IL 1900

Le tre fattorie di Montereggi nel XX secolo

La divisione in tre parti della tenuta non è la sola novità del primo '900: come possiamo vedere, i poderi complessivamente sono aumentati di 9 unità (erano 20 nel 1866) nonostante siano stati ceduti a parenti o del tutto alienati diversi poderi ai margini della proprietà, tra i quali quelli prossimi all'Olmo, ceduti ai Guadagni, i Renaccioli nel popolo di Basciano e le Fontanelle di S. Domenico.
Nel contempo, infatti, vengono acquistati tutti quei poderi intersecati nella tenuta che rendevano la fattoria "a pelle di leopardo". Questa politica dei Rosselli Del Turco viene facilitata dalla decisione di importanti famiglie fiorentine di lasciare la valle del Mugnone: gli Altovititi, i Corsi, i Bicchierai.
Così come importanti ordini religiosi quali le monache di S. Verdiana e le monache di Ripoli, beneficiarie e amministratrici dei beni degli Ospedali di Santa Maria Nuova e di Santa Maria degli Innocenti, ridimensionati dalla repressione leopoldina, vendono le loro possessioni.

































I pigionali della fattoria delle Molina (anno 1936)

LOCAZIONI CON RATA SEMESTRALE:
Bianchini Gino
Mattolini Giuseppe
Balocchini Carlo
LOCAZIONI CON RATA TRIMESTRALE:
Tacchi Adolfo
Mattolini Isaia
Gentili Pietro
Messeri Emilio
Pucci Carolina
Chiarantini Enrico
Sarti Luigi
Giannassi Ezio
Addobrandi Angiolo
Giannini Guido

Mulino della Querciola
Arco della Querciola
Via delle Molina

Arco della Querciola
Arco della Querciola
Arco della Querciola
Arco della Querciola
Arco della Querciola
Gano
Gano
Gano


Lire
1750
387
141
Lire
132
132
82
119
88
176
101
132
125
88


La trebbiatura del grano alle Molina

Inizia dal primo decennio del '900 la battitura del grano per mezzo di trebbiatrice a vapore alimentata con lignite.
Come esempio comparativo di costi e quantità farò riferimento alla trebbiatura dell'anno 1930; macchinista-meccanico alla trebbiatrice, Olimo Bambi; ricavato complessivo del suo operato per la fattoria delle Molina: lire 950.

