ARGENTINA
UN PAESE RICCO
DI CONTRADDIZIONI
Questo paese sudamericano, con una superficie continentale nove volte l’Italia e con una popolazione di circa 36 milioni di abitanti di cui la metà, sono di discendenza italiana, si trova immersa nella crisi più profonda e più brutale di tutta la sua storia.
È la nazione che ha avuto nel tempo ben sette cambiamenti monetari dal 1875 al 1991 (l’attuale peso in vigore dal 1991 equivale a 10 mila milioni di pesos “moneda nacional” del 1899). Cioè dovuto alle continue svalutazioni precedute da incontrollate emissioni monetarie e dall’errata política economica.
Ha un debito estero di oltre 160.000 milioni di dollari.
Sin dal 1950, l’Argentina è stato il Paese verso il quale confluivano i maggiori flussi migratori dell’Italia anche perchè era il Paese che più si assomigliava all’Italia e dove, sebbene esistessero sacche di povertà soprattuto nell’interno, Buenos Aires e il Gran Buenos Aires, ostentavano un grado di sviluppo e di prosperità superiore a molte città europee. Però a partire dal populismo inaugurato dal Presidente Perón, la política argentina entrava nel degrado sempre più profondo.
Tutti i poteri dello Stato furono subordinati alla plitica, dando inizio a un continuo processo di decadenza del Paese, nel campo istituzionale, economico e sociale. Anche con le alternanze politiche e le diverse dittature militari, la corruzione e l’abuso del potere furono la constante che si introduce in tutto il tessuto sociale.
Fu così che l’ingegneria política portò ad una giustizia al servizio dell’esecutivo e finalmente un esecutivo al servizio dei poteri economici nazionali ed internazionali. Il risultato fu l’affermazione di una struttura política basata sui privilegi, sull’impunità e sulla corruzione più sfacciata.
In questo scenario, l’Argentina come nazione, viene trascinata verso la disintegrazione istituzionale e la società civile che ha causato la liquidazione della classe media argentina, fiore all’occhiello di questo Paese tra tutti i paesi sudamericani.
Era
precisamente in questo strato sociale che si era inserita la comunita italiana
che aveva costruito l’Argentina moderna, che l’aveva trasformata in granaio
del mondo, che l’aveva resa esportatrice di materie prime, che fece nacere
l’Argentina industriale e che aveva persino trasformato lo stile di vita di
gran parte della popolazione.
Oggi l’Argentina è già uno Stato in fallimento che non può garantire lo stato di diritto, nè l’assistenza minima ai suoi cittadini. La grande festa sostenuta dal goberno di Menem con le scandalose privatizzazioni, la svendita dei beni e delle risorse dello stato, con l’incontrollato indebitamento pubblico per finanziare il déficit fiscale ( prima si financiava con l’emissione monetaria ), con una legge di emergenza economica per venir meno agli impegni e agli obblighi dello stato nei confronti dei cittadini e delle imprese oneste e finalmente con la menzogna di un peso uguale a un dollaro che stabilì la legge di convertibilità del peso argentino, è finita a danno di tutti gli onesti cittadini che hanno avuto fiducia nel Paese, nelle sue istituzioni e nelle sue potenzialità.
La distruzione dell’industria nazionale, l’altissimo tasso di disoccupazione, che in alcune province supera il 50%, l’enorme spesa política, la sospensione dei crediti internazionali, la crescente sfiducia nel Paese e la fuga di capitali, hanno causato una forte svalutazione del peso e indotto all’Argentina a dichiarare il “default”.
Il sistema bancario argentino, perverso ed usurario ( 5 o 6 % mensile sui crediti ai privati ) veniva tollerato da uno stato complice perchè era il grande finanziatore con un exorbitante tasso di interesse, dell’incontrollabile spesa pubblica. Oggi tutto il sistema bancario non è in grado di restituire i depositi della gente realizzati in dollari e in pesos. Obviamente, i risparmi ( quasi tutti in dollari ) di tutta una vita della comunita italiana, sono rimasti nella trappola bancaria con la promessa di uno stato bugiardo, di restituirle tra qualche anno, mentre nello stesso tempo si sta pensando di consegnare ai risparmiatori Titoli dello Stato senza un valore reale di mercato e di impossibile paga,mento alla scadenza. L’indisponibilità dei conti bancari hanno interrotto la catena di pagamenti e quindi paralizzato tutta l’attività economica. Ogni provincia sopravvive con i deversi mezzi de pagamento (vera emissione di moneta falsa) creando un incredibile caos monetario.
La Corte Suprema di Giustizia ha dichiarato incostituzionale l’indisponibilità dei fondi depositati nelle banche (in contraddizione a quanto aveva dichiarato in precedenza), dovuto alla creazione di richieste di giudizi politici insabbiate per molti anni nel Parlamento argentino.
Questo conflitto di poteri aggava ancor più caótica situazione argentina perchè le banche non hanno il denaro per restituire ai depositanti, quindi si va verso il collasso del sistema bancario argentino e la perdita dei risparmi della gente.
Questo è lo scenario dell’Argentina attuale nel quale si trova anche la comunità italiana che chiede all’Italia tempestivi interventi con certe priorità.
A coloro che sostengono che rinunciare alla propria moneta è rinunciare alla sovranità dello stato, si può dire che i paesi europei hanno rinunciato alla propria moneta per il benessere dei loro popoli e non per questo rinunciato alla propria sovranità.
Dott. Vincenzo Misuriello Tucumán ( Argentina )
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