Fatalita' 

di Claudio Palmieri

 

- Sandra, hai preparato tutto? - disse Marco mentre riponeva il suo portatile nella borsa di pelle.
- Certo, è tutto pronto. - Rispose Sandra di ritorno dalla stanza attigua.
- Come ultima cosa, dovresti farmi anche un certo numero di copie della presentazione in modo che possa distribuirle a tutti i partecipanti al meeting.
- Ne ho appena fatte otto copie: una per ogni persona che sarà presente domani, più una di riserva. - ribatté lei con un sorriso gentile.
- Sai Sandra, a volte penso che tu sia l'unica segretaria capace anche di leggermi il pensiero. - disse Marco restituendo il sorriso. - Comunque, grazie per il gran lavoro che hai fatto e soprattutto per la tua disponibilità. Non so chi altri sarebbe stato disposto a passare un'assolata domenica di Ottobre in ufficio.
- Diciamo solo che ho realizzato l'importanza della riunione di domani e che ho pensato che questa era la cosa giusta da fare. - replicò Sandra mentre riponeva le copie della presentazione in una custodia di plastica.
L'indomani, infatti, sarebbe stata una giornata importante per il suo capo. Marco era responsabile della gestione di un impegnativo progetto e domani, dopo mesi di intenso lavoro, avrebbe presentato i risultati ai tecnici della casa madre svedese. Aveva impiegato più di una settimana per preparare accuratamente la presentazione per questo meeting: l'introduzione informale, la descrizione generale del progetto e la dettagliata presentazione tecnica del lavoro svolto. Questi risultati gli sarebbero indubbiamente valsi un aumento della considerazione professionale all'interno dell'azienda e sarebbero stati il biglietto da visita per permettergli di ottenere la direzione di altri progetti di uguale importanza.
Sandra fece gli ultimi controlli, staccò dallo schermo del suo computer i vari post-it dove aveva annotato le ultime raccomandazioni e si rivolse nuovamente al suo capo:
- Marco ora è veramente tutto a posto, ho verificato ogni cosa due volte. Ricorda solo di prendere il passaporto e che il biglietto aereo è nella tasca esterna della borsa che contiene i documenti. Il tuo volo partirà alle 8:00 da Linate; ti ho prenotato un taxi che sarà sotto casa domattina alle 6:30.
- Bene, allora è tutto pronto. Che altro posso dirti Sandra se non che hai fatto un ottimo lavoro e te ne sono molto grato! - disse Marco stringendole la mano. Poi, prendendo le due borse, una con il computer e l'altra con i documenti, aggiunse - Domani sarà un giorno molto importante e ti assicuro che farò la mia parte alla grande. Strapperò l'applauso a quei freddi svedesi! Ci vediamo Mercoledì.
Sandra sorrise e, seguendo Marco lasciare l'ufficio, lo salutò augurandogli l' "in bocca al lupo".
Rimasta sola, si mise a riorganizzare il disordine che si era creato durante la preparazione della missione del suo capo. Avrebbe potuto rimandare quel lavoro all'indomani, un Lunedì tranquillo senza pressioni né scadenze incombenti, ma era sua abitudine lasciare sempre l'ufficio in ordine.

Alle 16:30, dopo aver finito di riordinare, uscì dall'edificio dell’Azienda, prese la sua auto e si diresse verso casa. Con lo scarso traffico domenicale, sarebbe arrivata in meno di 30 minuti.
La giornata era davvero splendida, il sole autunnale, insolitamente caldo e luminoso, non faceva per nulla pensare alle grigie e tristi nebbie mattutine che i Milanesi erano costretti a subire in quel periodo dell'anno. Con questi pensieri in mente, Sandra si scoprì di buon umore nonostante la Domenica spesa in ufficio e continuò a guidare con piacere; imboccò la tangenziale e dopo che ebbe percorso poche centinaia di metri su quella strada quasi deserta, il suo cellulare squillò:
- Pronto?
- Sandra, sei tu?
- Si sono io, ma chi parla?
- Sono Marco.
- Ciao Marco. Dimmi: cos'hai dimenticato?
- Nulla, nulla, ma mi è capitato qualcosa di grave.
Sandra s'irrigidì e con un tono di voce preoccupato chiese: - Cos'e' accaduto Marco?
- Ho avuto un incidente con l'auto ed ora sono in ospedale.
La preoccupazione di Sandra si trasformò in apprensione. Non riuscendo più a guidare tranquillamente accostò l'auto e si fermò sulla corsia d'emergenza.
- Marco, ma stai bene? In che Ospedale sei?
- Proprio bene non direi, ho preso una gran botta alla testa ed ho un ginocchio ridotto male. Mi hanno portato in ambulanza all'Ospedale Sacco.
- O mio Dio! Ma com'e' successo? Com'e' stato?
- Mi sono venuti addosso, non è stata colpa mia.
- Oh Cristo santo! Senti ora ti raggiungo. Dammi venti minuti e sarò lì.
- Grazie Sandra, mi troverai al Pronto Soccorso.
Sandra lasciò cadere il cellulare sul sedile del passeggero e rimase immobile, con la testa tra le mani per un paio di minuti. Quando ebbe smaltito lo spavento e si sentì meglio, si rimise alla guida dirigendosi verso l'Ospedale Sacco.

