BASTA PRECARIETA' E POVERTA'!

I mass media fanno ormai a gara per terrorizzare la popolazione, aprendo le prime pagine di giornali e tg con l'argomento del momento: la crisi. Tutti però si guardano bene dallo spiegare cosa effettivamente comporti questa crisi: ci parlano di crisi finanziaria, che ormai è diventata reale; parlano di crisi reale e percepita; ci tengono continuamente informati sugli indici della borsa; ci illustrano le misure anticrisi prese dai vari governi occidentali (e certamente quello italiano non si distingue per efficienza in merito); ma mai ci dicono cosa accade quotidianamente nei posti di lavoro. Infatti, se l'economia è in crisi, i primi a pagarne le conseguenze sono proprio i lavoratori salariati: e quelli del commercio non sono certamente al riparo da questa tendenza. Negli ultimi vent'anni, si è assistito in Italia ad un netto cambiamento dell'organizzazione del lavoro nel settore: dove prima i lavoratori/trici si trovavano divisi ed impiegati in innumerevoli piccole attività e botteghe, oggi si ritrovano insieme, dipendenti di grandi aziende con migliaia di impiegati. Questo però non comporta maggiori sicurezze sulla continuità del rapporto di lavoro: i grandi padroni non sono certo più buoni di quelli piccoli, e non hanno alcuno scrupolo nel mandare per strada i dipendenti se vedono diminuire, anche di poco, i loro profitti: questa è la loro legge di mercato. Nel far ciò sono certamente avvantaggiati dalla legislatura vigente sul lavoro: grazie all'uso di contratti a tempo determinato (di varia natura e durata), possono abbassare l'organico dell'azienda ogni volta che occorre, per poi effettuare nuove assunzioni flessibili quando se ne presenta la necessità. Laddove devono invece liberarsi di lavoratori/trici a tempo indeterminato, non hanno certo difficoltà ad aprire procedure di mobilità (che significa licenziamenti con iscrizione alle liste di mobilità, e non trasferimenti in altre unità produttive!) come nel caso dell'ipermercato Panorama di Romanina (con più di cento lavoratori/trici licenizati/e) o cessioni di ramo d'azienda (nelle quali veniamo ceduti anche noi lavoratori/trici, come fossimo delle scrivanie o dei computer), grazie ad istituzioni compiacenti ed ai sindacati confederali, sempre disponibili a firmare accordi sulle spalle di noi lavoratori/trici. Un settore, il commercio, cha ha visto, nel luglio scorso, un rinnovo contrattuale (in ritardo di un anno e mezzo dalla scadenza) con aumenti salariali irrisori a fronte di una maggiore flessibilità negli orari lavorativi ed all'esclusività per i sindacati confederali di rappresentare i lavoratori/trici della categoria, le cui aziende sempre più spesso usano premi produzione (frutto di accordi sindacali) come integrazione al magro stipendio, cercando di fatto di legare il salario alla produttività. Queste sono pratiche consuete per i padroni del commercio: ma se danneggiano e peggiorano la qualità della vita di lavoratori/trici anche in periodi in cui il mercato è florido, figurarsi ora che è in piena crisi. Questo vuol dire che le migliaia di lavoratori/trici che ogni settimana vanno ad aumentare il numero di disoccupati nel paese, non verranno riassorbiti in tempi brevi dal mercato del lavoro, e certamente non avranno il denaro per comprare le merci vendute nei centri commerciali dove lavoravano fino al giorno prima: questo genera stagnazione dell'economia e quindi nuovi licenziamenti (che dalla grande distribuzione arrivano alle fabbriche, dove la merce viene prodotta). Senza un'adeguata conoscenza delle leggi che gestiscono il mercato del lavoro (sempre più "libero" per i padroni e sempre più oppressivo per i lavoratori e le lavoratrici), è difficile per noi lavoratori riuscire a condurre lotte per il miglioramento della nostra precaria condizione: da questa difficoltà è nata l'esigenza di elaborare un "manuale di sopravvivenza" sui rapporti di lavoro precari. Un opuscolo che nasce dagli sforzi di alcune lavoratrici e lavoratori per cercare di mettere ordine all'interno di questo calderone che è l'attuale mercato del lavoro e le leggi che lo gestiscono. Una "guida ai rapporti di lavoro precari" che è uno strumento finalizzato ad una più approfondita conoscenza delle meccaniche che gestiscono le decine di tipologie contrattuali che tutti i giorni siamo costretti a firmare per poter lavorare, spesso senza neanche accorgerci quando vengono commesse irregolarità da parte di chi ci propone/impone tale contratto. Una guida che non ha certo la pretesa di essere esaustiva e definitiva, ma che può essere certamente un'ottima fonte di informazioni per noi lavoratori/trici. Un opuscolo nato dai lavoratori per i lavoratori, frutto di una ricerca sulla legislazione del lavoro e del dibattito assembleare, scritto e divulgato senza fini di lucro,ma che è costato anche dei soldi per essere stampato: per questo lo offriamo in cambio di una sottoscrizione libera, ognuno e ognuna secondo le proprie possibilità.

Assemblea Coordinata e Continuativa Contro la Precarietà (A.C.C.C.P.) e-mail: tappabuchi@claronet.it Collettivo PrecariAtesia e-mail: precariatesia@yahoo.it Lavoratori e Lavoratrici Autorganizzati/e ACI Informatica e-mail: rsu.autorganizzati@informatica.aci.itla

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