissima
Con tanto di autografi..
La promessa che, una volta a Roma
Ci saremmo incontrate..
La lettera lho avuta in ospedale
La mia quinta o sesta operazione..
E ti ricordavi di me
Mandandomi cartoline
Dalle tournee..
Rispondendomi subito
Quando mi facevo viva con te
Si chiama transfert?
A un certo punto io,
ragazzina senza una vita,
ho cominciato a vivere
attraverso te
I tuoi successi erano i miei..
I tuoi viaggi erano i miei..
I tuoi bellissimi vestiti,
erano tali e quali a quelli
che, potendo, avrei scelto io..
Montagne di rotocalchi..
che allora traboccavano di te
per seguirti
In mezzo a tue migliaia di foto
di trionfi
di frequentazioni regali
di viaggi da sogno
una mi ha colpito in modo particolarissimo .
Una foto da nulla.
Passeggi sotto casa tua ed è primavera..
lombra dei rami e delle foglie
proietta sul marciapiede e su di te
una specie di merletto
"Sento" la brezzolina carezzarti il viso
Uno STRUGGIMENTO
Guardare come un sogno irragiungibile
persino una passeggiata sotto casa
in un mattino di primavera
Anche per merito tuo, Maria,
sono riuscita a non impazzire,
a non suicidarmi
Mi avevi fatta entrare in una favola stupenda
In un sogno che sembrava diventare sempre più esaltante
A Roma sei venuta.
Ma avevi ben altro a cui pensare
Che conoscere me di persona.
.
La tua voce che si incrina,
proprio durante il "Casta Diva"
Il Gran Rifiuto a continuare a cantare
Lo scandalo planetario che ne segue
"Lennesimo capriccio della Diva "
Stavolta imperdonabile..
Offesa al Presidente della Repubblica,
ed a tutto il Gran Mondo
accorso per ascoltarti
Al Teatro dellOpera, in una serata che si voleva regale
Omaggio alla Regina
Che invece se ne va sbattendo la porta!
E poi chiede scusa,
cerca di far valere le sue ragioni..
Ma NESSUNO è disposta a comprenderla,
a scusarla..
Chissà..
Mi è rimasta sempre dentro unimpressione
Non il Capriccio di una Diva ma linizio di una Tragedia
Fu in quella sera drammatica che la Callas
(e con lei tu, Maria),
cominciaste a morire?
Quella sera, per la prima volta,
prendeste coscienza che LA CALLAS
non sarebbe stata immortale?
Per me, di sicuro, fu proprio così!
Con la tua voce spezzata, sia pure per un attimo,
la prima presa di coscienza che, in questo mondo
TUTTO finisce..
Anche le cose le più BELLE..
Le più SACRE
Quanto, QUANTO piangere, di nuovo!!
Stavolta di dolore..
Dolore per te e per me, Maria..
Per noi tutte creature umane destinate,
irrevocabilmente
a perderci nel NULLA!
Il linciaggio morale!!!
I giornali a gara per diffamarti,
per offenderti, per svalutarti
NellItalia ancora iperbeghina
e ferocemente maschilista
di fine anni 50, volevano, probabilmente,
farti pagar salato, salatissimo,
lessere arrivata a fama stratosferica,
senza essere "Figlia di.."
"Moglie di.."
"Amante di.."
Senza essere una sex simbol
Famossissima (e strapagata),
solo grazie a te stessa.. Al tuo lavoro..
alla tua personalità, per molti irritante,
soprattutto per come la descriveva la stampa ..
La TIGRE!!!
Contrapposta a "Voce dAngelo"
Callas e Tebaldi
Carmen e Michaela
Turandot e Liù
La stragrande maggioranza, naturalmente,
a parteggiare
per la dolcissima, mite, accomodante "Michaela"
per la sacrificale Liù
Per "lAngelo" Tebaldi, cioè
Così dovevano essere le donne
allora!
Ricordi, Maria?
Ed io ti ammiravo anche per questo
Perché sapevi combattere,
sapevi tener testa!
Perché detestavo le Michaele, le Liù
Gli Angeli costruiti sui giornali
Così come sui giornali
Era stata costruita LA TIGRE!
Non per niente leroina della mia adolescenza
era stata Giovanna dArco!
Ma la valanga contro di te
era ormai di proporzioni galattiche..
e, soprattutto, inarrestabile
Nessun giuoco è più crudele ed eccitante,
del ridurre in polvere lIdolo caduto
Che tu avessi ragione o torto,
ad ogni nuovo "incidente",
a nessuno importava più
Tu eri colpevole..
Sempre e comunque
Quanti hanno saputo, per esempio
Che la causa con il Teatro dellOpera di Roma
Dopo la tua interruzione di Norma,
la hai vinta tu?
E LA TIGRE ha iniziato a vacillare
A vacillare perchè
il tuo BALUARDO,
la tua Spada invincibile
il tuo Riscatto,
la tua Rivincita contro lEsilio
la tua VOCE, cioè
non era più fortino inattaccabile..
Come il Crac dellOpera di Roma,
aveva drammaticamente messo in evidenza
Il trionfo della Scala
E poi lapoteosi di Parigi
in quel movimentatissimo 1958,
Avrebbero dovuto ripagarti
dello scivolone a Roma..
Ma quella sera del 2 gennaio 1958
il Sipario si era strappato per sempre..
E tu, per me, ne eri tragicamente cosciente
Il Concerto di Amburgo.. inizio 59..
Un filmato ce lo ha tramandato..
Tu bellissima e, a tratti, anche insuperabile
Ma talmente fragile, talmente spaventata
Tutto il concerto
con una mano convulsamente aggrappata ad una ringhiera..
e laltra quasi inchiodata sul petto..
Quasi fosse, quello,
lunico modo per rimanere in piedi..
e per non farti scoppiare il cuore nel petto
I tuoi occhi smarriti che, di quando in quando
Imploravano sostegno e conferme
in quelli di Rescigno che ti dirigeva..
Che PENA, Maria
Rivederti.. Anche dopo tanti anni..
La TIGRE?? Dove era finita ?
Solo una donna terrorizzata,
Divorata dallansia..
Dallangoscia
Dallinsicurezza
LA CALLAS quasi agonizzante..
E tu, Maria, che cercavi di sostenerla
Aveva ancora tantissime frecce nel suo arco, la CALLAS!
Ma lei e tu eravate troppo ferite, in quel momento,
per rendervene conto!
E, quasi a conferma inappellabile delle vostre paure,
a raffica, uno dopo laltro,
anche gli effetti materiali
della sistematica demolizione dellIdolo..
Prima era TUTTO perdonato..
Poi La Diva insopportabilmente capricciosa
dicevano..
Chi, la croce, la buttava invece su tuo marito,
troppo provinciale, troppo esoso, cattivo consigliere
Ma questo lo sussurravano gli amici..
La stampa, tutta contro di te..
Esclusivamente contro di te
Nemmeno il più piccolo sconto, ormai
Al minimo sbaglio, (vero o presunto),
uno dietro laltro,
i più grandi Teatri del mondo,
ti hanno licenziata!
Sbarrata lOpera di Roma..
Blindato il Metropolitan
Ostile il Covent Garden
La Scala.. Il TUO Regno
che fa calare il sipario di ferro
per impedirti altre uscite sul palcoscenico..
durante la recita di addio al TUO pubblico
Nessuno si ricorda questo calvario
quando s i accusa ferocemente Onassis
di averti distrutta come cantante
oltrechè come donna
Per me, invece,
Onassis, apparendo al tuo orizzonte,
ti ha tirato fuori dal baratro
nel quale stavi inesorabilmente precipitando..
Che poi le cose, dopo nove anni di relazione,
siano finite come sono finite,
è un altro discorso
Ma allora,
in quella estate 1959
COME avrebbe potuto, LA CALLAS
risollevarsi,
riprendere il suo posto nellOlimpo?
Cosa la aspettava, nella situazione in cui era.?
Nelletà che ormai aveva?
36 anni..
Pochi ancora, per una donna..
troppi per ricostruire
una carriera lirica sbriciolata
quale, ormai, era la sua
Certo, donna tra le più famose del mondo,
prima di Onassis e ancor più dopo Onassis,
i Mercanti ti avrebbero egualmente coperta doro..
se solo tu avessi voluto
Ma il Rispetto, la Venerazione
che avevi per la Musica,
la Dignità verso te stessa
mai ti avrebbero permesso di svendere
LA CALLAS
sullaltare del denaro e degli applausi facili..
