L’assemblea del 03.02.05 del personale viaggiante, pur comprendendo la necessità di aderire, sulla piattaforma rivendicativa dell’assemblea di Bologna, allo sciopero del 10-11 febbraio 05, si dichiara contraria ad esso.
Considera che tale adesione darebbe rilevanza mediatica, da parte di giornali e televisione, solo alle posizioni politiche di chi, nonostante 33 disastri ferroviari negli ultimi anni, non ha mai ritenuto necessario intraprendere una seria politica di sicurezza né ha ritenuto di dover aderire (eccetto l’OrSA) allo sciopero del 18 marzo 2003, indetto sulla sicurezza dai sindacati europei maggiormente rappresentativi.
Il personale viaggiante riunito, ritenendo improbabile questa “improvvisa presa di coscienza” di chi da anni è direttamente coinvolto per responsabilità nella attuale deriva dello sviluppo dei trasporti (e quindi dell’economia) in Italia e considerando questa azione, che fa seguito al grande sciopero autoconvocato dello scorso 16-17 gennaio, solo propagandistica e volta ad un recupero di immagine di chi è tutt’ora latitante anche sui diritti di chi lavora, decide unanimamente di presentarsi al lavoro.
Anche allo scopo quindi di permettere all’azienda di onorare in parte gli impegni assunti con il contratto di servizio verso la Regione, in un momento che appare sempre più difficile a causa della grande conflittualità con l’utenza, invita la Direzione Regionale Lazio ad assicurare un servizio regolare anche nelle fasce non garantite.
Il sopprimere le corse dei treni, qualora fosse deciso unilateralmente da questa Direzione, sarebbe, per ciò che ci riguarda, da imputare unicamente alla propria volontà e non a quella dei lavoratori.
L’ASSEMBLEA DEL PERSONALE VIAGGIANTE