Sul "decreto correttivo" del D.Lgs. 81/08

Impediamo l'affossamento del Testo Unico sulla sicurezza!

"Licenza d'uccidere"! Per il governo, i padroni non sono colpevoli.

In una situazione in cui nel solo mese di marzo '09 le morti sul lavoro sono aumentate del 25%, nonostante la crisi che ha ridotto l'occupazione - ma anche come frutto degli effetti sulla sicurezza della crisi; in cui dall'inizio del 2009 vi sono stati circa 250 morti sul lavoro; in cui i padroni utilizzando appunto la crisi riducono ancora di più gli investimenti per la sicurezza, aumentano il lavoro nero, chiedono, e ottengono, una sorta di deregulation sul rispetto delle norme, fanno spesso marciare insieme cig e straordinari, cig e aumento dei ritmi produttivi, picchi lavorativi, con chiaro aumento del rischio salute e vita per i lavoratori, il 27 marzo è stato approvato dal Consiglio dei Ministri lo "schema" del "decreto correttivo" del T.U. sulla salute e sicurezza sul lavoro (D. Lgs. 81/2008), ben 136 articoli e numerosi allegati, che recependo le linee guida di modifiche proposte da tutto il padronato (dalla Confindustria alla Lega delle cooperative), punta a stravolgere il TU per renderlo sempre più inoffensivo per i padroni su sanzioni e controlli. Queste modifiche hanno trovato subito il consenso pieno della Cisl e a seguire della Uil e Ugl - sarà anche perchè i correttivi vanno verso un potenziamento del ruolo degli Enti bilaterali formati da aziende e sindacati

In realtà il lavoro di affossamento del TU era cominciato subito dopo la sua emanazione da parte di padronato e governo Berlusconi, e subito si sono messi all'opera con 3 decreti legge nel 2008 prima per diluirlo nel tempo, mentre si lavorava per stravolgerlo.

Gli interventi principali di affossamento del T.U. - ART. 15bis. Partiamo da quello più grave. E' stato introdotto un nuovo art. 15bis che è una deroga alla norma del CP che dice "non impedire un evento, che si ha l'obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo" e che quindi affidava piena responsabilità ai padroni. Con questo articolo, invece, si afferma che i padroni non sono mai colpevoli per morti e infortuni sul lavoro, per malattie professionali gravi, se hanno delegato ad altri preposti la responsabilità; quindi, questo vuol dire sempre, soprattutto nelle grandi aziende (come l'Ilva, la Fiat, la Marcegaglia, ecc.). I responsabili saranno al massimo i capi, o, se anche questi hanno delegato ad un inferiore, i capetti, finchè diranno che gli unici responsabili sono proprio gli operai morti. Con questo articolo i grandi padroni non saranno mai più processati e di conseguenza non risponderanno mai neanche per via civile, esonerati anche dal risarcimento dei danni! Il governo così vuole mettere al sicuro i padroni e affossare i processi. E, per chiudere il cerchio, poi questa norma opererebbe in via retroattiva cancellando anche processi in corso. Gli operai e i loro familiari non avranno mai giustizia vera!

Le sanzioni sono state sostanzialmente tutte ristrutturate e abbassate, in alcuni casi più che dimezzate (usando tra l'altro l'escamotage di prendere a riferimento gli importi della legge 626/94!). Al massimo ora i padroni potranno pagare solo 8.000 euro. Mentre nello stesso tempo aumentano le sanzioni per i lavoratori, basterà che non si mettano un casco e dovranno pagare 1600 euro di multa o rischiare l'arresto fino a due mesi; rafforzando così la logica di mettere sullo stesso piano responsabilità dei padroni e responsabilità dei lavoratori.

Per i padroni che non applicano misure di sicurezza viene potenziato il "ravvedimento operoso", grazie a cui potranno pagare solo un quarto del massimo dell'ammenda - una vera e propria "sciocchezza", che i padroni non avranno problemi a mettere in conto.. Lì dove era previsto il solo arresto - per violazioni delle norme in imprese ad alto rischio (per es. aziende sottoposte alla direttiva Seveso, installazioni con presenza di radiazioni ionizzanti, fabbriche di esplosivi, cantieri con più di 200 lavoratori, attività che espongono a rischi cancerogeni e all'amianto, ecc. - quindi rischi non da poco!), il carcere potrà essere sostituito dalla sola multa pecuniaria "non inferiore a 2mila euro"! Si dice che questo avverrebbe "nei casi di pura violazione formale delle regole"; ma basta entrare nel merito per capire che "formali" non lo sono affatto. Una di queste è per es. il caso di aziende che sfruttano manodopera in nero, una condizione più facile a produrre in realtà infortuni sostanziali; un'altra è l'apposizione di data certa nel documento di valutazione dei rischi, che non è affatto "formale" perchè attesta quando l'azienda ha fatto realmente la valutazione dei rischi. D'altra parte l'elaborazione del documento della sicurezza che prima doveva essere contestuale all'inizio dell'attività, ora viene prorogata di 90 giorni, istituendo di fatto per le aziende un "periodo franco" di 3 mesi. Inoltre il Documento unico di valutazione dei rischi da interferenza (Duvri) negli appalti con presenza di più ditte, viene escluso nelle lavorazioni a rischio basso o di limitata durata, istituendo una "zona franca"; ma soprattutto in questo modo si vuole esonerare la ditta committente dalla responsabilità di infortuni nelle ditte operanti nello stesso appalto, mettendo una pietra sopra alla responsabilità solidale; e questo proprio quando in edilizia il sistema degli appalti e subappalti, è spessissimo fonte di lavoro nero e di infortuni mortali.

