PREMESSA

La consultazione della documentazione fiscale conservata presso l'Archivio di Stato di Firenze e l'Archivio Storico dell'Istituto degli Innocenti a Firenze ci ha fornito un'insospettabile immagine della zona di Pian di Mugnone tra il 1300 ed il 1700.
Attraverso di essa è infatti possibile ricostruire una serie di avvenimenti che, pur privi di sensazionalismi, collocano con diritto il piccolo borgo ed i suoi antichi abitanti tra i partecipanti attivi alla storia secolare del Comune di Fiesole.
Per legare le numerose ed aride citazioni fiscali si è fatto riferimento e attinto anche alla bibliografia (riportata in appendice) che diversi Autori, in tempi diversi, hanno dedicato frammentariamente alle cose di Pian di Mugnone o che, comunque, risultava essenziale per creare un più ampio quadro storico.
Ci soffermiamo adesso sulle fonti originali delle nostre informazioni per descrivere sinteticamente i meccanismi attraverso i quali la città di Firenze raccoglieva i fondi per le proprie casse:
L'estimo fu introdotto nel 1200 come sorta di tassa patrimoniale basata sulla stima delle ricchezze individuali in modo da stabilire quanto ognuno fosse in grado di versare alla cosa pubblica. Il sistema dava luogo ad una massiccia evasione fiscale a causa dell'arbitrarietà delle stime e delle astuzie dei contribuenti. Nel 1285 si tentò una prima riforma che non portò a grandi miglioramenti se, nel 1315, si decise per la sua abolizione. Lo si reintrodusse nel 1325 sulla base, stavolta, di dichiarazioni giurate dei contribuenti.
Lapide della famiglia Portigiani nella Cripta dei Del Palagio a San Francesco di Fiesole Per far fronte alle spese della costosissima guerra contro Milano, nel 1427, fu introdotto il catasto. Il cittadino doveva mettere nero su bianco, alla presenza di un funzionario del fisco, tutte le sue proprietà , i titoli e gli investimenti. La gestione di questo strumento fiscale è legata quasi per intero ai Medici e resistette fino alla morte di Lorenzo. Con la cacciata da Firenze della famiglia (1454), la città si affrettò ad abolire questo tipo di tassazione per sostituirla nel 1498 con la Decima Repubblicana. Il censimento catastale sarà successivamente reintrodotto e riorganizzato da Leopoldo II di Lorena nella seconda metà del '700.
Le decime erano imposte fondiarie che colpivano proporzionalmente, con l'aliquota del 10%, il reddito lordo. Nelle economie agricole sostituivano, come strumento perfezionato, le imposte commisurate alla superficie, assai più sperequate. Un analogo meccanismo di imposta tornerà in vita a Firenze nel 1534 e sancirà il definitivo avvento del Granducato Mediceo.
Alla fine del XVI secolo, per fare il punto sulle condizioni delle strade pubbliche e del contado fiorentino, divenute disastrose per una diffusa disattenzione dei vari popoli, comuni, etc., ai vari bandi che imponevano loro la manutenzione, fu varata una vasta operazione di ricognizione, descrizione e misurazione del sistema viario. I dati vennero raccolti nella Carta dei Capitani di Parte Guelfa che si riprometteva di rivedere l'antico sistema di ripartizione delle spese. Il censimento, a causa della resistenza e dell'ostruzionismo dei vari popoli e dei suoi rappresentanti che temevano tasse più elevate, non ebbe successo tanto che nei successivi anni si fece sempre riferimento al vecchio inventario.