Processo al Porto di Ravenna: dopo 3 anni, una scandalosa sentenza

 

Per la morte sul lavoro di Luca Vertullo, operaio interinale presso la Compagnia Portuale di Ravenna, il gup Calandra ha sorpreso persino il collegio difensivo degli imputati, "condannando" a 8 mesi di reclusione il caponave di turno Massimo Verità (socio della cooperativa portuale), 1 anno di reclusione e 30 giorni di arresto per Roberto Casadio, presidente della cooperativa portuali, e 1 anno doi reclusione e 30 giorni di arresto per Michele Incardona, titolare del rimorchio in sovrappeso che ha ucciso l'operaio. Assoluzione invece per gli altri 8 imputati che avevano scelto il rito abbreviato. Così sono state coperte le responsabilità della catena di comando a partire da Roberto Rubboli, presidente della Compagnia Portuale  e consigliere PD, di Roberto Antonioli (SPP della Compagnia portuale), di Luca Antonellini presidente della T&C a cui la Tirrenia aveva subappaltato l'imbarco dei mezzi), William Dosi (SPP della compagnia che gestisce il traghetto), Giuseppe Poggiali della Spedra spa che doveva predisporre il piano di carico, Francesco Conficconi che guidava il sisu. A tutti le attenuanti generiche.

Così hanno ucciso Luca una seconda volta!

Così come le dichiarazioni sulla stampa non fanno altro che aumentare l'indignazione per chi ha lottato per fare luce su questa vicenda, come i famigliari di Luca e la Rete per la sicurezza sul lavoro. Nessun accenno (ad eccezione de La Voce) sul presidio di protesta della Rete davanti al Tribunale la mattina della sentenza, ma spazio alle dichiarazioni del Sindaco che conferma che quella morte non è stata fatalità, lo stesso Sindaco che all'incontro con il sindacato Slai cobas, subito dopo l'infortunio mortale di Luca, sosteneva la posizione del vice Mingozzi che minimizzava e non riconosceva la denuncia sui pericoli per i lavoratori portuali portata avanti dal sindacato di base. Largo spazio invece ai confederali che "aspettano le motivazioni" della sentenza, gli stessi che al Porto hanno responsabilità nell'organizzazione del lavoro, a partire dalla gestione dell'agenzia interinale Intempo per finire al loro ruolo di caporali.

Sarebbe stato interessante una vera inchiesta sul Porto, ricordare che Rubboli non fece entrare in assemblea il fratello di Luca, che, anzi, chiese ai famigliari che se volevano fare costruire una lapide dovevano pagarsela per la metà, lo stesso che disse in maniera macabra al fratello di Luca "c'è chi ce l'ha fatta a salvarsi perchè più svelti a fuggire, tuo fratello no" (quasi ad intendere che fosse colpa sua)! Ma invece nulla, né sui giornali né nelle aule del Tribunale.

Per noi il processo non è chiuso, continueremo le mobilitazioni in autunno e saremmo presenti al dibattimento.

Oggi ci stringiamo alla famiglia di Luca, alla madre Pina, al padre Franco, ai due fratelli.

Non abbiamo nessuna intenzione di fare spegnere i riflettori su questa morte sul lavoro. Per noi i responsabili sono i padroni e la loro ingordigia di profitto.

Per noi questo è omicidio volontario!

 

Ravenna, 28/07/2009

 

 

Rete Nazionale per la sicurezza sul lavoro- Ravenna

c/o Slai Cobas per il sindacato di classe via G. Di Vittorio, 32 (Bassette)

tel. 339/8911853

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