ARALDICA CITTADINA

E' noto che per chi voglia con profitto approfondire la conoscenza dell'araldica cittadina è utile far riferimento al bel volume di Amilcare Foscarini "Armerista  e notiziario delle famiglie nobili, notabili e feudatarie di Terra d'Otranto" che nella sua seconda edizione rivista ed accresciuta è oggi disponibile nella ristampa anastatica dell'editore Forni di Bologna, naturalmente facendo debito riferimento al manoscritto, conservato nella biblioteca comunale, del notaio Vincenzo Dolce che, a cavallo della metà dell'Ottocento, sulla scorta degli stemmi dei passati Sindaci di Gallipoli dipinti nell'antico Palazzo di città (ex Pretura), scrisse una sorta di storia, tra romanzo e fantasia, delle famiglie nobili o patrizie della città.

La presunta nobiltà delle famiglie che diedero fino al 1791 Sindaci alla città è questione ben nota agli studi storici ed una miriade di atti notarili del XVIII secolo ci documentano della caparbia insistenza con cui quelle famiglie procedevano ad "attestatio et recognitio" della propria asserita nobiltà.

Anche il Ravenna, che scrisse le "Memorie Istoriche della fedelissima città di Gallipoli" pubblicate a Napoli dal Miranda nel 1836, diede cenni delle famiglie illustri di Gallipoli e dei suoi maggiori epigoni senza però decriverne le armi araldiche. Di questo volume si conoscevano fino a poco tempo fa due manoscritti uno dei quali certamente autografo di Bartolomeo Ravenna pervenuto non si sa per quale via nelle mani del prof. Agostino Cataldi che con fortuna si dilettò nel verseggio dialettale.

Su quel manoscritto comparivano bei disegni a penna raffiguranti gli stemmi araldici di 35 famiglie nobili di Gallipoli, che Ettore Vernole ebbe cura di trascrivere attorno agli anni '20 e che noi qui riproduciamo, convinti di fare cosa gradita agli appassionati ed ancor più a  quanti possono con diletto ritrovare le tracce di un passato familiare così intimamente legato al vissuto storico di una comunità cittadina.(E.PINDINELLI)