In meno di venti minuti raggiunse il nosocomio e, dopo aver frettolosamente parcheggiato l'auto, si diresse di corsa verso il Pronto Soccorso. Alla reception Sandra chiese di Marco e un infermiere la condusse in una delle stanze interne. Lo trovò disteso su di un lettino con ancora gli abiti addosso, un'ampia fasciatura alla testa e la gamba sinistra immobilizzata.
Lo sguardo di Marco nel vederla si ravvivò e, sollevando un braccio, lui le fece un cenno di saluto.
Sandra lo raggiunse, si fermò davanti al lettino e, portandosi una mano davanti alla bocca, disse: - O mio Dio! Marco, ma stai bene?
- Ora sto meglio, - rispose lui - la gamba e la testa mi fanno un male cane, ma almeno non sono più in mezzo alla strada tra i rottami dell'auto.
- Ma com'è successo?
- Una sfortuna nera! Ero quasi arrivato a casa quando un'auto è passata con il rosso ad un incrocio ed ha preso in pieno la mia. Avevo la cintura e si è aperto anche l'airbag, ma io ho sbattuto la testa contro il finestrino e la gamba sul lato sinistro dell'auto. Pensa che mi hanno dovuto tirare fuori perché non riuscivo né ad aprire la portiera di sinistra, né a spostarmi da solo dall'altra parte dell'abitacolo.
Sandra, ascoltando il racconto di Marco, si sentì mancare e vista una sedia a portata di mano, prima ci si appoggiò e poi ci si sedette sopraffatta dalla tensione. Era terribilmente scossa.
Marco, alla vista della ragazza così colpita, cercò di rassicurarla:
- Ma ora è tutto a posto, niente di irreparabile. Non c'e' commozione cerebrale e dovranno solo mettermi a posto il ginocchio.
- Dovranno operarti?
- Sì, infatti sono qui in attesa dell'ortopedico per sapere come procederanno. Sai che significa questo?
- Sì, lo so: un intervento al ginocchio è sempre una cosa delicata ...
- Beh, questo è vero, ma stavo pensando a qualcos'altro: domani niente viaggio in Svezia. La mia grande occasione è sfumata.
Sandra lo guardò e dopo un attimo di stupore, realizzò quanto Marco le aveva detto: e sì, ora lui non sarebbe più potuto andare all'importante riunione del giorno dopo in Svezia.
- Capisci Sandra, dopo aver lavorato come un matto e aver passato persino le notti in ufficio, ora butto tutto all'aria. Per uno stupido incidente di cui non ho colpa, mi trovo a non poter partecipare ad una riunione che stavo progettando da un mese ed aspettavo da un anno. Domani per me sarebbe stato qualcosa come il "giorno del giudizio", un passo fondamentale per tutta la mia carriera futura nella Compagnia.
- Certo, ma magari possiamo far spostare l'incontro o tenere una video conferenza. - cercò di rassicurarlo Sandra sapendo quanto ciò che aveva appena detto fosse tutt'altro che facilmente fattibile.
- Non sarebbe lo stesso, io dovevo incontrare quei tecnici di persona; io ho avuto le idee, io ho buttato il sangue nel progetto, era me che dovevano vedere. E poi il meeting non può essere spostato: i risultati vanno mostrati domani per evitare che qualcun altro ci arrivi o ci rubi le idee di base. Infatti, Sandra, ti ho chiamata proprio per questo: devi rintracciare l'ingegner Raiteri e passargli tutta la documentazione che ho preparato. Lui è addentro al progetto ed è l'unico in grado di sostituirmi domani. Dovrai consegnargli il mio computer portatile e cambiare il biglietto aereo facendone emettere uno a suo nome. Domani sarà lui a prendere il mio posto.
- Ok posso farlo: lo chiamo subito e gli chiederò di incontrarci in ufficio per passargli tutto il materiale. Da lì io poi sistemerò il biglietto e tutto il resto per il viaggio.
- Bene, se ci sono problemi o necessità di chiarimenti, chiamatemi senza esitare sul cellulare. Io farò in modo di essere raggiungibile fino a che non mi porteranno in sala operatoria.
- Va bene Marco. Ma tu hai bisogno di altro qui?
- No, non ti preoccupare Sandra. Ho avvertito i miei genitori e loro arriveranno a momenti. Sono passati da casa mia e porteranno tutto ciò che mi servirà per restare qui il tempo necessario.
- Non vuoi che stia qui con te fino al loro arrivo?
- No, no, vai pure. Hai cose molto più importanti da sbrigare. E poi, - aggiunse amaramente - per quel che mi riguarda, io qui ho tanto da fare: devo rodermi il fegato ripensando alla grande occasione che ho perso così stupidamente e per una colpa non mia!
- Dai non ci pensare Marco. Ne avrai molte altre, ne sono certa.
- Già, il destino ha deciso così: si vede che non è ancora arrivato il mio momento ...

