AGGREDITI O AGGRESSORI
?
Esprimiamo tutta la nostra
solidarietà al muratore Roberto Dal Bosco, che, la sera del 31 dicembre, con
un gesto che ha espresso tutto il suo giusto odio di classe verso il premier
Berlusconi, ha interpretato ed espresso i sentimenti e la volontà di milioni di
lavoratori, pensionati, disoccupati…di tutta la classe proletaria che,
quotidianamente, subisce la politica antipopolare di questo
governo.
Media, opinionisti e politici di
ogni schieramento si sono affrettati a stigmatizzare l’episodio, definendolo
incivile e violento, quando non addirittura sintomatico di una violenza diffusa
e, pertanto, pericoloso e foriero, persino, di possibili attentati.
A destra, si sprecano le parole
sull’odio e sulla violenza della cosiddetta opposizione e si arriva a parlare
del pericolo di emulazioni e persino a paventare possibili colpi di stato; a
sinistra, senza rilevanti distinzioni, ci si dissocia dall’accaduto, si esprime
solidarietà a Berlusconi, si coglie l’occasione per ribadire la propria
democraticità, il proprio pacifismo, il rifiuto assoluto di qualsiasi forma di
violenza.
Insomma, se da un lato le forze
di governo utilizzano strumentalmente l’accaduto per fare proclami in cui, di
fatto, si legittima la repressione e si auspica uno stato di polizia; i partiti della cosiddetta opposizione
si preoccupano, soprattutto, di mantenere un’immagine perbenista e
rassicurante.
Si prendono le distanze da un
atto definito violento, ma la vera violenza - come sanno bene le migliaia di
proletari che vivono ogni giorno sulla propria pelle le conseguenze di una
precarizzazione crescente, del carovita, della disoccupazione dilagante, della
privatizzazione dei servizi sociali – è la politica di questo governo, una
politica che, attraverso leggi, riforme, provvedimenti fiscali,
privatizzazioni, acuisce
progressivamente il peggioramtno delle condizioni di vita e di lavoro delle
classi proletarie.
La vera violenza non è quella di
chi scaglia un treppiede, ma quella di chi affama le migliaia di persone che
fanno sempre più fatica ad arrivare alla fine del mese con salari da fame; è quella di chi, in nome dei profitti,
non esita a lasciare senza lavoro, da un giorno con l’altro, centinaia di
lavoratori (come sta avvenendo anche in diverse fabbriche del nostro territorio,
aziende che chiudono, non perchè siano effettivamente in crisi, ma spesso solo
per aprire fabbriche in luoghi in cui i costi della manodopera sono più
vantaggiosi per i padroni); è quella di chi sorvola sulla crescita esponenziale
delle morti bianche nei cantieri edili, nelle fabbriche, nei luoghi di lavoro,
dove, sempre più spesso, la sicurezza è volutamente dimenticata a favore delle
esigenze produttive.
La vera violenza è perfettamente
espressa dalla politica economica e sociale di questo governo, che con la legge 30, più conosciuta come legge
Biagi, cancella completamente i diritti conquistati nei decenni passati dai
lavoratori e ne precarizza pesantemente le condizioni di vita e di lavoro; con
la riforma Moratti, asserve sempre più i contenuti scolastici alle esigenze
padronali e all’ideologia al potere e, nel contempo, compromette fortemente il
diritto allo studio delle classi popolari, tagliando fondi per la scuola
pubblica e finanziando scuole private e confessionali….
La violenza è quella che sempre
più sistematicamente sperimentiamo in piazza, nelle fabbriche, nelle scuole, ad
opera delle cosiddette forze dell’ordine che caricano e reprimono manifestazioni
studentesche, operaie, cittadine, dimostrando quanto, di fatto, l’attuale
governo sia democratico e civile.
Tra le varie dichiarazioni di
questi giorni, particolarmente schifosa è quella del ministro leghista
Calderoli, che, non solo dichiara di provare conati di vomito per la troppo
repentina scarcerazione di Dal Bosco, non differenziandosi, in questo, da molti
altri esponenti di governo, ma che arriva, altresì, a ravvisare nell’episodio il
pericolo di attentati e colpi di stato fomentati dalla sinistra. La cosa più
grave, nella sua dichiarazione, è il sostenere la necessità della repressione violenta da parte
delle forze dell’ordine e, di fatto, la legittimazione dello stato di polizia;
Calderoli, infatti, giustifica l’assassinio di Carlo Giuliani a Genova, sostenendo
l’assurda tesi della legittima difesa da parte del carabiniere e arriva a
sostenere che ci troviamo in uno stato che indaga sui poliziotti e lascia a piede libero i black
block.
Il ministro delle taglie e del
“nessuno tocchi un padano”, non poteva esprimere più chiaramente l’ideologia
forcaiola, fascista e repressiva del partito a cui appartiene e del governo di
cui fa parte.
E, sempre a proposito di aborrire
la violenza, vale forse la pena di ricordare la politica razzista dei leghisti,
che, con parole, manifesti, comizi e, sempre più spesso, con i fatti, sta
mettendo in atto una vera e propria caccia agli immigrati, sfruttati e trattati
come merce, in nome della stesse legge Bossi Fini; utilizzati per il lavoro nero
e super sfruttato nelle tante piccole fabbriche dei padroncini padani;
discriminati e privati dei più elementari diritti; tacciati di terrorismo e
sempre più spesso picchiati e aggrediti in sempre più frequenti aggressioni di
ronde padane e di gruppi di estrema destra, per non parlare delle crociate anti
islamiche dei padani che, improvvisamente, si scoprono paladini del
cristianesimo e dei valori della cultura occidentale.
Ma vale anche la pena di
ricordare le prese di posizione di ministri e parlamentari leghisti rispetto al
tema dell’occupazione, dei diritti dei lavoratori: alla Franzoni, come in altre
fabbriche che hanno messo sulla strada centinaia di operai, anche “padani”, la lega ha, di fatto, sostenuto le
scelte padronali e la politica economica governativa, svendendo i lavoratori in
nome degli interessi economici.
proletari
comunisti
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