AUMENTO DELL'ETA' PENSIONABILE DELLE DONNE

POSSIAMO ANCORA E DOBBIAMO IMPEDIRLO!

Con il decreto anticrisi il governo ha varato la controriforma per l'aumento dell'età pensionabile delle donne. Il pretesto è quello di dare corso ad una sentenza della Corte di Giustizia Europea riguardante la parità di trattamento economico tra lavoratori di sesso diverso, dal 2010 l'età per andare in pensione dele lavoratrici del Pubblico Impiego sarà elevata di 1 anno ogni 2 fino a portarla a 65 anni; ma, guarda caso, né questo né i Governi precedenti, hanno, invece, dato applicazione ad un’altra sentenza della Corte riguardante i riconoscimento dell’anzianità di servizio per le lavoratrici precarie, e si nasconde che la legislazione attuale non vieta affatto ad una donna di scegliere di andare in pensione a 65 anni. Questo provvedimento colpisce tutte le donne e tutti i lavoratori; dopo il Pubblico Impiego, come già annunciato dal governo, toccherà a tutti i settori privati.

Dietro le ipocrite dichiarazioni sulla “parità”, c'è solo la realtà vera di un taglio rilevante alla spesa pensionistica sulle spalle delle donne, non solo in termini di allungamento degli anni per il pagamento delle pensioni, ma soprattutto, temiamo noi, di risparmio secco perchè se andasse avanti questa proposta la maggiorparte delle donne non arriverebbe mai alla pensione. Il governo, poi, non dice che oggi sempre più la maggioranza delle donne o per lavori precari o perchè vengono per prime licenziate non arriva neanche ai 60 anni, figurasi ai 65. La condizione femminile in Italia è la peggiore d’Europa per disoccupazione, salario, iter di carriera, anni di lavoro, pensioni, per non parlare delle donne immigrate che spesso dimentichiamo. Si sciacquano la bocca di “parità”, di eliminare le “discriminazioni”, ma si guardano bene di eliminare la fonte di tutte le discriminazioni, il lavoro domestico, il peso tutto sulle donne della famiglia, del lavoro riproduttivo, dei servizi sociali. Si nasconde miseramente che le donne da sempre lavorano di più, arrivando a fare come minimo 60/65 ore settimanali tra attività sui posti di lavoro e lavoro in casa non pagato. Il lavoro di cura e il lavoro domestico, il lavoro riproduttivo si somma a quello produttivo, e fa sì che il governo risparmia sui servizi sociali, sulla scuola e sanità, ect.

La realtà è che in questa crisi provocata dai padroni le donne già stanno pagando per prime il prezzo più alto.

NOI DONNE LAVORATRICI, PRECARIE, DOBBIAMO OPPORCI SUBITO A QUESTO ATTACCO! Non dobbiamo aspettare o delegare ai sindacati la nostra protesta. I sindacati confederali, a parte la cgil che però non ha indetto finora nessuna concreta mobilitazione, hanno appoggiato questo aumento dell'età pensionabile; i loro partiti di riferimento, di centrosinistra ne condividono appieno le ragioni.

IN TUTTE LE FORME, ANCHE CON CREATIVITÀ, DOBBIAMO IMPEDIRE CHE QUESTO DECRETO DIVENTI DEFINITIVO.

LO DOBBIAMO FARE SUBITO, LO DOBBIAMO FARE SOPRATTUTTO QUEST'AUTUNNO NEL PERIODO IN CUI IL DECRETO DEVE PASSARE PER IL PARLAMENTO PER LA SUA TRASFORMAZIONE IN LEGGE.

LAVORATRICI ISPETTORATO DEL LAVORO - TARANTO SLAI COBAS PER IL SINDACATO DI CLASSE

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Taranto – 1.8.09