Ritirarti a vita privata?
Darti allinsegnamento?
A 36 anni?
Con un marito vecchio ed oramai imbarazzante
Per i livelli cui tu eri arrivata
E si può tornare ad una vita normale
Dopo essere stata LA CALLAS?
Ma ecco Onassis
con le sue ricchezze da Creso
Il mondo dellArte (dai dirigenti della Scala in giù)
ti spalanca di nuovo le porte
di nuovo si prostra ai tuoi piedi
Tutto è tornato in regola!
Anche tu costretta, finalmente,
a farti spalleggiare da un uomo ..
Dimenticata LA TIGRE..
Risotterrata lascia di guerra..
Tutti i giornali
Di nuovo ad incensarti
Ad osannarti
Sia come sia,
quanto diversa appari, sempre ad Amburgo,
un po di tempo dopo quel 1959!!!
Come brillano ora i tuoi occhi!
Come sei fiera..
e spavalda,
ed ammiccante
in special modo mentre canti "Carmen",
Come straripa anche dal corpo
quella tua femminilità che,
prima dellIncontro,
aveva via libera soltanto sul palcoscenico!!
Molti sospettano il tuo calcolo
In quella unione strepitosa
Ti ha mai ASCOLTATA cantare,
chi vede in te soltanto
una accorta programmatrice
della propria carriera?
Ad osservare il tuo comportamento,
appare tutto il contrario..
Con Onassis al fianco,
Ti sei allontanata talmente tanto dalla Musica
che molti melomani,
hanno preso a rimproverarti con grande asprezza
(grande quanto lammirazione e lamore che ti portavano),
per aver tu dismesso la tunica di Sacerdotessa dellArte
a favore del Jet Set
Ti facevano proposte prestigiosissime..
Di nuovo i più Grandi dellArte,
a pregarti di tornare, di non privare il pubblico
dei TESORI che potevi ancora dispensare
Tu nicchiavi..
Rifiutavi quasi tutto
Forse centrava anche Onassis nei tuoi no
Ma, credo io, che chi ti voleva bene,
nel suo egoismo,
nel suo fervore artistico,
non si rendesse conto di QUANTO tu, Maria,
avessi pagato alla Callas.
Di Quanto fossi stanca di PAGARE!
E ora, il tuo, era un atto di ribellione
Alla sua TIRANNIA!
Stavi provando a far vivere Maria
Maria che aveva dato,
nei 36 anni precedenti
tutto il suo sangue, tutta la sua anima,
per far vivere LEI, la Callas!
Se calcoli li hai fatti
Li hai fatti per Maria
Ti sei illusa di sostituire lArte con lAmore
E anche qui sei stata scippata..
LA CALLAS poteva amare
Qualcuno al disotto di un Onassis?
E Onassis poteva amare
Qualcuna al disotto della CALLAS?
LA CALLAS dei bei tempi, LA TIGRE..
non avrebbe fatto finire la Storia
così come è finita
.
Ma alla TIGRE si erano spezzati gli artigli..
Rimaneva Maria, da sola
Prima messa su un altare..
(Maria, o LA CALLAS?)
Poi umiliata, calpestata, ripudiata
Maria, da sola, avrebbe amato un Onassis?
Chissà..
Forse no
Onassis non era uomo da amare
Una donna, per essere accettata da lui,
doveva soltanto essere sua complice
Tu, Maria, non sapevi, non volevi essere complice..
Tu volevi un uomo da amare..
Un uomo che ti amasse
Sospirava Rita Haiworth
"Gli uomini che dicono di amarmi
vanno a dormire con Gilda
e si svegliano con Rita.."
E la maledizione delle Divine
Meneghini aveva subito dimenticato Maria
Per mettersi al totale servizio della CALLAS
Onassis aveva lastricato doro
Le strade davanti alla CALLAS..
Ed avrebbe poi lasciato quelle polverose, fangose,
a Maria..
Ma in quel 1959, tutto era appena agli inizi..
Tu scivolavi sognante sulle strade lastricate doro..
Veleggiavi, innamorata e felice, sul "Christina"
Io, al contrario,
vivevo il mio periodo più ATROCE, in famiglia..
E nemmeno il tuo amore favoloso,
del quale traboccavano tutti i media
(che ancora non si chiamavano così),
serviva più a distrarmi dallangoscia
che montava, montava
Alla fine, anche per me,
si è rotto il tragico incantesimo..
Certo non avevo un "Christina" per abitazione
Né Montecarlo come cornice
Ma avevo la mia giovinezza ancora intatta
Nonostante tutto
Hai continuato ad avere
Un posto di grande privilegio nel mio cuore
Ma ormai non dovevo più
Immedesimarmi in te..
Per illudermi di vivere
Avevo la MIA vita da costruire..
Non una vita da Divina,,
ma da DONNA Era la cosa
che più volevo al mondo
Pian piano, tu eri quasi scompasrsa dai media..
Io avevo ormai tanto da fare, tanto da VIVERE
Domande su di te non me ne sono poi fatte molte..
Forse come tanti,
troppi tuoi amici
che avrebbero potuto aiutarti
se si fossero posti il problema..
Ma ti si poteva aiutare???
Temo di no..
Al punto in cui eri,
agli inizi degli anni settanta,
sia LA CALLAS che Maria,
ormai morte e sepolte..
Rimaneva un simulacro
Che trascinava i suoi giorni
Murata viva nel suo appartamento
"Pippo, per fortuna, ogni giorno
è un giorno di meno"
dicesti una volta a Di Stefano,
tuo compagno di tanti trionfi,
tuo amico pietoso degli ultimi anni disperati
E in un tiepido mattino di settembre
Te ne sei andata via improvvisamente
In perfetto, solitario silenzio..
Come solitari e silenziosi
Erano stati i tuoi ultimi anni
"Muore giovane chi è caro agli Dei"..
Con te, Maria, gli dei non erano stati
Pietosi abbastanza..
Altrimenti ti avrebbero risparmiato,
almeno dieci anni di disperazione!
Maria..
Non posso più ascoltare i tuoi dischi..
Mi fa TROPPO male.
Ogni tanto penso
Sei morta sotto lalbero scheletrito..
Di solitudine..
Al buio.. Al freddo..
Quel tuo pianto sommesso..
Disperato e trasfigurato
Hai dato tutto di te alla CALLAS .
O LA CALLAS si è preso TUTTO di te
Sei stata contraccambiata con una Scala dArgento
Che Lei si è però portata via..
quando si è allontanata,
Ti ha lasciata senza più palazzi di Cristallo,
E Boschi Incantati
E Caverne Magiche..
Anche lAmore si è portata via
Morta LA CALLAS, VIVA LA KENNEDY!
E rimasta Maria?
O soltanto un guscio vuoto
In un oceano di silenziosa solitudine?
E mi viene in mente,
La Rondine de "Il Principe Felice", di Wilde
La Rondine che spoglia, giorno dopo giorno,
La statua del Principe
Di tutte le sue scaglie doro
Di tutte le sue gemme,
per farne dono ai poveri
Vola La Rondine,
di quartiere in quartiere,
di casa in casa
per deporre i suoi doni
sui davanzali di chi ne ha più bisogno
E linverno la sorprende
Ormai troppo stanca
Per migrare verso i paesi caldi
E il freddo la uccide
Dal rogo ove sono gettati
La statua ormai spoglia e la rondine morta
Si salva, intatto, il cuore delluccellino
Quel cuore tu continui a donare a noi, Maria,
attraverso le registrazioni, tantissime, per fortuna
Le pochissime persone
Che sono riuscite a vederti
Sul tuo letto di morte,
hanno detto che eri bellissima
con la tua lunga treccia nera sulla spalla.
A me piace ricordarti
Sovrapponendo al tuo sorriso
Ai tuoi occhi di incanto,
i fotogrammi finali
di un documentario a te dedicato..
Dei fiori spinti dolcemente verso il largo,
dalle onde azzurrissime dellEgeo
che ha accolto le tue ceneri
Gabriella Leopizzi
Roma, 24 luglio 2002
A M A R I A C A L L A S
Maria..
Su di te, sulla tua personalità
Sulla tua Voce
Sulla tua Arte
E stato scritto moltissimo
In tutte le lingue..
Qualche centinaio di libri, fino ad oggi
167.000 pagine su Internet, sino ad oggi
Per non parlare delle tonnellate di articoli
Sempre su di te, discussioni furibonde
Per decenni
E non solo tra melomani, critici musicali
Ma anche tra studiosi del Costume
Tra grandi intellettuali..
