Si č tenuta oggi l'udienza
preliminare per la morte sul lavoro di Luca Vertullo, operaio interinale,
avvenuta il 1° settembre 2006 al suo primo giorno di lavoro.
Per tenere sempre alta l'attenzione
su quest'ennesimo crimine contro i lavoratori, la Rete per la sicurezza sul
lavoro di Ravenna ha organizzato un presidio davanti al Tribunale con striscioni
("non permettiamo l'impunitą per i padroni assassini", "basta morti per i
profitti dei padroni") e molti cartelli che denunciavano il ruolo dell'agenzia
interinale INTEMPO, creata dalla Compagnia portuale e gestita dal sindacato
(CGIL), la stessa che ha mandato a morire Vetullo a Ravenna e Zanon a Marghera,
e la precarietą come la principale causa di infortuni mortali, per la mancanza
di formazione e per il ricatto padronale (alcuni cartelli ne chiedevano la
chiusura).
Al presidio hanno aderito i Verdi e
gli studenti di Red Block.
All'ingresso del Tribunale anche le
bandiere dello Slai Cobas per il sindacato di classe di Ravenna che aveva
presentato un esposto in Procura dopo la morte di Luca e che ha promosso la Rete
per la sicurezza.
L' udienza preliminare riguardava 16
imputati, tra i quali i vertici della Compagnia Portuale e della societą
Tirrenia, proprietaria del traghetto della morte, difesi da un notevole esercito
di difensori, una ventina circa, e l'ammissione parte civile dei famigliari di
Luca.
Lo Slai Cobas per il sindacato di
classe ha deciso di costituirsi parte civile in sede
dibattimentale.
10 imputati hanno chiesto il
patteggiamento o il rito abbreviato e il giudice deciderą il 20
marzo.
Lascia perplessi che tra le parti
processuali non erano presenti i soggetti pubblici addetti alla vigilanza e che
spesso erano stati interpellati da un sindacato autonomo e, soprattutto,
l'agenzia interinale Intempo, responsabile della formazione dei lavoratori
impiegati al Porto.
Ma sostanzialmente l'impianto
accusatorio ricalca quanto aveva sostenuto l'esposto presentato dallo Slai Cobas
per il sindacato di classe dopo la morte di Luca.
I riti alternativi richiesti dai
padroni dimostrano tutta la miseria umana e la vergogna di questa classe che si
crede potente e impunita, e che ad oggi non ha risarcito neanche di 1 euro i
famigliari di Luca.
A famigliari che stanno affrontando
questo processo con grande dignitą, ancora provati dal dolore, siamo stati
vicini con questo presidio, e i ringraziamenti commossi di uno dei fratelli di
Luca, Angelo, per la nostra presenza al Tribunale e le sue denunce sull'assenza
di sicurezza per il profitto dei
padroni, rafforzano la nostra battaglia, che si annuncia lunga sul piano
processuale, perchč vengano condannati in maniera pesante questi padroni
assassini.
Rete Nazionale per la sicurezza sul
lavoro- Ravenna
c/o Slai Cobas per il sindacato di
classe via G. Di Vittorio, 32
tel.
339/8911853
e mail:
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