Gestione delle stalle: maggiore fonte di reddito

Con l’avvicinarsi del Ventesimo secolo aumentano decisamente i consumi di carne di manzo e di latte nella popolazione italiana. Questa tendenza determina cambiamenti strategici nella produttività della fattoria. Vengono ridotti al minimo gli ovini (nell'Ottocento quasi tutti i poderi avevano una presenza media di circa 20 pecore). Dal 1921 non risultano pecore nelle stalle dei poderi, sono registrate soltanto sporadiche vendite di capretti da macello.
Con l'affermarsi della motorizzazione si velocizza e si intensifica la produzione e distribuzione del latte: i fratelli Trallori, pigionali al "Circolone" della Querciola forniti di due automezzi "fal 1926" raccolgono il latte delle fattorie di Montereggi per poi portarlo al Consorzio e in una latteria di Firenze. Una distribuzione di latte al dettaglio nelle piccole frazioni nella Valle del Mugnone veniva svolta giornalmente da Amerigo Cammelli del podere di Casellina per mezzo di mulo e calesse.
In seguito con l'accrescersi del paese i Cammelli divennero i lattai di Caldine. Dal 1920 al 1935 la vendita del latte rendeva ai poderi più consistenti della fattoria circa lire 3.000 annue d'incasso.
Una fonte notevole di reddito da aggiungersi alla vendita in media di due vitelli all'anno per un ricavo di circa lire 1.000 (valore 1937). Tra le spese di gestione delle stalle le visite ricorrenti dei dottori veterinari Donnini e Parenti, per una spesa media di lire 70 variabile secondo il numero degli animali da visitare.
Spese per l'opera di sensale, svolta da Francesco Frangioni esercente alla Querciola e fornitore di semola, orzo, avena per lo svezzamento dei vitelli.
La ferratura annuale dei bovi la curava il maniscalco Tozzetti a lire 36 a paio.
Il colono Balloni castrava i vitelli con lire 60 (valori 1937).
Come esempio significativo dell'intera fattoria analizziamo il movimento degli animali nelle stalle di tre poderi tra i più forniti: Chiasso Vecchio, Rivolle e Caselle. Vedremo quanto fosse complesso conciliare il buon andamento della stalla che concretamente voleva dire avere a fine anno un bilancio positivo.
L'esigenza di frequentissimi scambi di animali tra i mezzadri di fattoria, ma anche esterni ad essa, era legata alla necessità primaria di mantenere le razze sane e produttive e una coppia di bovi ottimali alla misura del lavoro da svolgere,
In ultimo ogni mezzadro vedeva nello scambio una possibilità di ulteriore guadagno dovuto alla propria abilità di contrattazione in contrapposizione all'arbitrato del sensale.
Particolare attenzione era rivolta nello scambio dei bovi. Veri "trattori" dell'epoca erano usati nelle stesse mansioni di trazione; come oggi scegliamo la potenza e la dimensione del trattore secondo l'uso d'impiego con lo stesso criterio si sceglievano i buoi.
Coloro che avevano un podere ampio e avevano molto lavoro da svolgere, magari anche per opere di "trapelo" esterne, dovevano usare ottimi animali di età compresa tra i 3 e i 7 anni per poi disfarsene prima che invecchiassero troppo. Al contrario coloro che disponevano di un piccolo podere.e di conseguenza conducevano un'attività meno usurante, sceglievano giovenchi in parte anche da addestrare che poi rivendevano in età opportuna per guadagnare nello scambio.
Nei piccoli fondi si potevano usare anche bovi in età avanzata non più adatti a ritmi ravosi ma ancora validi se fatti lavorare con parsimonia prima di finire all'inevitabile macello; anche in questo caso erano animali venduti sotto costo da coloro che li volevano costantemente migliori.


Podere di Caselle. Terzani Ottavio (anno 1937). Movimento stalle

ACQUISTI::
2 bovi presi da Vannucci
2 bovi presi da Balocchini
1 mucca gravida da Carniani
2 bovi presi da Colzi
2 manzi presi da Nocentini
1 mucca gravida da Ulivi
1 mucca gravida da Monza
1 mucca gravida da Monza
2 bovi presi da Dreoni
1 mucca da razza tedesca
VENDITE:
2 bovi dati a Ulivi
2 bovi dati a Panerai
1 mucca con redo a Cavaciocchi
1 mucca gravida a Lombardi
1 mucca con redo a Torrini
2 bovi dati a Ulivi
1 mucca con redo a Bechelli
2 manzi dati a Galardi
1 mucca con redo a Cioni
2 bovi dati a Balocchini
1 mucca con redo a Cavaciocchi
1 mucca gravida a Cavaciocchi
1 mucca gravida a Cambiagi
1 mucca con redo a Fattori

SPESE PER GLI ACQUISTI:
RICAVO DALLE VENDITE:
RICAVO DAL LATTE:
TOTALE (+)
LIRE
4500
4620
2075
4850
5200
2400
3390
3470
5250
1900
LIRE
4800
4825
2390
2500
2700
5100
2100
5400
2690
5700
3650
3650
3200
3340

37655
52042
1773
15163
MESE
marzo
aprile
aprile
maggio
luglio
settembre
settembre
settembre
ottobre
ottobre
MESE
febbraio
marzo
maggio
maggio
maggio
giugno
giugno
luglio
luglio
luglio
settembre
settembre
ottobre
novembre






NOTE: Politica da realizzo economico con diminuzione di sei mucche in stalla.
Dall'anno 1938 Giannelli Emilio subentra a Terzani Ottavio.

