ANDU - Associazione Nazionale Docenti Universitari

LA 'GOVERNANCE' DEGLI ATENEI DEI RETTORI

La CRUI ha recentemente approvato le sue "Considerazioni e proposte per la revisione della governance delle universita'" (nota 1). L'ANDU da tanti anni sostiene che la CRUI non e' STRUTTURALMENTE in grado di rappresentare l'autonomia del Sistema nazionale degli Atenei e di difenderlo dal potere politico-economico e dai poteri forti accademici. La CRUI e' la somma di docenti eletti per gestire, rappresentare e difendere gli interessi dei loro singoli Atenei e non per esprimere una politica a difesa degli interessi COMPLESSIVI del Sistema nazionale delle Universita'. E infatti le decisioni prese dalla CRUI, 'necessariamente' quasi sempre all'unanimita', sono state 'forti' solo quando si e' trattato di chiedere la riduzione dei tagli per tutti gli Atenei o per difendere gli assetti di potere esistenti (precariato, stato giuridico, governance). Piu' recentemente, di fronte ai tagli del Governo che mettono in gioco l'esistenza stessa dell'Universita' statale, la CRUI, non solo non ha sostenuto il grande movimento di protesta, ma si e' 'scomposta' in quattro: la 'CRUI' degli Atenei auto-eccellenti (l'AQUIS), quella della "rete delle Scuole Superiori a Statuto speciale", quella degli Atenei meridionali, quella della Lega Lombarda dei Rettori. Insomma, si salvi chi puo'. Ora la Conferenza dei Rettori torna ad 'esistere' unita per richiedere una normativa per una 'nuova' organizzazione degli Atenei che faccia diventare i Rettori ancor piu' monarchi assoluti elettivi. E' infatti questo il senso del documento della CRUI che vuole sembrare problematico, articolato, dialettico, ma che in realta' punta a salvaguardare e rafforzare un sistema di potere che di fatto ha 'agevolato' la politica di smantellamento dell'Universita' e della Ricerca pubbliche, portata avanti da oltre un decennio attraverso tutti i Governi succedutisi.

La CRUI chiede un intervento legislativo 'leggero' "che lasci ai singoli Atenei l'individuazione delle soluzioni operative specifiche". Ecco cosi' riproposta la 'bufala' dell'autonomia degli Atenei! In realta' proprio attraverso l'autonomia finanziaria, concorsuale, didattica e statutaria, si e' arrivati all'attuale disastro, e nonostante cio' i Rettori continuano a pretendere addirittura maggiore autonomia per se stessi. In particolare l'autonomia statutaria e' servita a consolidare un sistema di gestione fallimentare basato su un Senato Accademico imperniato sui Presidi (e pertanto incapace STRUTTURALMENTE di operare nell'interesse generale dell'Ateneo) e su una figura di Rettore-padrone, che presiede-controlla lo stesso Senato Accademico e il Consiglio di Amministrazione. Quando, come nel caso dell'Ateneo di Palermo nel 1995, si e' 'osato' prevedere nello Statuto la non automatica presenza dei Presidi nel Senato Accademico e la prevalenza in esso di rappresentati direttamente eletti, l'accademia che conta ha richiesto l'intervento'straordinario' del Ministero e ha ottenuto alla fine l'azzeramento (letteralmente) dello Statuto, raso al suolo dai massicci 'bombardamenti' della 'giustizia' amministrativa. Eppure la legge sull'autonomia consentiva e consente ampi margini di rinnovamento che pero' i Senati Accademici Integrati (generalmente di poco) non hanno voluto-potuto utilizzare per la 'solita' prevalenza numerica dei Presidi. Qui ci si dovrebbe porre la domanda cruciale e preliminare (che la CRUI 'naturalmente' non si pone): chi per conto dell'Ateneo dovrebbe procedere alla "individuazione delle soluzioni operative specifiche"? Se si dovesse ancora 'partire' dagli attuali Organi di Ateneo (Rettore, S.A. e C.d.A.) si potrebbe star certi che quasi ovunque si opererebbe per mantenere e accrescere l'attuale assetto di potere 'padronale' negli Atenei. Un assetto che, tra l'altro, quasi ovunque ha prodotto il poco 'elegante' fenomeno della modifica dello Statuto, a fine del mandato, per prorogare il Rettore in carica.

