Le recensioni  

 

copertina

La profezia di Celestino

di James Redfield

Editore: Corbaccio

Anno: (1993 1a Ed.) 1998

Pagine: 248

Costo: Euro 4.13


Vi sentite aperti all’illuminazione? Avete un animo disposto alla scoperta spirituale? Vi state ponendo i tre quesiti fondamentali: Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo?
Se avete risposto sì ad almeno una di queste domande, la lettura de “La profezia di Celestino” di James Redfield riuscirà forse a nutrire il vostro bisogno spirituale ed a sedare la vostra sete di sapere mistico. Se le vostre risposte sono state tutte dei no, allora mi rammarica dovervi dire che, a mio parere, il romanzo di James Redfield non vi aprirà la mente e non vi sconvolgerà lo spirito.
Eppure come l’editore Corbaccio si premura di specificare, oltre che nel risvolto della quarta di copertina, anche in un paragrafo messo opportunamente alla fine del romanzo, questo libro ha venduto milioni di copie, otto mi pare, in tutto il mondo. Questo dovrebbe farci pensare che qualcuno ci ha effettivamente trovato qualcosa…
Comunque, se qualcosa c’e’, deve essere qualcosa di diverso dalla narrazione perché, se guardiamo al romanzo in sé, bisogna dire che esso non è proprio un capolavoro della letteratura contemporanea.
Il romanzo di Redfield ha gli elementi classici del romanzo d’avventura: un tesoro nascosto (la nona illuminazione), i buoni che vogliono trovarla (il protagonista e i vari amici che incontrerà nel suo cammino), i cattivi che vogliono arrivarci prima per impadronirsene loro (il governo peruviano e la chiesa locale), l’ambientazione rocambolesca (la foresta peruviana e le rovine Maia), il tutto condito da un po’ di magia (il misticismo del messaggio spirituale), fughe, inseguimenti e una storia d’amore.
Il guaio però è che gli eventi accadono seguendo un copione fin troppo evidente che fa spesso perdere di credibilità alla storia. Accade più di una volta che prima di leggere una pagina si sappia già cosa stia per accadere (un incontro, un ritrovamento, un inconveniente) il che lascia poco spazio alle sorprese.
Poi bisogna considerare che un libro che parla di coincidenze (la prima delle nove illuminazioni indica proprio di far caso alle coincidenze che costellano la nostra esistenza) non può che avere una trama solidamente basata sulle coincidenze stesse. Vero, ma, il gran numero di queste, che tempestano le vicende de “La profezia di Celestino”, mette a dura prova la verosimiglianza della storia.
Leggendo questo libro ho avuto l’impressione che lo scopo di Redfield sia stato quello di diffondere un messaggio più che di scrivere un gran romanzo. Mi è sembrato che egli, volendo comunicare un qualcosa di importante, abbia imbastito una storia con lo scopo primario di veicolare il messaggio spirituale facendone pagare lo scotto alla trama, che così risulta intrisa di prevedibilità e forse anche di ingenuità narrativa.

Si capisce così tanto che “La profezia di Celestino” ha deluso le mie aspettative? Bene, se è così evidente, forse è meglio che cambi registro e m’impegni obiettivamente a riferirvi di cosa parla questo libro

La storia è quella di un’avventura rocambolesca vissuta da un personaggio, credo autobiografico, che va alla ricerca della Nona Illuminazione, l’ultima di una serie di precetti sulla vita e sul futuro dell’umanità’ contenuti in un antico documento, un Manoscritto in lingua sanscrita, ritrovato in Peru’.

Il Manoscritto, a detta di coloro che ne hanno letto dei tratti sulle poche copie che circolano clandestinamente, contiene un messaggio che dovrebbe svelare all’uomo l’essenza della vita ed il futuro dell’umanità’. Il governo peruviano, in accordo con le autorità ecclesiastiche locali, sta però cercando di bloccarne la diffusione. Infatti, secondo il governo e la chiesa, il Manoscritto, la cui versione ritrovata contiene solo otto delle nove illuminazioni, promulga teorie pericolose sia per la religione che per la società civile e quindi la sua diffusione deve essere stroncata a tutti i costi. L’esercito viene mobilitato ed i seguaci del testo proibito vengono ricercati alla stregua di pericolosi rivoluzionari. Chi viene trovato in possesso di copie del testo o di singole parti di esso viene incarcerato o addirittura passato per le armi.

In quest’ambientazione da golpe sudamericano, il protagonista, uno statunitense venuto a conoscenza del manoscritto tramite un’amica che non vedeva da anni, molla tutto ciò che stava facendo e vola in Peru’. Lì, con una serie di coincidenze a dir poco incredibili, viene coinvolto nella ricerca dell’illuminazione mancante: la nona. Questa missione che si svolge tra sparatorie, incarcerazioni, fughe, incontri mistici ed incontri romantici, lo porta ad apprendere, una dopo l’altra, le prime otto illuminazioni ed a capire qualcosa di più di se stesso e degli altri.