Podere di Rimolle o Molino Nuovo. Balocchini Tommaso (anno 1937). Movimento stalle

ACQUISTI::
1 mucca gravida da Carniani
1 mucca con redo comprata da Marini
1 vitello da macellare a Fossi
1 manzo grande preso a Monza
1 mucca gravida presa a Monza
1 mucca gravida presa a Monza
2 bovi presi da Terzani
1 mucca gravida da Monza
VENDITE:
1 mucca gravida data a Cherici
1 mucca con redo a Colvelli
1 vitello da macellare a Fossi
1 mucca da latte data a Rusconi
1 mucca con redo a Tarchi
2 bovi dati a Fedi
1 mucca gravida data a Conti
1 vitello da macellare a Pallino
1 vitello dato a Carniani
1 mucca con latte data a Sborgi
1 vitello da macellare a Fossi

SPESE PER GLI ACQUISTI:
RICAVO DALLE VENDITE:
RICAVO DAL LATTE:
TOTALE (+)
LIRE
2995
2125
940
3170
3270
3459
5700
4055
LIRE
2600
2400
940
1700
3600
5600
2600
550
500
2500
536

24074
23526
3684
3136
MESE
febbraio
marzo
marzo
agosto
agosto
settembre
settembre
ottobre
MESE
febbraio
marzo
marzo
aprile
maggio
maggio
giugno
luglio
agosto
ottobre
ottobre






NOTE:note: le mucche prese e cedute sono in pareggio come numero, ma risultano acquisiti tre capi da razza provenienti da Monza.


Podere Chiasso Vecchio. Chiarelli Paolo (anno 1937). Movimento stalle

ACQUISTI::
1 mucca gravida presa da Giorgi
1 mucca con redo presa da Balocchini
2 manzi presi da Bellincioni
1 mucca gravida presa da Bini
1 primarola gravida presa da Guidoni
1 mucca gravida da Ciani
1 mucca gravida da Franci
1 mucca gravida da Monza
1 mucca con latte presa a Monza
1 primarola gravida presa da Cambiagi
1 mucca gravida presa da Zagli
VENDITE:
1 mucca gravida data a Innocenti
1 vitello da macellare a Fossi
2 manzi dati a Lerci
1 mucca gravida a Spagnesi
1 mucca gravida data a Galardi
1 mucca gravida data a Viti
1 mucca gravida data a Consigli
1 mucca gravida data a Tuglio
1 vitello da macellare a Fossi
1 mucca gravida data a Pecchioli

SPESE PER GLI ACQUISTI:
RICAVO DALLE VENDITE:
RICAVO DAL LATTE:
TOTALE (-)
LIRE
2390
2990
5800
1850
2400
2700
2825
3340
3490
2650
2650
LIRE
2600
346
5100
2150
2500
2175
3100
3050
489
2900

33085
24410
3294
5381
MESE
febbraio
marzo
aprile
maggio
maggio
giugno
luglio
agosto
agosto
ottobre
novembre
MESE
febbraio
marzo
luglio
luglio
luglio
agosto
ottobre
ottobre
novembre
novembre







NOTE: Politica espansiva con l'acquisizione di tre mucche in più nella stalla; di cui due per la razza provenienti da Monza.
Dai precedenti bilanci annuali di stalla sono da defalcare le spese per mangimi da svezzamento, per visite veterinarie, per le mediazioni di vendita e scambio.


Balocchini Tommaso: mezzadro del Mulino Nuovo o Rimolle
Matteuzzi Serafino: mezzadro di livello
Brunetti Luigi: mezzadro del Mulino Vecchio
Chiarelli Luigi: mezzadro del Chiasso Vecchio
Azzini Angiolo: mezzadro della Fornace di Montereggi
Cammelli Ottavio: mezzadro del Mulino dell'Olivo





Le stalle di Montereggi durante e dopo la 2a Guerra Mondiale

Durante il passaggio dei tedeschi in ritirata in direzione dell'Appennino verso la Linea Gotica (anno 1944) furono razziati dai soldati tedeschi molti animali dalle stalle dei coloni di Montereggi, tra i quali:

1 bove a Trallori F.
1 bove a Lascialfari O.
1 bove a Vignolini G.
1 primarola gravida a Matteuzzi E.