Cosa rarissima
Nei secoli
per una Cantante
Per quanto grande fosse la sua Arte
Per quanto bella fosse la sua voce
Ma sei stata una cantante, per quanto Somma?
No! Sei stata una Artista
E come per tutti i Grandi dellArte, in qualsiasi campo,
la tua grandezza è stata, soprattutto,
il saper tradurre, esternare con il tuo Canto
come altri con il pennello
ed altri ancora con lo scalpello o la penna,
quanto noi tutte ,creature umane
abbiamo dentro, senza saper trovare
parole per DIRE
"La sua voce commuove perché contiene un Dramma"..
titolo di un bellissimo articolo su di te,
di un grande critico musicale,
i primi tempi della tua "esplosione" sulle scene;
quando portasti lo scompiglio, la Rivoluzione,
nello stagno addormentato del Teatro dOpera
e tutti i critici più autorevoli
cercavano di spiegarne il perché.
Ovviamente la tua grandezza di Artista
Non è stata soltanto nella drammaticità del tuo Canto..
Ma non sto qui a discutere del tuo posto (immenso),
nel mondo del teatro .
Qui si parla
Delle corde del cuore, dellanima,
che tu hai saputo toccare attraverso il tuo canto,
corde talmente profonde, vive, palpitanti,
da far spesso venire il groppo alla gola,
ancora oggi, dopo tanti anni che sei volata via,
in chi si accalora a parlare di te
Non dico soltanto di fans
Che possono averti idealizzata..
Ma di persone che ti hanno frequentata per anni
Per decenni..
I tuoi amici più cari
Non ricordo chi ha detto..
"Dio, come canteranno i tuoi angeli in cielo
se a noi
sulla Terra
hai concesso
di ascoltare una voce così"?
Maria.. Tu eri già allapice della carriera e della gloria
quando io vivevo i miei sedici, diciassette anni
DISPERATI.
"Ancora un anno è passato
senza un grido
senza un lamento
venuto a rompere dimprovviso il giorno.."
Frase letta non ricordo più dove
Ma che ripetevo ad ogni mio nuovo compleanno
di prigionia angosciante,
nella mia tragica famiglia
.
Anno dietro anno..
Ogni giorno identico a quello precedente
Nella solitudine straniante e muta
Nella frustrazione di una giovinezza ARDENTE
Che premeva.. PREMEVA, dentro..
Un muro altissimo
Invalicabile
Tra me e la VITA
"Ma che cosa è per te la vita?"
chiedeva la mia amica Lina,
ragazza normale in una normalissima famiglia
Cosa era, (e cosa è), per me, la VITA?
No, non Principi Azzurri, Feste, Onori..
VITA, dicevo a Lina, è per me LIBERTA
Libertà di poter stendersi tra lerba
E guardare le trine di rami e foglie
contro lazzurro del cielo
O i mille giuochi delle nuvole,
dalle forme mutevoli
sulle quali fantasticare..
O, la notte,
perdersi tra miliardi di stelle palpitanti..
O imbastire lunghi discorsi con la Luna
quando è grande e tonda
e sembra stia lì ad ascoltarti
sorridendo sorniona.
VITA è lAmore da dare e ricevere
Le cose belle fatte con le persone cui vuoi bene.
Per le persone cui vuoi bene
Per le persone che hanno bisogno
E possono ripagarti soltanto con un sorriso..
VITA è viaggiare alla scoperta di orizzonti nuovi
fisici, mentali o spirituali
VITA è lincontro con persone diverse da te
Per arricchirti di esperienze
Per imparare a guardare con altri occhi
Quanto ci circonda.
Vita è, soprattutto, LIBERTA
Poter fare le cose che più ti piacciono,
o che più ritieni utili,
senza che alcuno interferisca.
Non è VITA avere per orizzonte
le quattro mura di una stanza..
Per cielo il soffitto
Per orizzonte un quadratino di finestra
dalla quale intravvedere uno spicchietto di cielo,
Ed assistere al cambiamento delle stagioni
attraverso qualche alberello striminzito,
che si ingegna a non morire
soffocato dallasfalto.
NON è VITA un giorno identico allaltro..
Anno dopo anno
In un silenzio irreale
Rotto unicamente
da parole di disprezzo
O di odio
O da liti furibonde..
Ma per quanto cercassi di spiegarti, COME potevi capire
tu, Lina,
ragazza normale,
della mia DISPERAZIONE?
Per non impazzire, per non suicidarmi,
mi inventavo mille cose
dal disegno agli amici di penna
/trovati su Topolino, (tra i quali anche tu, Lina)
Dal leggere (a sedici anni ero già a Dostojewski, Camus)
a collezioni varie..
Ma i sedici, diciassette, anni
NON POSSONO accontentarsi soltanto di queste cose!
Il radiogrammofono..
Un grosso mobile di radica..
Si apriva dallalto ed appariva il Grammofono
Con il suo braccetto nero..
La puntina-chiodo
Se si aprivano le antine,
il frontalino della radio Giravi una manopola,
si accendevano lucine di tanti colori..
E suoni, canti,,,
conversazioni in tutte le lingue..
La TV, allora, un lusso da ricconi!
Quel frontalino pieno di colori
Giravo la manopola e fantasticavo..
Specialmente la notte
Quando tutto era silenzio.
Il mio UNICO contatto con il mondo,
a parte le lettere e le finestre
Anche tu sei arrivata
Attraverso quella radio, Maria..
Una sera di pieno inverno..
Mai amato la musica, fino a quel momento!
Nemmeno le canzonette
Gira e rigira la manopola.. La mano si blocca
Una musica struggente..
E su quella musica
Una voce
Canta la voce Dice cose
Non capisco le parole..
O, meglio, non capisco il testo nella sua interezza
Ma, egualmente, "vedo"
Un albero smunto..
sulla cima di una collina pietrosa..
Sotto lalbero una ragazza..
Ha freddo
Ha fame
Ha paura
Cè una luna grande che illumina la valle sottostante..
Nella valle, delle case..
Le finestre illuminate..
Il fumo che esce dal camino
Tutto parla di tepore, benessere ed amore
In quelle case lontane..
Da lì la ragazza è stata scacciata
Non sa bene per quale colpa
O quale cattiveria del prossimo
Ma lei sa che MAI PIU potrà tornare
E piange, la ragazza..
Il pianto accorato,
sommesso,
straziato,
di chi sa di non poter più sperare
E il mio stesso pianto..
derivato dal medesimo dolore
Ogni nota un sospiro, un lamento, un grido
della mia anima esiliata
della mia vita calpestata..
E piango.. Piango.. Piango
Ma ecco che, una dopo laltra, le note si allineano..
Una Scala dargento che sale.. Sale..
Note fatte di lacrime e trasformate in gradini dArgento
Sale la Scala .
Su.. su.. su.
.
Castelli di Cristallo
Zampilli di limpidissima acqua
Tappeti di fiori di ogni colore..
Valli verdissime..
Monti verniciati doro dal Sole
E poi dargento dalla Luna
Arcobaleni
Nuvole bianchissime
Leggere come sospiri
E profonde caverne
Grotte incantate
Piene di scrigni traboccanti tesori..
Vulcani infuocati che eruttano
Non so se lava o sangue palpitante
Era LA CALLAS
Che cantava "Casta Diva", dalla Norma di Bellini.
Ma dietro alla sacerdotessa druidica
Ceri tu, Maria
Che trasfiguravi il Tuo dolore
Rannicchiata ai piedi
Dellalbero risecchito
E, quella sera,
hai aiutato me
a fare altrettanto..
Mi hai preso per mano
e mi hai portato via con te..
Su, su su.. per Paradisi lontanissimi.
nei quali nessun dolore, nessuna cattiveria
potevano sfiorarci
Avevo soltanto la radio, allora
Di farmi comprare dei dischi neanche a parlarne..
Ma tu eri allapice del successo
E, per mia fortuna,
le tue interpretazioni erano spesso in onda .
E ogni volta che arrivavi
Mi tendevi la mano..
E volavamo via Lontano..
Lontanissimo
E un giorno ti ho scritto
"A Maria Callas Milano"
Eri talmente famosa,
che anche senza il nome della città
la mia lettera ti sarebbe egualmente arrivata
Avevo scritto a Maria, non alla Callas..
