Sebastiano NATALI
Nato
a Gallipoli l'11 marzo 1887 e rimasto, dopo appena 4 anni, orfano di padre
crebbe sotto le cure del nonno paterno nel borgo nuovo del quale egli
stesso scrisse circa 50 anni dopo: "proiettavo il mio sguardo fisico ed
intellettuale su questa povera zona, ne meditavo il nascere, il crescere,
lo sviluppo futuro; la guardavo priva di ogni assistenza, mi dolevo di
una popolazione non molto civile e areligiosa, tanto da potervi riscontrare
il "non est qui faciat bonum non este usque ad unum", e misteriosamente
sentivo in me il fremito di un apostolato nell'uno e nell'altro campo".
Compiuti
gli studi tecnici nel 1900, passò l'anno successivo nel locale Seminario
dove portò a termini gli studi classici e filosofici. Nei suoi pensieri
vi era sempre il borgo e andava meditando di dedicarsi completamente da
sacerdote al suo risanamento sociale e morale: "se sarò sacerdote, creerò
case di educazione per la civiltà ed un tempio per la religione". Concluse
gli studi presso i gesuiti di Lecce ed il 12 dicembre 1912 fu consacrato
Sacerdote.
Due
anni dopo fu nominato da Mons. Muller Rettore del Seminario, Padre spirituale
della Confraternita del Rosario e vice Parroco curato di Sannicola, da
cui svolse un intensa missione di confessore e direttore spirituale delle
suore e della comunità dell'Istituto Starace di Alezio. Nel gennaio1916
divenne parroco della neo-costituita parrocchia del borgo in S.Maria del
Canneto che dovette subito abbandonare perchè chiamato a svolgere il dovere
di soldato nel corso della prima guerra mondiale, durante la quale venne
nominato Canonico.
A
Lecce svolse il suo ministero di Cappellano militare e da lì rientrò a
Gallipoli nel 1919 riprendendo le funzioni di parroco e soprattutto il
suo vecchio progetto per il borgo. Nel gennaio del 1920, come egli stesso
scrisse, "riuscì a piantare nel cuore del Borgo una Croce e gettare la
semenza di due case di educazione per l'uno e l'altro sesso".
Fu
per questo considerato un "pazzo" non potendosi intravedere alcuna possibilità
di raccogliere fondi sufficienti per gli ambiziosi progetti del giovane
sacerdote. Ottenne invece dal Comune, nel 1922, la formale concessione
di un suolo per la costruzione della chiesa parrocchiale e di un grande
educandato per ragazzi. I lavori dell'una e dell'altra opera iniziarono
nel 1930 grazie alle elargizioni della Provincia di Lecce, dell'Economato
generale per i benefici vacanti, del Ministero dell'Interno, dell'Istituto
Nazionale delle Assicurazioni, di varie Banche e soprattutto al ricavo
di tre tombole nazionali del 1924, 1925 e 1930.
L'educandato
per ragazzi che prese il nome di Istituto Michele Bianchi fu inaugurato
l'8 dicembre del 1930 e vi furono subito istituiti corsi scolastici di
quarta e quinta elementare e di prima ginnasiale con 63 allievi. Nell'anno
scolastico 1931-32 il numero degli allievi era salito già a 103 con l'istituzione
anche dei corsi di seconda, terza e quarta ginnasiale.
Per
quest'opera il canonico Natali dovette subire l'ostracismo di una parte
della borghesia locale e nonostante avesse impiegato nell'opera meritoria
gran parte dei suoi beni paterni, dovette sottostare a brucianti accuse
di cattiva amministrazione e di dilapidazione dei fondi pubblici. Motivo
per cui pensò di potersi difendere dando alle stampe un volume di memorie
e documenti, pubblicato a Roma nel 1938 con il titolo di Storia di un'opera
della Divina Provvidenza e di una vita di apostolato.
Ma
aveva incautamente messo in discussione l'autorità politica e civile,
violando anche le leggi sulla stampa. Il volume fu subito sequestrato
e successivamente il Canonico Natali, con grande gioia dei suoi nemici,
fu condannato ad un breve periodo di esilio in Cefalonia. Dopo la guerra
il Canonico Natali riprese il suo grande progetto per Gallipoli impegnandosi
in un'altra grande opera sociale: l'Istituto per l'infanzia abbandonata.
Esso
sorse come per incanto su di una zona brulla di contrada "Arene", sul
lungomare di scirocco e subito affidato ai Padri Salesiani che lo diressero
per qualche tempo. Aveva in animo anche di costruire un similare istituto
su di un terreno di sua proprietà là dove oggi sorge il parco Falcone
-Borsellino.
Aveva
riservato per sè una stanzetta presso l'Istituto "Salesiani", dove visse,
poverissimo, fino al giorno in cui lo colse la morte il 2.4.1967.
Tutto
ciò che il Canonico Natali aveva realizzato, dopo la sua morte, passò
nella disponibilità pubblica disperdendosi quella che doveva essere la
funzione sociale a favore delle classi svantaggiate e dei giovani diseredati.
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