Tra i fenomeni più tragici in conseguenza alla guerra si scatenò un'inflazione destabilizzante: nel 1937 una coppia di bovi aveva un costo medio di lire 5.500; nell'aprile del 1944 il colono Giannelli, del podere di Caselle, vende 2 bovi al Vignolini di Curigliano a lire 45.000!
Nel dicembre dello stesso anno il costo di un solo giovenco acquistato da Lascialfari è di lire 42.000.
Durante il 1945 il costo di un bove raggiunge lire 100.000.

Campaioli, bifolchi e artigiani delle fattorie di Montereggi nei primi decenni del '900

La fattoria oltre alle 29 famiglie a contratto di mezzadria nelle case coloniche disponeva di oltre 25 abitazioni di pigionali nelle vicine frazioni dell'Arco della Querciola, Gano, Ponte della Maddalena. Inoltre in molte case coloniche della fattoriali abitavano campaioli e bifolchi, lavoranti nelle così dette "terre sciolte" dai poderi, nei boschi, nella cantina, nel granaio, nella stalla di fattoria e i casieri delle ville padronali.
Nei primi decenni del '900, lavoravano a tempo pieno per la fattoria, o perlomeno parzialmente, non meno di 80 capifamiglia senza considerare donne e ragazzi i quali venivano impiegati particolarmente nella raccolta dei prodotti agricoli nei campi.

Gli artigiani


Gli artigiani addetti alla costruzione e manutenzione dei fabbricati, delle attrezzature da lavoro, carri ecc., pur non essendo diretti dipendenti della fattoria, erano suoi pigionali e lavoravano in fattoria con continuità decennale nei loro settori di competenza. Per esemplificazione userò il decennio dal 1925 al 1935.
Artigiani lavoranti abituali nelle fattorie:
Ravelli Raffaello: stagnino riparatore di irroratrici per ramato, mezzine, fiasche da latte ecc.;
Manetti Orazio: capomastro muratore;
Baldazzi: cavatore scalpellino al Masso del ciabattino;
Baldi Adolfo; fabbro;
Bambi Olinto: meccanico, trebbiatore annuale di fattoria;
Fantini Eugenio: barrocciaio (arco della Querciola);
Tortoli Cesare; falegname legnaiolo. Nei libri contabili della fattoria sono registrati suoi lavori di riparazione e costruzione di carri, infissi, mobili nelle ville padronali e nei poderi.
Nel 1926 quando fu costruito il nuovo frantoio per la fattoria delle Molina i sopradetti artigiani parteciparono tutti nelle loro rispettive mansioni. Dall'esterno arrivarono solo gli ingranaggi, il motore da 2 CV, le cinghie e la caldaia, fornita alla fattoria da un non meglio definito Costantino.
Del nuovo frantoio della Molina si serviva anche la fattoria di Sveglia che ne era sprovvista del tutto o perlomeno non si era "modernizzata" con un impianto alimentato ad energia elettrica come alle Molina.

I mulini delia Querciola e Bernazzino

Anticamente erano dei frati domenicani di San Marco. Furono acquistati nel XVIII Secolo dai Rosselli Del Turco.
Dal 1923 il mulino della Querciola viene alimentato a corrente elettrica e ci lavorano i fratelli Gino e Ermelindo Bianchini. Pagano alla fattoria delle Molina un affitto semestrale di lire 1.150. Oltre alle varie farine per la panificazione macinano anche le biade per le stalle dei coloni.

Vivaisti di Montereggi al Molino dell'Ulivo

Tosi Carlo, Manetti Attilio, vivaisti alle Molina, di cipressi, piantoni d'ulivo e loppi: cioè frassini e aceri da trapiantare vicini alle viti allo scopo di sorreggerle.
Contrariamente a quanto oggi credono in molti i tanti cipressi che contornano la nostra valle sono stati piantati in anni abbastanza recenti: solo nel 1926 ne furono piantati 327 nel selvatico vicino alla nuova villa di Masseto, 40 nella fattoria delle Molina vicini alle coloniche, 61 vicini alle coloniche di Sveglia. Costo di una piantina lire 8.
Col legname di cipresso si costruivano carri, barrocci, carrette per la fattoria, infissi per le coloniche, mobili essenziali che oggi definiamo di arte contadina. Pertanto la piantagione dei cipressi non era certo finalizzata al paesaggio ma al suo largo uso artigianale e come barriere frangivento contro il la tramontana.