“La profezia di Celestino”, nonostante tutto, è una storia che riesce ad incuriosire il lettore. Nel mio caso particolare, lo scetticismo iniziale è stato castigato dal buon livello di suspance che deriva dal ritmo della storia nella ricerca della fantomatica nona illuminazione. L’idea di fondo è quindi buona, ma è il dispiegarsi della narrazione che spesso inciampa. Ciò capita quando la coincidenza di turno è proprio quella “veramente giusta” o quando lo svolgersi degli eventi è troppo prevedibile. In qualche passaggio mi è addirittura sembrato di essere alle prese con la lettura di un romanzetto per ragazzi. Purtroppo anche il finale non mi è apparso all’altezza del po’ di buono che c’e’ nel libro. La conclusione del romanzo è un volo di fantasia che ha il sapore di un sogno adolescenziale. In esso, la ricerca avventurosa che ha trainato tutto il romanzo perde di consistenza dissolvendosi in una visione del futuro dell’umanità’ che ricorda i romanzi di fantascienza dell’inizio del secolo scorso. Inoltre, e forse questo poteva essere evitato perché non aggiunge nulla al romanzo, l’autore usa sapientemente le ultime righe per aprire uno spiraglio, o meglio uno squarcio, verso un inevitabile seguito alla sua opera prima.

Nella lettura di questo testo divenuto di culto per il popolo New Age, ho notato un altro punto che mi sembra importante. Nel suo romanzo Redfield sembra adattare certi argomenti della nostra esistenza ad una visione spirituale attraverso una loro estrema semplificazione concettuale. Come esempio cito la teoria dei “drammi”, cioè dei comportamenti di ciascun individuo per “l’approvvigionamento” di energia spirituale. Infatti, secondo il Manoscritto, gli esseri umani sono in competizione per soddisfare il loro bisogno di energia e il loro comportamento nei confronti degli altri rispecchia la specifica modalità, maturata nel rapporto con i genitori, con cui essi riescono a soddisfare questa necessità. Questa teoria mi ha fatto pensare ad una rielaborazione semplificata dei contenuti di un manuale di psicoterapia. In particolare, è come se la teoria del Manoscritto derivasse da una semplificazione dei principali copioni di comportamento dell’individuo e da un’ipersemplifacazione delle loro origini all’interno della famiglia.

Per completare il quadro vorrei dare una rapida occhiata alla tecnica: la scrittura di Redfield (o la sua traduzione in Italiano) non è purtroppo delle migliori e non aiuta a superare certe debolezze della trama. Mi riferisco, per esempio, a passaggi descrittivi che sono “ruvidissimi” e suonano come forzature o a passaggi quali quello in cui “un cattivo” arriva ad “imbracciare una pistola” (pag. 107) o a frasi quali (pag. 109): “A un certo punto mi accorsi che il sole tramontava ad ovest.” (!)

Se infine, vogliamo spostare brevemente l’attenzione sul messaggio spirituale de “La profezia di Celestino”, bisogna affermare che esso nel romanzo ha una ben precisa collocazione temporale che oggi a dieci anni dalla pubblicazione della prima edizione (tra l’altro ammirevolmente edita a spese dall’autore) perde la sua attualità. Le previste rivoluzioni non sono accadute, anzi, a guardarci bene intorno, la consapevolezza e l’illuminazione che avrebbero dovuto estendersi a macchia d’olio sul nostro pianeta sono saldamente soppiantate dalla forza schiacciante degli interessi economici e dalle velleità guerrafondaie di qualche potente. Anche se il messaggio di fondo sulla nostra spiritualità rimane sempre valido e se le considerazioni di Redfield sulla natura e sul nostro modo di porci verso di essa e verso gli altri sono ancora attuali, la forza della speranza che questo libro poteva infondere dieci anni fa, oggi si è purtroppo gravemente indebolita.

L'incipit:

" Mi Fermai davanti al ristorante e parcheggiai, appoggiandomi un attimo al sedile per pensare. Charlene mi aspettava già dentro, voleva parlarmi. Ma perché? Non la sentivo da sei anni: chissà per quale motivo si era fatta viva proprio una settimana dopo che mi ero ritirato a vita solitaria nei boschi. Uscii dal furgone e mi avviai verso il ristorante. Alle mie spalle l’orizzonte inghiottiva gli ultimi bagliori del tramonto e lame di luce color rame attraversavano il parcheggio bagnato. Soltanto un’ora prima un breve temporale aveva inzuppato ogni cosa, rinfrescando la serata estiva che la luce morente del crepuscolo rendeva quasi irreale. In cielo era intanto comparsa la luna. "  

Una citazione dal testo:

" Il tuo corpo vibra ad un certo livello, e se lasci che la tua energia si abbassi troppo, il corpo ne soffre. Questo è il legame che c’e’ tra tensione e malattia. L’amore è importantissimo, tiene alta la nostra vibrazione e ci mantiene in buona salute. " 



Claudio Palmieri, Febbraio 2003


Questo testo è proprietà intellettuale dell'autore ed è tutelato dalle norme sul diritto d'autore. L'uso anche parziale di tale testo sulla rete Internet e/o la sua pubblicazione integrale o di una sua parte su supporto tradizionale (rivista, libro, CD-ROM o altro supporto editoriale che non sia la rete Internet) possono essere effettuati solo con l'esplicito consenso dell'autore. Claudio Palmieri (M.C.B.) Copyright 2002-2003.

      Torna alla Home Page                       Torna alle altre recensioni

Pagina creata il 21 Febbraio 2003 e aggiornata il 20 Marzo 2003