Si vuole attestare la regolarità delle misure adottate sulla base di semplici autocertificazioni di parte, che possono essere redatte anche dagli Enti bilaterali (aziende e sindacati) o addirittura dalle Università. Se le parti si accordano, si dà per scontato che c'è la sicurezza. Il ruolo preventivo di controllo degli Enti preposti diventa 'carta straccia'. Così come si limita la contrattazione e il controllo delle Rsu (demandandolo solo agli Rls) su materie quali ritmi e carichi di lavoro, turni, riposi, che spesso e sempre più sono concausa degli infortuni. Nello stesso tempo limita anche la possibilità degli Rls territoriali rendendo farraginosa la loro nomina e spostando le risorse destinate a questi agli Organismi Paritetici (formati anche dai padroni).

Viene sostituito il concetto di "violazione reiterata" con quello di "violazione plurima": la conseguenza è: meno provvedimenti di sospensione dell'attività. Perchè se prima era prevista in caso di violazioni dello stesso tipo reiterate nel tempo, ora deve essere adottata solo in caso di presenza contemporanea di almeno 3 gravi violazioni o se la stessa violazione si è ripetuta per la 2° volta in un biennio; questo vuol dire che solo ad un terzo controllo (che visti gli attuali tempi e gli organici ispettivi, può essere fatto dopo anni e anni) un cantiere potrà essere chiuso.

Ritornano le visite mediche preassuntive da parte del medico aziendale per verificare l'idoneità al lavoro e per accertare stati di gravidanza. Con questa grave modifica si dà, come ai tempi degli schiavi la possibilità ai padroni di scegliersi solo manodopera efficiente e in "buono stato", ma soprattutto diventa un illegittimo strumento per non assumere donne incinta, legittimando di fatto le discriminazione (in violazione aperta della stessa normativa sulla parità uomo/donna), rendendo legge ciò che prima, con questionari, interrogatori invadenti, erano un odioso abuso, una violenta interferenza nella vita privata delle donne. E mentre viene reintrodotta questa visita preassuntiva a chiara salvaguardia dell'interesse dei padroni, si elimina la "cartella rischio personale", il documento che racchiude la storia sanitaria del lavoratore che consentiva ad un lavoratore che passava da un lavoro ad un altro di essere tutelato anche dalla nuova ditta nell'attività da svolgere o di poter accertare subito l'insorgenza/decorso di malattie professionali.

La valutazione come rischio anche dello stress collegato alle modalità lavorative, ai movimenti, ritmi di lavoro, che era una positiva novità del TU, guardando soprattutto all'organizzazione del lavoro "moderna" (ma che ricorda molto l'operaio di "Tempi moderni", come per es. alla Fiat Sata di Melfi), viene ora fortemente ridimensionata: si dice che bisogna comunque considerare il tipo di contratto, per esempio se è a termine, flessibile, ecc.

Per i lavoratori che non possono svolgere una serie di attività pericolose, mentre con il TU precedente, questo non poteva comportare un demansionamento dei lavoratori, ora invece potrebbe essere dequalificato e potrà essere impiegato anche ad attività inferiori.

Parallelamente a questo stravolgimento del TU, non poteva evidentemente mancare già in questi mesi un intervento del governo per ammorbidire e limitare i controlli. Il TU doveva dare impulso alla prevenzione con misure adeguate, e invece si va ad una riduzione della sorveglianza sui luoghi di lavoro. Una linea e prassi già preannunciata dalla 'Direttiva Sacconi' del settembre 2008 che impone agli ispettori di non essere "vessatori verso le aziende" ma di essere collaboratori, al servizio delle aziende, a cui è seguita la recente circolare di marzo 09 dell'Inps che invita gli ispettori a ridurre i controlli, ottemperando alla disposizione di Sacconi per la loro diminuzione al 19%. Di fatto un gravissimo 'via libera' ai padroni a violare norme sulla sicurezza, sul lavoro!

La realtà è che i padroni possono continuare a fare profitti se aumentano lo sfruttamento, e il lavoro in ogni condizione, senza regole; quindi per questo sistema capitalista le morti, le malattie dei lavoratori sono inevitabili e necessarie. Il governo dei padroni con queste leggi costruisce un "delitto perfetto", in cui alla fine gli unici "responsabili" delle morti sono gli operai stessi! Ma, "non si muore per il lavoro!", "non si muore per i profitti dei padroni"!

Di fronte a questo attacco alla salute e alla vita dei lavoratori, non si può solo denunciare. Tutti devono metterci la propria responsabilità e la propria iniziativa, dalla Cgil/Fiom, agli Rsu/Rls, ai sindacati di base, agli ispettori del lavoro, ai magistrati, ai giornalisti, ecc., anche sostenendo la Rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro.

Occorre uno sciopero generale! Una lotta seria e prolungata che imponga un passo indietro al governo e la difesa/miglioramento del TU.

Slai Cobas per il sindacato di classe Taranto v. Rintone, 22 cobasta@libero.it - T/F 0994792086 - 3471102638

18.4.09