Cimoli scrive ai lavoratori :

OLTRE AL DANNO PURE LA BEFFA!

Il Presidente-Amministratore Delegato AZ

  prima espelle da Alitalia 10.000 lavoratori di terra e

  poi spedisce loro una lettera in cui dichiara che

"Alitalia è un'azienda protagonista del sistema Paese

nella quale e per la quale è bello lavorare"

  Intanto Finanza & Mercati del 30-12-05 annuncia che l’Alitalia è in mano ai fondi stranieri !

  Se non fosse così seria la situazione verrebbe da liquidare la questione con un esplicito "O Capitano, mio Capitano ... almeno smetta di prenderci per i fondelli".

  Che Alitalia sia stata un'azienda protagonista del sistema Paese è fuori di dubbio e sembra paradossale sentirlo affermare da chi finora ha agito con il preciso mandato, avallato da  9 sigle sindacali, di privatizzarla, di smantellarla e di ridimensionarla.

  Che Alitalia, adeguatamente rilanciata, avrebbe potuto continuare ad esercitare un ruolo primario per l'economia italiana è altrettanto certo, ma suona beffardo verso i lavoratori e verso la CUB TRASPORTI che fin'ora si sono battuti, inascoltati, per rivendicarne il salvataggio e per evitarne la svendita ad Air France-KLM e/o agli speculatori di turno.

  Purtroppo, però, oggi è evidente quanto Alitalia sia stata ridotta ad un vettore poco più che nazionale (con oltre 10.000 lavoratori in meno!) e quali siano le manovre in atto di chi tenta di accaparrarsi il ricco mercato del Trasporto Aereo del nostro Paese, non certo per tutelare gli interessi generali e quelli della categoria.

  Altro che letterine ai dipendenti!

  Ben altro, quindi, sarebbe il compito che le forze politiche e i sindacati dovrebbero imporre al Governo e al management dell'Alitalia.

Mentre Cimoli ed il suo staff, dopo lo sfascio della Compagnia, continuano con l’invio di irritanti letterine ai dipendenti sarebbe urgente e necessario un drastico cambio di rotta ed un radicale ripensamento sul futuro di Alitalia.

 

Al di là delle dichiarazioni di facciata che i rappresentanti sindacali delle 9 sigle firmatarie degli accordi-disfatta hanno rilasciato negli ultimi giorni (...la solita trovata di chi tenta di prendere le distanze da un disegno che ha avallato, sostenuto e favorito ma che oggi si svela nella sua drammaticità alla categoria!) è necessario che quelle OO.SS., rispettando il mandato dei lavoratori, così come ribadito anche nell'assemblea a FCO del 19-12-05:

·                    ritirino le firme apposte sugli accordi sottoscritti da Palazzo Chigi (29-12-2003) ad oggi;

·                    respingano lo smembramento della Compagnia e rifiutino la creazione delle numerose società (...più o meno partecipate dall'Alitalia);

·                    impongano un nuovo piano industriale che preveda il rilancio della Compagnia, senza esuberi e precarietà (stabilizzazione in Alitalia con criteri trasparenti dei precari presenti), ed un rinnovo contrattuale che definisca concreti aumenti salariali per chi da anni ha subito sacrifici e tagli alle retribuzioni.

Tutto questo è ancora possibile!

Non è vero che Alitalia è  un'azienda decotta e priva di prospettive:

non sarebbero così alti gli interessi di chi tenta di mettere definitivamente le mani sulla Compagnia e sul mercato del Trasporto aereo nazionale (... con buona pace delle 9 sigle che il 6-5-04 hanno avallato la privatizzazione della Compagnia, oggi il 20%-30% delle azioni AZ sono nelle mani dei fondi inglesi interessati a far fruttare l'investimento e a rivenderle al più presto ad Air France-KLM).

E' quindi necessaria una urgente svolta alla vertenza!

Se al contrario ciò non accadrà e le 9 sigle, continueranno ad ignorare il mandato della categoria e a seminare il solito disfattismo tra i lavoratori il nostro futuro resterà ipotecato e la sconfitta diventerà irrevocabile(...a proposito, il 19-1-2006 a sostegno di quale piattaforma cgilcisluiluglsult hanno indetto lo sciopero? Ancora una volta hanno ignorato le rivendicazioni della categoria?).

D’altra parte, se non si imprime una svolta alla vertenza diventerà irrevocabile il fatto che per oltre 10.000 di noi sono già un pallido ricordo le cose che Cimoli evoca: il “senso di appartenenza” ad “un'azienda protagonista del sistema Paese e nella quale e per la quale è bello lavorare”.

4 gennaio 2006                    

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