E ti dicevo chiaramente che non volevo autografi,
non aspettavo risposta..
era soltanto per dirti GRAZIE
Tu hai compreso benissimo la differenza..
Una tua lettera lunga e bella.
Una intera opera, una foto bellissima
Con tanto di autografi..
La promessa che, una volta a Roma
Ci saremmo incontrate..
La lettera lho avuta in ospedale
La mia quinta o sesta operazione..
E ti ricordavi di me
Mandandomi cartoline
Dalle tournee..
Rispondendomi subito
Quando mi facevo viva con te
Si chiama transfert?
A un certo punto io,
ragazzina senza una vita,
ho cominciato a vivere
attraverso te
I tuoi successi erano i miei..
I tuoi viaggi erano i miei..
I tuoi bellissimi vestiti,
erano tali e quali a quelli
che, potendo, avrei scelto io..
Montagne di rotocalchi..
che allora traboccavano di te
per seguirti
In mezzo a tue migliaia di foto
di trionfi
di frequentazioni regali
di viaggi da sogno
una mi ha colpito in modo particolarissimo .
Una foto da nulla.
Passeggi sotto casa tua ed è primavera..
lombra dei rami e delle foglie
proietta sul marciapiede e su di te
una specie di merletto
"Sento" la brezzolina carezzarti il viso
Uno STRUGGIMENTO
Guardare come un sogno irragiungibile
persino una passeggiata sotto casa
in un mattino di primavera
Anche per merito tuo, Maria,
sono riuscita a non impazzire,
a non suicidarmi
Mi avevi fatta entrare in una favola stupenda
In un sogno che sembrava diventare sempre più esaltante
A Roma sei venuta.
Ma avevi ben altro a cui pensare
Che conoscere me di persona.
.
La tua voce che si incrina,
proprio durante il "Casta Diva"
Il Gran Rifiuto a continuare a cantare
Lo scandalo planetario che ne segue
"Lennesimo capriccio della Diva "
Stavolta imperdonabile..
Offesa al Presidente della Repubblica,
ed a tutto il Gran Mondo
accorso per ascoltarti
Al Teatro dellOpera, in una serata che si voleva regale
Omaggio alla Regina
Che invece se ne va sbattendo la porta!
E poi chiede scusa,
cerca di far valere le sue ragioni..
Ma NESSUNO è disposta a comprenderla,
a scusarla..
Chissà..
Mi è rimasta sempre dentro unimpressione
Non il Capriccio di una Diva ma linizio di una Tragedia
Fu in quella sera drammatica che la Callas
(e con lei tu, Maria),
cominciaste a morire?
Quella sera, per la prima volta,
prendeste coscienza che LA CALLAS
non sarebbe stata immortale?
Per me, di sicuro, fu proprio così!
Con la tua voce spezzata, sia pure per un attimo,
la prima presa di coscienza che, in questo mondo
TUTTO finisce..
Anche le cose le più BELLE..
Le più SACRE
Quanto, QUANTO piangere, di nuovo!!
Stavolta di dolore..
Dolore per te e per me, Maria..
Per noi tutte creature umane destinate,
irrevocabilmente
a perderci nel NULLA!
Il linciaggio morale!!!
I giornali a gara per diffamarti,
per offenderti, per svalutarti
NellItalia ancora iperbeghina
e ferocemente maschilista
di fine anni 50, volevano, probabilmente,
farti pagar salato, salatissimo,
lessere arrivata a fama stratosferica,
senza essere "Figlia di.."
"Moglie di.."
"Amante di.."
Senza essere una sex simbol
Famossissima (e strapagata),
solo grazie a te stessa.. Al tuo lavoro..
alla tua personalità, per molti irritante,
soprattutto per come la descriveva la stampa ..
La TIGRE!!!
Contrapposta a "Voce dAngelo"
Callas e Tebaldi
Carmen e Michaela
Turandot e Liù
La stragrande maggioranza, naturalmente,
a parteggiare
per la dolcissima, mite, accomodante "Michaela"
per la sacrificale Liù
Per "lAngelo" Tebaldi, cioè
Così dovevano essere le donne
allora!
Ricordi, Maria?
Ed io ti ammiravo anche per questo
Perché sapevi combattere,
sapevi tener testa!
Perché detestavo le Michaele, le Liù
Gli Angeli costruiti sui giornali
Così come sui giornali
Era stata costruita LA TIGRE!
Non per niente leroina della mia adolescenza
era stata Giovanna dArco!
Ma la valanga contro di te
era ormai di proporzioni galattiche..
e, soprattutto, inarrestabile
Nessun giuoco è più crudele ed eccitante,
del ridurre in polvere lIdolo caduto
Che tu avessi ragione o torto,
ad ogni nuovo "incidente",
a nessuno importava più
Tu eri colpevole..
Sempre e comunque
Quanti hanno saputo, per esempio
Che la causa con il Teatro dellOpera di Roma
Dopo la tua interruzione di Norma,
la hai vinta tu?
E LA TIGRE ha iniziato a vacillare
A vacillare perchè
il tuo BALUARDO,
la tua Spada invincibile
il tuo Riscatto,
la tua Rivincita contro lEsilio
la tua VOCE, cioè
non era più fortino inattaccabile..
Come il Crac dellOpera di Roma,
aveva drammaticamente messo in evidenza
Il trionfo della Scala
E poi lapoteosi di Parigi
in quel movimentatissimo 1958,
Avrebbero dovuto ripagarti
dello scivolone a Roma..
Ma quella sera del 2 gennaio 1958
il Sipario si era strappato per sempre..
E tu, per me, ne eri tragicamente cosciente
Il Concerto di Amburgo.. inizio 59..
Un filmato ce lo ha tramandato..
Tu bellissima e, a tratti, anche insuperabile
Ma talmente fragile, talmente spaventata
Tutto il concerto
con una mano convulsamente aggrappata ad una ringhiera..
e laltra quasi inchiodata sul petto..
Quasi fosse, quello,
lunico modo per rimanere in piedi..
e per non farti scoppiare il cuore nel petto
I tuoi occhi smarriti che, di quando in quando
Imploravano sostegno e conferme
in quelli di Rescigno che ti dirigeva..
Che PENA, Maria
Rivederti.. Anche dopo tanti anni..
La TIGRE?? Dove era finita ?
Solo una donna terrorizzata,
Divorata dallansia..
Dallangoscia
Dallinsicurezza
LA CALLAS quasi agonizzante..
E tu, Maria, che cercavi di sostenerla
Aveva ancora tantissime frecce nel suo arco, la CALLAS!
Ma lei e tu eravate troppo ferite, in quel momento,
per rendervene conto!
E, quasi a conferma inappellabile delle vostre paure,
a raffica, uno dopo laltro,
anche gli effetti materiali
della sistematica demolizione dellIdolo..
Prima era TUTTO perdonato..
Poi La Diva insopportabilmente capricciosa
dicevano..
Chi, la croce, la buttava invece su tuo marito,
troppo provinciale, troppo esoso, cattivo consigliere
Ma questo lo sussurravano gli amici..
La stampa, tutta contro di te..
Esclusivamente contro di te
Nemmeno il più piccolo sconto, ormai
Al minimo sbaglio, (vero o presunto),
uno dietro laltro,
i più grandi Teatri del mondo,
ti hanno licenziata!
Sbarrata lOpera di Roma..
Blindato il Metropolitan
Ostile il Covent Garden
La Scala.. Il TUO Regno
che fa calare il sipario di ferro
per impedirti altre uscite sul palcoscenico..
durante la recita di addio al TUO pubblico
Nessuno si ricorda questo calvario
quando s i accusa ferocemente Onassis
di averti distrutta come cantante
oltrechè come donna
Per me, invece,
Onassis, apparendo al tuo orizzonte,
ti ha tirato fuori dal baratro
nel quale stavi inesorabilmente precipitando..
Che poi le cose, dopo nove anni di relazione,
siano finite come sono finite,
è un altro discorso
Ma allora,
in quella estate 1959
COME avrebbe potuto, LA CALLAS
risollevarsi,
riprendere il suo posto nellOlimpo?
Cosa la aspettava, nella situazione in cui era.?
Nelletà che ormai aveva?
36 anni..
Pochi ancora, per una donna..
troppi per ricostruire
una carriera lirica sbriciolata
quale, ormai, era la sua
Certo, donna tra le più famose del mondo,
prima di Onassis e ancor più dopo Onassis,
i Mercanti ti avrebbero egualmente coperta doro..
se solo tu avessi voluto
Ma il Rispetto, la Venerazione
che avevi per la Musica,
la Dignità verso te stessa
mai ti avrebbero permesso di svendere
LA CALLAS
sullaltare del denaro e degli applausi facili..
