Aristotele e il giavellotto fatale
di Margaret Doody
Sellerio
Collana: La memoria
2000
Pagine: 84
Margaret Doody, una professoressa universitaria di letteratura comparata con la passione per la cultura greca e per i gialli, � l'autrice di questo "Aristotele ed il giavellotto fatale", racconto giallo ambientato nella Grecia all'inizio dell'et� della decadenza. Colui che riveste i panni dell'investigatore in questa storia � il filosofo Aristotele, il quale si trova casualmente sul luogo di un incidente mortale. Il fatto cruento accade nella palestra coperta del ginnasio di Arcandro dove Aristotele si era recato per incontrare il giovane Meno studente in quella scuola.
Mentre Aristotele si intratteneva a chiacchierare con Arcandro ed i genitori di due studenti, Lisimaco padre di Sogene e Euribolo padre di Milziade, uno degli studenti arriva a chiedere aiuto: durante l'allenamento al tiro del giavellotto era
accaduto un incidente mortale proprio al giovane Sogene.
Il racconto prosegue da qui con la tragica constatazione dei fatti e con l'indagine di Aristotele che per� io mi astengo opportunamente dal raccontarvi per non rovinarvi il gusto della lettura di questo racconto. Ci� che posso aggiungere � che Aristotele riesce a guardare al di l� delle apparenze con un'acutezza di pensiero, un'attenzione ai particolari ed una logica cristallina degne di un pi� moderno Sherlock Holmes, come ci fa notare anche Luciano Canfora in una nota riportata, dopo la storia, in questo libretto edito da Sellerio.
Questo racconto della Doody non � l'esordio nella letteratura gialla della scrittrice Canadese, che � principalmente una docente universitaria e studiosa di letteratura. Questo "Aristotele e il giavellotto fatale" � parte di una trilogia che, iniziata con "Aristotele detective" del 1978, si conclude con il pi� recente "Aristotele e la giustizia poetica" e che la Doody ha dedicato alla Metafisica alla Fisica ed alla Poetica del filosofo di Stagira.
In conclusione, un lettura brevissima adatta sia ai giallisti con l'occhio allenato
alla ricerca del particolare rivelatore sia a chi vuol leggere un bel racconto sapientemente ambientato nell'antica Grecia.
L'incipit:
"Certo", mi disse Aristotele, "il mio nuovo capello mi ripara dalla pioggia, questo s�, ma a quanto pare l'acqua si accumula e poi cade dritta sul mulo, e a lui non fa certo piacere."
Una citazione dal testo:
"Bussai energicamente alla porta di Arcandro mentre Aristotele si riparava contro il muro esterno. Un piccolo zampillo di pioggia scorreva dai mattoni del pilastro della porta, picchiettando sul suo ampio cappello. Quest'ultimo, a sghimbescio per il forte vento e l'acqua, gli conferiva un'aria dissoluta e scaltra."
Claudio Palmieri, Novembre 2002
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