di Claudio Palmieri
La scrittura e' fatta
così,
ti lascia solo per lunghi periodi, si fa pregare davanti ad un foglio bianco o ancor peggio ti schernisce prestandosi con frasi senza corpo che ti costringi a buttar
giù nel tentativo di piegarla ai tuoi voleri e che, rilette, ti disgustano e ti danno la misura della tua limitatezza.
Poi ad un certo momento, quando meno te lo aspetti, alle spalle arriva una brezza leggera, frizzante che ti accarezza e penetra lieve nel corpo.
Così, ti senti animare, il tuo pensare aumenta di intensità, piano una frenesia cattura le tue mani e cerchi disperato il mezzo che ti faccia sfogare quell'eccitazione montante. Lo trovi e' un foglio, magari
già usato, un pezzo di rivista o l'incarto del pane e con la fida compagna ad inchiostro fluido ti metti a scrivere senza freno, rammaricato dal fatto che la tua mente corra
più veloce di quanto la tua mano possa fare.
Ed eccoti finalmente passato da una tremenda astinenza ad una schiavitù ben più
terribile, ad un tormento creativo che ti possiede, ti spreme, ti costringe fino allo sfinimento; ti priva del cibo e del sonno, egoista ti isola dal mondo, geloso ti separa dagli altri e invadente occupa tutti i tuoi pensieri.
Ecco, finalmente sei tornato a fare la tua piccola parte nel mondo della scrittura.
FINE
Claudio Palmieri, Novembre 2002
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