Comunicato stampa                                                           Palermo, 6 luglio 2009

 

Due lavoratrici licenziate all’ITI Volta!

9 LUGLIO UDIENZA DAVANTI AL GIUDICE DEL LAVORO!

 

Ci è giunta notizia, di inaudita gravità, confermataci dal Dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale, Rosario Leone, che due lavoratrici, assistenti tecnici provenienti dagli enti locali, in servizio presso l’Istituto tecnico Volta di Palermo sono state licenziate “per non aver superato il periodo di prova”.

Un’altra conferma la ricaviamo da un comunicato dello stesso dirigente del Volta, Roberto Tripodi che nella “letterina” dell’ASASI del 27/06/2009 giustifica, tentando di argomentare, il licenziamento.

In questa letterina Tripodi afferma anche che GIORNO 9 LUGLIO CI SARA’ UNA UDIENZA DAVANTI AL GIUDICE DEL LAVORO.

 

Diciamo subito che si tratta innanzi tutto di un licenziamento arbitrario privo di ogni fondamento giuridico, nonostante le torsioni del preside, ma fondamentalmente di una vera vigliaccata, poiché colpisce due donne, con tanti anni di carriera, le cui condizioni economiche non interessano certo al preside…

 

Non è previsto da nessuna parte infatti che personale con 20-30 anni di ruolo debba sostenere il periodo di prova, tanto più che i lavoratori transitati dagli Enti Locali sono diventati assistenti tecnici in virtù di una sentenza. E ancor più se si pensa che il “Contratto Collettivo Nazionale Integrativo concernente la mobilità del personale docente, educativo ed A.T.A. per l’a.s. 2009/2010” recita al punto 4 dell’art. 44 – Titolo IV - “Gli Assistenti tecnici con rapporto di lavoro a tempo indeterminato transitati dagli EE.LL. che non siano in possesso del titolo di studio previsto per un’area professionale continuano a permanere nell’istituzione scolastica ove prestano servizio in attesa della riqualificazione attraverso i corsi di riconversione professionale previsti dall’art.48 del C.C.N.L. 24.7.2003 e dall’art. 50 del presente contratto.”

 

Il preside così “ligio e attento”, che pensa di poter giocare con lo stipendio e quindi con la vita delle lavoratrici, non si è chiesto se queste prescrizioni contrattuali fossero state applicate!

Perché la verità è che da tempo il preside Tripodi e non solo ha preso di mira questo personale, facendo una vera campagna di denigrazione nei loro confronti.

 

A questa campagna le lavoratrici e i lavoratori dello Slai Cobas per il sindacato di classe risponderanno con le dovute misure per cautelarsi.

 

Le lavoratrici e i lavoratori esprimono tutta la propria solidarietà alle lavoratrici colpite.

 

Slai Cobas per il sindacato di classe

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