Che l'attuale autonomia statutaria avrebbe potuto cambiare non poco, nel bene e nel male, il tradizionale assetto di governo degli Atenei e' dimostrato dal nuovo Statuto dell'Universita' di Camerino (nota 2). Lo Statuto di Camerino non solo apporta modifiche del 'tipo' di quelle che la CRUI vorrebbe venissero 'indotte' da una nuova legge, ma, sulla base dell'ATTUALE normativa, va anche ben oltre. Infatti: - sostituisce il S.A. con il "Senato delle Rappresentanze", composto SOLO da rappresentanti direttamente eletti, cioe' non ci sono i Presidi o loro 'similari' (comma 2 dell'articolo 18 dello Statuto) e il nuovo organismo NON e' presieduto dal Rettore, che dura in carica non piu' di 6 anni (comma 4, art. 16); - sostituisce le Facolta' e i Dipartimenti con le "Scuole di Ateneo" (art. 18); - attribuisce solo "funzioni di impulso e consultive" al "Comitato di Ateneo" di cui fanno parte i Direttori delle Scuole (art. 20); - trasforma il Consiglio di Amministrazione (composto da 5 membri elettivi, il rettore, il pro rettore vicario, il direttore amministrativo e 3 'esterni') in un organismo di gestione amministrativa e accademica, che decide anche "sull'attivazione-disattivazione delle strutture", "definisce … la programmazione di Ateneo", "autorizza la chiamata dei docenti-ricercatori" e chi piu' ne ha piu' ne metta (art 19).

Insomma, le modifiche della 'governance' degli Atenei contenute nello Statuto di Camerino o quelle proposte dall'ANDU, potevano e potrebbero essere decise dagli Atenei sulla base dell'attuale normativa, ma questo non e' avvenuto e non avverra' se non in rarissimi casi: gli Atenei (cioe' gli attuali Organi che decidono per loro conto) NON vogliono auto-riformarsi e hanno utilizzato e utilizzerebbero ancora ogni margine concesso dalle leggi per conservare l'esistente e accrescere il potere 'personale' del Rettore, rafforzando cosi' quel sistema che sta distruggendo e sta lasciando distruggere l'Universita' statale.

Per tutto questo e' indispensabile e urgente una legge - la piu' dettagliata possibile - che riconosca nella partecipazione democratica di tutte le componenti e nella collegialita' della gestione l'UNICO modo possibile per rilanciare gli Atenei, liberandoli dalle oligarchie accademiche che sono interessate solo agli interessi particolari e che, in alcuni casi, sono recentemente arrivate alla 'cannibalizzazione' dei loro colleghi ricercatori per far cassa.

Invece la CRUI vuole una legge 'leggera', ma non troppo. Una legge che comunque assicuri la perpetuazione degli attuali assetti di potere, concentrandolo ancor piu' nelle mani del Rettore, che diventerebbe anche formalmente un 'dittatore' elettivo. Infatti la ' legge della CRUI' prevede che tutto il potere di programmazione e di gestione degli Atenei sia affidato ad un Consiglio di Amministrazione, di non "piu' di 9-11 membri" e per almeno il 40'% composto da "esterni", proposto dal Rettore. Il 'modello' del Consiglio di Amministrazione voluto dalla CRUI e di quello previsto a Camerino e' lo stesso di quello voluto da "Attilio Oliva, ex amministratore delegato della Luiss (l'Universita' della Confindustria, ndr) e presidente di TreLLLe, associazione che da anni studia i problemi dell'istruzione." Oliva, infatti, sostiene che "serve un consiglio d'amministrazione con pochi elementi, una decina in tutto con qualche rappresentante esterno, che abbia la responsabilita' diretta della gestione di tutte le risorse, docenti inclusi." (articolo del Corriere della Sera del 24 febbraio 2009, nota 3). Rispetto alla composizione del Senato Accademico, che viene privato di qualsiasi sostanziale potere, alla CRUI piacerebbe che tale composizione rimanesse "abbastanza simile all'attuale, salvo considerare di aumentare le designazioni legate alle funzioni esercitate alla testa delle strutture didattiche e scientifiche" e che abbia meno di "35 unita'". In altri termini, il Senato Accademico dovrebbe avere un maggiore numero di componenti NON direttamente eletti (come oggi sono i Presidi), con la riduzione-cancellazione dei rappresentati direttamente eletti dai docenti. In questo modo si accentuerebbe ancora di piu' la natura 'condominiale' dell'attuale Senato Accademico, che proprio per questo motivo non e' stato in grado di esprimere una politica e una gestione nell'interesse generale dell'Ateneo, Rispetto alle "strutture decentrate", la CRUI propone una soluzione simile (fino ad un certo punto) a quanto su questa questione e' contenuto nella proposta dell'ANDU di organizzazione degli Atenei (riportata nella sua interezza in calce). L'ANDU infatti propone che "le strutture portanti dell'Ateneo devono diventare i Consigli di Corso di Studi per la didattica e i Dipartimenti per la ricerca. Nei Dipartimenti, rivedendone i criteri di formazione e le dimensioni, si dovrebbero 'incardinare' i docenti, togliendo ai Consigli di Facolta' la 'gestione' dei posti e assegnando loro compiti di coordinamento dei Corsi di Studio." Ma la CRUI non si ferma qui: essa vuole AGGIUNGERE un nuovo Organismo (la "Giunta") che comprenda i "responsabili dei singoli corsi di studio" "e i direttori dei Dipartimenti le cui aree scientifiche" "siano consistentemente interessate" alla didattica della Facolta'. Un nuovo organismo che, secondo la CRUI, dovrebbe contribuire al "superamento delle attuali forme di gigantismo consiliare", ma che sembra in realta' destinato a 'compensare' il Preside per la riduzione dei poteri del Consiglio di Facolta'. Preside che per la CRUI potrebbe essere "designato dalla Giunta nel suo ambito" e NON PIU' "eletto dal Consiglio di Facolta' allargato"!