Ritirarti a vita privata?
Darti allinsegnamento?
A 36 anni?
Con un marito vecchio ed oramai imbarazzante
Per i livelli cui tu eri arrivata
E si può tornare ad una vita normale
Dopo essere stata LA CALLAS?
Ma ecco Onassis
con le sue ricchezze da Creso
Il mondo dellArte (dai dirigenti della Scala in giù)
ti spalanca di nuovo le porte
di nuovo si prostra ai tuoi piedi
Tutto è tornato in regola!
Anche tu costretta, finalmente,
a farti spalleggiare da un uomo ..
Dimenticata LA TIGRE..
Risotterrata lascia di guerra..
Tutti i giornali
Di nuovo ad incensarti
Ad osannarti
Sia come sia,
quanto diversa appari, sempre ad Amburgo,
un po di tempo dopo quel 1959!!!
Come brillano ora i tuoi occhi!
Come sei fiera..
e spavalda,
ed ammiccante
in special modo mentre canti "Carmen",
Come straripa anche dal corpo
quella tua femminilità che,
prima dellIncontro,
aveva via libera soltanto sul palcoscenico!!
Molti sospettano il tuo calcolo
In quella unione strepitosa
Ti ha mai ASCOLTATA cantare,
chi vede in te soltanto
una accorta programmatrice
della propria carriera?
Ad osservare il tuo comportamento,
appare tutto il contrario..
Con Onassis al fianco,
Ti sei allontanata talmente tanto dalla Musica
che molti melomani,
hanno preso a rimproverarti con grande asprezza
(grande quanto lammirazione e lamore che ti portavano),
per aver tu dismesso la tunica di Sacerdotessa dellArte
a favore del Jet Set
Ti facevano proposte prestigiosissime..
Di nuovo i più Grandi dellArte,
a pregarti di tornare, di non privare il pubblico
dei TESORI che potevi ancora dispensare
Tu nicchiavi..
Rifiutavi quasi tutto
Forse centrava anche Onassis nei tuoi no
Ma, credo io, che chi ti voleva bene,
nel suo egoismo,
nel suo fervore artistico,
non si rendesse conto di QUANTO tu, Maria,
avessi pagato alla Callas.
Di Quanto fossi stanca di PAGARE!
E ora, il tuo, era un atto di ribellione
Alla sua TIRANNIA!
Stavi provando a far vivere Maria
Maria che aveva dato,
nei 36 anni precedenti
tutto il suo sangue, tutta la sua anima,
per far vivere LEI, la Callas!
Se calcoli li hai fatti
Li hai fatti per Maria
Ti sei illusa di sostituire lArte con lAmore
E anche qui sei stata scippata..
LA CALLAS poteva amare
Qualcuno al disotto di un Onassis?
E Onassis poteva amare
Qualcuna al disotto della CALLAS?
LA CALLAS dei bei tempi, LA TIGRE..
non avrebbe fatto finire la Storia
così come è finita
.
Ma alla TIGRE si erano spezzati gli artigli..
Rimaneva Maria, da sola
Prima messa su un altare..
(Maria, o LA CALLAS?)
Poi umiliata, calpestata, ripudiata
Maria, da sola, avrebbe amato un Onassis?
Chissà..
Forse no
Onassis non era uomo da amare
Una donna, per essere accettata da lui,
doveva soltanto essere sua complice
Tu, Maria, non sapevi, non volevi essere complice..
Tu volevi un uomo da amare..
Un uomo che ti amasse
Sospirava Rita Haiworth
"Gli uomini che dicono di amarmi
vanno a dormire con Gilda
e si svegliano con Rita.."
E la maledizione delle Divine
Meneghini aveva subito dimenticato Maria
Per mettersi al totale servizio della CALLAS
Onassis aveva lastricato doro
Le strade davanti alla CALLAS..
Ed avrebbe poi lasciato quelle polverose, fangose,
a Maria..
Ma in quel 1959, tutto era appena agli inizi..
Tu scivolavi sognante sulle strade lastricate doro..
Veleggiavi, innamorata e felice, sul "Christina"
Io, al contrario,
vivevo il mio periodo più ATROCE, in famiglia..
E nemmeno il tuo amore favoloso,
del quale traboccavano tutti i media
(che ancora non si chiamavano così),
serviva più a distrarmi dallangoscia
che montava, montava
Alla fine, anche per me,
si è rotto il tragico incantesimo..
Certo non avevo un "Christina" per abitazione
Né Montecarlo come cornice
Ma avevo la mia giovinezza ancora intatta
Nonostante tutto
Hai continuato ad avere
Un posto di grande privilegio nel mio cuore
Ma ormai non dovevo più
Immedesimarmi in te..
Per illudermi di vivere
Avevo la MIA vita da costruire..
Non una vita da Divina,,
ma da DONNA Era la cosa
che più volevo al mondo
Pian piano, tu eri quasi scompasrsa dai media..
Io avevo ormai tanto da fare, tanto da VIVERE
Domande su di te non me ne sono poi fatte molte..
Forse come tanti,
troppi tuoi amici
che avrebbero potuto aiutarti
se si fossero posti il problema..
Ma ti si poteva aiutare???
Temo di no..
Al punto in cui eri,
agli inizi degli anni settanta,
sia LA CALLAS che Maria,
ormai morte e sepolte..
Rimaneva un simulacro
Che trascinava i suoi giorni
Murata viva nel suo appartamento
"Pippo, per fortuna, ogni giorno
è un giorno di meno"
dicesti una volta a Di Stefano,
tuo compagno di tanti trionfi,
tuo amico pietoso degli ultimi anni disperati
E in un tiepido mattino di settembre
Te ne sei andata via improvvisamente
In perfetto, solitario silenzio..
Come solitari e silenziosi
Erano stati i tuoi ultimi anni
"Muore giovane chi è caro agli Dei"..
Con te, Maria, gli dei non erano stati
Pietosi abbastanza..
Altrimenti ti avrebbero risparmiato,
almeno dieci anni di disperazione!
Maria..
Non posso più ascoltare i tuoi dischi..
Mi fa TROPPO male.
Ogni tanto penso
Sei morta sotto lalbero scheletrito..
Di solitudine..
Al buio.. Al freddo..
Quel tuo pianto sommesso..
Disperato e trasfigurato
Hai dato tutto di te alla CALLAS .
O LA CALLAS si è preso TUTTO di te
Sei stata contraccambiata con una Scala dArgento
Che Lei si è però portata via..
quando si è allontanata,
Ti ha lasciata senza più palazzi di Cristallo,
E Boschi Incantati
E Caverne Magiche..
Anche lAmore si è portata via
Morta LA CALLAS, VIVA LA KENNEDY!
E rimasta Maria?
O soltanto un guscio vuoto
In un oceano di silenziosa solitudine?
E mi viene in mente,
La Rondine de "Il Principe Felice", di Wilde
La Rondine che spoglia, giorno dopo giorno,
La statua del Principe
Di tutte le sue scaglie doro
Di tutte le sue gemme,
per farne dono ai poveri
Vola La Rondine,
di quartiere in quartiere,
di casa in casa
per deporre i suoi doni
sui davanzali di chi ne ha più bisogno
E linverno la sorprende
Ormai troppo stanca
Per migrare verso i paesi caldi
E il freddo la uccide
Dal rogo ove sono gettati
La statua ormai spoglia e la rondine morta
Si salva, intatto, il cuore delluccellino
Quel cuore tu continui a donare a noi, Maria,
attraverso le registrazioni, tantissime, per fortuna
Le pochissime persone
Che sono riuscite a vederti
Sul tuo letto di morte,
hanno detto che eri bellissima
con la tua lunga treccia nera sulla spalla.
A me piace ricordarti
Sovrapponendo al tuo sorriso
Ai tuoi occhi di incanto,
i fotogrammi finali
di un documentario a te dedicato..
Dei fiori spinti dolcemente verso il largo,
dalle onde azzurrissime dellEgeo
che ha accolto le tue ceneri
Gabriella Leopizzi
Roma, 24 luglio 2002
A M A R I A C A L L A S
Maria..
Su di te, sulla tua personalità
Sulla tua Voce
Sulla tua Arte
E stato scritto moltissimo
In tutte le lingue..