-----

La mattina del Lunedì Sandra si era alzata stanca. La notte precedente era rientrata a casa tardissimo dopo aver organizzato tutto con l'ingegner Raiteri. Era stato un lavoro frenetico, ma era sicura di aver trasferito tutte le informazioni necessarie e di aver riorganizzato tutto per bene. Ora stava a Raiteri fare la sua parte con gli svedesi.
Lei quella mattina sarebbe andata in ufficio un po' più tardi del solito. Aveva lasciato un messaggio ad una collega spiegandole quanto era successo e che, dopo la nottataccia, sarebbe arrivata un paio d'ore di più tardi.

Entrò in cucina, accese la radio e, mentre si preparava il caffè, si mise a pensare alle vicende del giorno prima. La mente ripercorreva ancora una volta tutti i passi del passaggio di consegne che aveva dovuto sovrintendere. Poi il pensiero andò a Marco che aveva visto sfumare così bruscamente la sua "grande occasione": era stato veramente un brutto colpo per lui. Si versò il caffè e cominciò a berlo sperando nella scossa benefica della caffeina per completare il suo risveglio. Ad un tratto però la sua attenzione fu attirata dalla voce dello speaker alla radio. Lasciò la tazzina ed alzò il volume:

“Abbiamo purtroppo avuto la conferma dell'incidente aereo occorso questa mattina all’aeroporto milanese di Linate. Un MD87 della compagnia SAS diretto a Copenhagen si è schiantato durante la fase di decollo sul deposito bagagli dell'aerostazione. Pare che la causa del disastro sia stata la collisione con una altro velivolo, un Cessna, che si trovava, inspiegabilmente, sulla pista dove l'MD87 stava procedendo al decollo. Purtroppo sembra che tra i 104 passeggeri ed i sei membri dell'equipaggio del volo SK 686 non ci siano stati sopravvissuti.”

Sandra rimase attonita: il volo SK 686 era quello che avrebbe dovuto prendere Marco e sul quale, al suo posto, era salito Raiteri!
Si alzò ancora stordita, andò nell'ingresso e prese il telefono. Mentre con un tremito nella mano componeva il numero del cellulare di Marco, le tornò in mente una frase che lui le aveva detto la sera prima e che ora sembrava acquisire un significato profondamente diverso: "si vede che non è ancora arrivato il mio momento."

FINE


Claudio Palmieri Agosto 2002


Questo testo e' proprietà intellettuale dell'autore ed e' tutelato dalle norme sul diritto d'autore. L'uso anche parziale di tale testo sulla rete Internet e/o la sua pubblicazione integrale o di una sua parte su supporto tradizionale (rivista, libro, CD-ROM o altro supporto editoriale che non sia la rete Internet) possono essere effettuati solo con l'esplicito consenso dell'autore.
Claudio Palmieri (M.C.B.) Copyright 2002-2007.


     Torna alla Home Page                     Torna alla lista dei racconti    

Pagina aggiornata il 20 Marzo 2003