E tutto questo mentre in Francia "la Conferenza dei presidenti di universita'" chiede "a nome di tutto il mondo accademico, il RITIRO del decreto che modifica lo statuto dei ricercatori, restituendo loro autonomia e mezzi adeguati e il recupero di 450 posti di docente universitario soppressi nella finanziaria 2009. ESIGONO, su questi e altri punti, una 'risposta chiara' entro il 5 marzo da parte dell'esecutivo." (v. Unita' del 24 febbraio 2009, nota 4). Il fatto e' che in Italia, a differenza che in Francia, a condividere e sostenere la politica di smantellamento dell'Universita' statale e' uno 'strato' accademico che da decenni agisce e prevale nei Governi, in Parlamento, nella 'grande' stampa e negli Organi universitari nazionali. Per seguire la situazione francese: http://www.sauvonsluniversite.com http://www.sauvonslarecherche.fr

24 febbraio 2009

- Nota 1. Per leggere il documento della CRUI "Considerazioni e proposte per la revisione della governance delle universita'", approvato il 19 febbraio 2009, cliccare: http://www.crui.it/HomePage.aspx?ref=1696# - Nota 2. Per leggere il nuovo Statuto dell'Universita' di Camerino cliccare: http://www.unicam.it/ateneo/documenti/statuto_UNICAM.pdf - Nota 5. V. l'articolo "Soldi ai piu' bravi, stile inglese. Cosi' si puo' ridurre la spesa" sul Corriere della Sera del 24.2.09. Per leggere l'articolo cliccare: http://www.stampa.cnr.it/RassegnaStampa/09-02/090224/KVFWD.tif - Nota 4. V. l'articolo "Le barricate di Francia: prof e studenti contro Sarkozy" su l'Unita' del 24.2.09. Per leggere l'articolo cliccare: http://www.stampa.cnr.it/RassegnaStampa/09-02/090224/KVG0O.tif

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Proposta dell'ANDU su:

GOVERNO DEL SISTEMA NAZIONALE E ORGANIZZAZIONE DEGLI ATENEI

- Sistema nazionale Occorre prevedere un unico Organo di autogoverno del Sistema nazionale delle Universita' direttamente eletto da tutte le componenti (docenti, tecnico-amministrativi, studenti) del mondo universitario, con una rappresentanza non frammentata (5 o 6 aree equivalenti) e non corporativa (elettorato attivo e passivo comuni) delle tre fasce della docenza. Alle Conferenze nazionali dei Rettori, dei Presidi e dei Direttori di Dipartimento dovrebbero essere riconosciuti specifici ruoli.

- Organizzazione degli Atenei Il Rettore deve essere eletto da tutti i docenti (professori e ricercatori), con una consistente partecipazione dei tecnico-amministrativi e degli studenti. Il Senato Accademico e il Consiglio di Amministrazione dovrebbero essere sostituiti da un "Consiglio di Ateneo" i cui componenti dovrebbero essere tutti direttamente eletti, con una rappresentanza dei docenti non frammentata e non corporativa. Il Consiglio di Ateneo dovrebbe eleggere al suo interno un Presidente. Negli Atenei dovrebbero essere previsti specifici ruoli per i Collegi dei Presidi, dei Direttori di Dipartimento e dei Presidenti dei Consigli di Corso di Studio. Potrebbe essere previsto un Organo di gestione (un "Esecutivo di Ateneo"), eletto dal Consiglio di Ateneo, da affiancare al Rettore. Il Rettore e tutti i componenti del Consiglio di Ateneo devono essere interni all'Ateneo stesso. Le strutture portanti dell'Ateneo devono diventare i Consigli di Corso di Studi per la didattica e i Dipartimenti per la ricerca. Nei Dipartimenti, rivedendone i criteri di formazione e le dimensioni, si dovrebbero 'incardinare' i docenti, togliendo ai Consigli di Facolta' la 'gestione' dei posti e assegnando loro compiti di coordinamento dei Corsi di Studio. La composizione e i compiti delle strutture degli Atenei devono essere normati dalla legge.

========================== = per ricevere notizie dall'ANDU: inviare una e-mail ad anduesec@tin.it con oggetto "notizie ANDU" = per non ricevere piu' notizie dall'ANDU: inviare una e-mail ad anduesec@tin.it con oggetto "rimuovi" = per leggere i documenti dell'ANDU: www.bur.it/sezioni/sez_andu.php oppure http://www.orizzontescuola.it/orizzonte/modules.phpname=News&file=categories &op=newindex&catid=66 = per iscriversi all'ANDU: http://www.bur.it/sezioni/moduliandu.rtf == I documenti dell'ANDU sono inviati a circa 15.000 Professori, Ricercatori, Dottori e Dottorandi di ricerca, Studenti, ai Presidi, ai Rettori, al Ministero, ai Parlamentari e agli Organi di informazione.