Qualche centinaio di libri, fino ad oggi
167.000 pagine su Internet, sino ad oggi
Per non parlare delle tonnellate di articoli
Sempre su di te, discussioni furibonde
Per decenni
E non solo tra melomani, critici musicali
Ma anche tra studiosi del Costume
Tra grandi intellettuali..
Cosa rarissima
Nei secoli
per una Cantante
Per quanto grande fosse la sua Arte
Per quanto bella fosse la sua voce
Ma sei stata una cantante, per quanto Somma?
No! Sei stata una Artista
E come per tutti i Grandi dellArte, in qualsiasi campo,
la tua grandezza è stata, soprattutto,
il saper tradurre, esternare con il tuo Canto
come altri con il pennello
ed altri ancora con lo scalpello o la penna,
quanto noi tutte ,creature umane
abbiamo dentro, senza saper trovare
parole per DIRE
"La sua voce commuove perché contiene un Dramma"..
titolo di un bellissimo articolo su di te,
di un grande critico musicale,
i primi tempi della tua "esplosione" sulle scene;
quando portasti lo scompiglio, la Rivoluzione,
nello stagno addormentato del Teatro dOpera
e tutti i critici più autorevoli
cercavano di spiegarne il perché.
Ovviamente la tua grandezza di Artista
Non è stata soltanto nella drammaticità del tuo Canto..
Ma non sto qui a discutere del tuo posto (immenso),
nel mondo del teatro .
Qui si parla
Delle corde del cuore, dellanima,
che tu hai saputo toccare attraverso il tuo canto,
corde talmente profonde, vive, palpitanti,
da far spesso venire il groppo alla gola,
ancora oggi, dopo tanti anni che sei volata via,
in chi si accalora a parlare di te
Non dico soltanto di fans
Che possono averti idealizzata..
Ma di persone che ti hanno frequentata per anni
Per decenni..
I tuoi amici più cari
Non ricordo chi ha detto..
"Dio, come canteranno i tuoi angeli in cielo
se a noi
sulla Terra
hai concesso
di ascoltare una voce così"?
Maria.. Tu eri già allapice della carriera e della gloria
quando io vivevo i miei sedici, diciassette anni
DISPERATI.
"Ancora un anno è passato
senza un grido
senza un lamento
venuto a rompere dimprovviso il giorno.."
Frase letta non ricordo più dove
Ma che ripetevo ad ogni mio nuovo compleanno
di prigionia angosciante,
nella mia tragica famiglia
.
Anno dietro anno..
Ogni giorno identico a quello precedente
Nella solitudine straniante e muta
Nella frustrazione di una giovinezza ARDENTE
Che premeva.. PREMEVA, dentro..
Un muro altissimo
Invalicabile
Tra me e la VITA
"Ma che cosa è per te la vita?"
chiedeva la mia amica Lina,
ragazza normale in una normalissima famiglia
Cosa era, (e cosa è), per me, la VITA?
No, non Principi Azzurri, Feste, Onori..
VITA, dicevo a Lina, è per me LIBERTA
Libertà di poter stendersi tra lerba
E guardare le trine di rami e foglie
contro lazzurro del cielo
O i mille giuochi delle nuvole,
dalle forme mutevoli
sulle quali fantasticare..
O, la notte,
perdersi tra miliardi di stelle palpitanti..
O imbastire lunghi discorsi con la Luna
quando è grande e tonda
e sembra stia lì ad ascoltarti
sorridendo sorniona.
VITA è lAmore da dare e ricevere
Le cose belle fatte con le persone cui vuoi bene.
Per le persone cui vuoi bene
Per le persone che hanno bisogno
E possono ripagarti soltanto con un sorriso..
VITA è viaggiare alla scoperta di orizzonti nuovi
fisici, mentali o spirituali
VITA è lincontro con persone diverse da te
Per arricchirti di esperienze
Per imparare a guardare con altri occhi
Quanto ci circonda.
Vita è, soprattutto, LIBERTA
Poter fare le cose che più ti piacciono,
o che più ritieni utili,
senza che alcuno interferisca.
Non è VITA avere per orizzonte
le quattro mura di una stanza..
Per cielo il soffitto
Per orizzonte un quadratino di finestra
dalla quale intravvedere uno spicchietto di cielo,
Ed assistere al cambiamento delle stagioni
attraverso qualche alberello striminzito,
che si ingegna a non morire
soffocato dallasfalto.
NON è VITA un giorno identico allaltro..
Anno dopo anno
In un silenzio irreale
Rotto unicamente
da parole di disprezzo
O di odio
O da liti furibonde..
Ma per quanto cercassi di spiegarti, COME potevi capire
tu, Lina,
ragazza normale,
della mia DISPERAZIONE?
Per non impazzire, per non suicidarmi,
mi inventavo mille cose
dal disegno agli amici di penna
/trovati su Topolino, (tra i quali anche tu, Lina)
Dal leggere (a sedici anni ero già a Dostojewski, Camus)
a collezioni varie..
Ma i sedici, diciassette, anni
NON POSSONO accontentarsi soltanto di queste cose!
Il radiogrammofono..
Un grosso mobile di radica..
Si apriva dallalto ed appariva il Grammofono
Con il suo braccetto nero..
La puntina-chiodo
Se si aprivano le antine,
il frontalino della radio Giravi una manopola,
si accendevano lucine di tanti colori..
E suoni, canti,,,
conversazioni in tutte le lingue..
La TV, allora, un lusso da ricconi!
Quel frontalino pieno di colori
Giravo la manopola e fantasticavo..
Specialmente la notte
Quando tutto era silenzio.
Il mio UNICO contatto con il mondo,
a parte le lettere e le finestre
Anche tu sei arrivata
Attraverso quella radio, Maria..
Una sera di pieno inverno..
Mai amato la musica, fino a quel momento!
Nemmeno le canzonette
Gira e rigira la manopola.. La mano si blocca
Una musica struggente..
E su quella musica
Una voce
Canta la voce Dice cose
Non capisco le parole..
O, meglio, non capisco il testo nella sua interezza
Ma, egualmente, "vedo"
Un albero smunto..
sulla cima di una collina pietrosa..
Sotto lalbero una ragazza..
Ha freddo
Ha fame
Ha paura
Cè una luna grande che illumina la valle sottostante..
Nella valle, delle case..
Le finestre illuminate..
Il fumo che esce dal camino
Tutto parla di tepore, benessere ed amore
In quelle case lontane..
Da lì la ragazza è stata scacciata
Non sa bene per quale colpa
O quale cattiveria del prossimo
Ma lei sa che MAI PIU potrà tornare
E piange, la ragazza..
Il pianto accorato,
sommesso,
straziato,
di chi sa di non poter più sperare
E il mio stesso pianto..
derivato dal medesimo dolore
Ogni nota un sospiro, un lamento, un grido
della mia anima esiliata
della mia vita calpestata..
E piango.. Piango.. Piango
Ma ecco che, una dopo laltra, le note si allineano..
Una Scala dargento che sale.. Sale..
Note fatte di lacrime e trasformate in gradini dArgento
Sale la Scala .
Su.. su.. su.
.
Castelli di Cristallo
Zampilli di limpidissima acqua
Tappeti di fiori di ogni colore..
Valli verdissime..
Monti verniciati doro dal Sole
E poi dargento dalla Luna
Arcobaleni
Nuvole bianchissime
Leggere come sospiri
E profonde caverne
Grotte incantate
Piene di scrigni traboccanti tesori..
Vulcani infuocati che eruttano
Non so se lava o sangue palpitante
Era LA CALLAS
Che cantava "Casta Diva", dalla Norma di Bellini.
Ma dietro alla sacerdotessa druidica
Ceri tu, Maria
Che trasfiguravi il Tuo dolore
Rannicchiata ai piedi
Dellalbero risecchito
E, quella sera,
hai aiutato me
a fare altrettanto..
Mi hai preso per mano
e mi hai portato via con te..
Su, su su.. per Paradisi lontanissimi.
nei quali nessun dolore, nessuna cattiveria
potevano sfiorarci
Avevo soltanto la radio, allora
Di farmi comprare dei dischi neanche a parlarne..
Ma tu eri allapice del successo
E, per mia fortuna,
le tue interpretazioni erano spesso in onda .
E ogni volta che arrivavi
Mi tendevi la mano..
E volavamo via Lontano..
