Mattatoio N. 5
o La crociata dei bambini
di Kurt Vonnegut
Casa Editrice: Feltrinelli
Anno: 2005
Pagine: 196
Se qualcuno mi chiedesse di dire una frase per indicare Mattatoio N. 5 di
Kurt Vonnegut, credo che direi: “un libro per ricordare”.
Ce ne sono tanti di libri che ci fanno ricordare e che costituiscono essi
stessi parte del nostro patrimonio di ricordi, ma questo, a prima vista non
sembra uno di quelli. Non ne ha la mole, non ne ha l’aspetto esteriore e il
suo autore non mostra alcuna intenzione esplicita di volerlo far diventare
tale.
Eppure, leggendo questo libro, schizofrenico nella narrazione, discontinuo
nella linea temporale, alterno nei contenuti, io ho sentito distintamente
l’odore disgustoso della guerra. Badate, non un lieve sentore di marcio,
neanche un lontano puzzo di morte, ma un disgustoso fetore, tossico e
vescicante.
Leggere questo libro mi ha lasciato la coscienza di un ricordo non mio,
ma che ora, forte e terribile, è diventato parte di me. Questo è accaduto
in maniera subdola, per mezzo dell’ironia, della beffa e dell’umorismo
demenziale. Demenziale come le verità storiche che stanno dietro a questo
romanzo, demenziali e orribili come solo le cose reali sanno essere.
Verità raccontate da Billy Pilgrim, un soldato che non è riuscito ad
essere tale, che non ha neanche mai indossato la divisa e gli scarponi da
soldato, che non conosceva neanche il proprio reggimento di appartenenza.
Una sorta di alieno apparso su di un pianeta impazzito, nel quale tutte le
regole sono sovvertite, spazio e tempo compresi. I soldati nemici sono
vecchi e ragazzi mentre tra gli alleati ci sono soldati hanno fatto tutta
la loro guerra in un campo di prigionia, puliti, rasati, ben nutriti e in
eccellente forma fisica. Prigionieri intenti ad occupare piacevolmente il
loro tempo mentre, solo al di là di una rete, altri prigionieri, altri soldati
che con una divisa diversa combattevano lo stesso nemico, sono affamati,
sporchi e macilenti.
Vonnegut ci racconta, romanzando, di un mondo “al contrario”, dove giustamente
si ricorda la strage incommensurabile provocata ad Hiroshima da un ordigno
atomico chiamato amichevolmente “little boy”, ma si sottace che, nella stessa
guerra, in una sola notte, delle armi convenzionali, ma non per questo meno
distruttive, hanno raso al suolo una città aperta provocando 130'000 morti, un numero di
vittime ancora maggiore.
Un mondo alla rovescia, dove qualcuno si rende conto del proprio stato di
disperazione solo quando guarda una coppia di cavalli esausti, consumati
dalla fame e dalla fatica, un luogo dove la follia diventa normalità e la
normalità si perde nella follia.
E cosa si fa quando si legge di un tale folle luogo? Si scuote la testa
dicendo: “razza di stupidi”, cosa che non basta. Si deve fare di più, si
deve ricordare senza più dimenticare, lasciare che libri come questo ci
aiutino a rendere più forti i nostri principi più giusti. Leggere per imparare ad evitare di costruire la propria vita in modo tale che
“abbia un senso con le cose che si trovano nei negozi di regali”
e insegnare ai propri figli di non lavorare per società che fabbricano congegni in grado di provocare massacri, e di esprimere il loro disprezzo per chi pensa
che congegni del genere siano necessari.”
P.S.
Prima di chiudere devo dire due cose: la prima è che, nonostante questo
libro racconti delle cose terribili, esso è un romanzo molto divertente.
Questa sua natura paradossale lo rende ancora piu’ bello. La seconda cosa
che vorrei aggiungere è che non posso esimermi dal riportare che “la lucida
follia” di Vonnegut, oltre che di salti temporali, tempesta il romanzo di
salti dimensionali. Infatti, Billy Pilgrim non solo vive la sua vita sulla
terra balzando dal presente al passato senza alcuna regola evidente, ma è
anche protagonista, in momenti fuori dal tempo convenzionale, di permanenze
su un pianeta alieno chiamato Tralfamadore. Difatti, Pilgrim, catturato
dagli alieni nel piu’ classico dei modi, viene portato a bordo di un disco
volante sul pianeta alieno. Là viene rinchiuso in una sorta di zoo, sotto
una cupola geodetica dove assieme ad una famosa pornostar, rapita per
ricostituire una coppia di umani, diventa oggetto di curiosa osservazione
di una moltitudine di omini verdi.
Sperando di non scomparire dal presente e trovarmi immerso in un non
luogo senza tempo, vi lascio con consiglio direttamente tratto dal testo
di Vonnegut: “se capitate a Cody, nel Wyoming, chiedete di Bob il duro.”
L'incipit:
"
È tutto accaduto, più o meno. Le parti sulla guerra, in ogni caso, sono
abbastanza vere. Un tale che conoscevo fu veramente ucciso, a Dresda, per
aver preso una teiera che non era sua. Un altro tizio che conoscevo minacciò
veramente di far uccidere i suoi nemici personali, dopo la guerra, da killer
prezzolati. E così via. Ho cambiato tutti i nomi.
"
Una citazione dal testo:
" Su Tralfamadore, dice Billy Pilgrim, non c’è molto interesse per
Gesù Cristo. La figura terrestre che più colpisce i tralfamadoriani, dice
lui, è quella di Charles Darwin, che insegnò che chi muore deve morire e
che i cadaveri sono un miglioramento. Così va la vita.
"
Claudio Palmieri, Ottobre 2006
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Pagina pubblicata il 6 Ottobre 2006
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