Come si scrive un giallo
Teoria e pratica della suspance
di Patricia Highsmith
Editore: Minimum Fax
Anno: 1999
Collana: Filigrana
Pagine: 142
Costo: 7,75 Euro
L'autrice lo dice a chiare lettere nella prefazione: "questo libro non è un manuale di scrittura "fai da te"" e leggendolo si capisce quanto "Come si scrive un giallo" di Patricia Highsmith edito da Minimum Fax, sia lontano dall'idea del mero manualetto.
Questo libro che la Highsmith ha scritto nel 1966 e' un'utilissima chiave per accedere al mondo della scrittura con la prospettiva dello scrittore. L'autrice parla in prima persona e ci mette subito a nostro agio, quasi ci si trovasse seduti assieme ad un tavolino all'aperto di un caffè di Parigi. Davanti a noi le persone passeggiano senza fretta, le tazzine del caffè vuote sono sul tavolo e, sorseggiando un sorso di Perrier, ascoltiamo la voce della Highsmith che ci racconta come da un'idea, a volte esile e inconsistente, possa nascere un romanzo di successo.
L'autrice ci parla francamente della fatica, delle frustrazioni che il mestiere di scrivere comporta; anche per chi è arrivato alla fama, scrivere non è un mestiere di soli allori, ma un lavoro che costa sudore, che nei periodi di magra mette di fronte alla necessità di sbarcare il lunario e che implica il saper far fronte ai molti e immancabili rifiuti da parte degli editori. D'altro canto, scrivere è innanzi tutto un piacere tanto che, il compiacimento dell'editore e quello dei lettori hanno importanza solo dopo quello personale dello scrittore.
Negli undici capitoli del libro, la Highsmith ci racconta della sua scrittura, dell'ispirazione, degli stratagemmi, dei ripensamenti che l'hanno caratterizzata. Ci parla dei buoni e dei cattivi narratori, ci regala le sue esperienze dirette, ci spiega come, dal germe dell'idea iniziale sono maturati i suoi romanzi più famosi, tra i quali, Delitto per delitto (da cui Hitchcock nel 1951 ha tratto il film "L'altro uomo"), "Vicolo cieco", e "Il talento di Mr. Ripley". Al libro "L'alibi di cristallo" dedica tutto un capitolo intitolato "Anamnesi di un romanzo" dove ci illustra tutti i retroscena che hanno portato alla versione pubblicata.
In "Come si scrive un giallo", Patricia Highsmith dissemina una miriade di informazioni e consigli utili per coloro che vogliono scrivere narrativa. Per esempio consiglia di appuntare ogni pensiero, anche i più stupidi, perché, riletti in un altro momento e con un altro stato mentale, possono dare spunti utili per un racconto o per la scena di un romanzo. Ci spiega l'importanza del metodo di lavoro e ci parla dei possibili intoppi che inevitabilmente si incontrano nella stesura di un romanzo. A questi ultimi dedica un intero capitolo presentandoci gli intoppi dovuti alla trama, ai personaggi o al punto di vista e fornendoci degli utili consigli sulle vie di scampo.
A mio parere, questo piccolo libro è uno dei più utili tra quelli che ho letto sul "mestiere di scrivere". E' diretto, chiaro, non si perde in cose scontate e, soprattutto, si basa su esperienze vissute in prima persona dall'autrice e che, tra l'altro, vengono raccontate in maniera molto piacevole.
Tutto questo fa di "Come si scrive un giallo" un libro utile, godibile e divertente la cui lettura è consigliata a chi volesse curiosare nel mondo della scrittura, ma diviene obbligatoria sia per chi vuol cominciare a scrivere, sia per chi è già stato catturato da questa particolare passione.
L'incipit:
"La prima persona a cui dovete pensare di fare piacere, nello scrivere un libro, siete voi. Se riuscite a divertirvi per tutto il tempo che scrivere un libro richiede, l'editore e i lettori possono venire dopo. E verranno."
Una citazione dal testo:
"E' molto più facile creare dalle emozioni positive, legate agli affetti, che da quelle negative e astiose. Benché sia potente, la gelosia secondo me è del tutto inutilizzabile, somiglia moltissimo al cancro, che divora e non da' nulla."
Claudio Palmieri, Agosto 2003
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Pagina pubblicata il 3 Agosto 2003 - Modificata il 17 Ottobre 2003
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