Lontanissimo
E un giorno ti ho scritto
"A Maria Callas Milano"
Eri talmente famosa,
che anche senza il nome della città
la mia lettera ti sarebbe egualmente arrivata
Avevo scritto a Maria, non alla Callas..
E ti dicevo chiaramente che non volevo autografi,
non aspettavo risposta..
era soltanto per dirti GRAZIE
Tu hai compreso benissimo la differenza..
Una tua lettera lunga e bella.
Una intera opera, una foto bellissima
Con tanto di autografi..
La promessa che, una volta a Roma
Ci saremmo incontrate..
La lettera lho avuta in ospedale
La mia quinta o sesta operazione..
E ti ricordavi di me
Mandandomi cartoline
Dalle tournee..
Rispondendomi subito
Quando mi facevo viva con te
Si chiama transfert?
A un certo punto io,
ragazzina senza una vita,
ho cominciato a vivere
attraverso te
I tuoi successi erano i miei..
I tuoi viaggi erano i miei..
I tuoi bellissimi vestiti,
erano tali e quali a quelli
che, potendo, avrei scelto io..
Montagne di rotocalchi..
che allora traboccavano di te
per seguirti
In mezzo a tue migliaia di foto
di trionfi
di frequentazioni regali
di viaggi da sogno
una mi ha colpito in modo particolarissimo .
Una foto da nulla.
Passeggi sotto casa tua ed è primavera..
lombra dei rami e delle foglie
proietta sul marciapiede e su di te
una specie di merletto
"Sento" la brezzolina carezzarti il viso
Uno STRUGGIMENTO
Guardare come un sogno irragiungibile
persino una passeggiata sotto casa
in un mattino di primavera
Anche per merito tuo, Maria,
sono riuscita a non impazzire,
a non suicidarmi
Mi avevi fatta entrare in una favola stupenda
In un sogno che sembrava diventare sempre più esaltante
A Roma sei venuta.
Ma avevi ben altro a cui pensare
Che conoscere me di persona.
.
La tua voce che si incrina,
proprio durante il "Casta Diva"
Il Gran Rifiuto a continuare a cantare
Lo scandalo planetario che ne segue
"Lennesimo capriccio della Diva "
Stavolta imperdonabile..
Offesa al Presidente della Repubblica,
ed a tutto il Gran Mondo
accorso per ascoltarti
Al Teatro dellOpera, in una serata che si voleva regale
Omaggio alla Regina
Che invece se ne va sbattendo la porta!
E poi chiede scusa,
cerca di far valere le sue ragioni..
Ma NESSUNO è disposta a comprenderla,
a scusarla..
Chissà..
Mi è rimasta sempre dentro unimpressione
Non il Capriccio di una Diva ma linizio di una Tragedia
Fu in quella sera drammatica che la Callas
(e con lei tu, Maria),
cominciaste a morire?
Quella sera, per la prima volta,
prendeste coscienza che LA CALLAS
non sarebbe stata immortale?
Per me, di sicuro, fu proprio così!
Con la tua voce spezzata, sia pure per un attimo,
la prima presa di coscienza che, in questo mondo
TUTTO finisce..
Anche le cose le più BELLE..
Le più SACRE
Quanto, QUANTO piangere, di nuovo!!
Stavolta di dolore..
Dolore per te e per me, Maria..
Per noi tutte creature umane destinate,
irrevocabilmente
a perderci nel NULLA!
Il linciaggio morale!!!
I giornali a gara per diffamarti,
per offenderti, per svalutarti
NellItalia ancora iperbeghina
e ferocemente maschilista
di fine anni 50, volevano, probabilmente,
farti pagar salato, salatissimo,
lessere arrivata a fama stratosferica,
senza essere "Figlia di.."
"Moglie di.."
"Amante di.."
Senza essere una sex simbol
Famossissima (e strapagata),
solo grazie a te stessa.. Al tuo lavoro..
alla tua personalità, per molti irritante,
soprattutto per come la descriveva la stampa ..
La TIGRE!!!
Contrapposta a "Voce dAngelo"
Callas e Tebaldi
Carmen e Michaela
Turandot e Liù
La stragrande maggioranza, naturalmente,
a parteggiare
per la dolcissima, mite, accomodante "Michaela"
per la sacrificale Liù
Per "lAngelo" Tebaldi, cioè
Così dovevano essere le donne
allora!
Ricordi, Maria?
Ed io ti ammiravo anche per questo
Perché sapevi combattere,
sapevi tener testa!
Perché detestavo le Michaele, le Liù
Gli Angeli costruiti sui giornali
Così come sui giornali
Era stata costruita LA TIGRE!
Non per niente leroina della mia adolescenza
era stata Giovanna dArco!
Ma la valanga contro di te
era ormai di proporzioni galattiche..
e, soprattutto, inarrestabile
Nessun giuoco è più crudele ed eccitante,
del ridurre in polvere lIdolo caduto
Che tu avessi ragione o torto,
ad ogni nuovo "incidente",
a nessuno importava più
Tu eri colpevole..
Sempre e comunque
Quanti hanno saputo, per esempio
Che la causa con il Teatro dellOpera di Roma
Dopo la tua interruzione di Norma,
la hai vinta tu?
E LA TIGRE ha iniziato a vacillare
A vacillare perchè
il tuo BALUARDO,
la tua Spada invincibile
il tuo Riscatto,
la tua Rivincita contro lEsilio
la tua VOCE, cioè
non era più fortino inattaccabile..
Come il Crac dellOpera di Roma,
aveva drammaticamente messo in evidenza
Il trionfo della Scala
E poi lapoteosi di Parigi
in quel movimentatissimo 1958,
Avrebbero dovuto ripagarti
dello scivolone a Roma..
Ma quella sera del 2 gennaio 1958
il Sipario si era strappato per sempre..
E tu, per me, ne eri tragicamente cosciente
Il Concerto di Amburgo.. inizio 59..
Un filmato ce lo ha tramandato..
Tu bellissima e, a tratti, anche insuperabile
Ma talmente fragile, talmente spaventata
Tutto il concerto
con una mano convulsamente aggrappata ad una ringhiera..
e laltra quasi inchiodata sul petto..
Quasi fosse, quello,
lunico modo per rimanere in piedi..
e per non farti scoppiare il cuore nel petto
I tuoi occhi smarriti che, di quando in quando
Imploravano sostegno e conferme
in quelli di Rescigno che ti dirigeva..
Che PENA, Maria
Rivederti.. Anche dopo tanti anni..
La TIGRE?? Dove era finita ?
Solo una donna terrorizzata,
Divorata dallansia..
Dallangoscia
Dallinsicurezza
LA CALLAS quasi agonizzante..
E tu, Maria, che cercavi di sostenerla
Aveva ancora tantissime frecce nel suo arco, la CALLAS!
Ma lei e tu eravate troppo ferite, in quel momento,
per rendervene conto!
E, quasi a conferma inappellabile delle vostre paure,
a raffica, uno dopo laltro,
anche gli effetti materiali
della sistematica demolizione dellIdolo..
Prima era TUTTO perdonato..
Poi La Diva insopportabilmente capricciosa
dicevano..
Chi, la croce, la buttava invece su tuo marito,
troppo provinciale, troppo esoso, cattivo consigliere
Ma questo lo sussurravano gli amici..
La stampa, tutta contro di te..
Esclusivamente contro di te
Nemmeno il più piccolo sconto, ormai
Al minimo sbaglio, (vero o presunto),
uno dietro laltro,
i più grandi Teatri del mondo,
ti hanno licenziata!
Sbarrata lOpera di Roma..
Blindato il Metropolitan
Ostile il Covent Garden
La Scala.. Il TUO Regno
che fa calare il sipario di ferro
per impedirti altre uscite sul palcoscenico..
durante la recita di addio al TUO pubblico
Nessuno si ricorda questo calvario
quando s i accusa ferocemente Onassis
di averti distrutta come cantante
oltrechè come donna
Per me, invece,
Onassis, apparendo al tuo orizzonte,
ti ha tirato fuori dal baratro
nel quale stavi inesorabilmente precipitando..
Che poi le cose, dopo nove anni di relazione,
siano finite come sono finite,
è un altro discorso
Ma allora,
in quella estate 1959
COME avrebbe potuto, LA CALLAS
risollevarsi,
riprendere il suo posto nellOlimpo?
Cosa la aspettava, nella situazione in cui era.?
Nelletà che ormai aveva?
36 anni..