1944-1945. La produzione delle fattorie durante la Guerra

Se confrontiamo il raccolto di grano dell'anno 1925 della fattoria delle Molina (7 poderi) di quintali 237 complessivi, con il raccolto della fattoria di Sveglia (9 poderi) dell'anno 1945 di quintali 205 complessivi, vediamo che il risultato è inversamente proporzionale: i 9 poderi di Sveglia hanno prodotto il 15 % meno dei 7 poderi delle Molina.
Premesso che i poderi hanno diverse caratteristiche e quindi il confronto non è del tutto corretto e anche tenuto conto della possibile diversità stagionale, tuttavia non vi è dubbio che in questo risultato ha un peso determinante lo stato di guerra italiano.
Sempre a causa della guerra durante l'anno 1945 le fattorie di Montereggi sono invitate alla consegna di grano al comune di Fiesole per arginare la penuria di cibo della popolazione locale.
Dai libri contabili di Sveglia vediamo che le scorte di grano della fattoria sono di quintali 29 nel gennaio 1945. Quintali 18 sono consegnati al comune di Fiesole l’11 maggio e quintali 10 il primo luglio.
Nell'estate del 1945 il raccolto della fattoria di Sveglia è di quintali 80,83 al netto, che si sono già ridotti a quintali 14 nel gennaio del 1946.

Concimi chimici e antiparassitari

Fino alla conclusione del diciannovesimo secolo, la concimazione del terreno avveniva attraverso il rovescio dei legumi, l'apporto di stallatico e seguendo la rotazione delle coltivazioni.
Come antiparassitario, veniva usata la cosi detta "poltiglia francese" a base di solfato di rame e calce spenta, praticamente ad uso esclusivo della vite.
Con l'espansione industriale, nei primi decenni del '900, molti prodotti chimici entrano nel ciclo produttivo agricolo, proposti dagli specializzati consorzi agrari.
Dai libri contabili di fattoria possiamo conoscere i più diffusi: per la concimazione e sterilizzazione del terreno da cereali e legumi: perfosfato minerale, lupini brillati, nitrato di soda e calciocinamide. Per la medicazione dei cereali nel granaio al fine di curarne la conservazione: nitrato di carbonio. Antiparassitari per vite e ulivi: solfato di rame, nitrato di calcio, zolfo, acqua madre e arseniato di piombo.

Curiosità storiche e notizie di costume

26 maggio: festa del patrono della fattoria, S. Filippo Neri. Tradizionali festeggiamenti alla villa di Montereggi con i mezzadri e i lavoranti invitati a partecipare al rito nella cappella privata di famiglia.
Durante gli anni '30 del '900, il marchese Antonio è chiamato bonariamente "marmo" dai suoi sottoposti, per avere egli fatto costruire un'imponente tavolo da giardino di questo materiale. Nello stesso periodo, nei locali del nuovo edificio sulla provinciale Faentina "II Circolone" viene fondato il circolo ricreativo dai lavoratori della fattoria. La proprietà, mette a disposizione il terreno occorrente per il pallaio e altre attività.
Durante il ventennio fascista, sul muro della facciata del Circolone fu inserito il motto: "Credere, Ubbedire, Combattere" mentre sulla facciata laterale della fiaschetteria vicina alla stazione di Caldine si leggeva: "La vita dei campi e non quella della città abitua l'uomo al sole, al risparmio, al sacrificio! " Mussolini.

