Il vento sta cambiando (ma loro no…)

 

 Da qualche mese a questa parte il mondo della cooperazione è scosso da percorsi vertenziali che interessano diverse cooperative (Casa dei Diritti Sociali, Obiettivo 2000, Conforto,ecc.), vertenze che si sviluppano in municipi diversi, che adottano forme di lotta molteplici ma con uno stesso denominatore comune: il rispetto dei diritti di chi lavora!

In alcuni casi si tratta della richiesta di applicazione della delibera 135, come hanno fatto le lavoratrici ed i lavoratori della Casa dei Diritti Sociali addirittura occupando l'assessorato alle politiche sociali per 14 ore, sostenuti dai lavoratori di altre cooperative. Questa delibera, che sanziona le cooperative che non rispettano i parametri contrattuali, fino all'esclusione dall'accreditamento e salvaguardando i posti di lavoro, non è mai stata applicata nonostante le circonstanziate denuncie di più di un lavoratore e l’apertura di diverse istruttorie riguardanti casi  di chiara violazione della citata delibera.

 Prima gli assessori competenti si giustificavano dicendo che non c'era un regolamento attuativo, ma ora che tale regolamento sta per essere approvato, le cose stentano a cambiare: nonostante tutto, il legame scellerato tra Comune di Roma e terzo settore sembra non volersi sciogliere, a discapito di chi sta alla base di questa piramide: operatori ed utenti.

 Ma proprio operatori ed utenti della cooperativa Obiettivo 2000 ci hanno fatto pervenire un segnale importantissimo: i beneficiari dei servizi infatti hanno protestato sotto il 6 municipio al culmine di uno sciopero di quattro giorni organizzato dai/dalle lavoratori/rici in risposta ai forti ritardi sui pagamenti, sostenendo le loro ragioni.

 Poiché, tuttavia, molti casi simili si stanno moltiplicando, si può dire con certezza che essi non sono il sintomo di qualcosa che non va, ma che il sistema della cooperazione a Roma, nel caso fosse mai stato un sistema valido, è un sistema da cambiare.

 Non è soltanto un problema economico o di garanzie negate, ma un problema strutturale che va dalla qualità dei servizi erogati, all'abuso di personale precario, sfruttato e sottopagato, per arrivare allo stato di truffa generalizzato  orchestrato dai vari dirigenti delle cooperative e al complice silenzio degli organismi amministrativi.

 Sul versante della precarietà, il caso degli AEC è emblematico: lavori se mi serve, quando mi fa comodo e come dico io. Cioè la programmazione non tiene affatto conto delle tue esigenze come lavoratore persona e spesso neanche di quelle dell'utente, ma solo delle esigenze di profitto della cooperativa...alla faccia degli scopi sociali.

Sul piano del rapporto tra privato sociale e Comune di Roma, ci chiediamo per quanto tempo ancora possa durare questa farsa: in alcune cooperative il dissesto economico si è raggiunto a seguito delle decine di vertenze legali avviate dai lavoratori, vertenze che in alcuni casi hanno dilapidato le risorse comuni mettendo in moto la catena pignoramenti-ritardi dei pagamenti-fame!!

 Queste cooperative, che hanno licenziato in modo ingiusto e selvaggio, che non rispettano i contratti, che hanno perso cause legali e non sono più in grado di retribuire in modo regolare gli/le operatori/rici, continuano ad essere accreditate!

 

 Ci stanno prendendo in giro: impediamolo!!!

Ci  ingannano con promesse e bugie: smascheriamoli!!!

 Sosteniamo ogni lotta dal basso ed autorganizzata!!!

 

Coordinamento Cittadino di operatrici/ori Sociali

Via appia Nuova, 357 (Metro F. Camillo) tutti i giovedì - ore 21

cocittos@virgilio.it