ALLA TELECOM DOPO MILIARDI DI PROFITTI MIGLIAIA DI LICENZIAMENTI

La Telecom ha annunciato 4.000 licenziamenti, ma sappiamo che il numero è soltanto la punta dell'iceberg perché in realtà nei programmi dell'azienda ci sono altre migliaia di esuberi, oltre alle 5.000 lavoratrici e lavoratori già sono stati fatti sparire.

Per anni, l'azienda ha guadagnato profitti enormi. Ora pensa di gestire la crisi facendola pagare integralmente ai lavoratori.

Occorre dire di NO a ogni riduzione di organico e imporre all'azienda altri strumenti per affrontare la crisi, a partire dalla riduzione dell'orario di lavoro. Occorre un piano industriale con il quale garantire il futuro al gruppo e ai lavoratori facendo uscire la Telecom dai giochi e dai disastri della speculazione finanziaria. Occorre regolarizzare tutto il sistema degli appalti mentre va fermato il meccanismo disastroso della terziarizzazione e delle esternalizzazioni.

In sintesi, la Telecom deve finirla di fare le sue scelte industriali sulla base della voracità e degli errori degli azionisti e tornare a essere un patrimonio industriale del paese.

Le 8 ore di sciopero di venerdì 13 marzo devono avviare una fase diversa della vertenza, che faccia partecipare le lavoratrici e i lavoratori della Telecom alle scelte sindacali e che faccia capire all'azienda che un accordo sulle basi dei suoi programmi non è accettabile e verrà respinto.

Partecipiamo allo sciopero del 13 marzo per dire di NO ai licenziamenti - espliciti o comunque mascherati - e per rivendicare un nuovo piano industriale.

LA CRISI DEGLI AZIONISTI E DEI MANAGER TELECOM NON LA DEVONO PAGARE LE LAVORATRICI E I LAVORATORI

RETE28APRILE

10, marzo 2009

Rete 28 Aprile nella Cgil per l'indipendenza e la democrazia sindacale

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