Tasse, assicurazioni, varie, livelli

ANNO 1930:Anno 1930: • Assicurazione Venezia: antincendio per la nuova villa di Massero - lire 180 annue
• Assicurazione Società Reale: antincendio per la fattoria - lire 171 annue
• Tessera sindacale del sig. padrone - lire 5 annue
• Tassa provinciale sui carri - lire 40 annue
• Tassa comunale sulle stalle; per ogni colono - lire 60 annue • Tassa comunale sulla nuova villa di Masseto (una tantum), lire 1.250
• Podere di livello sottoposto alla prioria di Sant'Andrea a Sveglia e in parte all'Ospedale Degli Innocenti. Gravante annua di lire 275 e di lire 24.
Le sopracitate tasse si riferiscono agli 8 poderi delle Molina.

ANNI 1945-1946
Tasse comunali riferite alla fattoria di Sveglia (11 poderi):
• Comune di Fiesole. Tassa bimestrale sulla fattoria - lire 6.525 (nel 1937 lire 937)
• Comune di Fiesole. Tassa bimestrale sulla villa padronale - lire 302
• Comune di Vaglia. Tassa bimestrale sulla fattoria - lire 2.477
• Comune di Vaglia. Tassa bimestrale sulla villa padronale - lire 237

ANNO 1946
Premio della Repubblica pagato al sig. padrone:
• All'operario Vignolini Eugenio - lire 3.000
• Al muratore Tani Francesco - lire 3.000
• Podere di livello sottoposto alla prioria di Sant'Andrea a Sveglia e in parte all'Ospedale Degli Innocenti - Livello annuo di lire 275 più lire 24.

Patti agrari integrativi. Previdenza sociale

Alla fine della Prima Guerra Mondiale seguì una violenta crisi economica e politica: una ventata rivendicativa pervase il mondo del lavoro in Italia.
In conseguenza nell'autunno 1919 venne stipulato un importante accordo integrativo del contratto di mezzadria tra la Federazione Provinciale Mezzadri in rappresentanza dei coloni fiesolani e i signori proprietari del Comune di Fiesole.
Come si può vedere dalla copia del testo originale, l'accordo fu firmato e quindi accettato dai mezzadri e campaioli della fattoria delle Molina e rappresenta un evidente miglioramento della condizione mezzadrile precedente.
A cavallo tra le due guerre mondiali, durante il così detto ventennio fascista, presero avvio varie istituzioni della previdenza sociale, affermatasi poi definitivamente nel dopoguerra.
Al momento dell'istituzione dei vari enti, più della pensione di vecchiaia che ha avuto una ricadenza positiva in tempi successivi, fu determinante l'istituzione dell'assicurazione tubercolosi e maternità a favore dei mezzadri e coloni.
All'epoca la quasi totalità delle famiglie era colpita da questa autentica piaga sociale rappresentata dalla tubercolosi. Malattia quasi sempre senza scampo per chi la contraeva e causa di miseria drammatica quando essa colpiva il capo famiglia. In questo caso infatti oltre il lutto affettivo, la famiglia rimaneva spesso impossibilitata nella conduzione del podere perdendo ogni diritto sociale.

Bice, moglie di Antonio, proveniva dalla famiglia industriale lombarda dei Crespi (cotonieri). Il nonno di Bice, Cristoforo, dal 1890 aveva costruito nei pressi di Capriate d'Adda un'industria cotoniera con relativo villaggio per i lavoratori corredato di scuole, asili, ambulatori, chiesa e cimitero. Questo villaggio, che prese il nome di Crespi d'Adda, e che anticipando i tempi storici svolgeva una funzione sociale, fa parte dell'elenco mondiale dei Beni riconosciuti come patrimonio dell'umanità ed è posto sotto la tutela dell'UNESCO.
Il cotonificio Crespi subì il fallimento durante la crisi industriale del 1929 minando il patrimonio della famiglia (notizie tratte da: "I Marchettini" di Beatrice, Alessandro, Giulia Marchetti (1998) gentilmente concessomi da Fiammetta Rosselli Del Turco).

• Bambi: nel 1936 fabbro alla fabbrica.
• Pio Rosselli Del Turco: “Cavaliere segreto di cappa e spada" in Vaticano.
• Olga Skarguiski detta "Botte di diamanti".
• Villeggiatura 1936, luglio: nella villa di Montereggi furono ospitati 25 familiari.