Pochi ancora, per una donna..
troppi per ricostruire
una carriera lirica sbriciolata
quale, ormai, era la sua
Certo, donna tra le più famose del mondo,
prima di Onassis e ancor più dopo Onassis,
i Mercanti ti avrebbero egualmente coperta doro..
se solo tu avessi voluto
Ma il Rispetto, la Venerazione
che avevi per la Musica,
la Dignità verso te stessa
mai ti avrebbero permesso di svendere
LA CALLAS
sullaltare del denaro e degli applausi facili..
Ritirarti a vita privata?
Darti allinsegnamento?
A 36 anni?
Con un marito vecchio ed oramai imbarazzante
Per i livelli cui tu eri arrivata
E si può tornare ad una vita normale
Dopo essere stata LA CALLAS?
Ma ecco Onassis
con le sue ricchezze da Creso
Il mondo dellArte (dai dirigenti della Scala in giù)
ti spalanca di nuovo le porte
di nuovo si prostra ai tuoi piedi
Tutto è tornato in regola!
Anche tu costretta, finalmente,
a farti spalleggiare da un uomo ..
Dimenticata LA TIGRE..
Risotterrata lascia di guerra..
Tutti i giornali
Di nuovo ad incensarti
Ad osannarti
Sia come sia,
quanto diversa appari, sempre ad Amburgo,
un po di tempo dopo quel 1959!!!
Come brillano ora i tuoi occhi!
Come sei fiera..
e spavalda,
ed ammiccante
in special modo mentre canti "Carmen",
Come straripa anche dal corpo
quella tua femminilità che,
prima dellIncontro,
aveva via libera soltanto sul palcoscenico!!
Molti sospettano il tuo calcolo
In quella unione strepitosa
Ti ha mai ASCOLTATA cantare,
chi vede in te soltanto
una accorta programmatrice
della propria carriera?
Ad osservare il tuo comportamento,
appare tutto il contrario..
Con Onassis al fianco,
Ti sei allontanata talmente tanto dalla Musica
che molti melomani,
hanno preso a rimproverarti con grande asprezza
(grande quanto lammirazione e lamore che ti portavano),
per aver tu dismesso la tunica di Sacerdotessa dellArte
a favore del Jet Set
Ti facevano proposte prestigiosissime..
Di nuovo i più Grandi dellArte,
a pregarti di tornare, di non privare il pubblico
dei TESORI che potevi ancora dispensare
Tu nicchiavi..
Rifiutavi quasi tutto
Forse centrava anche Onassis nei tuoi no
Ma, credo io, che chi ti voleva bene,
nel suo egoismo,
nel suo fervore artistico,
non si rendesse conto di QUANTO tu, Maria,
avessi pagato alla Callas.
Di Quanto fossi stanca di PAGARE!
E ora, il tuo, era un atto di ribellione
Alla sua TIRANNIA!
Stavi provando a far vivere Maria
Maria che aveva dato,
nei 36 anni precedenti
tutto il suo sangue, tutta la sua anima,
per far vivere LEI, la Callas!
Se calcoli li hai fatti
Li hai fatti per Maria
Ti sei illusa di sostituire lArte con lAmore
E anche qui sei stata scippata..
LA CALLAS poteva amare
Qualcuno al disotto di un Onassis?
E Onassis poteva amare
Qualcuna al disotto della CALLAS?
LA CALLAS dei bei tempi, LA TIGRE..
non avrebbe fatto finire la Storia
così come è finita
.
Ma alla TIGRE si erano spezzati gli artigli..
Rimaneva Maria, da sola
Prima messa su un altare..
(Maria, o LA CALLAS?)
Poi umiliata, calpestata, ripudiata
Maria, da sola, avrebbe amato un Onassis?
Chissà..
Forse no
Onassis non era uomo da amare
Una donna, per essere accettata da lui,
doveva soltanto essere sua complice
Tu, Maria, non sapevi, non volevi essere complice..
Tu volevi un uomo da amare..
Un uomo che ti amasse
Sospirava Rita Haiworth
"Gli uomini che dicono di amarmi
vanno a dormire con Gilda
e si svegliano con Rita.."
E la maledizione delle Divine
Meneghini aveva subito dimenticato Maria
Per mettersi al totale servizio della CALLAS
Onassis aveva lastricato doro
Le strade davanti alla CALLAS..
Ed avrebbe poi lasciato quelle polverose, fangose,
a Maria..
Ma in quel 1959, tutto era appena agli inizi..
Tu scivolavi sognante sulle strade lastricate doro..
Veleggiavi, innamorata e felice, sul "Christina"
Io, al contrario,
vivevo il mio periodo più ATROCE, in famiglia..
E nemmeno il tuo amore favoloso,
del quale traboccavano tutti i media
(che ancora non si chiamavano così),
serviva più a distrarmi dallangoscia
che montava, montava
Alla fine, anche per me,
si è rotto il tragico incantesimo..
Certo non avevo un "Christina" per abitazione
Né Montecarlo come cornice
Ma avevo la mia giovinezza ancora intatta
Nonostante tutto
Hai continuato ad avere
Un posto di grande privilegio nel mio cuore
Ma ormai non dovevo più
Immedesimarmi in te..
Per illudermi di vivere
Avevo la MIA vita da costruire..
Non una vita da Divina,,
ma da DONNA Era la cosa
che più volevo al mondo
Pian piano, tu eri quasi scompasrsa dai media..
Io avevo ormai tanto da fare, tanto da VIVERE
Domande su di te non me ne sono poi fatte molte..
Forse come tanti,
troppi tuoi amici
che avrebbero potuto aiutarti
se si fossero posti il problema..
Ma ti si poteva aiutare???
Temo di no..
Al punto in cui eri,
agli inizi degli anni settanta,
sia LA CALLAS che Maria,
ormai morte e sepolte..
Rimaneva un simulacro
Che trascinava i suoi giorni
Murata viva nel suo appartamento
"Pippo, per fortuna, ogni giorno
è un giorno di meno"
dicesti una volta a Di Stefano,
tuo compagno di tanti trionfi,
tuo amico pietoso degli ultimi anni disperati
E in un tiepido mattino di settembre
Te ne sei andata via improvvisamente
In perfetto, solitario silenzio..
Come solitari e silenziosi
Erano stati i tuoi ultimi anni
"Muore giovane chi è caro agli Dei"..
Con te, Maria, gli dei non erano stati
Pietosi abbastanza..
Altrimenti ti avrebbero risparmiato,
almeno dieci anni di disperazione!
Maria..
Non posso più ascoltare i tuoi dischi..
Mi fa TROPPO male.
Ogni tanto penso
Sei morta sotto lalbero scheletrito..
Di solitudine..
Al buio.. Al freddo..
Quel tuo pianto sommesso..
Disperato e trasfigurato
Hai dato tutto di te alla CALLAS .
O LA CALLAS si è preso TUTTO di te
Sei stata contraccambiata con una Scala dArgento
Che Lei si è però portata via..
quando si è allontanata,
Ti ha lasciata senza più palazzi di Cristallo,
E Boschi Incantati
E Caverne Magiche..
Anche lAmore si è portata via
Morta LA CALLAS, VIVA LA KENNEDY!
E rimasta Maria?
O soltanto un guscio vuoto
In un oceano di silenziosa solitudine?
E mi viene in mente,
La Rondine de "Il Principe Felice", di Wilde
La Rondine che spoglia, giorno dopo giorno,
La statua del Principe
Di tutte le sue scaglie doro
Di tutte le sue gemme,
per farne dono ai poveri
Vola La Rondine,
di quartiere in quartiere,
di casa in casa
per deporre i suoi doni
sui davanzali di chi ne ha più bisogno
E linverno la sorprende
Ormai troppo stanca
Per migrare verso i paesi caldi
E il freddo la uccide
Dal rogo ove sono gettati
La statua ormai spoglia e la rondine morta
Si salva, intatto, il cuore delluccellino
Quel cuore tu continui a donare a noi, Maria,
attraverso le registrazioni, tantissime, per fortuna
Le pochissime persone
Che sono riuscite a vederti
Sul tuo letto di morte,
hanno detto che eri bellissima
con la tua lunga treccia nera sulla spalla.
A me piace ricordarti
Sovrapponendo al tuo sorriso
Ai tuoi occhi di incanto,
i fotogrammi finali
di un documentario a te dedicato..
Dei fiori spinti dolcemente verso il largo,
dalle onde azzurrissime dellEgeo
che ha accolto le tue ceneri
Gabriella Leopizzi
Roma, 24 luglio 2002