Le recensioni  

 

 

Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte

di Mark Haddon

Titolo originale: The Curious Incident of
the Dog in the Night-Time

Casa Editrice: Einaudi

Anno: 2003

Pagine: 247

Costo: 16,00 Euro


È bello quando si trova un autore che riesce a raccontare una storia proprio come farebbe un bambino, mantenendo con coerenza il punto di vista, esprimendo limpidamente quelle sensazioni, quelle paure e quegli stati d'animo che noi, da adulti, abbiamo oramai relegato in angolo del nostro essere.

E se poi il bambino che ci parla è un bambino particolare, un bambino autistico come quello de "Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte", allora possiamo apprezzare ancora di più il buon lavoro fatto dall'autore, Mark Haddon, nello scrivere questo romanzo pubblicato in Italia da Einaudi.

Christopher Boone, questo il nome del protagonista ed io narrante del romanzo di Haddon, è affetto dalla sindrome di Asperger, una forma di autismo che ne fa un bambino con un rapporto difficile con il mondo esterno. Christopher non vuol essere toccato, mangia solo cibi che non siano venuti a contatto tra loro e che non siano gialli o marrone. E' un bambino che ha abitudini e ritmi ben precisi, che non accetta facilmente i cambiamenti e non ha amici, ad eccezione forse di Siobhan l'insegnante della scuola speciale che frequenta.
Ma la sindrome di Asperger, che molto ha tolto a Christopher, gli ha fatto dono di una lucida ed acuta mente logica. Egli adora la matematica ed è così bravo con essa da voler dare l'esame per essere ammesso all'università.

Christopher vive con suo padre a Swindon in una villetta a schiera al 36 di Randolph Street. E, proprio in Randolph Street, accade l'evento che stravolge la vita del bambino: l'uccisione, fatta con un forcone da giardino, del cane di una vicina, la signora Shears. Christopher rinviene il cadavere del cane alle 00:07 e, per quel suo ritrovamento e qualche "incomprensione" con i poliziotti intervenuti sul luogo, finisce al commissariato e si becca una diffida.
Dal momento del ritrovamento del cane, Christopher, appassionato lettore delle avventure di Sherlock Holmes, comincia la sua personale indagine sul caso del cane ucciso a mezzanotte. Ogni sua mossa viene dettagliatamente annotata in un diario che il bambino ha cominciato a scrivere su suggerimento della sua insegnante Siobhan. Nei capitoli di questo libro-diario, identificati esclusivamente da numeri primi (1,3,5,7,11,...), Christopher annota dettagliatamente non solo il procedere della sua indagine, ma anche la sua visione del mondo: cosa gli piace, cosa lo spaventa e cosa non riesce a capire.

Leggere quelle pagine ci porta e riflettere su come sia complesso il mondo di noi adulti, come oramai siamo abituati a dare per scontate molte cose che facciamo e diciamo, ma che non lo sono affatto agli occhi di un bambino, anche di uno che non sia particolare come Christopher. In quelle pagine scopriamo anche come una mente ingenua, la cui logica sia stata preservata nella sua purezza dalla malattia, possa rivelarsi inaspettatamente acuta e tagliente tanto da arrivare vicino alla verità che sta dietro l'uccisione del cane della signora Shears e, incidentalmente, alla scoperta di qualcosa di molto più grave. E proprio quest'ultima scoperta spinge Christopher, per cui il bene ed il male hanno un confine netto senza alcuna sfumatura, a lasciare Swindon e ad intraprendere un difficilissimo viaggio fino a Londra. Un viaggio in cui il lettore soffre e si commuove seguendo gli sforzi e le sofferenze di un ragazzino coraggioso che si rivela in grado di fare molto di più di un ragazzino normale o, come ci dice egli stesso, uno che "sa di potercela fare [...] e questo significa che può fare qualunque cosa".

"Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte" è un romanzo degno di nota. Con una struttura originale, organizzata secondo la logica del suo protagonista, corredata di grafici, disegni, formule matematiche e mappe, ci porta quasi a credere che esso sia sul serio il diario di Christopher John Francis Boone. Mark Haddon riesce a catturare la nostra attenzione sin dalle prime pagine e, con il pretesto del giallo dell'uccisione del cane, ci coinvolge in una storia molto più profonda e toccante.

L'incipit:

"Mezzanotte e 7 minuti. Il cane era disteso sull'erba in mezzo al prato di fronte alla casa della signora Shears. Gli occhi erano chiusi. Sembrava stesse correndo su un fianco, come fanno i cani quando sognano di dare la caccia ad un gatto. Il cane però non stava correndo, e non dormiva. Il cane era morto. Era stato trafitto con un forcone. Le punte del forcone dovevano averlo passato da parte a parte ed essersi conficcate nel terreno, perché l'attrezzo era ancora in piedi. Decisi che con ogni probabilità il cane era stato ucciso proprio con quello perché non riuscivo a scorgere nessun'altra ferita, e non credo che a qualcuno verrebbe mai in mente di infilzare un cane con un forcone nel caso in cui fosse già morto per qualche altra ragione, di cancro per esempio, o per un incidente stradale. Ma non potevo esserne certo."


Una citazione dal testo:

" [...] perché voler bene a qualcuno significa aiutarlo quando è nei guai, prendersi cura di lui, dirgli sempre la verità, e mio padre si prende cura di me quando mi metto nei guai, come quando è venuto alla stazione di polizia, e si prende cura di me cucinando per me, e mi dice sempre la verità, e questo significa che mi vuole bene"


Claudio Palmieri, Giugno 2004


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Pagina pubblicata il 6 Giugno 2004