PROCESSO THYSSENKRUPP: INIZIA IL DIBATTIMENTO

Torino, 15 gennaio ore 9:00: presso la seconda sezione della Corte di Assise del Tribunale si apre - nella maxiaula uno - la fase dibattimentale del processo ai vertici della Thyssenkrupp per la strage - avvenuta il 6 dicembre 2007 - di sette operai della linea cinque dello stabilimento di corso Regina Margherita. I sei imputati compaiono davanti alla corte, presieduta da Maria Iannibelli e composta anche dalla giudice a latere Paola Dezani e sei giudici popolari (cinque uomini e una donna, di cui quattro operai), con l'accusa di: "omicidio volontario con dolo eventuale" per l'amministratore delegato Harald Hesphenhahn, "omicidio colposo ed omissione delle norme di sicurezza" per gli altri cinque che sono alla sbarra con lui. Per la nona volta su altrettante udienze, all'esterno del Palazzo di Giustizia si organizza un presidio di solidarietà che vede la partecipazione dell'associazione Legami d'acciaio - i cui membri, appena inizierà la seduta, si riverseranno tutti in aula - le delegazioni piemontese e lombarda della Rete nazionale per la sicurezza sui luoghi di lavoro - - ed una piccola delegazione di studenti del Politecnico. In aula, nel frattempo, si scatena la bagarre sul diritto alla informazione, con i legali dei tedeschi che si oppongono alla presenza di telecamere, mentre i rappresentanti delle parti civili accolgono con favore la richiesta delle testate giornalistiche televisive. A seguito di questa divergenza insanabile, intorno alle ore 13:00 il collegio giudicante sospende la seduta per deliberare in merito; intorno alle ore 14:00 rientra ed annuncia la autorizzazione alle riprese filmate data l'importanza sociale che riveste questo processo. Risolto il problema della censura mediatica che la difesa voleva far calare sul processo, la presidente annuncia la fine della seduta, rinviando la continuazione a giovedì 22 prossimo, nel corso della quale si affronteranno le questioni riguardanti le parti civili e le eccezioni della difesa; le più importanti sono: la mancata traduzione in tedesco di parte degli atti - la cui lacuna non permetterebbe agli imputati una corretta comprensione del processo e di conseguenza l'approntamento di una giusta linea difensiva - e la richiesta di ricusazione dei giudici popolari a seguito di dichiarazioni rilasciate alla stampa, uscite ieri si quotidiani locali. Per finire vogliamo ricordare i nomi dei sette operai morti bruciati quella notte, in nome dei quali esigiamo una condanna esemplare per i criminali responsabili della multinazionale tedesca dell'acciaio: Antonio Schiavone (36 anni), Bruno Santino (26), Angelo Laurino (43), Rocco Marzo (54), Roberto Scola (32), Giuseppe De Masi (26), Rosario Rodinò (26).

GIUSTIZIA E CONDANNE SEVERE PER LA THYSSENKRUPP

Torino, 15 gennaio 2009

Stefano Ghio - Torino