L’Accordo Quadro per il nuovo modello della Contrattazione:
svendita del CCNL, miseria salariale, eliminazione del sindacato conflittuale

LA SVERGOGNATA SUDDITANZA DI CISL-UIL-UGL

Mentre il mercato implode, finanza ed economia sono in rovinosa caduta, la cassa integrazione dilaga, centinaia di migliaia di contratti di precari/e non vengono più rinnovati e si profilano chiusure di aziende, ecco che lo spudorato collaborazionismo di CISL-UIL-UGL con padronato e Governo ne approfitta per imporre altre regressioni sul piano salariale e dei diritti a chi - i lavoratori e le lavoratrici dipendenti - già sta pesantemente pagando la crisi e la recessione.

CONTRATTO COLLETTIVO NAZIONALE SVENDESI

I coccodrilli, che fino a poco tempo fa piangevano l’emergenza salariale, ora al recupero dell’inflazione non ci pensano più. Riducono il CCNL a triennale, e indeboliscono i già miseri aumenti adottando l’Ipca. Cosa è l ’IPCA E’ l’Indicatore dei Prezzi al Consumo Armonizzato in ambito europeo) che si differenzia dall’altri indici usati dall’Istat per rilevare i prezzi, poiché l’Ipca, invece di considerare sempre il prezzo pieno di vendita, si riferisce al prezzo effettivamente pagato dal consumatore. Il che è già uno svantaggio rispetto a prima. Esempi: 1) in un caso di fondamentale consumo come quello dei medicinali è solo il ticket ha essere rilevato, ben inferiore cioè alla rilevanza del prezzo intero del prodotto; 2) anche promozioni e saldi concorrono ad abbassare la media del rilevamento prezzi. Ma dove si gioca al ribasso in modo pesante è che lo stesso Ipca nell’applicazione italiana: è depurato dall’aumento dei prezzi energetici, gas petrolio, benzina: non coprirà l’intera retribuzione ma sarà applicato solo a una parte convenzionale di essa da individuarsi nelle specifiche intese di settore. Nel Pubblico Impiego è già scandalo: questo indice è riferito solo nella gabbia delle risorse già definite dai Ministeri e sarà applicato a una base di calcolo data da voci di carattere stipendiale. Ma quali aumenti potremo aspettarci se per voci stipendiali si intendono solo i minimi tabellari ?!!

DEROGA IN PEJUS

La rapina del CCNL si conclude alla grande con la licenza di deroga dentro la contrattazione di secondo livello. Ovviamente in peggio, dato che tutto è lecito nell’interesse dell’’impresa, assunta nella filosofia della concertazione a dio motore di ogni crescita economica e sviluppo occupazionale. Ed infatti si è visto cosa è successo nell’ultimo ventennio! Una crescita sì, ma dei profitti spe- culativi mentre il paese andava in recessione proprio a causa delle politiche di compressione dei salari. Uno sviluppo sì, ma della vergogna precariale e delle stragi di morti sul lavoro. 

NELLA GIUNGLA DEI CONTRATTI AZIENDALI

Al valore universalistico del CCNL si sostituisce un modello di aumento salariale come variabile dipendente. La contrattazione di secondo livello in base alla produttività e alla redditività altro non è che istigazione al supersfruttamento dei carichi e tempi di lavoro, e brutale asservimento alle logiche di bilancio e mercato. Con l’effetto devastante della diseguaglianza di salari e diritti da azienda ad azienda. Tanto più che la contrattazione aziendale riguarda ad oggi meno del 30% dei/lle lavoratori/trici. Dal danno alla beffa: la contrattazione aziendale è incentivata con ulteriori sconti contributivi e. fiscali. Ma chi paga sono sempre i lavoratori: più le imprese risparmiano, più a farne le spese è il bilancio pubblico con la già ben nota e pronta soluzione del taglio ai servizi e beni sociali.

MA QUALE SINDACATO?

Cisl-Uil-Ugl hanno gettato la maschera anche su come vogliono il sindacato: si mette la parola fine sul sindacato di classe, che sia espressione diretta e originaria dei valori, bisogni e diritti dei/lle lavoratori/trici. Ciò che interessa a Cisl-Uil-Ugl è espandersi negli Enti bilaterali: enti privati - Imprese & Sindacati- per la gestione di servizi di welfare: uno scambio, insomma, tra privilegi per sé e diritti dei lavoratori. Ed ecco qui un modello di sindacato, complice dello smantellamento dello stato sociale per finanziarsi un lucroso baraccone: “sindacato-caporale”che gestisce il collocamento; “sindacato di stato ” che si arroga il monopolio del diritto di sciopero. Con le nuove regole infatti il diritto di proclamare scioperi nei servizi pubblici locali sarà dato solo all’insieme dei sindacati “rappresentativi della maggioranza dei lavoratori”. Si sono scordati la Costituzione Italiana sancisce che il diritto di sciopero appartiene ai lavoratori? E all’unisono il ministro Sacconi ha già pronto un disegno di legge in cui fissa il vincolo del 50% di rappre- sentatività per la proclamazione dello sciopero nel Pubblico Impiego. Confindustria acclama … a quando anche nel lavoro privato?! La crisi è usata perfino per aggredire la democrazia e la Costituzione.

CONFEDERAZIONE COBAS